XII ORA
Il pedinamento di Nathan Dublend continua e ci conduce al Plinto, il tempio dedicato a tutte le divinità che in Waterdeep non hanno un loro proprio luogo di culto. Sopra l’edificio volano due grifoni privi di cavaliere, che a quanto pare sono soliti usare il tetto dell’alta torre come luogo di approdo durante il tempo in cui non sono in servizio per la guardia della città. Decido di entrare solo dopo aver rimosso il mio travestimento, un’ora prima in taverna sono stato a stretto contatto con il vecchio e non vorrei che si ricordasse di avermi già visto e realizzasse di essere seguito.
All’interno, il Plinto è pieno di quelli che a tutti gli effetti sembrano vagabondi, mendicanti e senza tetto. Tra loro si aggira anche Mulgor, l’esattore di Waterdeep, che si ferma a parlare più o meno con tutte le persone presenti. Aethimir, che è entrato al Plinto dopo di me, mi ha raccontato di averci parlato e di essere rimasto davvero sorpreso: il chierico di Tyr conosceva la storia del mio amico nei minimi dettagli. Che davvero conosca tutto di tutti i cittadini di Waterdeep? Mah, sembra impossibile. Ad ogni modo Dublend non è qui per vedere Mulgor, ma si aggira per il tempio alla ricerca di qualcuno che però non sembra esserci. Il Plinto si costituisce di sei piani, io li salgo tutti cercando di non farmi notare, ma al contempo cercando di verificare se oltre a credenti e mendicanti ci fosse qualche personalità interessante che potesse essere l’oggetto della ricerca di Dublend. Onestamente non ho visto nessuno di rilevante. Conoscevo giusto Messer Arren, che avevo già incontrato all’asta presso la Casa delle Meraviglie e che era impegnato al quarto piano a suonare uno strumento musicale alquanto fastidioso. Durante la perlustrazione mi alterno con Aethimir. Dall’atteggiamento di Dublend e dai tempi di permanenza presso ciascun piano del tempio, possiamo concludere che il vecchio non abbia trovato colui che stava cercando. O, se l’ha trovato, non ci abbia parlato.
XIII ORA
Usciti dal tempio, era il mio turno di seguire il nostro sorvegliato speciale, mentre Malcer provvedeva a cambiare il suo travestimento per l’ennesima volta. Non sapendo muoversi in incognito come faccio io, per lui quella dei costumi è una necessità.
Dublend è ritornato sui suoi passi fino al quartiere del porto. Io l’ho seguito di nascosto, stando ad una distanza non troppo ampia e lasciando i segni per i miei compagni come stabilito. Una volta al porto, il vecchio si è aggirato per alcuni vicoli, fino ad arrivare in un piccolo slargo, dove alcuni marinai giocavano al gioco delle tre carte. Una volta sul posto, Dublend si è messo a parlare con uno dei loschi figuri presenti. Il quartiere del porto non è l’ideale per il lavoro che stiamo cercando di portare a termine, sui tetti era pieno di uomini nascosti, pronti ad osservare tutti i movimenti di chi si aggira per quelle strade e, con ogni probabilità, trarne profitto in maniera più o meno legale. E’ stata quindi questione di poco prima che qualcuno degli uomini mi notasse, nonostante la mia suprema abilità nel nascondermi, ed iniziasse a darmi la caccia. Sono dovuto scappare molto velocemente, sfruttando tutte le mie abilità, per evitare che quei poco di buono mi prendessero e mandassero a monte la nostra missione. Oltre, probabilmente, a farmi qualcosa di poco piacevole, cosa che in tutta onestà costituisce il principale motivo per cui me la sono data a gambe. E’ così, tuttavia, che ho perso le tracce del nostro uomo.
XIV ORA
Una volta fuori dal Plinto mi sono preso il tempo necessario a travestirmi di nuovo. Volendo cambiare radicalmente aspetto, ho scelto di darmi le sembianze di un nobile. Avessi saputo che il nostro amico avrebbe fatto ritorno al porto, avrei probabilmente scelto una copertura diversa, ma la fortuna evidentemente guardava altrove oggi. I segni lasciati da Aethimir lungo la strada mi riportano al quartiere più malfamato della città, ma si interrompono bruscamente ad un certo punto. In zona c’è solo un tizio, muto, impegnato a fare il gioco delle tre carte. Cerco di mantenere la mia copertura, ma allo stesso tempo di non far nascere sospetti su cosa possa volere un nobile al porto, così cerco di apparire come un nobile che prova a camuffare il suo essere tale. L’arte del doppio travestimento pare aver funzionato. Butto via un paio di monete di rame nel tentativo di capire cosa possa essere andato storto e perchè i segni si interrompessero lì. Per prima cosa cerco di capire se è successo qualcosa di spiacevole a Aethimir, ma pare sia stato solo messo in fuga.
Decido così di seguire uno degli uomini della cricca che si raduna intorno a quel giocatore di carte e torchiarlo un pochino con l’aiuto della magia. E’ un rischio grosso, lo so, ma penso di poterla gestire. Questo tale si chiama Tim e grazie all’incantesimo mi racconta che Dublend si è recato da loro per parlare con il muto, che altri non è che il vice del contrabbandiere Ulfast, vero obbiettivo del nostro uomo. A quanto pare l’incontro tra i due non c’è stato, così Dublend dovrà fare ritorno qui al porto domani. Informazione importante, avendo noi perso le sue tracce. Il problema ora era far sparire dalla testa di Tim il ricordo del colloquio che abbiamo avuto e della magia che lo ha indirizzato. Cosa non facile, così ho chiesto l’aiuto di Rungar e dei suoi fratelli prima che l’incantesimo svanisse. La loro proposta, per la modica cifra di 75 monete d’oro, è stata far sparire direttamente Tim e così si è fatto. E’ una cosa con cui dovrò venire a patti, quel che ho fatto non mi fa stare affatto bene, ma purtroppo è l’unica soluzione a cui sono riuscito a pensare.
XV e XVI ORA
Primo turno. Lo fanno gli altri due e, ovviamente, fanno un casino. Aethimir s’è perso il vecchio, ma soprattutto quasi lo prendono e se lo farciscono come una tacchinella. Malcer arriva al porto e per cavare un’informazione fa ammazzare uno degli uomini del muto. Io il muto non lo conosco, ma mi sa che è uno che per queste cose se la prende. Fortuna che inizia il mio turno e posso cercare di risolvere questi casini. Aethimir fa rapporto a lord Bly per le prime sei ore. Malcer aspetta in taverna e controlla le stanze. Io vado al porto a parlare col muto. che, come previsto, è incazzato. Mi dice che è sparito uno dei suoi, tale Tim, e che secondo lui c’è dietro un nobile che è passato dal porto poco prima. Oppure un mezz’elfo che hanno beccato sui tetti a origliare. Io gli dico che il mezz’elfo lo cerco pure io, che è mio amico e che è sparito. Del nobile gli dico che non so niente. In tutto questo, di quel Dublend non si sa più un cazzo di niente.
Tornato in taverna, Aethimir mi dice che ha controllato e:
1) il carretto del vecchio è ancora dove era prima
2) i cavalli pure
3) dalla stanza che pensavamo essere di Dublend e da cui non è uscito nè entrato nessuno a parte un cameriere arrivano suoni di uomini che dormono.
Di uomini, con Dublend, non ce n’erano. La cosa puzza. Questo qui, come dicono dalle mie parti, ci sta coglionando.