Il giro di Spagna e Portogallo dell’estate 2007, va detto subito, è riuscito solo a metà. Il problema, rispetto ad esempio ad altri viaggi fatti in precedenza, è che per il primo anno il sottoscritto lavorava a tempo pieno e, di conseguenza, 20 giorni di tour continuo senza mai una sosta per riposare e senza nemmeno un giorno di stacco dal lavoro né alla partenza, né al ritorno, hanno tramutato la vacanza in una mazzata terribile. Personalmente mi sento di consigliare il viaggio spezzato in due tronconi: uno per il giro del Portogallo (che consiglio vivamente) ed uno per l’Andalusia (che ho apprezzato sicuramente meno, ma credo soprattutto a causa della stanchezza). Ancora una volta la decisione è stata di non prenotare nessuna sistemazione prima della partenza, trovando via via hotel disposti ad ospitarci. Ad essere onesti però, questa strategia non si è rivelata ottimale poiché la zona è fornita prettamente di hotel e, sebbene prenotarli a ridosso del pernottamento permette di incorrere in vere e proprie occasioni (ho passato notti in alberghi 5 stelle a poco più di 40 euro), spesso si rischia di incorrere in zone “no vacancy” dove trovare da dormire porta non pochi problemi. Fortunatamente non è mai stato necessario dormire in spiaggia, sebbene lo si sia spesso ipotizzato, ma sicuramente sono state buttate un sacco di ore per la ricerca di un tetto.
La strategia scelta per questo tour è stata di volo andata e ritorno su Madrid, facilmente reperibile con diverse compagnie low cost, e noleggio di un minivan (maxifun) per tutti i restanti spostamenti.
Appena atterrati abbiamo ritirato il nostro Scudo e siamo partiti alla volta di Porto. La capitale del portogallo è una città molto strana e, a mio avviso, molto bella. E’ sporca e mal tenuta, ma anche molto viva e suggestiva. I nostri giorni in loco sono trascorsi veloci, incentrati soprattutto sulla degustazione dell’omonima bevanda locale. Consiglio a tal proposito la visita ad una delle tante cantine della città, nonché un bel aperitivo a base di Porto Cruz sulle rive del fiume, magari accompagnato ad un ottimo chorizo. Se si cerca invece una buona taverna dove mangiare a prezzi contenuti in quel di Porto, non posso che suggerire caldamente l’ottimo Romao.
La seconda tappa del viaggio è stata fissata per Coimbra, tuttavia prima di arrivarci, si è optato per una giornata di mare in quel di Figueira da Foz. Ok, lo ammetto, a Figueira ci si è andati soprattutto per il nome che si sperava fosse evocativo della popolazione balneare. Non è così. Però la giornata in spiaggia non è stata malvagia e forse farci una scappata non è stata poi un’idea così cattiva. Coimbra è una bella cittadina, con un bel centro pedonale e dei bei localini dove fare l’aperitivo. Abbiamo anche visitato la famosa e antichissima Università che, tuttavia, a me non è parsa poi sto granchè, forse per via del tanto, troppo, caldo.
Via di nuovo, rotta verso Lisbona, capitale del calcio Portoghese. Visitare tutto quello che c’è da vedere a Lisbona e dintorni è una cosa lunga e laboriosa, almeno stando alle guide turistiche. Personalmente, dopo esserci stato, tutto quello sbattimento me lo risparmierei volentieri. Mi è infatti piaciuta molto la zona di Belém e anche la zona dell’Expo, che però ammetto possa non piacere a tutti e quindi forse già passibile di taglio per i poco dotati in tempo di permanenza. Carino il centro storico, anche se vi circola una quantità di malavita fuori dal comune persino per noi giovani italiani. Spaccio a tutti gli angoli, anche insistente, e diversi personaggi che alla sera, incontrati per strada, mettono quel filo di paura anche ad un gruppo di ragazzi adulti e vaccinati come noi altri. La nota di merito di Lisbona la spendo per il Docks club, localino in zona porto dove siamo andati a ballare l’ultima sera. Pieno di bella gente, musica onesta (danzerecciamente parlando) e simptica usanza di darti due consumazioni omaggio all’ingresso.
