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Quando prende male, qui prende peggio.

E’ un blog fiacco, questo qui.
Potrei dire che quando uno ha una vita spumeggiante come quella che ho io da queste parti non è che poi ci sia così tanto di cui scrivere. Ed infatti lo dico.
Tirando due somme due, a trent’anni farsi un anno affareinculo lontano da tutti è una gran rottura di coglioni.
A venti probabilmente è diverso.
A venti sicuramente è diverso.
Sei giovane, hai voglia di divertirti e i tuoi coetanei sono giovani ed hanno voglia di divertirsi. Sei studente in mezzo a studenti. Vivi, esci, vai alle feste, limoni. Non perchè tu sia particolarmente brillante, ma perchè è quello l’ambiente. Tutti con le stesse esigenze. A trent’anni invece la solfa è diversa. La gente ha una sua vita e tu, come è giusto, non ne fai parte. Certo ogni tanto esci, qualcosa si organizza, ma sono momenti estemporanei. E poi parliamone: quando capita ti ritrovi in una stanza con diciamo un rapporto 1:5 tra conoscenti e sconosciuti, ognuno con i propri interessi, ognuno con la propria vita, forzati assieme dall’unica esigenza di non restare soli. Ne nascono anche discussioni fighe eh, per carità, lungi da me criticare lo scambio culturale. Però anche dopo aver scoperto cosa pensano quindici persone di cui non mi frega un cazzo rispetto ad uno dei tanti temi che possono essere tirati in ballo non è che ci si senta poi così euforici. La serata passa, la compagnia è anche piacevole, ma non è niente che valga lo stare assieme alle persone di cui ti frega realmente qualcosa.
Capiamoci: sarebbe un modo figo per scappare dalla routine quotidiana, relazionarsi con qualcuno di diverso e allargare i propri orizzonti. Una tantum. Dopo mesi di socializzazione forzata uno si trifola anche i coglioni.
In sintesi quindi, se scrivo sporadicamente e perloppiù di attualità invece che della mia vita è solo perchè non c’è nulla di interessante da scrivere.
Di conseguenza, sono il primo a soffrire della cosa.
Forse anche l’unico.

Sfumature

In Italia se sei una donna, magari immigrata senza permesso di soggiorno, e stai sulla strada vendendo il tuo corpo per pochi euro che dovrai consegnare al tuo pappone per evitare di prendere più botte di quante già non te ne dia di solito, sei una prostituta, comunemente detta puttana o zoccola. Come prevede la legge queste donne sono perseguibili con l’arresto o con il rimpatrio immediato nel caso delle immigrate. I loro clienti rischiano costosissime ammende se pescati in flagranza di reato. Ammende ben superiori al costo della prestazione per cui hanno pagato, per intenderci.
Sempre in Italia, se sei una donna giovane e particolarmente attraente, magari immigrata senza permesso di soggiorno, e vivi nel tuo loft vendendo il tuo corpo per parecchi euro che potrai spendere in vestiti e trattamenti relax, sei una escort, comunemente detta zoccola o puttana da chi non può permettersela. Per gli altri è imprenditrice. Al contrario di quanto prevede la legge queste donne non vengono perseguite e se sorprese in flagranza di reato è probabile facciano carriera in televisione. Di rimpatriarle ovviamente non se ne parla. I loro clienti non rischiano nulla che non possa essere risolto in piazza al Family Day, nemmeno l’ammenda di cui sopra, nonostante possano pagarla senza quasi accorgersene e sia, quest’ultima, di molto inferiore al prezzo della prestazione acquistata.
Tutto noto.
Da ieri però l’Italia è anche ufficialmente il posto in cui se sei una bella donna e vuoi vendere il tuo corpo, ma i moltissimi soldi che prende una escort non ti bastano più, puoi farlo in cambio di una poltrona in Parlamento. Conosciuta come Deputata o collega da chi ha usufruito del servizio, è comunemente zoccola o puttana per gli altri, specialmente per le Deputate donne che si sono meritate il posto. Anche in questo caso niente sanzioni, perchè: “Se anche una deputata o un deputato facessero coming out e ammettessero di essersi venduti per fare carriera o per un posto in lizza non sarebbe una ragione sufficiente per lasciare la Camera o il Senato.”. Niente pena anche per il cliente, comunemente utilizzatore finale.
Credo di dover scrivere alla Garzanti.
La loro definizione di prostituta è ferma alla seconda Repubblica e non menziona tutte queste sfumature.

