TV
Rai per una notte
Ieri sera è stata trasmessa una puntata speciale di Annozero, la trasmissione di Michele Santoro.
A causa della cancellazione di tutti i talk show dai palinsesti Rai, questa è stata trasmessa solo da alcune TV private e satellitari, nonchè in rete, dando luogo al più grande fenomeno on-line della storia italiana.
In questo blog amo parlare del mio Paese e credo che un tale evento meriti di essere analizzato.
Oggi in rete è possibile rivedere l’intera trasmissione cercandone i frammenti su youtube (23 in totale, per una durata poco superiore alle tre ore).
Come prima cosa quindi ho deciso di creare una playlist in cui fosse possibile vedere tutto il programma, dall’inizio alla fine.
Spero funzioni.
Divulgo tutto questo perchè ritengo che per potersi dire favorevoli o contrari a quanto viene affermato nel programma, in prima istanza è necessario averlo visto. Sembra banale, ma questa cosa spesso viene dimenticata e troppi sono quelli che parlano sul sentito dire, sui loro preconcetti o su quanto altri hanno detto loro in merito.
Io “Rai per una notte” l’ho visto tutto ed ora cercherò di sottolineare le cose che mi hanno colpito della trasmissione, andando per punti.
Mi piacerebbe si aprisse un dibattito in merito, ma non credo succederà. Quello che spero è che magari qualcuno passando di qui provi a guardare e farsi un’opinione propria.
Iniziamo.
1/23 – Il primo frammento si apre con un parallelismo ormai “gettonatissimo” tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il fu Duce Benito Mussolini. A mio avviso è innegabile ci siano elementi caratteriali comuni alle due figure (su tutti megalomania e grande carisma), tuttavia credo sinceramente che Berlusconi non sia in grado di diventare un nuovo Duce. Il motivo che mi spinge a dire tutto questo è che, nella sua follia, Mussolini voleva grande l’Italia ed il suo popolo (ricevendo gloria infinita dall’essere stato colui che aveva relizzato tutto questo, ben inteso). Berlusconi vuole grande se stesso e null’altro e chi ragiona così, prima o poi, resta solo.
2/23 – Santoro apre il programma con una lettera aperta a Napolitano. A me Santoro non piace come conduttore, lo trovo spesso arrogante e incapace di instaurare un discorso senza prevaricare l’interlocutore. La sua introduzione sulla necessità di far sentire una certa voce in questo momento però la trovo condivisibile e ben posta, seppur in maniera in alcuni passaggi esagerata. Durante la trasmissione, non essendoci voci “antagoniste”, non avrà mai occasione di mostrarsi prevaricatore come suo solito e questo me lo ha reso più digeribile.
3/23 e 4/23- Sigla, con esposizione del pensiero di alcuni presenti alla manifestazione PdL. Come qualcuno dirà dopo, non fotografa in pieno l’elettorato di centro destra, vengono chiaramente enfatizzati i personaggi più discutibili, ma sentire certe parole da comunque da pensare. Cercando il peggio in una manifestazione di sinistra non credo le cose andrebbero diversamente, in ogni caso. Dopo la sigla parte il pezzo di Cornacchione. Mi ha spezzato.
5/23 – Primo intervento di Travaglio. Chi dice che Travaglio non ami il contraddittorio e che sia capace di soli monologhi ha probabilmente ragione. Chi dice che è un bugiardo credo di no. Molto significativa l’uscita su come nessuno intercetti Berlusconi, ma sia quest’ultimo ad avere a che fare sempre con gente che, per motivi diversi, è sotto intercettazione.
6/23 – Primo intervento di Floris. A me lui piace molto. Segue il primo intervento di Lerner, altro personaggio che gode della mia stima. Ecco, difficilmente mi è capitato di vederlo così infervorato. Credo ne abbia tutti i motivi.
7/23 – Tristemente reale l’analisi di Barbara Serra, specie per chi ultimamente vive all’estero e sente parlare dell’Italia da un’altra prospettiva. Iniziano poi le Docufiction che, riportando semplicemente le intercettazioni, non mi dicono nulla di nuovo. Non tutti si informano come me, però, quindi bene mostrarle.
8/23 – Primo intervento sulla crisi “nascosta” in vece dell’ottimismo. Si dica quel che si vuole, ma trovo sbagliato consentire ad un azienda in ATTIVO di lasciare a casa trecento persone. Sarò comunista. Poi canta Elio, verso cui ho da tempo il dente avvelenato ed è forse per questo che il pezzo non mi piace.
