IX Ora
Qui la situazione butta male. Stiamo mangiando pochissimo e sempre di corsa. Con sta storia dei turni, dico. Non mi siedo a tavola da almeno un giorno. Sempre in giro. Mai un pasto come si deve. E’ uno schifo. Tra l’altro ormai in tasca mi è rimasto poco e avanti così potrei trovarmi in un momento chiave della missione senza niente nello stomaco. La situazione deve cambiare. Intanto ancora dove sia questo Dublend non lo sappiamo. O meglio, secondo noi è in camera sua da ieri. Ci sono degli indizi che lo lasciano intuire. Però non lo sappiamo con certezza e questo, ovviamente, farà incazzare Lord Bly. Proprio in questo momento Aethimir sta andando a fare rapporto, vediamo cosa ci dice. Secondo me se non gli diamo delle certezze la missione salta. Che figura di merda.
Per evitare tutto questo, io e Malcer ci occupiamo del turno e decidiamo che il vecchio va ritrovato prima possibile. L’unico indizio che abbiamo è che deve incontrarsi al porto con un certo Ulfast. Oggi. A fare da tramite per Ulfast è il muto. Il piano quindi è questo: io tengo d’occhio il muto e Malcer tiene d’occhio la taverna. Se davvero Dublend è stato in stanza tutta la notte come pensiamo (speriamo) lo becchiamo PER FORZA.
Quando arrivo a Via del Pontile il muto ancora non c’è. Poi però esce e monta il suo solito banchetto per il gioco delle tre carte. Io, per tenerlo d’occhio, salgo su un tetto. Dopo un po’ però arrivano gli scagnozzi del muto e si mettono a fare perlustrazione in giro. Anche sui tetti. Su quello dove sto io prova a salire un halfling. Nel dubbio, lo lamo. Si stava arrampicando, quindi ha perso la presa ed è finito di sotto. Non è morto, ma si è fatto male. Non mi ha nemmeno visto, però ha detto che qualcuno l’ha lamato e quindi ho dovuto andarmene. Altri sgherri si mettono a cercarmi. Io continuo a girare per il quartiere senza farmi notare e tenendo d’occhio il muto. A pensarci adesso, l’halfling lo dovevo lamare meglio. Tipo che lo facevo salire sul tetto, lo menavo, e prendevo il suo posto. Tanto da lontano funzionava. Va beh. Verso la decima ora, decido di mandare a Malcer un messaggio usando il trucchetto dei dieci bigliettini. Gli dico che il muto è al suo posto, ma che con lui non c’è nessuno. Uso un linguaggio in codice. Malcer lo capirà senza dubbio. Anzi, la prossima volta è meglio se uso un codice più difficile.
Come da copione, mi sono recato alla tenuta per riportare a Lord Bly le informazioni che abbiamo in nostro possesso. Ho raccontato della nottata, della perquisizione al carretto e dell’incantamento con cui la signora Dublend ha ammaliato le guardie. Questo particolare ha suscitato molto interesse nel nostro signore, anche se non c’è modo con cui possiamo provare quello che abbiamo visto. Degna di nota, per il nostro signore, anche la presenza della guardia nascosta sul carro. Nonostante le molte informazioni però, Lord Bly non ha nascosto il disappunto provato alla notizia che non avessimo certezze sulla corrente localizzazione del vecchio. Per questo, ha fissato con noi il prossimo incontro per la tredicesima ora, invece che per la quindicesima come programmato. Se per allora non avremo notizie certe, la missione potrà considerarsi conclusa.
X Ora
Rientrato in locanda, è finalmente il mio turno per riposare e vista l’acqua presa questa notte, non vedo l’ora.
Dopo due ore passate a sorvegliare la locanda e tutte le sue possibili uscite, non nego di aver iniziato a perdere le speranze di recuperare il vecchio e portare a termine la missione. Oltretutto, Pence mi ha fatto recapitare un messaggio cifrato a tratti incomprensibile, da cui ho inteso che il muto è al molo come suo solito, ma che di Dublend non c’è traccia.
