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After party

Sono stanco e ho perso la voce, però mi sono divertito.
La festa è riuscita bene e la compagnia è stada decisamente all’altezza.
Grazie a tutti per la bella serata.
Resta solo una cosa da dire: in bocca al lupo Lale!!!
E bella il Theo con la morosa!

Primo concerto dell’anno

Hanno suonato “Hear you me”.
Alla fine, nel bis, appena prima di “Dizzy” e io ho troppo di me legato a quel pezzo per non commuovermi.
Questo tuttavia è l’unico motivo che mi porta a desistere dal dire che mi hanno rubato diciotto euri.
Difficilmente mi spacco le palle durante un concerto. Anche quando ciò cui sto assistendo non mi piace è difficile che arrivi ad annoiarmi.
Sta sera è successo.
La cosa brutta è che non me lo sarei mai aspettato. Come già ho avuto modo di dire reputo l’ultimo lavoro dei Jimmy Eat World il loro miglior disco. Difficilmente mi capita di vedere dal vivo una band durante il tour del disco che preferisco, di solito arrivo in ritardo e mi ritrovo ad andare ai concerti sperando che il gruppo suoni la “roba vecchia”. Oltretutto di solito rimango molto deluso perchè ciò non avviene. Per una volta quindi ero euforico all’idea che gli estratti dall’ultimo lavoro avrebbero dominato all’interno della scaletta, ma neanche a dirlo questa serà ho assistito all’unico live della storia in cui questa consolidata tradizione non viene rispettata.
Quattro pezzi da “Chase this Light”.
Forse cinque, ma non ne sono neppure sicuro.
Decisamente troppo pochi.
A rendere il concerto pessimo però non è certo stata la scaletta.
Sono stati i volumi.
E i suoni.
Potevo parlare con Luca, Uippo, Dario e il BU senza gridare, potevo coprire il gruppo se decidevo di cantare qualche pezzo e riuscivo a sentire chiunque battesse le mani all’interno del locale. Credo di poter affermare di tenere volumi più alti di quelli di sta sera quando ascolto la radio in macchina e non ho nemmeno un impianto particolarmente raffinato. Difficile tirare in mezzo il pubblico suonando in sordina, anche se hai dalla tua una scaletta rimpinzata di ballatone e pezzi simil acustici. Ad un certo punto, se decidi di suonare “Bleed American” o “Big Casino” il volume lo devi tirare fuori, se no fai ridere.
E poi i suoni. Dopo i primi quattro pezzi l’impressione generale era che il batterista non ci fosse (non si vedeva sul palco, incastrato com’era sul fondo) e che l’avessero sostituito con una drum machine. La sezione ritmica, ridicolizzata dagli effetti, pareva quella di una base preregistrata che andava ad unirsi alle già molte basi preregistrate che avrebbero credo dovuto riempire il suono e che invece hanno solo dato l’idea di un maxi playback.
Imbarazzante.
Distorto inesistente, suoni finti, interazione col pubblico vicina allo zero, tenuta del palco modesta.
In sostanza un vero e proprio “fake” live.
Sembrava di assistere ad uno di quei video di MTV in cui si vede la band su un palco con in sottofondo il singolone estratto dal disco.
Al ritorno in macchina il BU, al telefono con la Vero, ha detto: “A me non è spiacuto, il mio socio invece è deluso. Voto medio direi quindi 5,5”.
Io ho risposto: “Cazzo, gli hai dato 8 tu.”
Non ci sono storie, alla fine di gruppi che dal vivo non deludono mai ce ne sono pochi.
Io continuerò ad ascoltare i Jimmy Eat World in macchina e continuerò ad apprezzare le melodie che solo loro sono in grado di tirar fuori, ma per andare ad un concerto sicuro di non restarne deluso ci sarà da aspettare ancora.
Ci sarà da aspettare il 21 Aprile, ad esempio.
In quell’occasione, per quanto il gruppo non produca nulla di decente dal 2002, so che mi divertirò.

