Il 2019 è l’anno in cui la famiglia Manq ha deciso di approdare in medio oriente, andando per una delle sue mete più note e suggestive: la Giordania.
Per una volta ci siamo appoggiati ad un’agenzia perché altrimenti avremmo potuto fare i visti dei bambini solo una volta atterrati ad Amman. La prudenza, che non è mai troppa quando si viaggia, ci ha portati a considerare l’opzione di arrivare in loco e poi non riuscire nella pratica restando di fatto bloccati in dogana, cosa che ci è parso sensato evitare, seppur pagando. L’agenzia a cui ci siamo appoggiati è Diomira Travel, che è consigliata direttamente dall’Ente del Turismo Giordano e che è quindi specializzata in viaggi verso questa destinazione. Se agenzia deve essere, tanto vale sceglierla specializzata.
In linea di massima ci siamo trovati bene, al netto di alcuni inconvenienti indipendenti dal loro operato e che, anzi, il loro supporto ci ha aiutato a superare più facilmente. L’unica pecca vera di cui sono responsabili è la logistica dei voli.
La Giordania non è collegata benissimo in termini di voli aerei così per far funzionare il giro al meglio, ottimizzando i giorni, abbiamo optato per un volo di andata con Ryanair (Milano-Amman) ed un ritorno operato da Turkish Airlines (Aqaba-Amman-Istanbul-Milano). Il prezzo dei voli con queste combinazioni è stato davvero molto alto, specie in relazione alla distanza percorsa. Fortunatamente il tour che avevamo in testa necessitava di soli 8 giorni, che si sono effettivamente rivelati più che sufficienti, quindi quel che abbiamo speso in più di aereo lo abbiamo risparmiato con gli alberghi. Quando imputo all’agenzia una colpa sulla logistica dei voli però mi riferisco all’averci prenotato i voli Aqaba-Amman e Amman-Istanbul con solo un’ora di scalo a disposizione. Quando abbiamo visto i biglietti abbiamo immediatamente segnalato che lo scalo ci sembrava troppo breve, ma ci è stato risposto di non preoccuparci perché tanto “l’aeroporto di Amman è piccolo”. Ecco, se vi capitasse non fidatevi. L’aeroporto non è piccolo, non ci sono indicazioni, il personale fatica a comprendere l’inglese ed i controlli da fare sono lunghi e incasinati a meno di pagare 6 dollari extra a persona di “fast track”. Abbiamo preso la coincidenza letteralmente al volo.
Oltre ai voli e ai visti, l’agenzia ci ha prenotato le strutture in mezza pensione, la guida e i biglietti per Petra e il noleggio dell’auto, con annesso seggiolino. Il servizio offertoci da Easy Rental è credo il peggiore mai fornito da una società di noleggio auto a cui mi sia capitato di rivolgermi, ma in questo caso l’aiuto della nostra agenzia è stato determinante ad uscirne tutto sommato indenni. In primo luogo, l’auto era priva di cinture di sicurezza atte a fissare i seggiolini dei bambini. La cosa, spiacevole di per se stessa, diventa ulteriormente fastidiosa nel momento in cui per avere i seggiolini (che senza cinture non posso usare) ho dovuto pagare quasi cento euro. Il lavoro di mediazione dell’agenzia però ci ha aiutati a farci risolvere il problema e dopo 24 ore i seggiolini erano correttamente saldi sul sedile posteriore. Altre fonti di disagio in merito a questo servizio di noleggio auto sono stati la consegna dell’auto in riserva (decisamente scomodo e antipatico), le condizioni dell’auto non proprio perfette, il dover pagare il parcheggio dell’aeroporto dove ce l’hanno consegnata e, dulcis in fundo, la totale mancanza di un piano plausibile per la riconsegna a fine tour. Tutte cose non gravi e certamente superabili, che però mi portano a sconsigliare vivamente quel servizio noleggio.
In conclusione, viaggiare appoggiandosi ad un agenzia da un lato facilita il lavoro, offrendo un servizio di supporto che in posti con barriera linguistica importante è sempre un vantaggio, ma in qualche modo “deresponsabilizza” e, almeno nel nostro caso, ci ha portati a prestare meno attenzione alla pianificazione del viaggio nei dettagli. Certo, non dover fare il lavoro da soli è il principale scopo di andare tramite agenzia, ma questa valutazione credo vari molto da persona a persona. Se dovessi dare un consiglio, probabilmente io rifarei la scelta di appoggiarmi a Diomira, che nel complesso ha fatto un buon lavoro e offerto un buon supporto sul campo, ma solo perché viaggio con dei bambini. Per una coppia o un gruppo di adulti che sono abituati a muoversi e girare, l’opzione fai da te non dovrebbe causare alcun problema insormontabile e permetterebbe probabilmente di risparmiare un pochino.
