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Riflessioni

Mattinata non lavorativa

Questa mattina non sono andato in laboratorio.
Quel che ho da fare posso farlo tranquillamente nel pomeriggio. Da un po’ di tempo non scrivo di quanto faccio al lavoro perchè nelle occasioni in cui l’ho fatto, sistematicamente, tutto poi andava per il peggio. Oggi tuttavia mi sono ricordato di non essere superstizioso, non sempre almeno, quindi eccomi qui. Dopo un periodo decisamente avaro di soddisfazioni, in questa settimana sono riuscito a gettare le basi per tre importanti esperimenti: un’immunofluorescenza, un saggio luminometrico ed un RNAsi Protection. Se la strada continuerà senza intoppi c’è la possibilità che in un paio di settimane io possa avere i primi dati concreti per la mia tesi. Non è detto che questi debbano essere positivi, potrebbe benissimo risultare dagli esperimenti che tutte le idee che abbiamo avuto si rivelino sbagliate. Comunque vada però avrò finalmente qualcosa di concreto per le mani e questo è l’importante. Certo, se i risultati fossero positivi sarebbe decisamente meglio. Odio amare così tanto questo lavoro.
Invece di dormire fino a mezzogiorno come solitamente amo fare appena ne ho la possibilità, in mattinata ho fatto visita agli assicuratori della Unipol per il sinistro di Gennaio che ha visto la morte della mia macchina fotografica. Dopo una strenua contrattazione sono arrivato a farmi rimborsare 200 euro. Non male direi. Con l’assegno atteso tra otto giorni lavorativi potrò finalmente comprare una nuova fotocamera digitale. Con quel budget posso permettermi una onestissima A520 della Canon e avanzare anche qualche eurino. Questa almeno è l’idea di base, ma ancora devo sondare bene il mercato prima di operare una scelta definitiva.
Altro discorso aperto nel campo degli aquisti Hi-tec è la questione notebook, alias portatile. Il modello è stato selezionato: sarà un HP.
Ora resta da trovare il modo di pagarlo meno dello sproposito che costa.
A chiudere il bilancio del periodo, che assume sempre più le fattezze di un noto film di Dario Argento, si collocano gli stanziamenti per il viaggio di due giorni a Londra. Al momento, senza aver nemmeno pensato a cosa mettere in valigia, la spesa effettuata è di circa 130 euro. Non male per una gita fuori porta.
Dannata sterla.
E’ quasi giunta l’ora di andare in laboratorio.
Il regime alimentare che mi sono autoimposto da Lunedì fa si che le mie giornate siano incentrate sulla fame. A qualsiasi ora. I picchi si raggiungono prima dei pasti, comprensibile, e subito dopo i pasti, meno comprensibile. Non che mi sia messo a digiuno, semplicemente ho rimpiazzato la colazione con un caffè e il pasto completo di mezzogiorno con un secondo, un contorno ed uno yogurt magro. Tutto rigorosamente senza pane. Più o meno lo stesso discorso vale per la cena, dove però mangiare meno è decisamente difficile visto che i miei non fanno che gettare roba nel mio piatto e che la mia forza di volontà è inversamente proporzionale alla fame.
Ora è effettivamente il momento di mettersi in marcia.
Quasi quasi mi porto in macchina “Deja Entendu” dei Brand New.

La religione

Sto guardando Schindler’s List.
Non so come mai nell’ultima settimana mi sia dedicato così pesantemente ai film sulla Shoah, tuttavia non è questo l’argomento che voglio trattare.
Voglio descrivere una scena che mi ha colpito molto.
Una donna ebrea, in una baracca del campo di concentramento, pronuncia questa frase:

“Sebbene io non sia un rabbino, in queste circostanze prego l’Onnipotente di perdonarmi se intono il canto benedicente.”

Nulla potrebbe sintetizzare meglio il concetto di religione.

