Rientrati alla villa dopo il colloquio con Padre Elegul abbiamo deciso fosse necessario informare Lord Burdeth di quanto scoperto riguardo il Capitano Kherr e le sue losche frequentazioni. Se davvero questo pirata ha contatti con il Ladri dell’Ombra è bene che il nostro lord sia informato poiché le nostre indagini potrebbero mettere a rischio l’intera casata e non unicamente le nostre vite. All’ingresso della tenuta abbiamo incontrato quattro uomini in armatura con delle peculiari vesti bianche. Guerrieri, stando alle apparenze, che con tutta probabilità avevano appena concluso un incontro con Lord Geldor. Se l’intuito non mi inganna, si tratta di altri quattro mercenari ingaggiati per quell’opera di pulizia alle Colline dei Ratti cui presto o tardi anche noi dovremo prendere parte, tuttavia non ho saputo riconoscere le loro tuniche così peculiari. Che siano parte di un esercito o di una milizia particolare? Ho troppe cose per la testa in questi giorni, ma meglio annotarsi di fare una ricerca in merito. E’ sempre meglio sapere con chi si ha a che fare.
Lord Burdeth oggi pomeriggio, come spesso accade, era impegnato nello studio, così mi sono offerto di aspettare che si liberasse per poterlo informare. Ho approfittato dell’attesa per leggere il tomo riguardante il Chult che avevamo recuperato a casa di Lettore Lucius. Non ci ho trovato nulla che potesse essere ricondotto agli avvenimenti su cui stiamo indagando, giusto qualche nota storica e culturale sul luogo. A quanto pare in un passato lontano quelle terre furono abitate da un misterioso popolo, chiamato Razza Progenitrice, che non solo risulta scomparso, ma che apparentemente non presenta alcun legame culturale con le popolazioni che oggi vivono in quei luoghi. Diversa scrittura, diverso linguaggio, diverse tradizioni. Stando a quanto scritto nel tomo in mio possesso, le tavolette di bronzo che tanto ossessionavano Lettore Lucius potrebbero essere un artefatto lasciato da questa popolazione antica e misteriosa. Tutto questo può certamente essere interessante, ma ai fini dell’indagine che stiamo portando avanti non si è rivelato molto utile. Mi è rimasto solo il dubbio che questo volume possa, tra le righe, celare qualche messaggio nascosto quindi ci spenderò ancora qualche minuto sopra anche nei giorni a venire. Non credo di arrivare a chissà quali rivelazioni, ma meglio non abbandonare nessuna pista.
Dopo circa quattro ore di attesa, Lord Burdeth è riuscito a dedicarmi finalmente qualche minuto del suo tempo. Nonostante quanto rivelatogli riguardo Kherr, la Vipera Nera, Marune e via dicendo, il nostro lord non è parso più di tanto impensierito per la sicurezza della casata. Mi ha solo chiesto di non arrischiarci troppo nelle indagini, ma senza particolare apprensione. Ogni volta che ci parlo, ho sempre l’impressione che Lord Burdeth la sappia ben più lunga di quanto voglia farci credere.
Mentre Malcer aspettava Lord Burdeth, io e Aethimir siamo andati dai nani del pozzo. Mi sa che stanno finendo i lavori, perché non ci sono più i detriti. Abbiamo provato ad entrare nel capanno come la volta scorsa, portando della birra. Oggi però abbiamo trovato un nano più antipatico e non ci ha fatto entrare. Noi la birra a quel punto non gliel’abbiamo più data. Non potendo parlare con i nani, siamo andati a parlare con Crood che lavora alle stalle proprio davanti al loro capanno. Magari ha visto qualcosa e avrebbe potuto dirci cosa stavano facendo i nani. Invece no, perché è un po’ scemo e non si è mai accorto di niente. Io e Aethimir a quel punto l’abbiamo preso in giro un po’ raccontandogli storie assurde di elfi e cavalli che stanno sul soffitto. Ci ha creduto. E’ un po’ scemo.
