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La festa per un omicidio è una cosa che non riesco a digerire.

Mi son preso del tempo per scrivere qualcosa in merito all’assassinio di Osama Bin Laden.
Mi è servito del tempo perchè per una volta non volevo scrivere di getto, ma riflettendo su cosa, davvero, della questione mi abbia colpito. Ed il risultato è che tutto ciò che mi resta e mi resterà per sempre di tutto questo è che ancora una volta la razza umana ha saputo dimostrare il motivo per cui le cose vadano spesso così male.
Siamo e saremo sempre animali.
Finchè ci saranno feste in piazza per l’uccisione di una persona, per quanto colpevole dei peggiori delitti, il futuro non potrà mai apparire roseo. Dall’occidente democratico, da coloro che con la loro politica decidono le sorti dell’intero pianeta è lecito aspettarsi di più, di meglio, rispetto alla danza della vittoria sul cadavere del nemico.
Quando cose come questa accadono tendo davvero a sentirmi fuori posto nella nostra società.
E la pianto qui, perchè il tutto mi mette una tristezza immensa anche senza voler pensare che ci sia una possibilità tutt’altro che remota che molto di tutto questo sia stato inculcato nella testa della gente a forza.
Senza quindi voler pensare ad un funerale in mare, ad un popolo che ha imparato ad odiare chi gli hanno detto di odiare, a situazioni tutt’altro che chiare che hanno scatenato guerre e morti per motivi che posso solo immaginare.

Camera Mask


Il primo film realizzato con la fantastica Camera Mask.
E’ ovviamente un film muto, perchè la Camera Mask non ha microfono, ma come prima prova direi che sono soddisfattissimo.
Alla faccia di chi sosteneva fosse una cagata!

Google Hit List [Aprile 2011]

A cavallo tra i due eventi mondiali più chiacchierati del momento ecco arrivare la consueta classifica di fine mese. Prima di stenderla però, voglio dire anche io due parole due sui due avvenimenti di cui sopra.
Le nozze reali di William e Kate: partendo dal presupposto che chissenefrega, non nego di aver ovviamente sviluppato un senso di competizione nei loro confronti dovendo io sposarmi tra cinque giorni. Voglio anche io il live streaming della cerimonia. Necessito aiuto per realizzare la cosa.
La beatificazione di Wojtyla: il presupposto è più o meno quello di prima. Non mi piace che la chiesa cattolica metta becco nelle questioni della mia vita quindi dovrei riservarle lo stesso trattamento non mettendo becco nelle sue questioni. Questo intento sarebbe facilitato se non vedessi ovunque gente che osanna la figura di un tale che, secondo i miei criteri, tirando due somme forse in paradiso neanche entrerebbe. Ad ogni modo, partendo da una lucida analisi fatta da un mio amico anni fa, non capisco perchè Vanna Marchi debba essere arrestata se vende sale grosso che allontana i fantasmi, mentre sia lecito chiedere 1000 euro per una stanza vista beatificazione.
La classifica di questo mese a me piace. Ci sono tante domande a cui mi farebbe piacere rispondere, ma non è forse il caso.
In settimana, come detto, mi sposo.
Forse, finito tutto, riprenderò anche ad aggiornare con più frequenza.

1 – il marsupio è da sfigati
2 – canzone eeehhh ooohhh radio virgin 2011
3 – cosa facevano i saosin prima di formare la band?
4 – uomo moviola è un uomo moscio?
5 – tom delonge dita su per il naso
6 – fa più schifo berlusconi o il duce?
7 – streaming illegale, siamo davvero alla fine?
8 – perche’ zucchero non gradisce testimoni di geova ai suoi concerti?
9 – e se gesù fosse venuto dal futuro?
10 – atticus black perche l’uccello?