9/23 – Intervista a Mario Monicelli. Illuminante. Lasciando perdere la conclusione “rivoluzionaria” il dipinto fatto del popolo italiano è incontestabile. Vogliamo che qualcuno pensi per noi, da sempre. Che sia un dittatore, il Papa, o chiunque altro necessitiamo di qualcuno che faccia per tutti, così da gioire se va bene e voltargli le spalle se, o meglio quando, va male. Anche l’intervento di Dorfles è parecchio significativo.
10/23 – Un po’ di dati e intervista a Loris Mazzetti. Il succo del suo pensiero è che chi gestisce la Rai ne voglia in realtà il fallimento. Può sembrare assurdo, però basta fare due conti per trovare il tutto tristemente plausibile. Un po’ perchè chi sta facendo tutto questo è proprietario delle tre televisioni concorrenti, un po’ perchè di indizi in questa direzione ne saltano fuori continuamente.
11/23 e 12/23 – Luttazzi. Non sono suo fan, non mi faceva ridere dai tempi di Mai dire Gol, davvero. Ieri però è stato il vero mattatore della scena. Poi parla Norma Rangieri del Manifesto ed i toni si fanno un po’ troppo drammatici. Non siamo ancora in dittatura. Giusto allarmarsi, ma meglio restare credibili. Fa riflettere la parte sull’editoria, in ogni caso.
13/23 – Altra docufiction, vale il discorso di prima.
14/23 – Morgan. In sincerità, inizia a muovermi a compassione. Interventi totalmente decontestualizzati, visibile stato di euforia farmaco indotta. Non critico la persona, nè i suoi problemi, nè tantomeno il fatto che si droghi, ma il suo intervento è una cosa che può andar bene ad X-factor, ma non in una trasmissione di questo tipo. Il duetto con Venditti, nella sua follia, è speciale.
15/23 – Interviene Milena Gabanelli. Altro personaggio che stimo non poco, quindi niente da dire.
16/23 – Secondo intervento di Travaglio. Da lacrime agli occhi, parimenti dovute a riso e tristezza. Si dice poi che Bondi abbia commentato la trasmissione con un “fanno pena”. Centrale la risposta di Santoro che legittima il pensiero di Bondi, ma sottolinea il diritto di chi non la pensa ugualmente a poter usufruire del servizio.
17/23 – Altro intervento di Floris che prova ad uscire dal clima di “pompini a vicenda” e subito viene rimesso nei binari da Santoro, evidentemente incapace di accettare dissenso anche dai propri “alleati”. Interviene poi Jacona, interrotto sul finire ancora da Morgan, per cui vale sempre il discorso di prima. E mi dispiace.
18/23 – Altra docufiction e nuovo intervento di Lerner, anche questa volta da applausi.
19/23 – Benigni. A me Benigni fa cagare. Simpatico eh, ma non da nessun valore aggiunto alla questione. E poi coi baci ha rotto il cazzo. Gusti, per carità.
20/23 – Altro intervento dalla “crisi invisibile” e Trio Medusa. Loro invece a me piacciono molto.
21/23 – Intervista ad Emilio Fede. Non credo serva commentare. Poi è il turno della musica di Teresa De Sio, ampiamente evitabile in ambe le performance.
22/23 – Secondo pezzo della De Sio (vedi sopra) e intervento a sorpresa di Crozza che imita Brunetta. Ai miei occhi risulta identico. Bello.
23/23 – Classica conclusione con le vignette di Vauro che mi fanno meno ridere del solito. Salvo unicamente quella su D’Alema, che mi ha spezzato.
Questa, ai miei occhi, è la sintesi del più grande evento on-line della storia del mio Paese e sono contento di averla raccontata qui, con i suoi pro ed i suoi contro. In ogni caso, qualcosa di cui in Italia abbiamo grande bisogno.
Manovre per rendere la televisione migliore.
Ci sarebbe molto di cui parlare a voler trattare dell’attualità italiana in questi giorni, ma ho deciso di focalizzarmi sull’aspetto televisivo della questione.
Sono altrettanto conscio del fatto che anche in quell’ambito ci sarebbe molto, troppo da dire, ma io voglio restringere ulteriormente il campo a coloro che vengono cacciati ed oscurati dalla TV italiana di Stato, ovvero mamma Rai, perchè si limitano ad esprimere il loro pensiero anche quando questo non è ossequioso nei confronti di chi comanda.
Voglio parlare di… Aldo Busi.