Agli animalisti

Se ho deciso di scrivere queste poche righe indirizzate a tutti coloro che in queste ore imperversano sulla rete gridando la loro verità in merito alla sperimentazione scientifica sugli animali è perchè si sta sfociando nel ridicolo.
Mi rivolgo quindi tanto agli attivisti di lunga data quanto ai moltissimi riottosi dell’ultim’ora precisando come il mio tentativo non sia quello di “convertirvi” al credo della cavia, quanto di provare a dare a molti di voi una prospettiva diversa, nuova, in modo che possiate perlomeno conoscere in maniera più dettagliata il problema di cui avete deciso di farvi carico.
Io sono un ricercatore scientifico. Per mia scelta anni fa ho deciso di non lavorare personalmente sulle cavie, pur vivendo in un contesto ove la sperimentazione animale è all’ordine del giorno. Questo non lo dico per ricevere approvazione (se continuerete a leggere vi sarà ancora più chiaro), ma semplicemente per sottolineare come il problema etico e morale esista e sia vivo anche tra coloro che in questi giorni sono dipinti come sadici e perversi torturatori.
Quello che nessuno dice è che la ricerca medica e farmaceutica sugli animali è, oggi, indispensabile. Questo non significa affatto che sia esente da problematiche o che non vada regolamentata e controllata, tuttavia chi dice che se ne potrebbe fare a meno dice una stupidata.
Questo non è un mio parere. Questa è la realtà dei fatti e chiunque, andando a leggere qualunque rivista scientifica di una certa rilevanza, non potrà che ammettere come le cose stiano così. Non è il luogo e non sono certo la persona adatta per illustrare tutti i motivi scientifici per cui non si possa, attualmente, rinunciare a tale pratica. Però sono senza ombra di dubbio in grado di smentire chi, ad esempio, sostiene che “i test sugli animali si possono sostituire con test su cellule di derivazione umana. Perchè noi siamo più simili ad una cellula umana che ad un topo.” (cito da discussione realmente avvenuta). Questo non è vero. Chiunque abbia fatto le scuole medie sa benissimo che ad esempio un topo ha gli organi, una cellula no. Quindi se devo testare l’efficacia di un farmaco ad azione polmonare farlo su una cellula è impossibile. Punto.
Ed è anche ora di smetterla di equiparare la ricerca medica alla cosmetica, o ancora peggio all’industria delle pellicce (o alla corrida). Non è tollerable che si equipari la ricerca finalizzata a migliorare il tenore di vita di persone con malattie tremendamente debilitanti con la ricerca per un nuovo deodorante o con la realizzazione di indumenti alla moda. Per quanto si possa essere contrari a tutte e tre le pratiche non è lecito porle sullo stesso piano.
Infine è veramente nauseante, nonchè offensivo, leggere in continuazione di persone che sostengono come il ricercatore medio si diverta nel “seviziare” le cavie con le più ignobili torture.
Finchè la discussione quindi verterà su temi come quelli sopracitati non solo i toni saranno demenziali, ma si perderà l’opportunità di riflettere sul reale problema etico e morale che sta dietro questa questione.
Come dicevo la sperimentazione animale in campo medico farmaceutico esiste, è necessaria ed è condotta seguendo norme severissime atte a tutelare i diritti delle cavie. Questo tuttavia non significa che non ci siano dei problemi da risolvere o delle questioni che sarebbe meglio sollevare.
Se infatti esistono sperimentazioni per cui l’utilizzo delle cavie è indispensabile è altrettanto vero che ve ne sono molti altri in cui potrebbe essere evitato. Questo non perchè il loro utilizzo in quegli ambiti sia inutile, quanto perchè potrebbero esserci altre vie per ottenere lo stesso risultato anche se magari in tempi più lunghi e con più lavoro. Trattandosi sempre di scienza medica la questione etica esiste poichè si tratterebbe di ritardare la possibile guarigione del paziente. E il problema quindi riguarda non solo chi effettua la ricerca, ma anche chi la finanzia poichè anche i revisori dei progetti potrebbero forse valutare con maggiore attenzione la reale necessità di utilizzare animali in quello specifico ambito.
Insomma, ci sono diversi settori in cui è possibile e doveroso migliorare ed è per questo che ci si dovrebbe battere, ovviamente nella speranza di un futuro in cui si possa fare a meno degli animali da laboratorio.
Il clima da caccia alle streghe che si solleva ogni tanto in merito alla ricerca invece non porta a nulla di buono e viene strumentalizzato unicamente allo scopo di fare il classico sensazionalismo tanto caro ai giornalisti italiani.
Informarsi non vuol dire andare a cercare per la rete o in televisione qualcuno che ci dica quello che vogliamo sentire. Informare non vuol dire convertire il prossimo al proprio pensiero. Queste sono derive tutte italiane. Informarsi significa cercare di capire come stanno realmente le cose, ci piaccia o meno, ed informare vuol dire fornire a chi legge o guarda una ricostruzione dei fatti quanto più completa possibile, senza preconcetti o preclusioni.
Tutto questo in seguito ad una normativa UE di cui tutti parlano, che tutti commentano, ma che nessuno riporta in versione integrale e che, con ogni probabilità, in pochissimi hanno letto e compreso.
Perchè per criticarla, come si dovrebbe riguardo certi punti, bisognerebbe averla letta.
Ogni protesta, se male argomentata, si ritorce sistematicamente su chi la porta.
O peggio, sui più deboli che protestando si cerca di tutelare.