Comprare dischi


Da due o tre giorni volevo scrivere del Record Store Day 2011 perchè la ritengo una bellissima iniziativa. Non l’ho fatto fino ad ora perchè, essenzialmente, per me è difficile ricordare IL negozio di dischi. Quello che ha caratterizzato la tua adolescenza musicale. Quello dove andavi dopo scuola (o invece che a scuola) a comprare i primi album scelti da te e non per te.
Io sono cresciuto a Brugherio (MB) e a Brugherio c’era un solo negozio di dischi: il Pick-Up. Era uno stanzino piccolo e aveva pochissima scelta, ma il gestore era in simpatico e provava sempre a darmi una mano. Facevo le medie e da lui ho acquistato la serie completa delle compilation “Alba” più non so quante altre porcate dance. Ci ho anche preso “Nord-sud-ovest-est” degli 883, giusto per dare un quadro temporale alla cosa.
Poi è arrivato il liceo e la mia vita è cambiata, in tutto, ma anche e soprattutto musicalmente parlando. Il grande salto l’ho fatto comunque da Pick-up, entrando e comprando “Ixnay on the Hombre“. Qualche mese dopo tornai da lui a chiedere “Heavy Petting Zoo“. Ci misie due settimane a procurarmelo. Lì capii che forse, per le esigenze che stavo maturando, quel negozio non avrebbe più fatto al caso mio. Qualche mese dopo, in ogni caso, a Brugherio aprono un Bennet e Pick-Up ci si trasferisce dentro col proprio negozietto. Dura forse sei mesi. Poi chiude. Ora al suo posto c’è un Gamestop.
Dicevamo i tempi del liceo. Io andavo a Monza e tutte le mattine passavo davanti ad un negozio enorme, proprio di fianco alla Rinascente, chiamato “Ricordi Megastore”. Abituato ad uno stanzino di 4 metri per due, all’inizio pensavo si trattasse di un immenso passo in avanti, ma sbagliavo. E’ vero, c’era più scelta, ma alla fine per quanto concernesse i miei nuovi gusti non c’era tutta questa differenza in quanto a fornitura. Peggio ancora, non c’era servizio nè rapporto col cliente. Nessuno ci avrebbe messo due settimane a procurarmi un disco lì. Se non lo trovavo erano puramente cazzi miei. E poi i prezzi iniziavano a farsi proibitivi.
Monza non è Milano, però, e a trovare un negozietto di dischi che facesse al caso mio ci ho messo un po’ di tempo. C’erano infatti i negozi per i metallari, ma erano appunto pieni di metallari e a quei tempi io in posti con dentro i metallari non ci entravo a prescindere.
Però, girando e girando, un posticino l’avevo trovato. Inculatissimo in una vietta senza marciapiedi nell’intrigo dei sensi unici del centro c’era il Musicland, quello che definirei il reale punto di riferimento del me teenager in fatto di dischi. Ci ho preso robe che nemmeno ho più, tipo “90-93” o “Gli Amici di Roland“. Ai tempi io non avevo internet e per me l’informazione musicale arrivava unicamente dalle persone che conoscevo a scuola. Quindi andavo al Musicland e passavo gli espositori, chiedendo consigli e pareri. Era divertente.
A fine liceo però è arrivato internet e con lui il mail order di siti tipo “Negative” e roba del genere. Il Musicland ha chiuso e dio solo sa cosa c’è oggi al suo posto. Quella via io non la percorro dai primi anni zero.
La storia si conclude negli ultimi dieci anni, un periodo privo di riferimenti in cui i CD dapprima venivano comprati ai banchetti dei live show e poi, quando anche lì hanno smesso di venderli, on-line su siti tipo “Interpunk”. Se può contare qualcosa a mia parziale discolpa, mai su Amazon. Per un brevissimo lasso di tempo mi sono persino trovato a comprare CD in un negozio di abbigliamento, il Quarter, tanto ero perso e privo di riferimenti. Che poi io sono il primo ad avere delle colpe. Ho girato mezza New York per trovare “Generation records” e non ho mai provato a prendere la metro ed andare a Milano a comprare un disco dove è giusto farlo.
Anyway, a me la musica piace.
Mi piace anche comprare i dischi, schiavo più che altro della necessità di possedere oggetti (e farmici a mia volta possedere, citando il buon Tyler Durden).
Questo post quindi promuove un’iniziativa sacrosanta in favore dei negozi di dischi. Quelli veri.
Quelli che mi sarebbe piaciuto frequentare di più in gioventù.
Quelli che, se domani vinco al superenalotto, ne apro uno esattamente uguale e vivo la mia vita facendo la cosa che amo più fare: ascoltando e parlando di muscia.