Leggo oggi sui giornali che il noto scrittore sarebbe stato esiliato con effetto immediato dalle televisioni di Stato a causa di una sua esternazione sul Papa in merito ad una riflessione sull’omofobia. Per chiarire meglio la questione non solo linko il video del passaggio incriminato, ma riporto anche testualmente. Sia mai che, un domani, il video sparisca dalla rete. Busi dice: “… però dico che se anche il Papa si scaglia contro gli omosessuali forse quello che… ormai è risaputo: l’omofobo è un omosessuale represso.”
Non mi interessa entrare nel merito della veridicità o meno della tesi, quel che mi interessa è analizzarne il contenuto ed i provvedimenti che ha scatenato, con le adeguate premesse.
Io comprendo, pur non condividendo, l’allontanamento dai programmi televisivi in caso di bestemmia come accadde al buon Roberto “Parola di Baffo” da Crema, per intenderci. Non condivido non perchè sia favorevole a certe esternazioni sullo schermo televisivo, intendiamoci. Sono il primo a ritenere doveroso un processo che porti alla diffusione, da parte dei mezzi di comunicazione di massa, di un certo tipo di educazione. Secondo me tutto il linguaggio scurrile, di ogni genere e tipo, andrebbe rimosso dalle televisioni. Tuttavia fatico a credere che la motivazione di Rai o Mediaset sia l’evitare di diffondere la maleducazione, visto e considerato che entrambe le reti passano reality in cui il linguaggio è colorito a dir poco. E non mi pare neppure che nessuno venga espulso da un programma televisivo perchè utilizza parolacce o linguaggio inappropriato di tipo “laico”.
Ad ogni modo Aldo Busi non ha bestemmiato, ma semplicemente accostato al Santo Padre la definizione di omosessuale represso. Ritenere questa un’offesa è implicitamente accostare alla parola omosessuale un significato offensivo e dileggiatorio che, se non erro, non ha. Avesse detto: “il Papa è un frocio” sarebbe stato diverso. Ritenere quindi la parola “omosessuale” un’offesa è implicitamente fare ammissione di omofobia, indi per cui anche definire il Papa come omofobo non risulterebbe poi così sacrilego. Quindi, stando all’analisi di ciò che Busi ha detto, si può pensare che sia condivisibile o meno, ma tutto pare fuorchè abbia rivolto al Santo Padre parole di insulto.
Poniamo però il caso sopra citato, ovvero che il cattolico medio ritenga quella di Busi un’offesa imperdonabile, perchè è necessario prendere provvedimenti così seri nei suoi confronti?
Una risposta potrebbe essere che nelle TV del nostro paese non è concesso parlare del credo religioso altrui in toni che potrebbero offendere la sensibilità dei credenti. Così fosse non avrei nulla da obbiettare.
Tuttavia a questo punto riterrei opportuno bandire dalle televisioni anche la signora Santanchè che, in questo video, così si esprime nei confronti del massimo profeta dell’Islam: “Maometto era un pervertito pedofilo in quanto aveva diverse mogli tra cui l’ultima di soli nove anni di età“. Tralasciando l’assurdità della frase, talmente decontestualizzata rispetto ad un momento storico e culturale che non è certo il presente da risultare di per sè risibile, ritengo di non sbagliarmi nel ritenere la definizione di “pervertito e pedofilo” ben peggiore di “omosessuale represso”.
Non mi risulta, tuttavia, che la signora Santanchè abbia dovuto subire alcun tipo di conseguenza dopo questa esternazione, quindi forse il motivo per cui l’uscita di Busi è intollerabile e quella dell’esponente del Movimento per l’Italia no è che la prima offende un largo numero di persone mentre la seconda solo una monoranza. Nel nostro paese, intendo.
Così fosse non credo sia tollerabile, per un paese civile, che vengano fatte certe differenze.
Meno male che così non è. Perchè insultare una vastissima parte del popolo italiano, usando un termine indiscutibilmente offensivo e volgare, è ritenuto tollerabilissimo dalla nostra televisione. Anzi. Proprio il nostro premier, che di TV ne ha tre e si batte quotidianamente per gestire anche le tre non di sua stretta proprietà, in questo video si permette di apostrofare diciamo il 35% degli Italiani come “coglioni che fanno il proprio disinteresse”.
Allora perchè tutta questa avversione per il povero Busi?
Io proprio non riesco a spiegarmelo. Tuttavia credo che nemmeno chi ha deciso per questo linciaggio mediatico possa spiegarne le motivazioni senza entrare in contraddizione o risultare ipocrita.
Meno male che a queste persone nessuno chiede spiegazioni.
