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Oggi è stata una bella giornata

Dall’inizio alla fine.
Mi sono divertito, ho riso, ma soprattutto dopo diverso tempo mi sono sentito meno “solo”.
Ed è stato bello oltre ogni limite.
Grazie a tutti coloro che mi hanno fatto stare bene.
Manq non dimentica.
E poi sono arrivati due regali.
Max mi ha regalato questo.
Le mie colleghe amiche Paola e Monica (che per dirla alla Frangetta maniera: “Sono troppo delle pazze!”) mi hanno regalato questo facendomelo recapitare in veste ufficiale dalla segreteria.
Due regali enormi.
Ora è tempo di andare a letto.
Ho ventisette anni.

Music, I promise

Reduce dalla serata “Phard Rock” del Rocket mi appresto a mantenere la promessa fatta soprattutto a me stesso di ridare spazio alla musica su questo blog. Certo però che prima di cominciare due cose sullo show di Barbarella bisogna proprio dirle. La prima è che lei è imbarazzante. E’ totalmente incapace di mettere i dischi ed è ancora peggio come vocalist. Arriva addirittura ad irritare.
Almeno fosse figa.
La seconda è che proprio a Barbarella vanno fatti i complimenti perchè senza saper fare nulla di nulla e senza essere la Fabiani è riuscita a diventare una star del mondo “pseudo-alterna-indi-rockcomemianonna-facciocosevedogente” di Milano. Non che sia un traguardo eclatante, ma viste le potenzialità c’è solo da esserne contenti.
Bene, ora mi lancio sul topic del post.
Ultimamente mi sono rimesso ad ascoltare un po’ di musica. Non che io abbia mai smesso, semplicemente avevo accantonato la parte della ricerca e della curiosità, quella che ti spinge a girare per la rete a leggere recensioni e ti porta a scaricare il disco di quella band che è simile a quell’altra band che fa un genere che sulla carta potresti anche apprezzare.
Solitamente il processo mi porta a mettere le mani su roba che poi mi fa abbastanza schifo, ma capita anche di trovare materiale interessante e quando questo succede, puntualmente, la soddisfazione è doppia. Oltre a questa attività di ricerca poi, mi sono gettato anche su qualche “nuova uscita” che per paura o per pigrizia ancora non avevo approcciato.
Questo per dire che carne al fuoco ce n’è, indi è bene incominciare.
Il primo disco di cui voglio parlare è quello con cui sono più in trip al momento: “The feel good record of the year” – No Use for a Name. Per me è stato un ritorno di fiamma, dopo la delusionissima di “Keep Them Confused”, disco sentito una volta e subito dismesso non senza risentimento verso una band a cui sono da sempre molto legato. L’impressione che avevo era che, semplicemente, i No Use avessero finito quel che avevano da dire e avessero iniziato a sfornare dischi fotocopia che, esattamente come le fotocopie, perdono in qualità con l’andare delle riproduzioni. Per questo è con un certo grado di paura che mi sono accostato al nuovo lavoro, invogliato più che altro dal titolo geniale che gli hanno dato.
Pochi secondi e parte “Biggest Lie”.
Subito la paura passa.
A mio parere l’open track del nuovo disco è un pezzo della madonna.
Un “Invincible”, un “On the Outside”, un “Not your savior” per capirci.
Uno di quei pezzi che mi hanno portato ad amare questo gruppo, uno di quei pezzi che puoi ascoltare in loop senza stancarti e cantando sempre più forte, uno di quei pezzi che mettono a rischio la patente se stai guidando.
