Gli avvenimenti riportati qui di seguito fanno riferimento alla notte tra il Giorno XVIII e il Giorno XIX di Ches, anno 1370 CV.
In quei giorni il nostro amico Pence si trovava nel pieno delle sue indagini in merito ad Hagar, capo della tribù Toro Alce che tanto fastidio stava recando alla gilda dei portuali. Stando ad alcune informazioni racimolate dalla Prima Guardia di casa Ruldegost, alcuni uomini di Hagar quella notte si sarebbero ritrovati alla taverna dell’Unicorno Nero e quella sarebbe potuta essere una buona occasione per intercettarli e spillare loro qualche ulteriore notizia riguardo all’Orso Blu.
Per evitare di esporsi, però, Pence preferì non andare di persona nella taverna, anche in seguito ad alcune voci riferitegli da Malcer sul conto del locale, e così forte del suo ruolo presso la casata decise di incaricare quattro dei suoi sottoposti: Arlo, Thrur, Sambril e l’odiato Jurisk.
Quello che segue è il racconto delle vicende dalla viva voce dei protagonisti.

Jurisk: “Certo che mi ricordo quella notte! Il grande Pence, la Prima Guardia di casa Ruldegost, aveva bisogno di quattro uomini validi e fidati per un’importantissima missione e così è venuto a chiamare me, chiedendomi chi altri potessi suggerire…”

Thrur: “Ma per favore! Quel raccomandato di Pence come al solito cercava qualcuno che lavorasse al posto suo e ha scelto noi quattro perchè eravamo gli unici presenti in sala da pranzo in quel momento. Ha avuto persino la faccia tosta di spacciarlo come fosse un ordine della casata.”

Arlo: “Eh, ma Pence è il capo.”

Thrur: “Su questo avrei da discutere, ma anche fosse non è tenuto ad usare il suo ruolo per rifilarci i suoi lavoretti sporchi.”

Arlo: “Non era tanto sporco.”

Sambril: “Se andate avanti così non finiamo più di raccontarla, questa storia…”

Arlo: “Un po’ sporco forse sì. Ma non tanto.”

Jurisk: “Allora, posso continuare? Dicevo che Pence ci ha contattati per un’importante missione di spionaggio. Ci saremmo dovuti recare alla taverna dell’Unicorno Nero per trovare informazioni su un certo Hagar, ma per farlo avevamo l’indicazione di tenere un basso profilo e non farci riconoscere…”

Arlo: “E’ vero. Mi ricordo che io ero vestito da Tempus.”

Sambril: “Stavi molto bene, tra l’altro.”

Thrur: “Quante volte dovrò ripeterti di non guardare gli umani?”

Sambril: “Papà, sei proprio antico. Gli umani sono molto belli e io voglio farmi le mie esperienze…”

Thrur: “SAMBRIL!!!”

Jurisk: “Finitela voi due! Dove ero rimasto? Ah sì. La taverna. Abbiamo deciso di spacciarci per un mercante, io, e le sue guardie del corpo e ci siamo quindi recati all’Unicorno Nero, senza sapere quali terribili pericoli si celassero al suo interno.”

Arlo: “Hai dimenticato che fuori dalla taverna c’era un mendicante. Gli ho dato una moneta.”

Jurisk: “Non è importante, direi.”

Thrur: “Hai anche dimenticato che Pence ci ha mandati da soli perchè è un cagasotto.”

Jurisk: “Non è vero, Pence è la nostra amata Prima Guardia e non è un cagasotto.”

Arlo: “Il cagasotto è Jurisk, formalmente.”

Jurisk: “BASTA!”

Sambril: “Continuo a pensare che non finirete mai di raccontare questa storia…”

Jurisk: “Vai avanti tu, se sei così brava.”

Sambril: “Ok. Siamo arrivati in locanda e ci abbiamo trovato Jenkin, che era l’oste. Al bancone c’era un vecchio col suo cane intento a mangiare uno stinco, mentre nel resto del locale c’erano solo altre sei persone, divise in due tavoli. Al primo erano seduti Klade e Krig, due mercanti di aringhe rosse. All’altro i quattro sgherri di Hagar a cui abbiamo rotto il culo: Braglo, Etuc, Pibloj e Skop. Tra quando siamo arrivati e quando li abbiamo menati sono successe delle cose che, sinceramente, non so spiegare ne riassumere, ma che di certo non sono importanti. Fine della storia. Possiamo andare?”