Chi ha orecchie per intendere…
Quello riportato qui a fianco è uno dei tre spot d’autore che Intesa San Paolo ha deciso di far circolare sulle reti televisive del nostro bel paese. Non so se stia girando per davvero o no, purtoppo non posso più seguire la TV italiana, però in rete c’è arrivato, la gente ha iniziato a parlarne ed io, di conseguenza, voglio spender due parole in merito.
Per prima cosa mi permetterei di fare due pulci alla storia narrata nel promo. Claudio “33 anni, laurea con lode e dottorato (o PhD come dicono in America)” è il protagonista della favola. Facendo due conti a quell’età, se è bravo come si lascia intendere, a Los Angeles deve aver fatto il PhD e almeno un post-doc, se non due. Verrebbe da dire che uno non fa dottorato e due post-doc nello stesso laboratorio, se vuol davvero fare questo lavoro, ma qui andrei sulla pignoleria e non è questo quel che mi preme adesso, quindi passo oltre. Sta di fatto che a questo punto decide di ritornare in Italia a fare il PI, ovvero il capo laboratorio. Il professore americano gli fa il suo in bocca al lupo, la morosa americana sclera un po’, ma lui è deciso e parte. Domanda: dove cazzo va? Qualcuno gli ha spiegato che per tornare a fare il PI in Italia, in Università, deve fare milioni di concorsi che non vincerà mai perchè il suo posto è già assegnato ad almeno tre diversi sgherri che hanno sacrificato la scienza per restare a far da schiavi a qualche cattedrato? Forse no. Però, grazie al cielo, in Italia non c’è solo l’università e questo Claudio lo sa. Lui a Los Angeles ha pubblicato bene, diciamo un paio di primo nome su Nature/Science/Cell, ha un buon curriculum e quindi applica a Telethon e vince un posto da PI al Tigem di Napoli. Bravo. Come lui ce ne saranno 1 su un milione, anche e soprattutto considerata l’età, ma ci sono e quindi bravo. Adesso qualcuno mi spiega in tutto questo che ruolo può mai ricoprire Intesa San Paolo?
Sul serio, qualcuno me lo spieghi perchè io non lo capisco. Mi pare ovvio che non abbia la minima intenzione di finanziare la ricerca, visto che in gergo scientifico “finanziare” non vuol dire prestare dei soldi, ma regalarli. Potrei non prendere bene il fatto di essere emigrato proprio quando le banche iniziano a regalare denaro invece che succhiarlo come sanguisughe.
Forse però ho capito male. Forse quello che Intesa fa per Claudio, il ragazzo dello spot, esula dalla ricerca e si riferisce alla sua vita privata. A quel punto non capisco perchè scegliere il ricercatore come figura e non un qualunque ragazzo che decide di rientrare a lavorare nel suo paese, forse perchè la figura del ricercatore fa sempre un po’ più pena delle altre, ma ad ogni modo ok. Diciamo che Claudio ha bisogno di una mano per rifarsi una vita a Napoli, insieme a Kate, e quindi si rivolge alla banca amica dei ricercatori.
Sono così andato, per curiosità, a vedere sul sito di Intesa San Paolo i servizi che offrono ai giovani, ricercatori e non. Alla fine Claudio ha 33 anni e Kate forse pure qualcuno meno, quindi rientrano ampiamente nella finestra d’età necessaria per poter accedere a questi privilegi.
I due possono ad esempio aprire un conto a zero spese con operazioni on-line (ZEROTONDO). Wow. Non so quante banche non abbiano ormai conti di questo tipo, ma anche fosse l’unica mi chiedo in ogni caso cosa ci sarebbe di così straordinario in un ente che ti chiede di prestargli i tuoi soldi e non ti paga nemmeno. A sto punto te li tieni nel materasso, no? Vabbè, Claudio sta a Napoli e non vuole rischiare, quindi ok fa bene ad aprire il conto.
Costantemente in due su uno scooter però non possono andare avanti, ‘sti poveri figli (oltretutto, non per apparire razzista, ma è assodato che glielo fottano la prima settimana e non potendo nemmeno assicurarlo credo che presto o tardi avrà bisogno di una macchina. Se compra un altro scooter c’è da farsi due domande su come abbia avuto quei risultati nella ricerca.). Avranno bisogno di un’auto ed essendo ricercatori, indi privi di risparmi di sorta, potranno chiedere ad Intesa di far loro un prestito (PRESTITO GIOVANI). Purtroppo però Intesa chiuderà loro la porta in faccia perchè nessuno dei due ha risieduto in Italia gli ultimi due anni e quando avranno due anni di residenza, finalmente, saranno fuori dalla finestra temporale che consente di richiedere il prestito. Una sfiga, perchè avrebbero potuto farsi prestare 30.000 euro per renderne 35.000 dopo ventiquattro mesi (spannometricamente).