Prima di passare all’itinerario, una breve nota sulla moneta. In Giordania c’è il Jordan Dollar (JD), che quando siamo andati noi veniva cambiato, indifferentemente, a 1.5 EUR o 1.5 USD. La carta di credito è accettata molto frequentemente e anche i dollari americani funzionano abbastanza. Il suggerimento è comunque di portarsi un pochino di USD e prelevare in loco qualche JD per coprire le piccole spese nei negozietti o nei chioschetti.
Il nostro itinerario è iniziato da Amman, la capitale Giordana in cui siamo stati due mezze giornate. Non c’è onestamente molto da vedere ad Amman, farci un giro aiuta più che altro ad iniziare l’approccio all’atmosfera Giordana e medio orientale per chi, come me, non ci era mai stato. I centri commerciali sono completamente occidentali, ma lo scenario cittadino è già vicino all’immaginario che ci arriva dai film e dalle serie spy ambientate in quell’area, soprattutto in alcuni quartieri.
L’unica “attrazione” che posso segnalare è la Cittadella, un piccolo sito archeologico che vale la pena vedere solo per impegnare il tempo, soprattutto se si ha in programma di visitare Jerash come abbiamo fatto noi. Proprio per fare Jerash abbiamo dormito ad Amman due notti, all’Olive Tree Hotel.
Jerash dista un’oretta di auto da Amman, quindi vale la pena non dormire lì. A volerla fare bene, dista massimo due ore dal Mar Morto, quindi invece di rientrare su Amman finita la visita può valere la pena andare diretti alla terza tappa: si spende un po’ di più come albergo, ma il prezzo vale mezza giornata in meno ad Amman ed in più di relax, quindi col senno di poi non avrei troppi dubbi nel fare questa modifica. Per la visita al sito di Jerash non abbiamo preso una guida, lo abbiamo visitato in modalità “fai da te” per essere più flessibili coi bimbi. E’ davvero molto grande e bello e personalmente mi è piaciuto quanto quelli visti in Turchia, se non di più. La differenza è che il sito di Jerash è davvero mal tenuto sia a livello di sporcizia, che di generale incuria. In questo la Turchia al confronto sembra la Svizzera.
Dopo la seconda notte ad Amman ci siamo quindi spostati sul Mar Morto, distante ancora una volta circa un’ora di auto. Lungo il tragitto abbiamo visto le indicazioni per il sito relativo a Giovanni Battista e abbiamo fatto la deviazione, ma arrivati al parcheggio ci è sembrata una pacchianata acchiappa pellegrini e abbiamo fatto inversione senza neanche scendere dall’auto.
Sul Mar Morto ci si va essenzialmente per rilassarsi, fare i fanghi e provare quella stranissima sensazione di galleggiamento estremo mentre si fa il bagno bestemmiando tra i denti a causa del bruciore lancinante che esploderà da ogni singolo, minuscolo graffietto che avete sul corpo. Per chi viaggia con i bimbi è un’ottima tappa intermedia che permette di staccare la spina dalle visite culturali e far sfogare un po’ i piccoli in piscina. La nostra sistemazione in loco (una notte) è stata presso il Dead Sea Spa Hotel che ha svolto in pieno il compito regalandoci un giorno pieno di relax. Ha le piscine con gli scivoli.
Il transfer dal Mar Morto a Petra è probabilmente il più impegnativo del tour, sia per la distanza, che per i tantissimi tornanti che si devono affrontare arrampicandosi tra i monti. Noi abbiamo dedicato un giorno intero a questo spostamento, regalandoci mezza giornata ulteriore in piscina e partendo dopo pranzo in modo da far riposare i bimbi nelle tre ore di viaggio. Il paesaggio durante questo spostamento è molto bello e quindi la giornata, per uno come me che apprezza molto il paesaggio mentre guida, è stata comunque una bellissima esperienza. Arrivati a Petra la sera, abbiamo fatto un giretto per la cittadina, prima di dedicare tutto il giorno successivo alla visita del sito archeologico.
Petra è oggettivamente stupenda e visitare tutto il sito richiede una giornata piena. Noi abbiamo scelto la visita guidata ed è una cosa che consiglio. I bimbi fanno ovviamente più fatica a stare ai ritmi della guida, ma sentirsela raccontare vale la pena. Abbiamo camminato tanto e visto tanto, unica cosa che non siamo riusciti a fare proprio per via dei bambini è la salita al monastero, che ci è stata presentata come lunga e ripida, quindi non abbiamo rischiato.
