Tornare alle vecchie mansioni di garzone non è poi così male, tutto sommato. Andare al mercato mi da tempo per svolgere qualche affaruccio personale senza dover dare spiegazioni e questo, per uno come me, è davvero un lusso. Così, questa mattina, con la scusa di andare a reperire le solite cibarie assurde che servono a Dalabrac per sfamare noi e i Lord, sono riuscito a passare di nuovo al tempio di Loviatar per parlare con mio fratello Judath. Ho pensato che per contattare Ruf l’incantesimo di un chierico funzionasse molto meglio dei corrispettivi arcani. Soprattutto, se il chierico è di famiglia, che potesse essere molto più economico. Judath ancora chierico non è (lo diventerà presto a quanto pare, ma non è qualcosa di cui ho tempo di occuparmi ora), tuttavia è ben inserito presso il tempio e ho pensato potesse darmi una mano. L’ha fatto e quindi la mia idea si è rivelata giusta, ma la cosa purtroppo mi costerà parecchio, anche se non in termini di monete. Una delle superiori di Judath, infatti, tale Jolanda, può effettivamente lanciare l’incantesimo che ho richiesto, ma lo farà solo previa mia promessa di farle visita nei giorni seguenti e dedicarle cinque ore del mio tempo per “aprire la mente a Loviatar”. Una seccatura a tutti gli effetti, ma visto il tornaconto ho fatto buon viso a cattivo gioco. Domani mattina quindi dovrò tornare al tempio e potrò finalmente mettermi in contatto con Ruf per capire meglio cosa sia successo.
Mentre facevo ritorno alla villa è capitata una cosa molto strana. Sopra Waterdeep è passato un enorme stormo di aquile giganti la cui vista ha gettato un po’ di scompiglio sui cittadini e messo in allarme i cavalca grifoni. In sincerità, della cosa mi importa davvero poco perchè ho troppe altre faccende per la testa in questi giorni. Dando uno sguardo veloce, mi pare che a cavallo delle aquile ci fossero delle creature in armatura. Dovessi scommettere, direi elfi. Solo loro possono fare simili pagliacciate.
Lucidare l’argenteria è una mansione quasi offensiva per mani dotate e curate come le mie, ma la giustizia non pare essere cosa per questo piano d’esistenza e così eccomi a sprecare il mio talento in un’operazione inutile e priva di senso. Tymora però veglia su di me e così la mattinata non è stata del tutto sprecata. Mentre ero in villa, infatti, ho potuto vedere con i miei occhi Hathilanna girare per i corridoi, conferma immantinente del ritorno di Lady Kara in Waterdeep essendo lei e la sua cameriera personale inseparabili.
Sbrigate le pratiche alla villa, ho avuto anche modo di usare il tempo libero rimastomi per fare visita al porto, dove ho incontrato il mio contatto di poche parole. E’ stata una visita fugace, il muto non aveva informazioni per me. A quanto pare, nulla si è mosso sul fronte del commercio da Maztica.
Sta mattina ho fatto il turno con Jurisk. Due coglioni. Poi io e i miei amici siamo stati chiamati da Ahmal. Sta notte si va dai tritoni. Si passa dalle fogne. Così, per non farsi mancare niente. Le fogne sono un posto di merda, letteralmente. Puzzano. Per fortuna molto probabilmente verremo assaliti da qualche farabutto o da bestie strane. Almeno ci passa. Questo ad Aethimir non lo dico che poi si prende male. In ogni caso, anche sta notte non si dorme.
Nel pomeriggio io e i miei due compari siamo tornati a trovare il tipo strano. Quello a cui è sparito un amico dal tempio di Oghma. Malcer tra tutte le sue teorie ha deciso che era il caso di riprendere le indagini su quella questione. Io manco mi ricordavo di sto Lucius che era sparito. Per dire. Egil, così si chiama il tipo strano, è davvero un coglione. Più di quanto mi era parso la prima volta. Dopo che gli abbiamo detto che a far sparire il suo amico erano stati i suoi stessi confratelli, che c’era di mezzo quel Milos, lui mica s’è preoccupato di farsi due domande. No. Ne ha parlato con il suo superiore e siccome questo gli ha detto che è tutto a posto lui s’è tranquillizzato. Va che ce n’è di imbecilli al mondo. Siamo stati due ore a cercare di capire come s’era risolta quella faccenda da uno che ha le pigne nel cervello. Quando Malcer si fissa su una roba non c’è modo di smuoverlo. Va beh. Adesso pare che dovremo andare al tempio a parlare col sommo capo pure noi. Sandrew, mi pare si chiami. A che pro, se son davvero tutti collusi, non lo capisco. Ma poi, che ci frega?
Per chiudere in bellezza i miei soci mi hanno costretto a far identificare quella pietra strana con le rune che avevo in tasca e che manco mi ricordo dove ho trovato. Non serve a un cazzo. Cioè, se la picchi in terra fa rumore. Come tutte le pietre. Insomma, proprio una giornata di merda. Almeno ho ritirato il mio berretto di lana su misura. E’ molto bello.