Servirà loro pure una casa, direi. Possono provare per un mutuo (DOMUS GIOVANI), ma come sopra Kate non ha i requisiti di italianità necessari per avere il prestito. Claudio invece dovrebbe poterlo ottenere anche senza un lavoro fisso e quindi siamo a posto. Ora, sul sito non se ne parla, ma credo che al buo Claudio qualche garanzia la chiedano comunque (l’ipoteca sull’immobile acquistato con i soldi della banca pare non bastare più).
Per finire, la coppia coraggiosa dello spot può anche scegliere di far partire un maxi investimento (EURIZON META GIOVANI) in cui affida un tot dei suoi risparmi nelle mani della Banca per almeno 5 anni per riuscire finalmente ad avere qualche spicciolo di interesse. Anche fosse vantaggioso (non ho tempo nè voglia di fare una simulazione on-line per capire quanto realmente frutti la cosa) non so quante coppie che devono costruirsi una vita in un nuovo paese, con un affitto da pagare (perchè di comprar casa, come detto, temo non se ne parli) e tutte le spese del caso, abbiano anche del valore aggiunto da investire. Che lavoro abbiamo detto che facevano Claudio e Kate? Ricercatori? Ah, ecco.
Nessuna nuova, buona nuova.
Ho scelto questo proverbio come titolo del post unicamente per dire che non lo sottoscrivo.
Non parlerò di questo, tuttavia.
Non parlerò di nulla in realtà, perchè sono stanchissimo. Mi limiterò a segnalare alcune piccole novità riguardanti questo mio blog. Da qualche tempo infatti in fondo al menu è comparsa una piccola icona che, all’occorrenza, si colora di verde o di grigio. Trattasi del mio contatto Skype, messo lì apposta perchè chi abbia voglia di sentirmi e vedermi possa provare a farlo. Se, come credo nella grande maggioranza dei casi, questa esigenza fosse da me corrisposta utilizzare questo mezzo risulterebbe facile e veloce per entrambe le parti.
La seconda novità riguarda una nuova voce nel menu, corrispondente al tasto “visitatori”. Ecco di cosa si tratta: ho semplicemente deciso di installare un Trombi su questo sito. Trombi è uno strumento facile e veloce che permette a chi passa di qui, se vuole, di lasciare una foto ricordo del suo passaggio. L’utilizzo è immediato, non servono spiegazioni, e lo trovo un modo facile e veloce per conoscere le facce di chi si interessa alla mia vita. Non so quanto verrà utilizzato, se mi si chiedesse un parere direi “per niente”, ma ho voluto provare questa cosa. La mia blogstar di riferimento d’altronde lo utilizza ormai da tantissimo tempo e io dopo un po’ mi sento a disagio a non emularla nelle tendenze on-line (ho resistito e resisto tutt’ora solo per quel che riguarda twitter e non ho idea del perchè).
In ogni caso, funziona così:
La prima foto del mio trombi è un mio autoritratto. Lo so, è abbastanza triste, ma volevo immortalare l’irritazione che ha colpito il mio occhio sinistro da qualche giorno a questa parte. Ovviamente ho fallito nell’intento, ma quello è un altro discorso.
La terza ed ultima novità riguarda la sezione musica ed è una brutta notizia. Libero, nota compagnia costitutivamente incapace di fornire servizi decenti ai clienti, ha deciso che la mia pagina personale sui loro server non mi è più accessibile in quanto connesso da fuori dall’Italia. Di per se la cosa non mi frega più di tanto, il problema è che utilizzavo i loro server per uploadare i sample tratti dal disco in ascolto. Questo perchè, non ho mai capito per quale ragione, Aruba si rifiuta di far funzionare i file .rbs. Ora, fino a che troverò un nuovo spazio gratuito su cui poter caricare questi file e farli andare nel lettore posto sotto l’immagine del disco del momento, il mio sito resterà purtoppo orfano di quel servizio. Mi scuso con chi eventualmente possa averlo utilizzato nel tempo e, addirittura, possa averlo ritenuto utile.
Ok, penso di aver detto quel che c’era da dire.
Ora me ne vado a nanna e se l’occhio me lo consente mi sparo un paio di episodi della terza serie di Dexter.
Il 2009 di Manq
Fine anno, tempo di classifiche.
Come di consueto cercherò di prodigarmi nel tentativo vano di selezionare il meglio ed il peggio che quest’anno che sta per chiudersi ha offerto, circoscrivendo la cosa a quei due o tre ambiti che mi preme e soprattutto che posso permettermi di trattare.