Interni ed esterne

Mi sto dando alla sistemazione di casa.
Oggi sono andato ritirare gli ultimi accessori da bagno ancora mancanti: la mensola, i due porta asciugamani ed il porta carta igienica. Non ho ancora ben capito quando, ma vedrò di installarli a breve così da chiudere la questione toilette una volta per tutte.
Fatto questo sono andato a verificare i progressi del mio salotto dal mio mobiliere di fiducia. Il divano dovrebbe essere in arrivo, mentre per quanto riguarda il preventivo della libreria e dell’eventuale mobile TV ancora non ho avuto notizie.
In settimana mi sono reso conto che dovrò assolutamente avere una televisione, e quindi un mobile ove appoggiarla, prima di Giugno.
A Giugno ci sono gli Europei, cosa che ho erroneamente omesso di valutare al momento di attribuire le priorità dell’arredamento.
Occore rimediare alla svelta.
Dulcis in fundo, ho quasi ultimato l’allestimento delle prime due decorazioni da parete che affiggerò in casa. La prima è stata ultimata oggi e prenderà posto all’ingresso, sopra il calorifero.
La seconda è ancora in fase embrionale, anche e soprattutto a causa del fatto che fino a quando non avrò chiaro come sarà allestito il mio salotto non ho idea di dove collocarla.
Il DVD comunque è arrivato ed è pronto ad essere incorniciato.
Sono un po’ cotto.
Ultimamente non sto riposando moltissimo e questo mi priva dell’energia necessaria a vivere, tuttavia grazie ad alcuni colleghi caparbi che mi tengono costantemente sulla corda (Paola huber alles), sto comunque cercando di uscire di casa.
Fare cose e vedere gente.
Soprattutto fare cose.
Sta sera non so cosa mi riserverà il destino, ho appena paccato una serata al Magnolia ed una festa di carnevale nel condominio di Elena.
Va bene uscire, ma proprio non potrei farcela a reggere nessuna delle due situazioni.
Oggi pomeriggio sono stato al funerale del mio proff di italiano del liceo ed è stato strano. Strano rivedere molti miei ex compagni, strano sapere che gran parte dei miei ex professori non se la passa propriamente bene, strano ritrovarsi a pensare se fosse giusto o meno andare al funerale di un docente con cui ho condiviso un rapporto di onesta indifferenza lungo tre anni. Ora come ora tuttavia sono contento di aver scelto di andarci.
Oggi è stato anche il pomeriggio della terza sessione di prove per il matrimonio di Carlo. E’ tornato Orifizio e quindi io sono tornato a non fare supergiù nulla, cosa che alleggerisce un po’ il divertimento di andare in sala. Non troppo però, perchè alla fine si ride sempre un sacco.
Oltretutto oggi ho contattato il primo plausibile offerente di lezioni di batteria.
So di non essere molto credibile, ma penso proprio di iniziare.
E’ ora di mettersi in gioco.

