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Parole ed opere

Si, vabbè, non sono noto per mantenere gli impegni presi.
Però ci provo.
Ad esempio sto provando in tutti i modi a mantener fede al mio proposito di iniziare a scrivere di musica non solo sulle pagine del mio blog. Non trovando molto spazio in giro come “recensore” e non avento reperito nemmeno mezza persona intenzionata a dar vita ad un progetto, ho deciso di darmi alle interviste.
Su questo fronte, ho ottenuto il primo risultato.
La mia intervista ai My Own Private Alaska è uscita in questi giorni su Groovebox e devo ringraziare Tempo per lo spazio che mi ha dato e per quello che, spero, mi darà in futuro.
Sono abbastanza soddisfatto del prodotto e quindi lo linko qui per chiunque volesse dargli una letta.
Il mio tentativo di dedicarmi con impegno ad una delle mie passioni però continua e così ho provato a richiedere un’intervista ad altre band. Al momento ho puntato Underøath, Brand New e Finch. Dai primi due, ovviamente, nessuna risposta mentre i terzi mi hanno chiesto di inviar loro le domande, cosa che ho fatto Venerdì.
Vedremo cosa ne uscirà.
Devo dire che scrivere domande per una band che amo molto è stato più facile.
Mi piacerebbe anche provare a contattare i Glassjaw, ma ad oggi mi è risultato impossibile riuscire a reperire un contatto che non sia il myspace.
Odio myspace.
In un futuro, se le interviste dovessero continuare, penso che aprirò una sezione su questo blog dove poterle leggere anche in lingua originale.
In realtà credo l’aprirò per bullarmene un po’.
Lo so, non è che sia poi nulla di cui vantarsi fare domande via email a dei gruppi musicali, però ai miei occhi è una cosa figa.
La sezione interviste non è la “nuova sezione” del sito di cui parlo da un po’ e che ad oggi non è ancora comparsa.
La realizzazione di quella sezione “misteriosa” sta ancora procedendo e, purtoppo, non senza qualche intoppo.
Credo che Settembre sarà il mese decisivo per la sua pubblicazione, ma essendo un mio proposito tutto lascia intendere che non sarà così.
Credo di stare apprendendo troppo bene e mio malgrado l’arte di disattendere attese e promesse fatte da quel maestro che è George R. R. Martin.
Potrei chiudere qui, ma non sarebbe giusto farlo senza citare l’inizio del campionato italiano di calcio.
Quest’anno non crdevo avrei fatto l’abbonamento a Mediaset Premium, fondamentalmente per due motivi:
1- Posso ufficializzare che dall’inverno mi trasferirò in Germania, precisamente a Colonia. Di conseguenza da Gennaio seguirò con tutta la passione di cui sono capace le sorti del Bochum ed il suo cammino in Bundesliga.
2- Continuo a serbare profondo risentimento verso la società A.C. Milan per la cessione di Kaka e per il mercato estivo a dir poco offensivo.
Eppure ieri sera ero ai blocchi di partenza con tesseria e decoder nuovo di zecca, pronto per le partite in HD.
Ora, sorvolando sul fatto che il canale HD da me non si prenda e di conseguenza sorvoliando sull’ammontare delle Madonne che ho cacciato ieri sera, restano due cose da dire.
La prima è che Leonardo è l’allenatore più bello ed elegante della serie A ed è un piacere vederlo e sentirlo parlare.
La seconda è che ancora una volta ho dimostrato di non essere abile nel portare a termine i miei propositi.

Domani aggiorno.

Promesso.
Volevo aggiornare questa sera, ma ero troppo impegnato a fare questo e a guardare questo.
Mica roba da poco, insomma.
Ho un sacco di argomenti in caldo però, quindi domani urge scrivere una paginetta.
Urge, oddio, diciamo che mi piacerebbe.
Sì, sto mettendo le mani avanti.
Mi conosco, io.