Va detto che mai ho avuto tante difficoltà nell’assegnare le posizioni, sia per la presenza di molte opere meritevoli, sia per il fatto che negli ultimi dodici mesi ho veramente visto/sentito/letto molte cose.
Quello che si avvia alla conclusione è stato anche un anno notevole a livello personale, ricco di avvenimenti che in un modo o nell’altro segneranno per sempre la mia vita, ma come al solito riassumere quanto ho vissuto in una pagina del mio diario, che ciò che vivo lo racconta “in diretta”, è un’operazione che ai miei occhi non spicca per utilità. Ecco perchè non lo farò.
Partirò subito con le classifiche invece, che per la prima volta saranno seguite da una breve “spiega” volta a motivare le mie scelte.
Miglior disco
1° Thrice – Beggars
2° Biffy Clyro – Only revolutions
3° Minnie’s – L’esercizio delle distanze
spiega: premio “Beggars” perchè è il disco che non ti aspetti e quindi che apprezzi ancora di più. Questo non toglie che sia anche un capolavoro, ma a mio avviso lo è pure il nuovo Biffy Clyro, quindi per il primato serviva qualcosa in più. Più o meno per le stesse ragioni sego i Brend New, perchè mi aspettavo un capolavoro che non è arrivato. In onestà “Daisy” sarebbe probabilmente nella mia top 3 se fosse stato scritto da altri. Al posto suo ci finiscono i Minnie’s che, semplicemente, una volta ascoltati non ho più tolto dall’auto. Era Maggio. E se dopo aver ascoltato “Milano è peggio” qualcuno avesse ancora da ridire, beh, s’inculi.
Peggior disco
1° Nofx – Coaster
2° 30 Seconds to Mars – This is war
3° Taking Back Sunday – New Again
spiega: primo posto indiscusso per i Nofx che commento citando le pagelle di Giorgio Terruzzi ai tempi di Grand Prix: “Un campione del mondo non si comporta così”. Il disco dei 30StM è ovviamente gran peggio di “Coaster”, tuttavia non ero nemmeno certo di volerlo inserire in classifica. Non avrei proprio dovuto ascoltarlo, inutile lamentarsi dopo. Preciso che, nonostante i fiumi di parole ingiuriose da me spesi su questo blog, “Artwork” dei The Used non è tra i peggiori dischi perchè, pur essendo una maxi cagata, io lo adoro. Letteralmente.
Miglior concerto
1° Biffy Clyro @ Tunnel (Milano)
2° The Get Up Kids @ Estragon (Bologna)
3° All-American Rejects @ Musicdrome (Milano)
spiega: le prime due posizioni hanno una duplice spiegazione. La prima è che i GuK non potevano sperare di vincere non suonando “Forgive & Forget” dopo che mi sono sparato 200km per sentirla. La seconda è che mi sentivo di aver già parzialmente derubato i Biffy Clyro nella sezione dischi. Però anche solo il fatto di essere tornato al Tunnel dopo secoli vale la scelta. Ho segato il set dei Thursday di Bologna perchè, pur essendo ancora convinto abbiano fatto il live perfetto, rivisti a Milano mesi dopo non hanno ripetuto l’opera, anzi, hanno deluso. Se i GuK nonostante lo smacco sono finiti in classifica, non mostro alcuna pietà per Kris Roe. Invece di “Broken Promise Ring” hai suonato “Boys of Summer”. Vergongati!
Peggior concerto
1° Alkaline Trio @ Rolling Stone (Milano)
2° Green Day @ Datch Forum (Milano)
3° Escape the fate @ Estragon (Bologna)
spiega: la prima posizione va da se, trattandosi di una band incapace di suonare dal vivo. Per quel che riguarda i Green Day il giudizio è sulla prova on stage, perchè non si discute sia stata una delle serate più belle e divertenti di questo 2009. In merito agli Escape the Fate dico solo che sono stati in ballottaggio con i Lost e che hanno vinto perchè: 1- i Lost li ho mollati dopo tre canzoni 2- gli EtF se la menavano di più.
Miglior film
1° Inglorious basterds
2° Gran Torino
3° Watchmen
spiega: onestamente credo ci sia poco da spiegare. Watchmen appartiene ad una categoria di film che solitamente non apprezzo e, oltretutto, è lento da morire. Però non premiare una pellicola con una colonna sonora del genere, con una trama del genere ed una realizzazione del genere secondo me sarebbe stato a dir poco ingiusto.