Ha ragione il Silvio

In Italia c’è un problema serio di informazione.
Purtoppo Berlusconi quando parla di questa cosa lo fa in toni ridicoli e adducendo motivazioni risibili, però leggendo i giornali non gli si può certo dare torto.
Notizia di ieri è l’ormai famoso “bambino inglese con tre genitori“.
Con notizie come questa in circolazione ci si può mai stupire del terrore che la ricerca scientifica causa nel 90% della popolazione che non ha mezzi e possibilità di farsi un’idea corretta in merito?
Vediamo di fare un po’ di chiarezza in ambito.
Per la delusione di molti devo subito chiarire che l’embrione in questione ha, come tutti, solo due genitori. Un papà ed una mamma. La sua fecondazione è avvenuta in vitro sì, ma a scopo di impianto e quindi tra una cellula uovo materna ed uno spematozoo paterno. Nulla di più “normale”, nulla di più di quel che si può fare anche in Italia per avere un figlio. Fino a qui spero che nessuno abbia nulla in contrario quindi, visto che pure la medioevale legge 40 lo consente..
La domanda allora è: da dove arriva il terzo genitore?
Semplice, anzi no, abbastanza complicato, ma proviamo a spiegare.
Più o meno tutti sanno che il patrimonio genetico di un individuo sta nei suoi cormosomi e che questi si ereditano dai genitori.
Molti di coloro che sanno tutto questo sanno anche che i cromosomi in questione stanno nel nucleo delle cellule. La cellula embrionale non fa differenza.
Pochi invece sanno che esistono, fuori dal nucleo cellulare, organelli che si chiamano mitocondri. Questi organelli, fondamentali per il patrimonio energetico della cellula, hanno al loro interno del DNA che nulla ha a che fare con i cromosomi e che serve alla produzione di alcune delle proteine che i mitocondri usano per produrre energia. Mutazioni in questo DNA causano importanti patologie ereditarie.
Quel che si è fatto è stato quindi prelevare il nucleo dalla cellula uovo fecondata, e con lui i cromosomi regalati da papà e mamma, e inserirli in una cellula priva di nucleo, ma con mitocondri dal DNA “sano”.
Questo vuol dire essenzialmente che il bambino che si svilupperà dall’embrione in questione avrà subito una sorta di “trapianto di mitocondri”, come fosse stato trapiantato del cuore, e che se tutto andrà bene, sarà sano.
I suoi genitori saranno sempre e solo due e lui somiglierà loro come tutti i bambini.
Questa tecnica, che comporta grossi rischi nel processo di enucleazione e impianto, potrebbe portare all’eliminazione dalla nascita di alcune gravissime malattie genetiche. Ovviamente molto dev’essere ancora fatto, però è una gran bella notizia.
E allora mi chiedo: perchè cazzo sbatterla sui giornali come fosse l’ultimo best seller di Mary Shelly?
Scienziati pazzi e senza scrupoli che giocano a fare Dio, si legge un po’ da tutte le parti.
Ecco quello che penso.
Se Dio ci si fosse sbattuto una minima a fare sto mondo le malattie mitocondriali non esisterebbero e nessuno sentirebbe l’esigenza di cercarne la cura. Purtoppo però il Santissimo ha deciso di far le cose con pressapochismo e questo non tutti siamo disposti ad accettarlo. Troppe cose già vanno male senza che ci si possa fare nulla, quindi lavorare per far si che un bambino nasca con un’aspettativa di vita oltre i tre mesi non la reputo così una malvagia idea.
La scienza purtoppo ha sempre fatto paura e sempre ne farà.
E’ destino.
Tuttavia non capisco perchè si continua a dar credito ad una masnada di ignoranti che, informati in materia come potrei esserlo io di pesca all’aringa norvegese, si permettono di andare in TV o sui giornali a sparar cazzate.
Questa cosa mi ha messo addosso un po’ di nervosismo.
Forse però il mio nervosismo deriva dal fatto che oggi ho preso una decisione importante.

Nota: aggiornata la sezione “musica”

Ho realizzato

Ho realizzato di essere uno stupido.
Un illuso.
Uno che non vuole sentire, capire nè credere a realtà che non gli piacciono.
Ho perso la cosa più bella che mi sia mai capitata.
Forse l’ho buttata via senza accorgermene o forse sono stato io ad essere gettato al vento.
C’è differenza?
Non credo, ma anche qualora ci fosse, io non la vedo.
Non vedo niente.
Sento un gran male però.
Lo sfogo in lacrime che non hanno alcun potere, in imprecazioni vuote e fini a se stesse e in questa patetica pagina on-line.
Conscio dell’inutilità di tutto questo, non ho la forza di oppormi a quanto mi sto facendo.
Rendermi ridicolo agli occhi del prossimo attualmente non è un mio problema.
Il mio problema è che devo smettere di essere innamorato e non ho idea di come si faccia.
C’è chi mi dice di dimenticare.
Io non voglio dimenticare.
Voglio trovare la forza per ricominciare.
Forse dovrei davvero trasformarmi in ciò che non sono mai stato.
Dovrei essere egoista.
Pensare solo a me e a come rialzare la testa.
Autoconvincersi di essere il peggior rimpianto di una persona non aiuta, quando quella persona è il tuo peggior rimpianto.
La porta è stata chiusa, resta da accettare che non si aprirà mai più anche se così non dovesse essere.
E’ finita.
Ora ho realmente realizzato.