PS: Non ho volutamente parlato di industria farmaceutica, perchè non ne conosco i retroscena. La ricerca cui questa lettera fa riferimento è quella universitaria.

Il concerto punk

Sta sera all’Arena Parco Nord di Bologna suonano i Blink 182.
Unica data italiana.
Chissenefrega, io sto in Germania posso andare quando suonano qui.
No. O meglio, avrei potuto non fossi stato in Italia quando suonavano qui. Quindi, ironia della sorte, io sono stato in Italia quando i Blink suonavano in Germania e sono in Germania mentre suonano in Italia. Questo però non sarebbe bastato a fermarmi dall’andare a sentirli, perchè io i chilometri per i concerti li ho sempre macinati volentieri. Non fosse che Germanwings ha deciso di mettere delle tariffe al limite del proibitivo per questo week-end e, conti alla mano, spendere quattrocento euro per volare a Milano, guidare da solo fino a Bologna, vedere il concerto, guidare di nuovo all’insù e riposarmi quattro ore prima di rivolare a Colonia mi è parso eccessivo.
Anche per i Blink.
Lo so, lo so, mai avrei pensato di rinunciare a questa cosa eppure l’ho fatto. Ho provato a coinvolgere gente per essere costretto ad andarci, ma ho fallito e quindi mi sono ritrovato con la scelta dipendente unicamente da me. E ho paccato.
La versione ufficiale quindi è il problema economico.
Quella ufficiosa è che oggi come oggi per i Blink forse non sono più disposto a fare follie.
Ad ogni modo quello di cui volevo scrivere sono le indicazioni che Indipendente ha messo sul suo sito per preparare i partecipanti all’evento.
Ho trovato tutto veramente punk.
Sia la parte in cui si consiglia di portare crema solare, cappello, felpa, impermeabile e scarpe brutte (che così anche se si rovinano chissenefrega), sia quella in cui si esplicita che il concerto non è luogo dove usare droghe o alchol.
Ma la chicca sicuramente è il suggerimento di portare tappi per le orecchie in modo da non guastarsi l’udito.
Cazzo.
Sarò io che sono vecchio, ma il tutto mi è sembrato di una tristezza sconfortante.
Un po’ come la reunion di una band che a vent’anni adoravo e che ora suona non solo per soldi, ma anche dandosi le pose da “gruppo rock”.
E la cosa non può che peggiorare con l’avvento dei dischi nuovi che paiono voler mettere in cantiere.
La verità però è che mi gira il culo per non esserci andato.
Sarà per la prossima volta, quando torneranno a presentare il nuovo disco che sicuramente mi farà cagare e che con ogni probabilità toglierà dalla scaletta dei live tonnellate dei pezzi che vorrei risentire.
Essì, mi gira proprio il culo.

Nota: aggiornata la sezione “Itinerari”.

Google Hit List [Agosto 2010]

