La notte volge al termine insieme alle avventure che l’hanno animata e nei nostri cuori, il fervore dell’azione lascia spazio alla stanchezza. Rientrati alla villa io, Malcer e Pence altro non desidereremmo che stendere le membra e riposarci fino a giorno inoltrato. Ovviamente, questo non ci sarà possibile. Pence dovrà svolgere il primo dei suoi turni di sorveglianza come guardia della casata, a cominciare dalla dodicesima ora. Noi altri due, invece, pur non avendo nessuna mansione precisa di cui occuparci, veniamo in ogni caso svegliati e convocati da Lord Bly unicamente per ricevere complimenti e gratitudine. E’ sicuramente piacevole che il lord reggente abbia per noi parole di stima, ma forse quest’ultima volta avrei preferito perdermele ed indugiare invece più a lungo nel favoloso mondo dei sogni. Per noi c’è anche una ricompensa, 10 monete d’oro e 10 d’argento, che lascia Malcer un po’ freddo per via di quanto abbiamo visto nelle casse all’interno del sotterraneo. La delusione è parzialmente mitigata dal fatto che Lord Bly ha ufficialmente escluso che noi si possa essere ancora utilizzati come semplici garzoni o servi di casa, quando è evidente che le nostre abilità possano offrire ben altri aiuti. Dal 13 di questo mese, tra tre giorni, noi tre verremo impegnati in una missione per conto della casata. Non so se questa sia la stessa che ci aveva introdotto Lord Geldor. Certamente ancora oggi alla villa continuano a presentarsi avventurieri offrendosi di lavorare per i Ruldegost alle Colline dei Ratti, ma se noi si debba o meno far loro da scorta o occuparci di altre faccende è decisamente ancora poco chiaro.
La giornata è da considerarsi libera quindi, almeno fino alla sera quando dovremmo finalmente incontrare Lorimar. Le nostre azioni lo avrenno indisposto? Sarà pronto ad incontrarci o mancherà di presentarsi? Che voglia tenderci un agguato? Non so. Io continuo a ritenere che l’incontro con il mercante sia stato un dono di Tymora e così lo accetto, ma devo ammettere che giorni fa avrei vissuto la cosa in maniera molto più serena. Ad ogni modo, per impiegare questa giornata libera decidiamo di andare in città e vendere un po’ del bottino che siamo riusciti a conquistarci durante la missione della notte scorsa. Malcer piazza i nostri due onici a 130 monete d’oro, dieci in più di quanto li avessimo valutati, ma da vendere ci resterebbero alcune armi di sicuro valore e una pozione rinvenuta sul cadavere del chierico di Cyric che abbiamo sconfitto. Con i soldi ricavati, io avrei piacere di acquistare delle tavole e delle vernici, perchè ritengo sia venuto il momento di dare libero sfogo alla mia arte e farne dono alla casata.
Per le armi, da subito Malcer ha due opzioni: uno dei negozi Aurora presenti in città, oppure l’armeria dello Scudo Istoriato. Partiamo dai primi, dove tuttavia fanno presente il non voler comprare nulla, ma solamente vendere. Il commesso che ci serve, va riconosciuto, è davvero molto bravo nelle sue mansioni e così, senza aver venduto niente, usciamo dal negozio solo dopo aver acquistato due paia di stivali con fondina nascosta per il pugnale. Io li ho presi per me e Pence per lui. Malcer, ovviamente, non ha gradito. Allo Scudo Istoriato, invece, il titolare Delborggan “La Lama” si è dimostrato molto disponibile a comprare quanto avevamo da proporre, facendoci anche un prezzo direi onesto. Pare che in questa armeria siano disponibili oggetti mitici e artefatti introvabili, come lo Scudo delle Mille Meteore o L’Orribile Martello della Guerra. Io, affascinato dalla fattura delle armi che Delborggan ci mostra, ho acquistato un arco composito particolarmente bello. I miei compagni, neanche a dirlo, tengono le monete.
Per chiudere il cerchio degli affari, ci rechiamo a Vico del Topo a trovare Fatna, l’alchimista che già ci aveva venduto il lassativo con cui Malcer ultimamente sta tormentando il povero Jurisk. Quando mostriamo alla donna la misteriosa pozione che intendiamo vendere, la sua espressione cambia abbastanza perchè Malcer fiuti l’affare. Chiede di farsela identificare pagando un decimo del suo valore e Fatna, pensando di acquistarla in seguito e provando a fregarci, ha richiesto 50 monete d’oro per il servigio. Identificata, la fiala contiene un solvente universale apparentemente molto prezioso. Malcer completa l’opera dicendo a Fatna che intende tenere la pozione e poi si reca in centro ad una bottega di alchimia molto rinomata in cui riesce a vendere il nostro oggetto a 900 monete d’oro più quattro pozioni di cura ferite.
Non c’è che dire, per queste cose il mio amico è davvero portato.