Nel dolore l’anima politica si infiamma

Questa mattina mi sono svegliato con un atroce mal di schiena.
Devo aver preso freddo oppure aver dormito in una qualche posizione particolarmente contorta, sta di fatto che fatico seriamente a muovermi senza sentire fitte lancinanti.
Ridicolo.
Mi sento realmente ridicolo, un incrocio tra un vecchio corroso dai reumatismi e un paralitico.
Ho provato a contattare la mia sciamana di fiducia, la Paola, ma purtoppo non finirà di lavorare prima delle 21.00, ora cui io sarò già uscito di casa.
Dolorante.
Mio padre ha provato a massaggiarmi con un olio strano uscito da non sò dove e i risultati non sono stati troppo confortanti, visto che tutt’ora fatico a stare seduto senza rivolgermi all’Altissimo in tono di sfida.
Parlando d’altro: Bertinotti è presidente della Camera dei Deputati.
Cavoli.
Io non ricordo Nilde Iotti, ero abbastanza piccolo da non sentirmi in dovere di seguire la politica a quel tempo, quindi per me questa cosa è piuttosto sensazionale. Bertinotti, segretario di Rifondazione Comunista posto ad occupare una così alta carica non me lo sarei mai sognato. Era forse l’unico della Sinistra autentica a poterlo fare e, anche se ogni tanto pure lui parte per la tangente, credo sia abbastanza intelligente da fare un buon lavoro.
Quando vedo queste cose penso che forse la Sinistra italiana sta maturando.
Poi mi ricordo che tra i nostri abbiamo Mastella e mi ravvedo.
La cosa brutta è che il povero leader dell’Udeur non è certo il peggiore dei problemi. Il nostro problema serio è venuto fuori in tutto il suo splendore il 25 Aprile e il 1° Maggio a Milano. Quando ho letto dei fischi alla Moratti ho pensato: “Perchè vogliono farle pubblicità?”. Per un momento ho anche pensato che a fischiarla fossero prezzolati di Forza Italia messi li con un preciso e ben studiato piano mediatico.
Ho voluto pensarlo come per convincermi che a sinistra gente così cretina non ci sia.
A quel punto mi è tornato in mente Mastella e ho capito che, nella migliore delle ipotesi, la verità sta nel mezzo.
Non credo di essere troppo moderato nel mio pensiero politico. Su certe cose forse ho vedute fin troppo estreme, ma, cazzo, non mi sognerei mai di dire frasi tipo: “Bisognerebbe espropriare la proprietà privata!”.
A Nassyria intanto continua a morire gente e la cosa è solo un pretesto per litigare sull’intitolare o meno ai caduti vie e piazze. A prescindere dal fatto che in quasi tutte le città si può facilmente trovare Via/Piazza/Corso/ Caduti sul Lavoro e quindi non mi pare personalmente il caso di litigare su una cosa che già giustamente esiste e che non credo necessiti di sottocatogorie ulteriori, si può avere un paese diviso tra chi definisce eroi i caduti e chi grida ad altre dieci, cento, mille stragi?
Ci si può scannare prendendo due posizioni parimenti idiote ed arroccandosi su queste?
Evidentemente sì.
Come ultimo punto di questa mia dolorosa (in senso stretto, visto il mal di schiena) analisi non posso non citare i simpatici amici di Teheran che continuano a gridare quanto stiano facendo per essere competitivi nella corsa agli armamenti nucleari. Sebbene ritengo che si tratti di una sfilza infinita di proclami populisti e privi del minimo fondamento e riscontro che il governo iraniano fa per tener buoni i suoi cittadini, la cosa che non mi spiego è perchè mamma U.S.A. non abbia già messo in moto la sua inarrestabile macchina bellica. Se per far la guerra all’Iraq è bastato il sospetto, mai comprovato per altro, della presenza di armi di distruzione di massa nelle mani di Saddham, perchè la dichiarazione di Ahmadinejad di averle ed essere pronto ad usarle contro l’occidente infedele non è sufficiente a motivare un intervento armato?
Non lo so.
Magari me lo spiegherà Emilio Fede nel TG4 di domani.