Il disco poi prosegue con altre tredici tracce che riescono a far combaciare il suono classico del gruppo e la voglia di qualcosa di nuovo senza far storcere il naso nè dando l’impressione di essere di fronte ad una rivisitazione di ciò che è già stato scritto. E’ chiaro che essere originali facendo un CD HC melodico non è semplice, soprattutto se questo è il nono che si sforna in quasi vent’anni, e quindi già non annoiare è da considerarsi un buon risultato. “The feel good record of the year” però va oltre perchè a me addirittura piace. Per questo, data per assodata la partecipazione al concerto del 21 Aprile al Musicdrome, è facile che mi prenda mezza giornata di ferie per vedermi anche lo showcase acustico che faranno il pomeriggio dello stesso giorno, perchè se su disco qualche passo falso l’hanno anche fatto, dal vivo hanno sempre spaccato. Sempre.
Stesso approccio, ma diverso risultato per un altro macigno della mia gioventù: Millencolin – “Machine 15”. Non posso parlare di delusione perchè su di loro non facevo proprio più conto, tuttavia un po’ di amarezza ce l’ho visto che l’estratto che mi era capitato di sentire prima del disco, “Brand New Game”, è un bel pezzo, capace di colpirmi soprattutto per il testo decisamente toccante. Il resto del disco però è semplicemente roba che non mi piace, roba che non fa per me. In questo caso, l’adesione all’evento live è già più in discussione perchè sebbene l’ultima volta che li ho visti in un concerto “tutto loro” abbiano sfoderato uno dei migliori live cui mi sia capitato di assistere, sta volta le premesse per un fiasco sono ampie. “Kingwood” come disco era mille volte meglio pur essendo mille volte peggio di quel che avrei voluto da loro e questo non è poco. Credo che la discriminante per la mia adesione sarà prettamente economica.
Ora vado invece a parlare di due mie nuove scoperte. La prima sono i My Own Private Alaska, gruppo scelto anche per la sezione multimediale di questo mese.
Sono un trio: pianoforte, batteria e voce e sono fenomenali.
Davvero.
Io sono riuscito a trovare solo tre brani loro, poichè l’omonimo EP è scariabile per intero, ma protetto da password che al momento non sono ancora riuscito a decrittare, tuttavia sul loro myspace è possibile ascoltare “Ego Zero”, un’ulteriore prova, forse la più grande, della loro valenza. Struggente, malinconica, pregna di una carica emotiva fuori dal comune. Definire il genere eseguito dal terzetto è difficile, a naso direi screamo/post HC, ma potrei dire stupidate, sta di fatto che l’antagonismo spiccato tra le morbide e sinuose linee di piano e la voce straziante del cantante coinvolgono al primo ascolto pur non trattandosi di roba prettamente fruibile.
Secondo me valgono veramente molto.
La seconda scoperta invece è un po’ meno motivo di vanto, visto che si tratta di un disco uscito nel 2006. Trattasi di “Insomniac doze” degli Envy. Documentandomi ho appreso che gli Envy sono una formazione nipponica da sempre dedita all’emo hardcore puro e semplice, che però con questo disco ha voluto fare un tuffo nel post-rock. Atmosfere evocative, tempi dilatati e pezzi interminabili sulla scia di Godspeed You Black Emepror, Mogwai ed Explosion in the sky, uniti alla carica emotiva e dilaniante delle grida che il cantante alterna a parti quasi parlate e realmente commuoventi (o commoventi?).
Tutto, ovviamente, in giapponese stretto.
“Further Ahead of Warp” è la prima traccia del disco e secondo me merita un ascolto approfondito.
E’ veramente molto bella.
Avrei voluto parlare anche di altri dischi come il “nuovo” Coheed and Cambria e il “nuovo” Linea 77, ma penso di essere già andato fin troppo per le lunghe.
Sono ufficialmente morto di sonno e seriamente in dubbio se uscire o meno sta sera.
Domani grigliata.
Questa è l’unica cosa che scriverò, riguardo a domani.

Google Hit List [Marzo 2008]

Non c’è storia, Google Analytics spacca.
363 chiavi di ricerca, tra cui selezionarne dieci è realmente un’impresa. Sulla prima classificata ho riso quasi fino alle lacrime.
Prossimamente un post sulla musica che sta passando un po’ troppo in sordina su queste pagine.
Ecco la classifica.