Nelle due notti a Petra abbiamo dormito presso la Petra Guest House, che sta praticamente all’ingresso del sito.
Lasciata Petra, la destinazione seguente è stata il deserto del Wadi Rum. Anche in questo caso il trasferimento è piuttosto lungo, ma a differenza di quanto fatto per arrivare a Petra, siamo partiti alla mattina per poter sfruttare l’intera giornata nel deserto. L’escursione in Jeep tra le dune e i canyon del Wadi Rum, la cena con il cibo cotto nelle buche e la notte in tenda (noi l’abbiamo fatta al Sunest Camp) resteranno per sempre il ricordo più nitido della mia esperienza in Giordania, una cosa da togliere il fiato. E menzione d’onore ai beduini, che sono certamente le persone più squisite e gentili che abbiamo incontrato durante il viaggio.
Conclusa anche questa esperienza, ci siamo trasferiti ad Aqaba, sul Mar Rosso, ultima tappa del viaggio e nuova meta di relax e sfogo per i bambini. Io non sono mai stato in Egitto, quindi non ho un corrispettivo, ma quel che posso dire è che pur essendo la barriera quasi completamente distrutta, la fauna ittica è meravigliosa e fare il bagno in quel mare, se piace nuotare insieme ai pesci, regala molte soddisfazioni.
Di contro, la spiaggia è piuttosto lontana dagli standard per bambini, sia perché c’è poca sabbia con cui giocare, sia soprattutto perché la temperatura della stessa può raggiungere vette impressionanti e diventa davvero difficile camminare fuori dall’ombra senza ciabatte o scarpine. Noi siamo stati due notti presso il Marina Plaza di Tala Bay.
In conclusione, la Giordania è certamente uno dei posti più affascinanti in cui sia stato, per distanza culturale e paesaggio incontrato. Interfacciarsi con la popolazione locale non è sempre semplice, come non lo è relazionarsi alla cultura araba, ma se si ha un po’ di spirito di avventura e di adattamento se ne possono apprezzare le meraviglie.
VIAGGIARE CON BAMBINI:
Come sempre, ecco alcune note utili per chi volesse programmare un viaggio del genere con dei bimbi piccoli al seguito.
Temperature: la nostra paura più grande era di trovare un caldo insopportabile, ma non è stato così nonostante fossimo in Agosto. In quasi tutte le mete “culturali” il sole picchia, ma il caldo è secco e ventilato cosa che lo rende molto più tollerabile di quanto sia a Milano. Non c’è afa né umidità, basta avere sempre un po’ di acqua al seguito e si vive tranquilli. Noi abbiamo fatto un’escursione di due ore nel deserto alle 2 di pomeriggio senza il minimo problema. Nei due posti di mare invece, nonostante sia comunque secco, il caldo raggiunge davvero picchi notevoli, ma passando gran parte del tempo in acqua il problema è di nuovo inesistente.
Igiene e cibo: senza girarci troppo intorno, la Giordania non è un paese pulito. Su consiglio della guida noi abbiamo usato acqua in bottiglia per lavarci i denti per tutta la durata della vacanza, ma col senno del poi credo non fosse necessario, almeno nelle strutture in cui abbiamo soggiornato. Nessun problema invece con il cibo, sia per la qualità (non abbiamo mai avuto problemi), che per la varietà (cucina molto mediterranea). Abbiamo mangiato tanta verdura, anche cruda, e i bimbi avevano sempre un’alternativa adatta a loro. Ovviamente non c’è maiale, c’è pochissimo manzo e non vi consiglio di ordinare una pasta o una pizza, però nel deserto ho mangiato una capra cotta in una buca che era deliziosa. Olivia ci è impazzita. Io invece ho sviluppato una dipendenza da humus.
Negozi: ad Amman i centri commerciali sono come dicevo molto occidentali e ci si trova di tutto, dai pannolini al latte in polvere. Non abbiamo trovato pappe per neonati o omogeneizzati, che quindi potrebbero non essere reperibili in loco.
Team: La Polly, Puffo, Olly e Manq
Durata: 8 giorni
Km percorsi: 550 indicativamente, tratta aerea esclusa.
Mezzo di locomozione: Hyundai Sonata
Spesa: 2000 euro (A persona, indicativamente e includendo le quote dei bimbi)
Sponsor*: Jo Petrol
VALUTAZIONE:
*Con Sponsor si intende il o i prodotti che si sono distinti per presenza costante durante il viaggio. Nessuno mi ha mai dato un euro per viaggiare, mai.