Un po’ di musica

Scrivere della mia vita ultimamente non è un’operazione particolarmente esaltante quindi ho deciso di cambiare discorso.
Ho comprato un po’ di CD.
Come spesso capita mi sono rivolto ad Interpunk, sito il cui nome non deve trarre in inganno. O almeno non totalmente. Si tratta infatti di uno store online che vende dischi e merchandise di più o meno tutte le band punk (e fin qui uno se lo aspetta), ma anche di tantissimi gruppi che con il punk c’entano poco o nulla.
Fino ad oggi mi ci sono sempre trovato molto bene, anche perchè io di dischi “punk” ne compro ancora un bel po’.
I miei ultimi acquisti sono stati:

  • Bad Astronaut – Houston, we have a drinking problem

  • Fenix TX – Fenix TX

  • No Use For a Name – Live in a Dive

  • From Autumn to Ashes – The Fiction We Live

  • The Ataris – End Is Forever

  • Propagandhi – How To Clean Everything

  • Biffy Clyro – Puzzle

  • Jimmy Eat World – Chase this Light

Come spesso accade la strategia che utilizzo nell’ordinare i dischi è quella di dare spazio sia a cose che desidero da molto tempo, sia a CD da poco usciti e che tuttavia mi piacciono molto. Cerco anche di variare un po’ con i generi, perchè i neoacquisti vanno a comporre la playlist della mia auto e quando guido non ho sempre le stesse esigenze.
All’interno dell’ultimo ordine credo vada fatta una menzione speciale per Chase This Light dei Jimmy Eat World, già disco del momento su questo sito dalla messa on-line della nuova versione. Il perchè è semplice: credo sia un disco della madonna e, attirandomi critiche da tutte le parti, credo sia una spanna sopra anche a Bleed American, disco considerato più o meno universalmente il capolavoro del quartetto dell’Arizona.
Dizzy è un pezzo della madonna.
Always Be è un pezzo della madonna.
Big Casino è un pezzo della madonna.
Firefight è un pezzo della madonna.
Le restanti tracce invece sono solo bellissime.
Per quanto riguarda gli altri dischi che ho preso, ci si trova un po’ di tutto. C’è il mio best album del 2007 (Puzzle, che ha vinto facile anche perchè nel 2007 ancora non avevo mai sentito il nuovo dei Jimmy), c’è il primo CD metalcore che io abbia mai sentito (The Fiction We Live, che poi metalcore non è), c’è il miglior live album mai prodotto (NUFAN Live in a Dive), c’è uno dei migliori dischi pop-punk di sempre (Fenix TX) e c’è la quinta essenza di quello che dovrebbe essere un CD politicamente impegnato (Propagandhi).
Ah, poi c’è End is Forever.
Ma gli Ataris, quando sto un po’ così, saltano sempre fuori.

Google Hit List [Gennaio 2008]

Non scriverò molto, anche se difficilmente mi capiterà di poter commentare una classifica di google più “divertente” della seguente. Al momento del cambio di blog pensavo che, dovendo abbandonare Shinystat, avrei perso la possibilità di redarre la mia abituale lista di chiavi di ricerca.
Poi ho scoperto Google Analytics e le mie paure sono state scacciate per sempre.
La presente lista infatti è frutto di una selezione operata tra le oltre cento segnalazioni che il counter ha registrato dal 21 Gennaio ad oggi. Direi che non c’è male, per essere un esordio.
Leggendo la vincitrice, ammetto di aver riso.
Oggi giornata strana, prima bene, poi male.
Se riesco a finire di cucinare per tempo, mi sa che esco.