Gli altri: “NO.”

Jurisk: “Hai rovinato tutta la suspance rivelando il finale, nana, ma la storia è ancora interessante…”

Arlo: “Digli della birra magica!”

Jurisk: “Non siamo sicuri fosse magica.”

Arlo: “Dai, digli della birra magica!”

Jurisk: “Ma non è quello il punto della storia…”

Arlo (armeggiando con l’ascia di famiglia): “Fatti dire ancora una volta che devi parlare della birra magica. Dai. Fammelo ripetere ancora.”

Jurisk: “In locanda servivano una birra magica. Era rossa quando veniva spillata per gli altri avventori, ma bianca quando la spillavano a noi.”

Arlo: “Ah Ah la birra magica…”

Thrur: “Faceva schifo.”

Sambril: “Vogliamo dirlo che per questa cosa della birra di diversi colori Arlo ha quasi ucciso l’oste?”

Arlo: “Quasi, però.”

Thrur: “Beh, non ci sei andato tanto lontano. L’oste è stato solo molto fortunato.”

Arlo: “Si ma gli ho chiesto scusa poi, quando era a terra e non si muoveva più. E poi Jurisk ha ucciso il cane del vecchio e nessuno gli ha detto niente.”

Jurisk: “Ho dovuto. Solo così abbiamo recuperato lo stinco magico che ci ha permesso di liberarci del mastino immondo che era di guardia all’ingresso del labirinto.”

Sambril: “Dubito che chi ci ascolta stia riuscendo a seguire il filo…”

Jurisk: “Mh. Ok. Quando siamo entrati in locanda l’oste ci ha chiusi dentro perché dall’Unicorno Nero si esce solo tramite il labirinto che ha sul retro. È una sorta di regola o tradizione. La cosa non sarebbe stata un problema, non fosse che c’era appunto un mastino immondo a fare da guardia all’ingresso dei cunicoli. Anche questo però sarebbe stato poco più che un fastidio, se Arlo non si fosse innervosito e non avesse attaccato briga con quelli da cui avremmo dovuto ottenere informazioni…”

Arlo: “Non si chiudono le porte. Ad Arlo piace quando le porte sono aperte.”

Thrur: “Lo sappiamo. Non fai che dirlo.”

Sambril: “Lascialo stare papà!”

Thrur: “Smettila di prendere le sue parti…”

Sambril: “NO! IO LO AMO!”

Thrur: “TU COSA?? MA IO TI DISEREDO! FILA IN CAMERA TUA! SEI IN PUNIZIONE!”

Sambril (piangendo e correndo su per le scale che portano alla sua camerata): “Ti odio papà…”

Arlo: “Mi sa che la nana non sta tanto bene. Jurisk gli ha attaccato il mal di pancia credo.”

Jurisk: “Oh insomma, finiamola qui. La conclusione è stata che non siamo riusciti ad ottenere mezza informazione dagli sgherri di Hagar perché si sono rivelati subito ostili e Arlo li ha conciati per le feste. Dal labirinto siamo riusciti ad uscire solo grazie alla mia abilità. Guardate, ho anche disegnato una mappa…”

Jurisk mostra la sua opera:

Mappa del Labirinto sotto l’Unicorno Nero

 

Thrur: “In sostanza quindi Pence ci ha ingaggiati per raccogliere informazioni utili a chissà quale suo scopo e noi ci siamo infilati in una mezza imboscata da cui siamo potuti uscire solo dopo aver ucciso i nostri aggressori…”

Jurisk: “A pensarci bene, ci sono anche almeno tre testimoni della nostra condotta e uno di questi potrebbe covare un certo risentimento per via dell’uccisione del suo cane. Senza contare l’oste, che se si è ripreso sarà piuttosto contrariato anche lui…”

Arlo: “Scusate. Colpa mia.”

I personaggi non giocanti:

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