Ferragosto è frivolo

Porco zioFerragosto è sinonimo di estate e spiaggia.
Estate e le spiaggia sono entrambi sinonimi di frivolezza e gossip.
Questo blog non vuole sentirsi estromesso da questo clima e così, prima che il suo autore parta per Varazze, offre ai suoi ipotetici lettori uno spunto di riflessione che ha appassionato Manq ed i suoi colleghi in questa lunga giornata preferiale.
Quella immortalata qui affianco è Bar Rafaeli.
Bar Rafaeli, per chi come il sottoscritto non lo sapesse, è una modella israeliana, ma soprattutto è la ex morosa di Leonardo di Caprio.
Leonardo di Caprio, prima di stare con lei, stava con Giselle.
Secondo me, Bar Rafaeli batte Giselle 10 a zero, ma sembra sia uno dei pochi a pensarla così.
In lab la disputa ha premiato la brasiliana con un semi plebiscito.
Ho così deciso che la diatriba tra le due super model diventasse il tormentone di Ferragosto di questo blog.
Ovviamente ogni parere in merito è ben accetto.
Ovviamente la cosa su cui non si discute è che Di Caprio andrebbe venerato in templi appositi, essendo diventato ai miei occhi una specie di divinità.
Spero che Dietnam, il blogger che mi tiene costantemente informato sull’universo della patata di qualità, si esprima in merito e, soprattutto, non me ne abbia per aver scritto un post palesemente di sua competenza.
Buon ferragosto!

Artwork in presa diretta.

Voglio tentare un esperimento.
Commenterò il nuovo disco degli Used mentre lo ascolto per la prima volta.
Canzone per canzone.
E pubblicherò il post via via ogni traccia che passa.
Vediamo cosa ne esce.
Ok, inziamo.
01 – Blood on my hands
Ok, è il singolo del video che ho già commentato. Il pezzo non è certo il massimo, ma si stampa abbastanza in testa. andiamo oltre.
02 – Empty with you
Pezzo bruttino, questo. Anzi brutto forte. Il feeling sul disco, a questo punto, peggiora. Mah, vedremo…
03 – Born to quit
Si continua maluccio. Sulla strofa cadono un bel po’ le palle e il ritornello suona vecchissimo già al primo ascolto.
04 – Kissing you goodbye
Dio mio. Non c’è limite al peggio. Ballatona piano e voce così, dopo tre pezzi molli che più molli non si può, è oggettivamente troppo. Vado avanti giusto per dovere di cronaca. C’è pure un’assolo che ricorda i peggiori G’n’R e qui parte la nomination a peggior disco dell’anno. Ma che fine hanno fatto gli Used di “Pieces Mended” e “Poetic Tragedy”?
05 – Sold my soul
Intro degno dei peggiori AVA. E’ il pezzo del promo che ho pubblicato nei giorni scorsi. Niente di trascendentale, per carità, però almeno sveglia fuori un po’. Il ritornello è l’emblema della mouriniana “prostituction intelectuale”, ma ribadisco che al momento è forse il miglior pezzo del disco. Carina la chiusa di piano.
06 – Watered down
Oh cazzo. Ma è il nuovo disco Used o il nuovo Jonas Brothers? Dio santissimo che merda… Quasi quasi do forfait e mi ascolto il nuovo “Death before dishonor”. Ma non finisce più sto pezzo?
07 – On the cross
L’inizio mi lascia un po’ interdetto. Il ritornello spazza via i dubbi. Spazzatura. La speranza di aver scaricato un fake cade sulla voce inconfondibile di Berth, temo non ci siano scusanti. In confronto “Lies for the liars” è un capolavoro della musica.
08 – Come undone
Mezze grida fintissime, ma quasi le apprezzo sul piattume precedente. Credo questo debba essere il pezzo “cattivo” del disco, ma a me pare solo noioso oltre ogni previsione.
09 – Meant to die
Questo, quantomeno, sembra un pezzo degli Used. Un pezzo brutto, ma almeno un pezzo loro. A questo punto, con sole due tracce ancora da sentire, direi che la debacle è totale. Cos’è st’intermezzo pseudoelettronico con le grida in sottofondo? Dio, pare una seconda versione, decisamente più brutta, di “Hospital”. E io che volevo comprare il disco al buio. Fortuna che la copertina mi faceva cagare ed ho desistito…
10 – Best of me
L’intro è d’ambiente, il pezzo attacca forte, ma all’ingresso della voce tutto si ammoscia di nuovo. Buone premesse però, crediamoci ad un pezzo decente. Ok, siamo alla caricatura del genere, però è quel trash che a me piace anche. Sta traccia quasi quasi la salvo. Roba da “In love and death” comunque, nulla più.