Google Hit List [Marzo 2011]

Ogni mese penso di eliminarla, ma poi continuo imperterrito a dare spazio a questa rubrica. Non so perchè. Ad ogni modo giusto per restare in tema blog, segnalo con piacere un incremento delle visite dovuto più che altro al fatto che ho iniziato a pubblicare alcune delle pagine che scrivo via Facebook, superando quel mix di pudore e diplomazia che non vorrebbe la divulgazione ad ampio spettro del mio pensiero per salvaguardare rapporti interpersonali o magari lavorativi con chi non condivide. Tutto questo è molto immaturo, da un lato, perchè non condividere non implica certo incrinare rapporti, ma è altresì vero che molto spesso si paga per le proprie idee e che di conseguenza non sempre sia “furbo” metterle in piazza. E, per quanto avere un blog di per se vada contro quest’idea di riservatezza, è anche chiaro come una cosa sia pubblicare un blog nella vastità della rete e lasciare che la gente ci si imbatta per caso, senza necessariamente sapere di chi sia, e un altro paio di maniche sia metterci la faccia.
Non che la cosa importi a qualcuno, probabilmente.
Anyway, ecco la classifica di questo mese, che per una volta premia la precisione a scanso di equivoci:

1 – foto di spagnole( cazzo tra le tette)
2 – alchimista anonimi bresso
3 – negozi a milano dove si possono comprare le erbe provenzali
4 – costruire scolapiatti
5 – come ci vedono all’ estero
6 – il mio vicino di casa e’ un serial killer
7 – un uomo venuto da lontano spartito
8 – sostituire porta asciugamani incastrati con cemento
9 – microfiche gazzetta
10 – Roberto De Mattei

Autocandidatura

Il discorso che Berlusconi oggi ha tenuto a Lampedusa mi ha spinto a riflettere.
Quelle che seguono sono alcune delle cose che ho visto e vissuto da cittadino italiano negli ultimi anni:
– Ho visto un Presidente del Consiglio diventare motivo di vergogna per la popolazione del mio Paese. Soprattutto all’estero.
– Ho visto divorziati e puttanieri in piazza per negare diritti a chi non è abbastanza ipocrita da nascondersi dietro la maschera della “famiglia cattolica”.
– Ho visto “la sinistra” chiedere ai lavoratori della FIAT di acconsentire a farsi sfruttare.
– Ho visto “mani pulite” e ho rivisto molti di coloro che ne presero parte tornare in parlamento come nulla fosse.
– Ho visto Follini, la Binetti e Rutelli nel centrosinistra.
– Ho visto Mastella.
– Ho visto la compravendita di voti e favori in Parlamento. Impuntita e, peggio, ostentata.
– Ho visto la scuola pubblica, patrimonio di cui l’Italia avrebbe dovuto vantarsi, sventrata in vece di sporchi interessi politici.
– Ho visto il Papa in Parlamento.
– Ho visto Scilipoti.
– Ho visto la casta generare ad uno ad uno i propri privilegi arrivando a sbatterli in faccia al cittadino senza alcun pudore.
– Ho visto la politica usare le forze dell’ordine contro i cittadini. Dormienti.
– Ho visto il mio Paese parte in causa in diverse guerre, nonostante la costituzione voglia un’Italia che “ripudia la guerra”.
– Ho visto le leggi ad personam.
– Ho visto puttane e servi fare carriera mentre il governo distruggeva il futuro dei giovani meritevoli al grido, beffardo, di “meritocrazia”.
– Ho visto la legge elettorale “porcata” e gli scempi che ha permesso.
– Ho visto i sindacati aiutare i potenti ad affossare i lavoratori, facendo credere di volerli tutelare.
– Ho visto Gasparri spacciarsi per l’autore di una legge.
– Ho visto gente ridere di disgrazie immani solo perchè queste avrebbero portato loro altri soldi.
– Ho visto la cultura relegata ad un rincaro sulla benzina.
– Ho visto Fede, Minzolini, Bruno Vespa, Liguori, Rossella, Ferrara e tanti altri in onda tutti i sacrosanti giorni a lamentarsi dell’egemonia comunista nell’informazione.
– Ho visto ore di dibattiti e tribune politiche in cui veniva detto tutto ed il contrario di tutto senza che nessuno fermasse la caciara e dicesse qual’era la realtà dei fatti.
– Ho visto il giornalismo morire sotto i colpi di interviste concordate, monologhi sermone e salotti televisivi vuoti di concetti.
– Ho visto un partito nato al grido di Roma Ladrona infiltrare figli, nipoti ed amici in qualunque posizione Roma potesse dar loro uno stipendio sontuoso.
– Ho visto politici rivalutare Mussolini. O peggio, sdoganarne l’apprezzamento.
– Ho visto lo Stato messo in mano ad affaristi senza scrupoli che hanno barattato l’occupazione, il futuro del paese, per i loro interessi.
Ho visto tutto questo e molto, molto altro.
E non ho fatto un cazzo.
Il nobel per la pace quindi, senza falsa modestia, lo merito io, come lo meritano tutti quelli che come me dopo anni, decenni di merda ingoiata a forza non hanno ancora optato per ricorrere alla violenza e risolvere una volta per tutte questa triste e drammatica situazione italiana.

