A casa da solo
Ghiaccio, succo di frutta “Ananas e Fibre” della Derby Blue e Jack Daniel’s.
Shakerare.
Versare nei bicchieri.
Correggere con una punta di succo “Arancia Rossa” sempre della Derby Blue.
Questo è il metodo di preparazione del famigerato cocktail “A casa da solo” dy Manq, da gustasri comodamente immersi nella vasca da bagno. Da sempre un must quando i miei genitori vanno via per qualche tempo. Una volta, almeno, lo era.
Da ieri la situazione che non si presentava da tempo immemore è tornata di grande attualità poichè i miei hanno risposto all’invito di nozze di alcuni miei parenti in terra sicula (colgo occasione per fare i miei più sentiti auguri). Le circostanze però, sono tutt’altro che favorevoli al relax e al divertimento sfrenato.
Il mio cane deve prendere delle medicine al mattino presto e alla sera e, essendo diventato anzianotto, necessita di mille attenzioni e continue escursioni alla toilette. Ieri sera ho erroneamente scordato alzata la tapparella della mia camera, causandomi una infelicissima sveglia alle 4.53 di questa mattina, impossibile da riconvertire in sonno. Questo ha fatto si che le mie ore tra le braccia di Morfeo siano state ridotte a meno di 3. Già perchè ieri sera è venuta Ambra che, nonostante tutti i buoni propositi e le amorevoli operazioni volte a distendermi i nervi, non è riuscita ad impedirmi di dare un’ultima lettura agli appunti di Biotecnologie Farmaceutiche II, cosa che mi ha tenuto impegnato fino a ben oltre le 2. Passate così due ore a rigirarmi nel letto imprecante senza riuscire a richiudere occhio, è “finalmente” giunto il momento di alzarsi.
7 in punto.
Mi attendono, oltre alle sopracitate manovre sul frangente cane, 8 ore di seminari di Bioetica sulla commercializzazione del corpo umano. L’inizio è previsto per le 9.30, tuttavia pur di scroccare un passaggio alla metrò da Simo esco di casa alle 7.45 pensando di sfruttare il pre lezione per studiare, visto che la giornata non lascierà troppo spazio a questo tipo di attività. Stenderò un velo pietoso sul ritardo del gay*, uscito di casa solo dopo che il campanile avesse scandito le 8, e passerò direttamente a ciò che è stata la giornata. Per quanto l’abbia fatto forte, il caffè della mattina aveva di che tribolare per contrastare l’azione degli antistaminici, purtroppo imprecindibili in questo periodo, e la mia attenzione a lezione era sufficiente a tenermi sveglio, ma non a consentirmi operazioni di ripasso. Ad aggravare la situazione si è aggiunta una scelta errata nell’abbigliamento che, adatto alle 7 del mattino quando l’arietta è ancora gelida, sì è rivelato totalmente inopportuno per le restanti 8 ore. Non mi era mai capitato di rimpiangere di non aver messo i pantaloni corti, anche perchè solitamente li indosso perfino in condizioni di freddo importanti. Le ore passano lente fino alle 16.30 quando ormai allo stremo delle forze, decido con Lale di fuggire dal seminario con un’oretta di anticipo. L’dea è di tornare a casa dove mi attendono i chilometri a piedi dalla metro alla mia dolce dimora e quelli dedicati alla bestia che, seppur incolpevole, è diventata un bell’impegno. Fatto questo ci sono da lavare i piatti, arieggiare casa e preparare una cena decorosa. L’importante è non rilassarsi perchè dormire alle 18 vuol dire giocarsi la notte. Domani infatti ho l’esame alle 9.30 e, come di consueto, sono tesissimo. Se non trattengo tutta la stanchezza per stanotte rischio di passarla insonne e questo sarebbe un bel guaio. Per poter fare tutto con calma ho puntato la sveglia alle 6.30 e, nel farlo, mi sono sentito soffocare. Le 6.30 sono un orario che non ho mai conosciuto.
Ora concludo la mia serata scrivendo un po’, prima di andare a letto a ripetere un po’ nella speranza che il sonno mi colga. La cosa non si sta rivelando troppo redditizia perchè il mio stato di tensione resta ai massimi storici.
Domani 25 Maggio ho un esame e questo di per se è già un ansiogeno notevole, in più si aggiunge la finale di Champions League. La partita della stagione.
Solitamente dopo l’orale la tensione scende.
Domani non sarà così.
Domani sarà una sorta di giornata campale.
* preciso che la parola gay non è usata come insulto o discriminazione, ma semplicemente come aggettivo qualificativo.