1 – la mia nuova vita da single
2 – tristezza insoddisfazione delusione
3 – macchine per saldare summer
4 – video in cui si dissezione un alieno
5 – gioco obbligo o verità
6 – borse pranzo ufficio londra
7 – come curare la paranoia
8 – cose da fare prima dei 20
9 – “osteria del cavolo”
10 – uomo radioattivo

Diversivi

In queste ore, in questi giorni, la mia vita è fatta prettamente di diversivi.
Caramelle che tengano lontana la lingua dal dente dolente.
Dopo sole due righe posso già dire che scrivere qui sopra non rientra in questa categoria di cose. Immaginavo sarebbe stato così, ma mi illudevo che aprire una pagina e scrivere di tutto ciò con cui mi sto tenendo occupato sarebbe stata un’altra abile mossa Kansas City.
Purtroppo per me scrivere significa pensare e pensare significa sputare la caramella e riconcentrarsi sul dente ammalato.
Con sadismo, per altro.
Perchè meditandoci ti accorgi che ancora, di quello che è successo, non hai capito un cazzo e, soprattutto, hai effettivamente realizzato ancora meno.
Questo vuol essenzialmente dire che, come già pronosticato, le cose peggioreranno.
E spero peggiorino in fretta, perchè quanto percepisco intorno a me, purtoppo, non è reale.
A quel punto il compito dei diversivi sarà decisamente più arduo.
Intanto sono prigioniero di una razionalità in tilt, che soffoca l’emotività, ma non fornisce nulla se non confuse indicazioni contraddittorie.
Vorrei uscirne, ma non ci riesco.
Purtoppo e per fortuna la mia natura razionale è troppo arcigna per essere soverchiata dall’oggi al domani.
La speranza è che questo blog sappia aiutarmi come ha già fatto in passato.
Per questo e solo per questo, continuo a scrivere.

L’importante è crederci

Una volta suonavo in un gruppo.
Anzi, una volta cantavo in un gruppo, perchè non sono mai stato capace di suonare niente.
Erano i tempi del liceo ed eravamo quattro pirla a cui serviva una scusa (in più) per bere birra e fare casino.
Oltre a me, la band comprendeva Orifizio alla batteria, Peich al basso e Bazzu alla chitarra. A parte quest’ultimo (e non è che sto dicendo Jimmy Hendrix), gli altri due musicanti non avevano mai suonato prima della nostra prima sessione in sala prove.
Era il 1997.
Ricordo che il nostro primo pezzo fu composto nella mia cameretta, con Orifizio che per tenere il tempo si batteva sulle cosce la custodia di un CD.
L’avventura musicale degli H’S’P finì quando si iniziava a suonare in maniera accettabile, dopo aver dovuto ristampare le nostre magliette causa esaurimento copie e aver suonato solo ben due volte dal vivo.
A distanza circa dieci anni però, Uazza ha deciso di sposarsi e di invitarci a suonare al suo matrimonio.
Abbiamo accettato.
Ieri siamo tornati in sala prove (ed è bello ricordare che l’ultima volta ci ero andato in bicicletta, non avendo la patente), ci siamo fatti dare la saletta più piccola e brutta ebbiamo rimesso mano ad un po’ di materiale.
Più che altro, ci siamo divertiti un sacco.
Purtroppo non c’era Orifizio, così ho dovuto cimentarmi con la batteria.
Io non l’avevo mai toccata una batteria, però è da sempre un mio grosso rimpianto quello di non aver mai imparato a suonare.
Dopo ieri sera ho deciso di informarmi nel tentativo di prendere lezioni.
Ieri sera ho infatti realizzato che a 26 anni devo smetterla di reputarmi troppo vecchio per fare queste cose.
Questo però non c’entra con la band, perchè gli H’S’P per la reunion contano molto sulla presenza alle pelli del quarto membro storico.
Senza di lui non può essere la stessa cosa.
In barba al mio senso del pudore, chiudo con un video registrato ieri sera.
E’ una cover dei Ramones, da sempre uno dei nostri cavalli di battaglia.