Ok, mancherebbe una traccia, ma è arrivato Aui. Continuo dopo.
Stay tuned!
[…]

Bene, dopo una sana partita a PES eccomi pronto a continuare.
Sono le 0.55 e mi manca un’unica traccia.
Andiamo di play e finiamo fuori sto lavoro.
11 – Men are all the same
Nu Metal? Ma di quello pacco forte, però. Tipo i peggiori Linkin Park. Lento, moscio, con anche le mani che battono che tanto vanno di moda oggigiorno. Sì, questo è un disco che potrebbe essere stato scritto dai Linkin Park. Che peccato però, a me piacevano gli Used. E nell’incrocio di voci finale si sente ancora qualcosa di quel che mi piaceva. Di quelle melodie struggenti che nel primo disco mi avevano tanto emozionato.

Vabbè, l’ascolto è finito e, come forse sarà trapelato, non mi ha per nulla soddisfatto.
Di dischi quest’anno ne sono venuti fuori un bel po’ e devo ammettere di aver provato a star dietro alle uscite. Mi manca ancora qualche recupero, ma in generale non sono molto soddisfatto di come butta l’annata.
Mi sa che per qualcosa di buono bisogna aspettare il 22 Settembre.

La mia nuova droga


*FARMVILLE
E’ un gioco stupidissimo.
Immediatissimo.
Una sorta di O-Game, ma dove non rischi nemmeno di perdere ciò che hai a causa degli altri.
L’unico scopo è accumulare.
Eppure ci sono dentro fino al collo.
Ormai non faccio più nulla che non abbia tempistiche compatibili con le mie coltivazioni.
Devo andare.
Ho le magiostre da piantare.

Harry Potter e gli spoiler di Manq

[…]
“Non hai imparato dai tuoi errori, Riddle, vero?”
Tu osi…”
“Sì oso” rispose Harry Potter
[…]