Ringraziamenti (pt.2)

Come l’ultima volta e spero per l’ULTIMA volta, eccomi qui a concludere la stesura della tesi con i ringraziamenti alle persone che l’hanno resa possibile.
Il primo grazie va sicuramente ai miei genitori, a cui ho dedicato tutto questo lavoro. Il loro aiuto ed il loro supporto sono stati costantemente presenti ed anche nel momento delle scelte importanti, come ad esempio il trasferirmi in Germania, il loro appoggio non è mai mancato. Grazie di tutto.
Il secondo grazie va sicuramente ad Elena, per gli insegnamenti i continui stimoli che mi hanno aiutato a crescere durante tutto il periodo che ho passato nel suo gruppo. Il brutto di questo lavoro è che non c’è mai un punto di arrivo, ma solo nuovi punti di partenza, perché avrei fatto volentieri dell’AG Rugarli il mio traguardo.
Poi c’è la Polly, ovviamente, trasformatasi negli anni da collega, ad amica, a fidanzata a futura sposa. Non credo ci sia molto da scrivere riguardo una persona con cui sono felice di passare (letteralmente) ogni singolo minuto della mia giornata. Averla vicina è stato fondamentale per arrivare alla fine di questa esperienza, quindi grazie mille anche a lei.
Per finire poi, un ringraziamento doveroso va a tutti i miei colleghi passati e presenti. Il team di Milano: Andrev, la Popi, la Ryan, Möni, Ianlu, Pit, Paolina e (quasi)tutti i ragazzi del Besta per i fantastici momenti trascorsi assieme, in laboratorio come soprattutto fuori. E poi il nuovo team teutonico: Jette, Esther, Eva, Sabrina, Sara, Fede, Dominic e i nuovi arrivati. A loro va il ringraziamento per avermi fatto sentire un po’ meno distante da casa. Una menzione speciale va anche al gruppo Langer ed allo stesso Thomas, per il costante supporto, lo scambio di idee ed alcune cene molto apprezzate.
Chiudo con un gigantesco grazie a tutti gli amici veri, presenti oggi che sono a 900 km di distanza esattamente come lo erano quando si viveva nello stesso isolato. Insieme ai miei, la ragione che mi rende impossibile fare questo lavoro ovunque non sia Milano. Vi voglio bene.
Ok, avrei detto tutto, però voglio togliermi un piccolo sassolino dalla scarpa.
Nessun ringraziamento per chi rende la ricerca in Italia impossibile o quasi, per chi costringe ragazzi come me a scegliere tra il lavoro e gli affetti, per chi cerca di boicottare il talento o lo costringe a scappare lontano, per chi lavora quotidianamente nel tentativo di privare i giovani di un futuro. Soprattutto, nessun ringraziamento per chi ha reso possibile che il mio Paese non fosse più qualcosa a cui essere grati dopo il conseguimento di un risultato come può essere il dottorato di ricerca.