Peggior film
1° New moon
2° Transformer 2
3° Outlander – L’ultimo vichingo
spiega: in condizioni normali District 9 avrebbe vinto a mani basse, ma di fronte ai fuoriclasse bisogna saper chinare il capo.
Miglior Libro
1° Il Mercante in Fiera – L. Scarpetta
2° Herry Potter (saga) – J.K. Rowling
3° L’assassino che è in me – J. Thompson
spiega: sento di dover precisare solo l’inserimento della saga del maghetto di Hogwarts in classifica perchè sui sette libri sono più le pagine discutibili di quelle buone. Molte di più. Però alla fine mi è piaciuto parecchio e quindi chi se ne incula. Ora sto leggendo “Il Potere del Cane” di D. Winslow e non avendolo ancora finito ho dovuto estrometterlo dalla classifica. Al momento però, con 500 pagine lette su 700, caga in testa a tutti e tre i premiati. La spiega più grezza dedicata al capitolo letteratura mi riempie di orgoglio.
Peggior libro
1° Uomini che odiano le donne – S. Larsson
2° La mano sinistra di Dio – J. Lindsay
3° La solitudine dei numeri primi – P. Giordano
spiega: il primo è un polpettone infinito privo del benchè minimo mordente. Il secondo è una cagata colossale da cui, inspiegabilmente, hanno tratto un telefilm favoloso. Il terzo è il libro con i personaggi più odiosi della storia. Direi che ho motivato a sufficienza.
Miglior serie TV
Scrubs – VIII serie
spiega: decisione ultrasofferta. Quest’anno infatti ho scoperto Boris e Californication, per fare due nomi che potrebbero ampiamente meritare il premio. Ho votato col cuore.
Peggior serie TV
Dexter – II serie
spiega: sottotitolo del Manq al cofanetto: “Come gettare in merda una roba figa.”
Goodbye J.D.
E’ arrivata la fine anche per Scrubs.
Pochi minuti fa ho finito di guardarmi l’ultima serie, praticamente tutta d’un fiato, e mi è piaciuta tanto.
Ma proprio tanto.
Sono contento.
Il motivo è che una delle serie più belle di sempre meritava una conclusione di livello, soprattutto dopo le ultime deludenti stagioni. Così è stato. In questi diciannove episodi finali lo spirito che la serie aveva agli inizi è stato totalmente ricostruito. Parlo del mix di comicità surreale e spunti di riflessione perfettamente amalgamato. Qualche retaggio dell’ultima deriva “barocca” c’è ancora, rimuovere tutto avrebbe tolto continuità alla cosa, ma sono piccole sfumature che non intaccano il contenuto e che quindi si possono facilmente accettare.
Io le ho accettate facilmente.
E poi per il sottoscritto forse c’è dell’altro. Ci sono un monte di riferimenti alla sua vita passata, presente e futura e questo lo fa sentire parte della storia.
lo so, è stupido.
Io sono stupido.
Eppure mi sento sempre un po’ così quando le cose finiscono, anche se finiscono come avrei desiderato.
E così sono qui a godermi il finale delle avventure di John Dorian al Sacro Cuore e la bellissima scena con lui che vede il suo futuro proiettato sul telo affisso da Turk, pensando a cosa vedrò io sul mio telo quando, tra qualche settimana, partirò.
Via alla tristezza e alla malinconia, quelle sensazioni un po’ così che rendono la vita una roba che vale la pena di vivere.
Bella serie, bel finale.
Ho letto che nonostante non fosse previsto un seguito, la Abc sta producendo nuovi episodi. Al momento non mi interessano.
Per me Scrubs è finito oggi con tante risate, un po’ di commozione ed una voglia irrefrenabile di andare alle Bahamas.
Influenza maiala!
L’aggettivo nel titolo ha pura accezione dispregiativa.
Non ho l’H1N1.
Non credo, quantomeno, perchè la febbre alta mi è durata si e no 24 ore ed è andata via da se.
O forse l’ho avuta e si è rivelata la cagata che è: una normale influenza.
In ogni caso è meglio che io rimanga a casa al calduccio anche questa sera, per preservare il mio non proprio roccioso organismo.
Ora c’è da capire come impegnare la serata.
Di giocare a PES ulteriormente non se ne parla, a meno di volersi far venire gli occhi pallati. Gran gioco il 2010, per inciso.
L’idea è quella di guardare qualche episodio della quinta serie di House.
Prima di farlo però ho pensato di testare il mio nuovo PC per quanto concerne il blog management e quindi eccomi qui a scrivere qualche riga dopo diversi giorni.