1 – come fare un titolo nobiliare falso
2 – vacanze in compagnia di porcone
3 – frasi sull’ex del mio ragazzo
4 – chi è uscito da amici ieri sera
5 – quando di non è cosa,ma chi!
6 – monogamia in italia chi l’ha inventata
7 – fotografia dieci euro
8 – imbucarsi maratona new york
9 – ricostruzione capezzolo foto
10 – discorso complesso

Nota: aggiornate le sezioni “musica” e “link”

Wishlist

Da che ho un blog personale, non ho mai pubblicato una wishlist.
Non che sia una mancanza così grave, tuttavia solitamente io sono abbastanza attento nel seguire mode e trend del popolo blogger e quindi appare abbastanza strano che io non abbia ancora scritto pixel su monitor (voleva essere la trasposizione informatica del cartaceo “nero su bianco”, ma rileggendo non mi era parsa poi così chiara, indi specifico) quelli che sono i miei desideri nel cassetto.
Se mi appresto a stendere una wishlist però non è per colmare una mancanza.
Non è neppure perchè siamo ad un paio di settimane dal mio compleanno. Sto giro infatti credo che non ci sia rischio di ricevere alcunchè da chicchessia e non è certo sbattendo on-line i miei capricci che posso cambiare le cose.
Lo faccio solo per focalizzare i miei sforzi.
Senza un piano preciso, lasciato in balia della mia umoralità, potrei correre il rischio di spendere soldi in maniera poco costruttiva e, siccome non nuoto nell’oro, è bene che mi auto ricordi quali sono, attualmente, le priorità.
In rigorosissimo ordine sparso.

  • Ho bisogno di un paio di Ray-Ban.
    Ho volutamente scritto la marca e non la semplice dicitura “occhiali da sole” perchè sono proprio quelli, gli occhiali di cui ho bisogno. Ne avevo un fantastico paio fino ad una settimana fa, tuttavia ho in qualche modo deciso di perderli o di farmeli fregare e quindi ora come ora ne sono sprovvisto. Li voglio con lente scura e montatura nera, per la precisione. Ho a lungo valutato anche la possibilità delle lenti a specchio con montatura cromata, tuttavia per quanto fighe all’ennesima potenza risultano troppo scomode e difficili da portare, riuscendo a sporcarsi al solo contatto con l’atmosfera. Con l’estate alle porte, le giornate che si allungano e un biglietto aereo per cuba già acquistato, seppur coi soldi di Peich, i Ray-Ban sono la mia primissima esigenza e conto di regalarmeli entro i primi di Aprile. Il prezzo dell’oggetto in questione è di circa 70 euri.

  • Ho anche bisogno di un cappello.
    Visto che si parlava di Cuba, non posso certo partire senza un copricapo adeguato. Uno di quelli da accoppiare alla classicissima camicia a fiori e che mi farebbe apparire come un perfetto yankees pronto per essere impallinato dai miliziani. Il modello linkato è della Volcom, si chiama Straw Hat ed è al 100% in paglia. Reputo questo acquisto abbastanza complicato, vista la difficoltà che ho avuto anche solo in internet nel reperire immagini dell’indumento, tuttavia penso di poterlo fare mio prima della partenza con accurate sessioni di shopping. Prezzo dell’oggetto: circa 30 euri.

  • Fino a qui è stato abbastanza facile ed indolore, ora viene il bello: ho bisogno di una TV.
    Attualmente non ho ancora mobili ove poggiarla, ma essendo questi stati ordinati, la necessità diventa tangibile. Anche e soprattutto in vista dell’appuntamento calcistico di Giugno. La mia scelta è caduta sul Samsung LE26R86BD, un 26 pollici HD ready dal design abbastanza trandy da potersi abbinare con gusto al mio arredamento. La scelta del prodotto non è affatto definitiva però, soprattutto alla luce del costo decisamente proibitivo. Il prezzo dell’oggettino in questione è di 672,50 euri a Mediaworld.

  • Essendo una wishlist non vedo perchè tralasciare quegli oggetti di cui non ho bisogno, ma che desidererei tantissimo avere. Ad esempio una batteria digitale.
    Il modello in questione è una Yamaha DT Explorer. Averla mi consentirebbe di cimentarmi con il mio desiderio di imparare a suonare questo grazioso strumento senza incappare in processi civili e penali intentati contro di me da tutto il circondario. La musica però non è per tutti. Il prezzo dell’articolo è 599 euri.

