Zundaer: “Aethimir ci ha raccontato com’è andata l’epurazione di Hellgate Keep compiuta dagli arpisti.”
Grover: “E lui come favebbe a sapevlo, di gvazia?”
Zundaer: “Dice che sono cose che sanno tutti, ma in realtà nessuno di noi ne sa nulla. Nemmeno Malcer, che di solito a conoscenze è ferrato. E’ comunque mezzo elfo eh, in queste cose di magia e foreste è certamente invischiato più di noi. Che schifo gli elfi, maledetto Bane.”
Grover: “Dai Zundaev, vesta sul vacconto che qui tempo da pevdeve non ne abbiamo.”
Zundaer: “Hai ragione Grover. Siamo finalmente riusciti ad entrare in alcuni dei cunicoli di questo posto maledetto. E’ pieno di cadaveri e ossa, ovunque. Durante la notte abbiamo fatto dei turni di guardia e abbiamo sentito provenire degli strani canti da altre grotte del complesso. La guida, quello che parla di se in terza persona, dice che sono canti della sua tibù, ma che quella tribù ormai non è più fatta di uomini. Cantano il ritorno di Tanta Hagara, ma la guida dice che è più una preghiera, una speranza, che non la celebrazione di un fatto certo. Cantano solo la notte, comunque, e sono piuttosto inquietanti.”
Shel’Lak: “Qui ci sarà da bonificare mica poco, mi sa. Che Kossuth ci dia fuoco a sufficienza.”
Zundaer: “Vediamo. Intanto cerchiamo di liberarci di questi maledetti orchi…”
Shel’Lak: “Sono maledetti come il mezz’elfo?”
Zundaer: “Ma che ne so, bisognerebbe chiedere alla guida. Che poi sai che guida, il posto che conosceva non esiste più e ora sa come muoversi esattamente quanto noi. Manico fai una mappa del posto va, che se no qui finisce che ci perdiamo.”
Manico: “…”
Zundaer: “Sì, ok, non ti ho detto di farla immediatamente. Abbiamo visto si e no tre stanze, non ci serve ancora. Dicevo solo di iniziare a metterti nell’ottica di doverla disegnare.”