In realtà non ho molte cose di cui scrivere, la vita da malato non riserva particolari emozioni, ed avendo liquidato in una riga l’argomento PES che di questi giorni è stato il protagonista, restano vermanete poche opzioni.
Ieri ho visto “Uomini che odiano le donne”.
Avevo letto il libro tempo fa e devo dire che il film è decisamente meglio.
Un po’ perchè il cinema ha il pregio di eliminare i fronzoli descrittivi e snellire la narrazione, un po’ perchè il regista e lo sceneggiatore hanno avuto il pregio tagliare tutto l’inutile anche a livello di trama. Non solo, hanno anche dato all’assassino movenze più pulite, da vero serial killer cinematografico made in usa, eliminando tutta “l’imprecisione” che invece aveva nel libro. Questa frase credo non sia comprensibile a chi non ha letto il libro e visto il film e forse non è comprensibile nemmeno a loro, ma non credo di poter spiegare cosa intendo senza rivelare qualcosa della trama. Non amando farlo, prefersico essere incomprensibile.
In tele il Venerdì sera non c’è nulla.
Ma veramente nulla, tanto che sto guardando “Niente di Personale” su La7. Ora non è che sia poi malissimo come trasmissione, però oggi proprio non ci siamo.
Si è aperta con il monologo di Piroso e fin li tutto tranquillo.
Poi c’è stato ospite Paolo Brosio a presentare il suo libro.
In sintesi, dopo aver rotto l’ennesimo matrimonio Brosio si è dato ad un periodo di sesso, alchol e droga da cui è uscito grazie alla Madonna.
Devo riconoscere che vederlo lì, in lacrime, a raccontare le sue sofferenze mi ha un po’ rattristato. Sono così io, mi dispiaccio se vedo qualcuno che è veramente e sinceramente distrutto dal dolore e lui lo era.
Però le testimonianze di chi parla con Dio dopo una vita di eccessi un po’ mi stufano.
Dopo Brosio c’è stato Raf a presentare il suo nuovo singolo e lì ho deciso che avevo guardato la televisione abbastanza.
E ho spento.
Un po’ come ora mi sto rendendo conto di aver scritto abbastanza.
E quindi chiudo.
“Minchia…”
Puntualmente, quando mi ritrovo a riflettere sul mio dottorato e sulla mia carriera, lavorativamente parlando attraverso i momenti peggiori.
Puntualmente questo capita in periodi in cui sono oltretutto oberato di lavoro che non sempre da le soddisfazioni che vorrei.
Puntualmente, infine, quando questo capita io scrivo qualche riga su questo blog per lagnarmene.
Oggi però non voglio farlo.
Oggi parlo di tutt’altro.
Oggi, continuando sul trend dello scorso post, prendo libero spunto dalla famiglia Doni e dedico un post all’ispettore Coliandro.
Il motivo è semplice: mi piace e, almeno quando stacco la sera, voglio dedicarmi alle cose che mi piacciono.
Ora io lo so che mi si accuserà di apprezzare questa serie perchè dipinge il poliziotto come un ignorante fascistoide invasato e convinto di essere Rambo, ma non è così.
Mi piace perchè mostra un poliziotto che, pur essendo un ignorante fascistoide invasato convinto di essere Rambo, sa smentire nei fatti quest’immagine che a parole non manca mai di dare di sè.
Se fossero così, i poliziotti, si starebbe meglio.
Il problema è che solitamente non si smentiscono, anzi.
Qui sarei molto tentato di partire con una divagazione a proposito di quello che ho appreso ultimamente sulle forze di polizia e che è stato raccontato proprio da un poliziotto, ma non lo farò perchè non voglio innervosirmi.
Sta di fatto che il prodotto messo assieme dai Manetti Bros. riesce a divertirmi e questo basta.
Oltretutto la regia e le musiche del tutto “non convenzionali” per la televisione italiana sono un’ottima boccata d’aria fresca nel palinsesto televisivo odierno.
Peccato solo per la recitazione di molte delle comparse e di alcuni dei personaggi a margine, che risultano veramente imbarazzanti.
Ora me ne vado a letto nel tentativo di finire il libro di Dexter, che sconsiglio a chiunque abbia visto la serie, e di riposare un po’.
Chiudo con una citazione proprio da Coliandro:
Ambulante: “Ti prego, aiuta me, compra fazzolettini. Io ho tre figli e mia moglie è incinta…”
Coliandro: “E che te devo dire… Scopa di meno…”
Ecco, per chiarire il personaggio: poi i fazzoletti li compra.
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