  • Desiderio stupido? Infantile? Inutile? Sicuramente. Però pur sempre desiderio rimane: la PS3.
    Ok che la televisione sta due punti sopra e che quindi al momento non saprei che farmene, però non posso certo negare che l’idea di non poter giocare a GTA4 quando uscirà un po’ mi logora. Ci sono in giro anche un sacco di promozioni, basate perloppiù sullo scambio con la vecchia PS2, che renderebbero l’acquisto fattibile. Io tuttavia ho fin troppe spese per poter anche solo pensare ad una mossa del genere. Certo, se come accadde ai tempi della PS2, Max dvesse imbattersi in un “camion di console ribaltato” forse un pensiero potrei pure farcelo. Forse. Prezzo della console in negozio: 399 euri, 299 euri se si consegna la vecchia PS2.

  • Nella lista dei miei desideri non possono certo mancare dei CD.
    La lista completa di tutti i CD che vorrei non è certo pubblicabile, anche perchè non mi sono ancora deciso a stilarla per benino, però questi sei sono i primi che comprerei attualmente. Si tratta di “…and don’t forget to breathe” degli A Static Lullaby, “A place in the sun” dei Lit, “Life on a plate” dei Millencolin, “When broken is easily fixed” dei Silverstein, “They’re only chasing safety” degli Underøath e “Life in general” degli MxPx. Il prezzo totale dell’acquisto, spese di spedizione incluse, è di circa 70 euri.

  • Per finire, in una lista dei miei desideri, non può certo mancare il Lego.
    Nella collezione del Lego Castel è uscita la miniera dei nani. Quando l’ho vista sono stato male. Non conta che sia composta si e no da 10 pezzi, con buona pace del lego di una volta e della sua genialità, la miniera dei nani ha al suo interno gli orchi. E un troll. Deve essere mia. Il prezzo di questa chicca è di 49,99 euri.

Ok, direi che l’operazione wishlist si è conclusa con discreto successo. Sono sicuramente rimaste fuori dalla lista un po’ di cose, ma non importa. Quello che c’è merita di esserci ed è questo l’importante.
All’inizio ho detto che questo post non è volto a consigliare nessuno, visto che non credo qualcuno sia in vena di farmi regali. Se così non dovesse essere però, sarò ben lieto di essermi sbagliato.
La cosa non capita spesso, io ne approfitterei.

La gita

Sem semper istes...
* Verona. Da sinistra: Odri, io, Missa, Giulietta, Max e Simo. Sio canòn…

La telefonata che non ti aspetti.

Dal telefono inizia a provenire l’inconfondibile theme di Monkey Island mentre sul display appare la scritta “Numero privato”.

Manq: “Pronto?”
Orifizio: “Buonasera. Parlo con il signor Mancuso?”
Manq: “Orifizio?”
Orifizio: “Sì. Peich non mi aveva riconosciuto. Stasera passi al Libra per un briefing?”
Manq: “Perchè?”
Orifizio: “E’ ufficiale che non ci sono per il matrimonio di Carlo, vado in Tanzania.”
Manq: “Quando parti?”
Orifizio: “Intorno al venti Maggio.”
Manq: “E torni?”
Orifizio: “Luglio 2010.”
Manq: “…”
Orifizio: “La Eli mi raggiunge giù più avanti. Ci sposiamo.”
Manq: “Ok, passo al Libra tra una mezz’ora.”

Trenta minuti dopo mi hanno chiesto di fare da testimone.
Erano felici.
Lo sono anche io per loro.
Tanto.