Ebbene sì.
Ci sono voluti sette lunghi libri, ma a pagina 678 dell’ultimo volume finalmente accade: a Harry Potter spunta il cazzo.
Di colpo, dal nulla, nel bel mezzo di una scenetta penosa a cui tutti abboccano perchè di livello troppo infimo per essere anche solo ipotizzata.
E’ questo l’avvenimento principale di tutta la saga, quelle tre righe traboccanti il testosterone che il piccolo maghetto ha saputo abilmente nascondere per sette anni.
Bastano quelle tre righe e di colpo quello che nella mente del lettore ha da sempre avuto le sembianze di un ragazzino rachitico, pallido e sfigato si trasforma in un Bruce Willis con canotta, sigaretta e bacchetta magica.
Non lo nego, le scene finali intrise di machismo mi gasano sempre una cifra.
Parlando più in generale, tuttavia, con la conclusione dell’ultimo capitolo della saga mi posso finalmente concedere una valutazione complessiva delle avventure di Hogwarts e quindi la sparo subito senza mezzi termini, per poi commentarla in seguito.
Le avventure di Harry Potter mi sono piaciute, tanto da consigliarne la lettura.
Visti i giudizi esposti qui sopra in precedenza potrebbe sembrare che questa valutazione trabocchi di ipocrisia, ma non è così.
Secondo me la trama della saga è molto bella, ma la stesura non è priva di difetti, anche grossi.
In primis è dannatamente prolissa. Ci sono pagine e pagine in cui non accade nulla, all’inizio libri interi. Questo aiuta non poco alla creazione dell’atmosfera, ma di contro spacca tremendamente i coglioni a, credo, gran parte dei lettori sopra i 10 anni. E’ vero che negli ultimi capitoli sapere a menadito come funzioni la “quotidianità” del mondo magico aiuta ad entrare nelle vicende ed il non dover spiegare o descrivere quasi più nulla aiuta il coinvolgimento nella lettura (e questo grazie alle esaustivissime descrizioni fatte in origine), però i primi libri sono veramente scogli difficili da superare.
Oltretutto, sempre nei primi libri, Harry è pervaso di un alone di infallibilità che annoia molto, se non addirittura irrita in certi episodi.
Sul finale invece la saga acquista corpo, velocità e fascino spostando i temi su un piano più “maturo” ed i libri volano, tra i sorrisi delle parentesi sentimental-teen e le lacrime per i caduti che non vorresti. Anche in quest’ambito si potrebbero fare degli appunti, su tutti la morte inutile (ai fini della narrazione) di Tonks e Lupin, fatti cadere in un momento di stanca senza nessun pathos, a differenza di Fred e Dobby a cui invece la Rowling dona una morte degna del loro ruolo.
Come ultima cosa mi preme sottolineare di aver sempre, SEMPRE, creduto che Piton fosse un figo.
Pr convincermi che fosse innocente, alla fine del sesto libro, avevo elaborato una teoria che sembrava assurda perfino a me e che poi si è rivelata l’esatta trama descritta dall’autrice. Per la prima volta ho indovinato tutto, ma proprio tutto, pagine e pagine prima che venisse svelato. Evidentemente, come a volte capita, lettore ed autore possono avere la stessa logica.
Ok, chiudo con un maxi pagellone di questi sette libri, elencando i momenti e i personaggi che secondo me, in bene o in male, compongono la spina dorsale di questa saga o che mi hanno particolarmente divertito.
Voto 10: Sanguini (HP e il Principe Mezzosangue, il vampiro invitato alla prima festa di Lumacorno). Una comparsata di circa 10 righe, non una parola proferita, ma sicuramente la scena più divertente di tutti i libri. Idolo.
Voto 9: Severus Piton. Come già detto, di gran lunga il mio personaggio preferito. Il vero protagonista della storia. L’unico che anche nei primi romanzi prova a rompere l’idea che a Potter tutto sia concesso. Pilastro.
Voto 8: Dobby (L’elfo domestico). La morte di Dobby è il momento che più mi ha commosso e la tomba con l’epitaffio “Qui giace un elfo libero” è tremendamente hardcore. Respect.
Voto 7: Neville in cocaina (HP e i doni della morte). Evidentemente la sua passione per l’erbologia lo ha condotto a scoprire sostanze dopanti perchè nell’ultimo libro si trasforma in una specie di Rambo sbalordendo tutti, in primis sua nonna. Speravo fosse lui ad ammazzare Bellatrix, invece della signora Wesley, ma l’aver abbattuto Nagini è comunque un bel colpo. Poteva essere il protagonista di una nuova saga ed il primo libro sarebbe stato Nevil Paciock e il Giro d’Italia. In botta.
Voto 6: Hogwarts. La scuola di magia è stata creata veramente bene, ricchissima di dettagli che hanno fatto di questa saga il successo che è. Dopo sette libri, per me è come esserci stato ed averla vista. Perfetta.
Voto 5: Ron ed Hermione. Avrebbero dovuto limonare prima. Babbi.
Voto 4: il Quiddich. I capitoli dedicati a questo sport sono i più noiosi, prevedibili ed insulsi di tutti i libri. Se ne sarebbe potuto fare benissimo a meno, non fosse che l’idea di uno sport “ufficiale” dei college per soli maghi fa molto ambientazione. Superfluo.
Voto 3: Cho Chang. Non mi dilungherò molto. Scassacazzo.
Voto 2: la morte di Sirius Black (HP e l’Ordine della Fenicie). A me Sirius piaceva e farlo morire così, come un cazzone, non è stato un bel gesto. Freddato da Bellatrix dopo che le aveva urlato: “Tutto qui? Prova a fare di meglio!”. Mi è sembrato lo sciabolatore alle prese con Indiana Jones e non si meritava una morte del genere. Irrispettosa.
Voto 1: i Mangiamorte. Un branco così folto di idioti credo farei fatica anche io a metterlo assieme. E di idioti io ne conosco tanti. In questo putiferio di cazzoni spiccano per brillantezza i Malfoy, ovviamente. Voldemort non era certo un genio, ma alla fine perde per l’idiozia di Narcissa che, con la scuola caduta ai piedi del suo signore, decide di sperare che un cadavere gli risponda invece di andare da sola a controllare le sorti del figlio, da cui ha evidentemente preso molto. Cottolengo.
Voto 0: la coppia Voldemort-Harry Potter. Lui è l’eroe più babbo di tutti i tempi e Riddle, beh, è riuscito nell’ardua impresa di farcisi sconfiggere, abboccando ad una scenetta che nemmeno all’oratorio feriale se ne vedono di così mal ideate. Si son decisamente trovati. Senza di loro, ma con due sostituti anche solo normali, i libri sarebbero stati molto meglio. Inutili.
Ok, direi che è tutto.
Forse no, forse se non fossero quasi le due del mattino avrei altro da dire in merito, ma adesso proprio non me la sento.
Chiudo però con una considerazione: alla fine di una saga non è come alla fine di un libro. Dopo aver letto diversi volumi a cui sai ne sarebbero seguiti altri, l’idea di non avere mai più a che fare con i maghi di Hogwarts mi mette un po’ di tristezza e nostalgia.
Mi ero affezionato e mi ero abituato alle loro avventure.
O forse sono solo uno che, ogni tanto, ha bisogno di sentirsi malinconico.