Agosto è finito, così come le vacanze ed il calciomercato.
Su quest’ultimo punto avrei un paio di commenti da fare. Il primo riguarda il Milan e la sua sontuosa campagna acquisti. Già, sontuosa, visto che sono arrivati un ottimo portiere, un paio di onesti rimpiazzi in difesa, un centrocampista di prospettiva e due attaccanti fuori dal comune. Ora io lo so che ad Agosto non si vince mai nulla e lo so bene perchè per anni l’ho dovuto spiegare ai cugini. Ora la medaglia ha girato la sua faccia, con l’Inter campione in carica di tutto che non compra nulla ed il Milan costretto ad inseguire che si accaparra un paio di nomi grossi.
Sulla carta quindi loro dovrebbero continuare a vincere e noi candidarci unicamente a squadra dell’anno per PES 2011.
E’ sempre stato così, in effetti. Lo sarà anche questa volta?
Io, ad essere onesto, un po’ di voglia di vedere questo Milan ce l’ho.
La seconda considerazione riguarda la Juve ed un simpatico filmato che oggi girava per la rete. Su Calaiò mi sono cappottato dalla sedia.
Bando alle ciance però, perchè è tempo di classifica. E, modestamente, questo sito come la squadra per cui tifa il sottoscritto si aggiudica l’Ibrahimovic dei googolatori, il fenomeno vero che ha posto a google la domanda che svetta in cima alla classifica.
Genio.

1 – ho voglia di farmi una sega come posso godere?
2 – la vivisezione è un sacrificio necessario
3 – dove vendono i cd del duplè?
4 – non parlo italiano alla cazzo come lapo
5 – manowar omofobi
6 – ristampare uno scontrino bennet
7 – il treno dell’ultima notte prolisso ripetitivo contraddittorio
8 – google briscola
9 – bastava che dicessi ti voglio tanto bene+canzone chiesa
10 – qual’è la canzone dei biffy clyro che danno su radio virgin 2010?

A me piace l’estate, sto giro anche di più.

Eccomi qui alla fine del primo giorno di lavoro al rientro dalle vacanze.
Colonia, 10°C, pioggia.
Non ci facciamo mancare un cazzo, noi.
Sarà quindi forse l’atmosfera di questo rientro, sarà stato che quest’anno le vacanze sono state una full immersion nella mia vita e non un modo per evadere dalla stessa, sarà che mi sono divertito non poco, ma sta di fatto che il voto all’estate 2010 non può che essere altissimo. Tre settimane tra viaggi, surf, birra, grigliate, Ibra, fotografia, rapaces, castelli, vino, canard, fantacalcio e mille altre cose che elencare forse neanche serve. Tre settimane che nel loro scorrere parevano volare e che oggi, al rientro, mi son sembrate un’eternità.
Tutto molto bello, davvero, e quindi grazie a tutti coloro che ne hanno preso parte.
Ovviamente l’esperienza dominante è stata il surf.
Fatica a mille, fallimenti incalcolabili, lividi, tutto vero. Ma quando l’onda arriva, ti solleva, ti trascina e per puro caso riesci a prenderla… beh, esperienza totale.
Totale.
Un’altra riga, forse la più significativa, sulla lista delle cose da fare prima dei trent’anni.

Nota: aggiornata la sezione “foto”.

I heard they play louder live!

Vacanze finite, ma ferie ancora in atto.
Fermo a Milano per una settimana di pseudo relax prima del rientro al lavoro non è ancora tempo per me di scrivere riguardo il viaggio, le foto, il surf e tutto il resto.
Per quello ci sarà modo nei prossimi giorni, quando la routine della vita dell’emigrante sarà totalmente ricostituita e sarà davvero necessario fare un po’ il punto delle vacanze 2010.
Mentre il PC è impegnato a rippare tonnellate di CD che mi piacerebbe sentire anche oltre confine (lo so, potrei scaricarli, ma sono un idiota) mi prendo qualche minuto per scrivere del concerto dei NOFX cui Martedì sera ho preso parte in quel di Brescia.
I NOFX sono i Rolling Stone della mia generazione. Punto.
No, non sto esagerando e se qualcuno non lo capisce o non è parte della generazione di cui sopra, oppure semplicemente non se ne è ancora reso conto.
Non si parla di gente che si è limitata ad inventare un genere, qui siamo molto oltre. Qui si parla di una band che ha creato un qualcosa di così trasversale che è difficile anche solo parlarne per renderne l’idea.
I Nofx sono oltre le mode, oltre le ondate, oltre il revival. Piacciono a chi ascolta punk-rock dal ’94, a chi ha smesso di ascoltare punk-rock nel ’95 e a chi ha iniziato nel 2009. Piacciono a chi a trent’anni ancora mette all-star e pantaloni corti come a chi adesso si trova molto più a suo agio in giacca e cravatta. C’è chi va a sentirli coi figli e chi ci va coi genitori. Tutto questo senza essere mai, MAI, stati nell’hype, inteso ovviamente come quel momento in cui la gente che conta decide che tu sei un prodotto che va bene vendere. Sulla cresta dell’onda vera invece, quella che definisce coloro che hanno successo indipendentemente se è stabilito o meno che ne abbiano, Fat Mike, Melvin, Hefe e Smelly ci sono da quasi vent’anni e non pare proprio siano destinati a scenderne.
E questa non è l’unica cosa figa. Il top è che non ci saranno mai due concerti dei Nofx uguali perché non ci sono i singoli. Non c’è la classica scaletta pre fatta di pezzi che se non li suoni la gente si incrista e rivuole i soldi del biglietto. Tolta forse “Linoleum” non c’è una canzone che io ricordi come suonata in ogni loro live. Ogni volta pezzi diversi e ogni volta qualcuno del pubblico andrà in visibilio per la traccia che aspettava di sentire da anni e che finalmente gli viene regalata.
Martedì mi hanno fatto “Falling in love”, la mia preferita di sempre. Chi se l’aspettava? E chi si aspettava “We Threw Gasoline On The Fire And Now We Have Stumps For Arms And No Eyebrows” presa direttamente da Punk-o-rama vol.3?
Dai, non c’è storia e non c’è competizione, sono i Rolling Stone della mia generazione con buona pace di tutti gli altri.
Aspettiamo vent’anni e sarà chiaro a tutti.