La scienza è arte

Neuroni?Non si può non rimanere estasiati di fronte a certe cose.
Proprio non si può.
A fianco è possibile vedere neuroni del tronco encefalico fotografati in fluorescenza tramite microscopio confocale. Questo, questo, questo, questo, questo, questo e quest’altro sono altri esempi di fotografie realizzate con diverse tecniche di microscopia, tuttavia quella che ho messo qui a lato è la mia preferita. Non vedrei nulla di male se qualcuno decidesse di farci su una bella mostra, magari al MoMA, perchè trovo queste immagini di una bellezza esagerata. Per altro non credo nemmeno che chi si è inventato il modo di fare microscopia a fluorescenza a questi livelli sia meno degno dell’appellativo di artista rispetto a Monet, per fare il nome di chi i neuroni avrebbe benissimo pututo disegnarli come sono raffigurati in alcune di queste foto, se solo li avesse mai visti.
Purtoppo la qualità delle immagini che si trovano sui lavori non consente di farci delle gigantografie da appendere in casa, perchè altrimenti credo che alla testa del mio letto queste immagini troverebbero sicuramente spazio.
Hanno la capacità di attirare la mia attenzione, di farsi guardare ininterrottamente, come fossero quadri di qualche artista moderno/contemporaneo. Quelle opere che fissi per minuti pur se non hanno senso alcuno, solo perchè sono belle da guardare, cosa che per un quadro non è certo da sottovalutare. La cosa straordinaria è che qui invece un senso c’è. Eccome se c’è e a mio modo di vedere è estremamente affascinante.
Quasi quasi metto mano a qualche immunofluorescenza fatta da me e ci ricavo fuori un pannello di un paio di metri. Non saranno mai a questi livelli, i mezzi a disposizione non sono paragonabili, però magari qualcosa di decente lo riesco a tirar fuori.
Qualcosa alla Warhol magari.
Impressionante.

Più per dovere

E’ stata una settimana di merda.
Decisamente.
Forse per questo non ho trovato molti stimoli per dedicarmi al mio diario online, tuttavia il buon Max ieri mi ha fatto notare che un aggiornamento era necessario e quindi eccomi qui.
Resta che non so cosa scrivere.
Ho un gran sonno in verità, se potessi andrei a dormire in questo istante.
Questo non è di grande interesse, tuttavia.
Domani pomeriggio devo andare a Cassano a sentire il preventivo che mi han fatto per i mobili della sala. La tipa al telefono è stata sospettosamente sul vago, evitando accuratamente la questione monetaria e spingendo invece sulla volontà di “farmi vedere i disegni”.
Non so perchè, ma ho una certa riluttanza ad approcciarmi a dei disegni adesso come adesso, preferirei di gran lunga sapere quanto devo sborsare e chiuderla lì.
Sempre che la cifra non sia spropositata, perchè altrimenti credo dovrò ricominciare tutto da capo, ovvero dalla ricerca di qualcuno che faccia i mobili di cui ho bisogno.
In casa al momento c’è ancora l’odore della cena di Mercoledì, quando colto da un flash di irrazionale delirio culinario, ho pensato di sfumare uno dei due filetti di merluzzo con del Braulio.
Diciamo che non è stato un esperimento felice.
Sta sera invece credo mi farò un paio di uova col sugo, visto che la bistecca alle erbe provenzali me la sono giocata ieri.
Sana dieta mediterranea.
Non sono abituato a sforzarmi per scrivere su questo sito e questo credo sia lampante, indi forse è il caso che la pianti qui.
Spero di riacquisire voglia e stimoli nel prossimo futuro.
Chiudo con la scoperta del giorno: a Cuba un mojito costa meno di due euro.

Waste of time

Checcazzo.
Avrei dovuto essere a letto da almeno un’ora.
Sono cotto da almeno cinque.
Le quattro cose che mi devo portare in montagna sono ancora lì ad aspettare che le metta nello zaino.
I piatti che ho detto avrei lavato un paio d’ore fa sono ancora lì che mi guardano dal lavandino.
Con in sottofondo l’ultimo Coheed and Cambria e l’ultimo Linea 77 me ne sono stato al pc a buttare via il tempo.
Due dischi carini, entrambi meglio dei predecessori al primo giudizio.
Ieri sera sono andato al cinema a vedere “Non è un paese per vecchi”.
Bello.
Sbadiglio.
Perchè non me ne vado a dormire?
Internet è un pusher privo di scrupoli, ti da ciò che vuoi e non si prende responsabilità.
La colpa resta a te, che sei troppo debole per dire di no e che assecondi le tue dipendenze fino a star male.
Ultimo sorso di Santal Nature Mix Blu.
Domani mattina lab meeting alle nove.
Checcazzo.