Google Hit List [Luglio 2009]

So che solitamente la classifica delle googleate si ritrova in post a sè stanti e su di lei incentrati, ma le tradizioni sono belle perchè possono essere, talvolta, infrante.
Io al momento sono in mood “attesa per il nuovo disco Used” e quindi di questo voglio parlare.
Come detto, il video del singolo (visibile nel post precedente) è uno dei video più brutti della storia.
Fino a ieri avrei detto che anche la canzone fa abbastanza cagare, eppure non mi esce dalla testa.
Credo che come al solito i ragazzi abbiano sfornato uno di quei dischi mignotta che consumi di ascolti per un mese, prima di dimenticarti quasi per sempre.
Il precedente era stato un disco del genere.
A pensarci bene, gli Used riescono ad essere uno dei miei ruppi preferiti avendo sfornato un unico disco bello, il primo.
Ok, trattasi a mio avviso di piccolo capolavoro, però poi da lì in avanti sono diventati imbarazzanti e non si spiega la mia ferrea affezione.
In ogni caso, tornando al nuovo CD, mi preme dire che anche l’artwork di “Artwork” (non è colpa mia il gioco di parole) fa a dir poco ribrezzo.
Una cosa fighissima però c’è.
Il promo.
Eccolo.

Ok, direi che è il caso di dare spazio alla classifica del mese.
La prima classificata è geniale.

1 – sig direttore mi sono rotto il cazzo ppt
2 – frasi spiritose per le macchine in divieto
3 – io,tu e la sveglia
4 – studio ergonomia costruzioni lego
5 – desmet da fa il ciula
6 – l’epecoso
7 – accoppiamenti cravatte
8 – com’è fatto internamente il forum d’assago concerti
9 – posso rompermi il setto nasale a casa
10 – esco dal cancello e mi fermo e subisco un sinistro

Nota: aggiornata la sezione “musica”