Nota a margine.
I Nofx l’altra sera hanno suonato alla festa di Radio Onda d’Urto al prezzo di quindici euro. Le considerazioni in merito sono le seguenti. In primis ci sarebbe da riflettere su quante volte mi sono stati inculati i soldi per farmeli vedere dal vivo, quindi plauso onesto all’organizzazione dell’evento. In secondo luogo ancora una volta ho assistito ad un concerto all’aperto in un posto che più fuori dal centro abitato c’è solo l’Amazzonia, ma a dei volumi che dire ridicoli è eufemistico.
Se in centro abitato la questione è mascherabile con il rispetto della quiete pubblica, in posti come quello di Martedì (o come il Magnolia di Milano) anche quella facciata cade e si rivela l’aggressione a mano armata che la classe dirigente di questo bel paese di merda cui tanto sono legato (mannaggia a me) mette costantemente in atto nei confronti della cultura, di qualunque forma e sostanza questa sia fatta.
Il messaggio ai pezzi di merda che quotidianamente lavorano per sopprimere tutto ciò che loro non capiscono (e visti i soggetti si parla di una quantità incalcolabile di cose) è sempre lo stesso: per quanto ci proviate, non riuscirete mai a togliere chi la cerca, la gioia di vivere.
Bastardi.

Pigmeo

[…]
A scopo cronaca: ancora no legale adottato così che diventa pieno membro di famiglia ospite Cedar. Obbligo di fa tutto sforzo così che resiste assorbimento dentro culto americano di individuo, metodo tradizionale di arroccata oligarchia a scopo mantiene proprio potere. Frattura cittadino isolato dentro differente religione, differente razza, differente famiglia. Etichetta come ricca cultura di diversità. Scinde come unico finchè ciascuno cittadino solo. Finchè ciascuno voto investito non ha valore. Singolo cittadino celebrato come speciale. In verità, rimane con no potere.
[…]

Nota: aggiornata la sezione “letture”.

Il CD della vacanza democratica

No, non andrò in campeggio con i giovani del PD. Ci mancherebbe anche, dopo 13 mesi di attesa sarebbe una bella rottura di cazzo. No, semplicemente quella di quest’anno dovrebbe essere una vacanza all’insegna della democrazia in cui ognuno può far valere la sua posizione e si deciderà tutto sempre e solo a maggioranza.
Se la storia ci ha insegnato qualcosa è proprio che la democrazia non funziona mai, quindi mi aspetto una vacanza scoppiettante sotto ogni punto di vista.
Nello spirito di uguaglianza e parità di diritti che come detto dovrebbero essere le colonne portanti del viaggio si è quindi deciso di creare una bella compilation da sentire in macchina. Qualcosa che possa fare contenti tutti in egual misura. Oppure scontenti, dipende da come la si guarda, la cosa importante è tuttavia l’egual misura. Dieci tracce per ogni partecipante, per un totale di sessanta canzoni che pescano un po’ da tutte le categorie creando un mix esplosivo che dovrebbe accompagnarci per tutto il trip e magari per tutta l’estate.
Una scaletta ai limiti dell’oltraggioso, in cui Lady GaGa e i Jimmy Eat World raccolgono consensi da diversi partecipanti, in cui GG D’Agostino subentra ai Metallica ed in cui i Dire Straits aprono a “Love, Sex, American Express”.
Qualcosa di unico e mistico.
Qualcosa che spero ricorderò con un sorriso.
Ecco le tracce, io vado a preparare la valigia. Che è vero che manca tempo, ma tanto qui non è che ci sia molto da fare.