Nei pressi di Lisbona poi si trova quella che dovrebbe essere una zona storica interessantissima, nota col nome di Sintra e consigliata da tutte le guide. Io vorrei sapere chi le ha scritte, quelle guide. Si tratta di un complesso arabeggiante con annesso parco, un complesso monastico con annesso parco e un castello con annesso parco. Il complesso arabeggiante sembrava, a tutti gli effetti, una costruzione di Gardaland. Un’accozzaglia colorata di stili architettonici mischiati alla rinfusa. Ora, non per fare il solito italiano, ma chi viene dal Bel Paese non ha certo bisogno di andare a vedere certe “bilottate”, per non parlare dell’annesso parco su cui stendo direttamente un velo pietoso. Nemmeno tempo di fare un aperitivo, che Missa, evidentemente non pago, ha chiesto di vedere il complesso monastico. Ovviamente nessuno ha acconsentito ad accompagnarlo, tranne il sottoscritto che ha aderito più che altro per scappare dall’ambulante col flauto che ammorbava i clienti del bar. Se ho valutato male il complesso arabeggiante, è meglio che non parli di quello monastico e del suo annesso parco. Ovviamente al castello non ci sono andato, preferendo aspettare fuori. La cosa buffa è che tutti questi postacci sono a pagamento e costano pure un bel po’, indi da parte mia sconsiglio veramente a chiunque di metterci piede.
Ripartiti da Lisbona, la meta seguente era l’Algarve, una splendida regione costiera a sud del Portogallo che ha l’unico difetto di essere strapiena di turisti. Questo non da fastidio di per sé, ma implica la totale irreperibilità di posti letto a prezzi modici per chi non ha prenotato a mesi di distanza. Alla fine, dopo aver girato in lungo e in largo, abbiamo reperito un appartamento di 200 m2 (non scherzo) in quel di Albufeira, pagandolo non poco, ma potendo usufruire di un tot di servizi come internet e piscina. Il posto, come detto, è molto bello ed è pieno di vita, anche e soprattutto la sera. Essendo io d’estate un perfetto tamarro, ricordo il concerto in spiaggia di Bob Sinclair come uno dei momenti più divertenti della vacanza.
Dal Portogallo si passa alla Spagna e più precisamente all’Andalusia. Prima tappa del viaggio è Siviglia dove stiamo qualche giorno e dove ci raggiunge il settimo condottiero, ovvero Bazzu. Caratteristica principale di questa regione della penisola Iberica è il caldo torrido, specie in Agosto. Per combatterlo noi abbiamo adottato una strategia fatta di copiose brocche di sangria da accompagnarsi al delizioso jamón ibérico, specialità locale tutto fuorchè economica. Siviglia, a mio avviso, è forse la più bellina delle città andaluse che abbiamo visitato ed il suo centro storico merita certamente una passeggiata. Per nessuna ragione, però, consiglierei a qualcuno di visitare il famoso Real Alcazar. Lo dico chiaro e nell’unico modo possibile: è veramente una merda.
Lasciata la “capitale” della regione, si torna sul mare. La meta è Tarifa, una cittadina nota soprattutto ai patiti di kitesurf, che vi si ritrovano in massa durante tutta l’estate. Chiariamo subito: se l’idea è trascorrere dei giorni di mare facendo vita da spiaggia, Tarifa è una meta che sconsiglio vivamnte. Il motivo per cui è così nota nell’ambiente del surf è che c’è sempre un sacco di vento. Talmente tanto e talmente forte, che spesso stare in spiaggia è impossibile a causa di vere e proprie tempeste di sabbia. Perchè varrebbe la pena di fermarsi in questo posto, allora? Il bello di questa cittadina è che è popolata quasi esclusivamente da giovani. Il centro storico è molto carino e pieno di localini, di conseguenza dopo il tramonto la vita può diventare estremamente piacevole e adatta a chi è in cerca soprattutto di divertimenti. L’ultimo consiglio che do a riguardo è però di prenotare molto prima di arrivare in loco perchè anche in questo caso il rischio è di non trovare un alloggio accettabile. La cittadina è piccola e ci viene veramente un sacco di gente a fare surf, quindi reperire posti letto all’ultimo momento può diventare un’impresa improba. Noi, nella fattispecie, ci siamo ritrovati a dormire alla pensione Facundo, posto che credo di poter definire una delle peggiori sistemazioni in cui mi sia mai capitato di alloggiare. Tarifa è anche un ottimo scalo per visitare Gibilterra. Io ci sono andato, accompagnato da Peich e Odri, e non mi è spiaciuta affatto. Ovviamente l’attrazione principale sono le scimmie e devo dire che non hanno deluso. Siamo anche andati a visitare il famigerato cannone dalle 100 tonnellate, attrazione imperdibile che nemmeno tutti i locali conoscono e che credo nessuno possa rimpiangere di non aver visitato.