Casina

Pur essendo rientrato ieri mattina in italia, solo oggi riprendo pieno possesso della mia casina.
Caldo, ma tutto sommato ok.
I miei quindici giorni negli States sono stati piuttosto strani e ricchi di sorprese.
La più eclatante è che non sono riuscito a trovare dei CD, cosa che non mi aspettavo.
Oltretutto ho avuto milioni di problemi con le carte di credito, cosa altrettanto inattesa per una gita nel paese che sulle carte di credito si fonda.
Per il resto però, le cose sono andate bene.
E’ stato il classico viaggio “on the road”, per chi sa apprezzare il tanto tempo in auto e le prospettive che questo comporta. Potrei parlare ore dell’assurdo metodo di guida americano, del cruise control inserito all’uscita del parcheggio e rimosso solo all’ingresso del parcheggio successivo, della gente che viaggia su tre corsie alla stessa velocità tagliandosi però la strada senza nessuna ragione apparente, delle interminabili superstrade e dei limiti di velocità surreali. Come detto però, sono stati una parte del viaggio che ho apprezzato quindi lamentarsene sarebbe irrispettoso.
Il tentativo compiuto e portato a termine è stato quello di vivere la Florida, più che visitarla, e direi che ci siamo riusciti.
Ovviamente senza farci mancare perle da turisti come il Magic Kingdom e il JFK Space Center, ma inserendole in un contesto di vita quotidiana ben congeniato, capace di portarci ad esempio al cinema a vedere Ice Age 3 (che, tra parentesi, è spettacolare) o ad ordinare in motel la pizza extra cheese con peperoni e salsiccia tipica dei film e telefilm made in USA.
Bei posti, bella gente quasi ovunque e bella vita, quindi.
A modo suo anche bel mare, se non fosse che prima di partire avevo letto delle Keys come di “isole caraibiche” ed essendo stato a Cuba lo scorso anno ci avevo riposto molte aspettative che poi sono state disattese. Non che siano brutte, per carità, però caraibi per me è un’altra cosa.
La cosa più agghiacciante di questa vacanza è stato lo scontro frontale coi veri segni della crisi.
Ora, è vero che anche qui da noi il problema c’è, ma non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello che ho visto lì.
Ho visto le tendopoli.
Ho visto ospedali, grossi ospedali, in vendita. Ma non per dire, proprio con il cartello “for sale” appeso sul cancello.
E ho visto le pubblicità per il pagamento di consulenze atte all’aiuto nella gestione dei debiti domestici.
Cose assurde, insomma.
Cose tipicamente americane che riescono sempre nell’intento di far sembrare l’Italia, con tutti i suoi problemi, un posto decente.
E forse lo è, tutto sommato, e io sono solo troppo critico.
In sostanza quindi è stato un bel viaggio.
Ora che sono a casa, tuttavia, mi godrò qualche altro giorno di ferie prima del rientro al lavoro.
Giorni in cui cercherò di dedicarmi alle mie attività extralavorative, al relax e alla ripresa dei ritmi e dei contatti quotidiani.
Ho già iniziato, in realtà, quest’opera.
Mi sono guardato l’anteprima del nuovo video degli Used, “Blood on my hands”, dall’album “Artwork” di prossima uscita.
Credo sia il video più brutto della storia.
Eccolo.

Quasi a casa

In attesa di partire e rientrare a casa ho deciso di fare veglia.
Il perchè è semplice: preferirei crollare in aereo e far così volare le troppe ore di volo che mi separano da Brugherio.
Non sapendo bene come impegnare il tempo, ma essendo sicuramente deciso a sfruttare fino all’ultimo ciò che questa notte in albergo ha da offrire, mi sono dedicato a questo blog su tre diversi fronti.
Il primo è facilmente visibile a tutti: ho creato l’album di foto di questo viaggio.
Una volta tanto sono soddisfatto delle foto che ho scattato.
Probabilemente questa sarà invece la volta in cui non piaceranno a nessuno.
Il risultato dei miei sforzi comunque è visibile nel menu qui accanto, come al solito.
Il secondo ambito su cui ho lavorato dovrebbe essere visibile soprattutto ai più attenti.
E’ da poco uscito il nuovo Internet Explorer 8.0 ed il suo avvento ha creato non pochi disastri al mio template.
La cosa buffa è che se utilizzato in modalità “normale” creava alcuni problemi, se invece impostato su “compatibilità con i browser precedenti”, ne creava di diversi che, ovviamente, i “browser precedenti” nemmeno si sognavano.
Dopo questa serata di lavoro spero di aver risolto i problemi della modalità “normale” e di conseguenza il mio blog diventa ufficilamente progettato per IE 8.0. Chi non ce l’ha potrebbe incorrere in piccoli difetti di visualizzazione che ignoro, poichè non ho più modo di controllare. Chi usa Firefox questi problemi li ha sempre avuti e non credo che per loro le cose siano ne migliorate, nè peggiorate.
La terza opera è quella che mi ha occupato più tempo e che, però, al momento non è visibile a nessuno.
Sto continuando la creazione di una nuova sezione del sito che spero possa essere non solo piacevole per chi decida di visitarla, ma a suo modo anche utile.
Ok, direi che per questo aggiornamento dall’Habana Libre Hotel di Miami Beach è tutto.
Appena tornato a casa scriverò qualcosa del viaggio e dell’intervista che i My Own Private Alaska mi hanno gentilmente concesso, intervista che dovrebbe uscire quanto prima su Groovebox.it.
Due ore e trenta al check out.
Quasi quasi due mele le peso comunque.

Nota: aggiornata la sezione “foto”