Disco 1
01 – Bad Astronaut – Linoleum (Bazzu)
02 – The Knife – Like a pen (Giudi)
03 – Lostprophets – The fake sound of progress (Missa)
04 – The Killers – Human (Polly)
05 – Beach Boys – I get around (Manq)
06 – Edward Maya feat. Vika Jigulina – Stereo Love (Simo)
07 – Cypress Hill – Insane in the brain (Bazzu)
08 – Lady GaGa – Monster (Giudi)
09 – Nightwish – Amaranth (Missa)
10 – The All-American Rejects – Paper heart (Polly)
11 – Minnie’s – Milano è peggio (Manq)
12 – Backstreet Boys – Incomplete (Simo)
13 – MxPx – Hear that sound (Bazzu)
14 – MGMT – Time to pretend (Giudi)
15 – Green Day – Longview (Missa)
16 – Biffy Clyro – Bubbles (Polly)
17 – Alkaline Trio – Draculina (Manq)
18 – GG D’Agostino – Tu vivi nell’aria (Simo)

Disco 2
01 – Metallica – Battery (Missa)
02 – GG D’Agostino – Pioggia e sole (Simo)
03 – Brand New – The quiet thing that no one ever knows (Manq)
04 – Rooney – Don’t come around again (Polly)
05 – Meg – Distante (Giudi)
06 – Persiana Jones – Ore e giorni (Bazzu)
07 – Dire Straits – Sultan of swing (Missa)
08 – Cristian Marchi feat. Dr. Felix – Love, sex, american express (Simo)
09 – Coldplay – Yellow (Manq)
10 – Alkaline Trio – Mercy me (Polly)
11 – Mark Ronson feat. Amy Winehouse – Valerie (Giudi)
12 – The Offspring – Want you bad (Bazzu)
13 – Alien Ant Farm – Smooth criminal (Missa)
14 – Hoobastank – The reason (Simo)
15 – Far – Are you sure? (Manq)
16 – GAMBEdiBURRO – Il mio cuore non è uno zerbino (Polly)
17 – Laroux – Bullet proof (Giudi)
18 – Le Luci della Centrale Elettrica – Per combattere l’acne (Bazzu)

Disco 3
01 – New Found Glory – Understatement (Polly)
02 – Subsonica – Tutti i miei sbagli (Giudi)
03 – Jimmy Eat World – Always be (Bazzu)
04 – American Hi-Fi – Flavor of the week (Manq)
05 – David Guetta feat. Kid Cudi – Memories (Simo)
06 – Iron Maiden – Hallowed by the name (Missa)
07 – Persiana Jones – Puerto Hurraco (Polly)
08 – Florence and the Machine – You’ve got the love (Giudi)
09 – System of a Down – Chop Suey (Bazzu)
10 – Coheed and Cambria – Far (Manq)
11 – Bumble B – Crime of passion (Simo)
12 – Good Charlotte – Riot girl (Missa)

Disco 4
01 – Florence and the Machine – Heavy in your arms (Giudi)
02 – Derozer – Alla nostra età (Polly)
03 – Helloween – I want out (Missa)
04 – Lady GaGa – Alejandro (Simo)
05 – Rancid – Black & blue (Bazzu)
06 – Bad Religion – Sorrow (Manq)
07 – The Smiths – What a difference does it make? (Giudi)
08 – Hoobastank – Crawling in the dark (Polly)
09 – Blink 182 – The rock show (Missa)
10 – David Guetta feat. Akon – Sexy Bitch (Simo)
11 – Shaggy – Mr. Bombastic (Bazzu)
12 – Jimmy Eat World – 23 (Manq)

Nota: aggiornata la sezione “musica”.

Google Hit List [Luglio 2010]

Vabbè dai, sto mese Google Analytics deve aver fatto casino.

1 – manuel agnelli grande figo
2 – tedeschi odiano gli italiani
3 – pogo anni novanta
4 – insetti succhiasangue in svizzera
5 – riassunto dettagliato la solitudine dei numeri primi
6 – tronco encefálico
7 – qual’è il codice di’installazione per harry potter e l’ordine della fenice
8 – gabicce mare billabong
9 – figa stellare
10 – conto alla rovescia