Quando Malcer è tornato da noi per dirci che aveva informato Lord Burdeth, abbiamo deciso di fare una visita al tempio di Oghma. Che poi si chiama Fonte della Conoscenza. Alla fine, quello scomparso è un chierico di quel culto quindi è giusto indagare anche lì. Malcer ci ha camuffati e ci siamo presentati con dei nomi falsi. Io sarei stato ancora Ruggero e avrei fatto la parte del figlio di Malcer, che però si sarebbe chiamato Salvatore. L’idea era fare finta che mio padre mi avesse portato al tempio per darmi un’istruzione. In tutto questo Aethimir sarebbe stato Elia, un amico del papà il cui ruolo non mi era ben chiaro. Per fortuna, al tempio nessuno ci ha chiesto niente. Mentre io facevo finta di voler imparare, Malcer (Salvatore) è riuscito ad incontrare Lettore Egil spiegandogli che eravamo lì sotto mentite spoglie. Non so bene perché, ma Malcer (Salvatore) ha dei sospetti che lettore Lucius possa essere prigioniero proprio nel tempio. Per questo ci siamo accordati con Egil perché questa notte, allo scoccare della dodicesima ora, ci apra la finestra della sua cella, così che si possa entrare e fare delle ricerche mentre i chierici dormono. Mentre il mio finto padre organizzava questa cosa, a me è toccato stare a discutere con Norton, un novizio che non sapeva parlare bene e pretendeva di insegnarmi a leggere. Gente strana, gli Oghmiti. La nostra copertura però ha retto bene e potremmo anche riutilizzarla nei prossimi giorni. Se servisse.
Usciti dal tempio che ormai era ora di cena, siamo tornati alla villa per mangiare qualcosa. Finalmente. Poi, per ingannare l’attesa fino alla dodicesima ora della notte, siamo andati alla Casa dei Buoni Spiriti a bere un po’, portandoci anche mio fratello Dalabrac che per una sera ha accettato di uscire. E pagare. Non è uno molto di compagnia, mio fratello, però la serata è stata piacevole lo stesso. Tra l’altro Malcer mi ha raccontato una cosa abbastanza brutta sugli elfi. Io non lo sapevo, ma gli elfi sono obbligati per legge a fare dei figli, due mi sembra, perchè se no loro non li farebbero. Malcer dice che a loro non piace fare figli, ma che invece gli piace andare uomini con uomini e donne con donne. In gergo, Malcer dice che “gli elfi se lo buttano”. Ogni tanto però c’è qualche elfo che non è come gli altri e gli piace andare con le donne (o anche qualche elfa che invece va volentieri con gli uomini) e così nascono i mezz’elfi. A me essere elfo non piacerebbe per niente. Aethimir dice che questa cosa non è vera, ma secondo me suo padre era uno di quelli anomali. E lui ha preso certamente dal papà.
Non so quanto avrei sopportato ancora tutte quelle maldicenze che Malcer e Pence hanno blaterato riguardo alla razza di mio padre, fortuna quindi che ben presto è giunto il tempo di passare all’azione. Allo scoccare della dodicesima ora eravamo infatti sotto le mura del maestoso tempio di Oghma, ma lettore Egil è venuto meno ai suoi patti e non ci ha aperto la finestra, probabilmente per codardia. Essendo un buono però, ha comunque deciso di palesarsi per convincerci a desistere e tornare alla nostra dimora. Nel farlo, ha aperto la finestra della sua cella ed è statò lì che Malcer, con una certa prontezza di riflessi, è riuscito a lanciare un sortilegio e assoggettare il chierico alla propria volontà. Così, non senza qualche inconveniente legato alle ronde notturne, siamo riusciti a fare irruzione nel tempio di Oghma.
Approfittando della condizione di charme cui Egil era sottoposto, abbiamo pensato di fargli ulteriori domande in merito alla vicenda del suo amico Lucius, nel tentativo di capire se ci avesse, per caso, celato qualcosa. Non è così, a quanto pare, e se quindi davvero il culto ha qualcosa a che fare con la sparizione del suo adepto come sospetta Malcer, certamente Egil non ne è a conoscenza. Se vogliamo dunque andare più a fondo su quanto accaduto, credo non ci resti altro che parlare con Erudito Sandrew il Saggio, che qui è la massima autorità, o alla peggio con il suo vice lettore Milos. Come fare, però, senza destare sospetti e senza far sapere al culto che si sta indagando sulla scomparsa del loro accolito? Questione certamente spinosa. Forse l’unica possibilità è che sia Egil stesso a fare qualche domanda e poi riferirci quanto appreso, ma dubito che possa vincere la sua codardia e spingersi a farci questo servizio. Non senza ulteriori pressioni di natura arcana.
In ogni caso prima di lasciare il tempio sono riuscito ad addentrarmici da solo fino alle cantine, ispezionando ogni singola stanza potesse essere riconducibile a quella vista e descrittaci da Lord Burdeth mediante la sua divinazione. Non ho trovato niente. Personalmente dubito che il culto abbia un ruolo nel sequestro di Lucius. Certo, una parte nella vicenda l’avranno anche, ma non sono loro a segregare il chierico in una cella. Perlomeno non qui. Finita la mia perlustrazione siamo infine rientrati alla villa per dormire almeno qualche ora. Un altro giorno è passato e non sono molte le novità di cui siamo venuti in possesso.