XI Ora
Proprio mentre le speranze stavano venendo meno, ecco che gli Dei ci hanno dato l’aiuto che meritavamo. La finestra della stanza dei Dublend affaccia su un vicolo sul retro della locanda, vicolo che fino a questa mattina non avevamo pensato di sorvegliare. Oggi, invece, l’ho tenuto sotto controllo e così, allo scoccare dell’undicesima ora, ho beccato Dublend calarsi di sotto e sgattaiolare nei vicoli in direzione del porto. Come ovvio, ho subito iniziato ad inseguirlo, lasciando i consueti segni sui muri per i miei compagni. Ho anche inviato una bambina a chiamare Aethimir, che sapevo si sarebbe dovuto trovare nella nostra stanza a riposare. Mi è spiaciuto doverlo svegliare dopo la nottata di azione che ha avuto, soprattutto a causa delle mie idee, ma in questo momento è cruciale non perdere Dublend una seconda volta.
Quanto è successo al porto l’ho ricostruito parlandone coi miei compagni una volta rientrati in taverna e adesso lo riporto aiutandomi con una cartina che ho disegnato:
Io e Aethimir siamo arrivati a destinazione a breve distanza di tempo. Io ho visto chiaramente entrare Dublend in Via del Pontile, recandosi dove solitamente si trova il banchetto del muto. Purtroppo, ad ogni ingresso della strada, il muto ha appostato alcuni dei suoi con lo scopo di bloccare l’accesso a visitatori non graditi. Pence, che era sul posto già da ore, ha dovuto lasciare la via, ma prima di farlo ha potuto assistere all’arrivo di quello che abbiamo scoperto essere Ulfast. I due si sarebbero quindi incontrati, ma noi non avremmo potuto assistere. Inoltre, ci sarebbe stato il forte rischio di perdere il nostro uomo una seconda volta. Così, abbiamo deciso di arrischiarci sui tetti, nel tentativo di restare in contatto visivo con il bersaglio. La cosa, però, non è stata certo semplice perché anche sui tetti, c’erano diversi scagnozzi del muto, armati e intenzionati a tutelare in ogni modo la riservatezza dell’incontro. Con un po’ di fortuna e contravvenendo ad alcune delle limitazioni imposteci in sede di missione, io sono riuscito a mettere fuori combattimento uno degli scagnozzi con un incantesimo di sonno. Così l’ho immobilizzato e ho guadagnato una posizione di vedetta interessante sul tetto di un edificio proprio di fronte al luogo dell’incontro. Non potevo sentire quanto si stavano dicendo i due, ma ero sicuro di non perderli di vista. Inoltre, la guardia che ho steso aveva con se un equipaggiamento di tutto rispetto, che non è certo solito trovare addosso a scagnozzi qualunque in un quartiere così. Lo so perché, già che c’ero, ho pensato di alleggerirlo.
Mentre io facevo tutto questo, Pence e Aethimir avevano a che fare con lo stesso problema. L’halfling però è riuscito a distrarre uno degli scagnozzi a sufficienza perché Aethimir potesse nascondersi in una posizione privilegiata, potendo quindi non solo vedere i due uomini, ma anche udire le loro parole. Purtroppo, l’azione di Pence ha gettato comunque gli scagnozzi in allarme e questo ha portato ad una prematura conclusione dell’incontro. Non ci hanno scoperti e siamo scappati tutti senza problemi, ma forse abbiamo ancora una volta preso dei rischi eccessivi. Il dialogo che Aethimir ha carpito è il seguente:
Ulfast – …alla seconda ora va bene.
Dublend – Bene, ma mi raccomando… sul retro!
Secondo noi, l’appuntamento è per la seconda ora sul retro della Casa dei Buoni Spiriti.
XII Ora
Abbiamo seguito Dublend dal porto fino al suo ritorno in taverna. Anche per rientrare il vecchio ha usato la finestra, ma non si è arrampicato. Un incantesimo gli permette di levitare fino all’altezza desiderata, ma per lanciarlo non ha dovuto né recitare una formula, né muovere le mani. E’ possibile sia l’effetto di un qualche oggetto magico. Ora che sappiamo come esce dalla taverna, comunque, controllarlo dovrebbe essere più semplice.