E’ la volta di Malaga. Con pessimo tempismo ci siamo arrivati esattamente il giorno dopo la conclusione della famosa Fiera, perdendoci probabilmente l’unica cosa buona del posto. La città, infatti, non è niente di che ed il mare è pure peggio, quindi non credo di doverne parlare ulteriormente.
Il nostro giro a questo punto prevede Cordoba, città situata nell’entroterra iberico e di difficile collocazione all’interno del nostro viaggio poichè, in qualsiasi modo, ci avrebbe portati a dover ritornare sui nostri passi per diversi km. Vedere Cordoba però può valere la pena perchè è veramente graziosa, impregnata com’è di quello stile arabeggiante. Il grosso problema è che per farlo in Agosto, c’è da combattere coi 42° C e la cosa non è affatto facile. A causa del caldo e della probabile scottatura presa con il Real Alcazar, mi sono risparmiato la Mezquita che a detta dei miei compari che l’hanno visitata, vorse sarebbe valsa gli 8 euro dell’ingresso. Io tuttavia non mi pento di averli investiti in birra, visto il clima.
Eccoci in arrivo a Granada,che poi vuol dire Alhambra. Anche in questo caso, da bravi sprovveduti, non abbiamo prenotato per tempo la nostra visita, riuscendo così ad accaparrarci unicamente i biglietti per la visita ai giardini. I giardini non sono certamente il punto forte dell’Alhambra e quindi valutarla col materiale a disposizione sarebbe ingiusto. Posso tuttavia dire che visitare Granada senza visitare l’Alhambra per bene è inutile o poco più.
Di ritorno verso Madrid, l’ultima tappa prevista è Toledo. Toledo è una città bellissima e la zona circostante, la Mancha, piena dei famosissimi mulini a vento, lo è forse ancora di più. Sicuramente la città più bella che ho visto in tutta la vacanza. Certo, la mia passione per i borghi medievali la favorisce, in questo senso, ma credo veramene sia piaciuta moltissimo anche a tutti i miei compagni di viaggio. L’unica indicazione che do in merito, tuttavia, è di lasciare la macchina fuori città, soprattutto se si è al volante di un mezzo grosso come un SUV o un minivan. Le strade sono spesso strette e impervie e credo che nessuno mi crederebbe se facessi vedere la foto di dove abbiamo fatto passare lo Scudo.
Il viaggio come detto si conclude a Madrid e siamo tutti troppo stanchi per poterla visitare come si deve. Facciamo così qualche giro per il centro, che non è male, ma senza troppo impegno e attenzione. L’unica cosa che non potevamo certo farci mancare è la visita al Santiago Bernabeu e al relativo museo, una tappa che per gli appassionati di calcio vale indubbiamente il prezzo del biglietto.
Come detto all’inizio, questa esperienza itinerante non è stata apprezzata appieno dal sottoscritto che avrebbe sicuramente preferito i due tour di Spagna e Portogallo se fossero stati separati. Questo, aggiunto all’assenza di soste o punti in cui tirare il fiato qualche giorno, al caldo torrido e alla non particolare bellezza di alcune delle mete ha reso il viaggio non certo uno dei miei preferiti.
Di contro però, alcune delle tappe valgono sicuramente una visita, soprattutto tra le portoghesi, e il viaggiare in sette su un’unica vettura ha reso l’atmosfera molto divertente e piacevole per l’intera durata della vacanza.
In conclusione quindi, direi che il tour di Portogallo e Spagna vale la sufficienza.
Team: Manq, Peich, Odri, Max, Missa, Simo e Bazzu
Durata: 20 giorni
Km percorsi: 2734 indicativamente, tratta aerea esclusa.
Mezzo di locomozione: Fiat Scudo
Spesa: 1500 euro (A persona, indicativamente)
Sponsor*: Porto Cruz e Cruzcampo
VALUTAZIONE:
*Con Sponsor si intende il o i prodotti che si sono distinti per presenza costante durante il viaggio. Nessuno mi ha mai dato un euro per viaggiare, mai.