Dejavu

Oggi, dopo una settimana in cui non mettevo muso fuori di casa, sono andato in Balzaretti a sostenere un esame: tossicologia.
Risultato? 19.
Accettato? Sì.
Con la brillante mossa di oggi ho ulteriormente massacrato la mia media, riducendola a 25,1.
Non ho mai avuto velleità di media alta, sono sempre stato nell’intorno del 25 fin dal primo anno, tuttavia durante il 2005 ero riuscito ad innalzarla fino all’esorbitante traguardo del 25,5.
La cosa, devo ammetterlo, mi faceva piacere.
Poi è arrivato il 2006.
Da Gennaio, su tre esami sostenuti, ho collezionato i due peggiori voti della mia carriera universitaria. Il terzo non l’ho proprio passato.
Perchè non ho rifiutato?
Perchè non ce la faccio più. Perchè l’università mi sta togliendo la voglia di vivere ed ogni passo verso la sua conclusione, positivo o negativo, accorcia l’agonia.
Ora mi mancano quattro esami.
Quattro fottutissimi esami da sostenere possibilmente entro fine anno in modo da laurearmi a Febbraio/Marzo 2007 come previsto.
A rendere il tutto più facile l’idea di non poter più sbagliare un colpo senza che la media cali sotto il valore soglia del 25, il non avere ad oggi ancora nulla da scrivere sulla tesi se non i ringraziamenti e forse il titolo ed un simpatico clima casalingo che mi catapulta ai tempi del liceo e dei 4 in latino (quando andava bene).
Che cosa mi sta succedendo?
Non lo so. Forse vedere che dopo la laurea le mie aspirazioni si riducano ad un dottorato od un posto da borsista a termine per 800-1000 euro al mese non mi riempie di motivazioni. Forse vedere assolutamente non ripagati anche i più piccoli sforzi profusi nello studio in questi mesi mi ha ulteriormente demotivato. Forse mi sto accorgendo di avere la vita su binari che non mi piacciono e, ancor peggio, che 25 anni sono troppi per azionare una qualsiasi leva di scambio. Forse ho semplicemente finito le energie.
Sicuramente ho finito le energie.
Essendo nell’anno conclusivo si può essere portati a pensare che le abbia finite troppo presto.
Io inizio a pensare di averle finite troppo tardi.

Odio

Non può essere vero.
Dopo quanto si è visto in campagna elettorale avrei ritenuto un fallimento stare sotto il 60%.
Siamo forse riusciti a perdere.
Anche qualora avessimo pareggiato o vinto di poco il mio umore resterebbe lo stesso.
Il mio paese mi fa schifo.
I suoi abitanti mi fanno schifo.
Non riesco nemmeno ad esprimere l’odio che provo per il popolo italiano.
Meglio che smetta qui.
Non è facile.

Slang

Che gran serata.
Era da tempo che non mi divertivo così tanto.
Oggi si è laureato Simo ed era il caso di festeggiare. Il programma prevedeva qualche brindisi alla panchina ed il resto della serata in un qualche bel locale innovativo.
Magari a ballare.
I presupposti per una bella serata fuori dagli schemi c’erano tutti.
Peccato che già intorno alle 22.00 il neo ingegnere desse segni di visibile scompenso.
Come facilmente immaginabile quindi il programa è stato ribaltato portandoci a prendere una birretta al Barcollando e ad assistere all’agonia di Simo per un paio di ore buone.
Sdraiato sull’aiula di fronte al locale, vicino a quanto il suo apparato digerente aveva appena espulso con violenza non faceva certo una bella impressione.
Se a questo si aggiunge la sua totale assenza di reattività a qualsivoglia stimolo e la sua incapacità di aprire le mani, bloccate in una posa rigida tipo Zoidberg, il nostro tentativo di chiamare un’ambulanza non può che apparire giustificato.
I medici tuttavia ci hanno detto che la miglior cura non sarebbe potuta essere fornita se non dal sonno e quindi si è deciso di portarlo a casa ed accomodarlo su un giaciglio per la notte.
E’ stato scelto il divano.
La cosa non è stata affatto facile.
Fatto questo però, secondo Ori, la serata sarebbe dovuta continuare come vuole il famoso detto “the show must go on” e quindi da lì a poco sulla bocca di tutti c’era l’intenzione di recarsi in un night club. Peich appariva il più lanciato e alla domanda dialettale “tal cugnusat?” non faceva che rispondere arrogantissimo con l’ “ohhh” di chi ha di quei luoghi una conoscenza molto più che sommaria.
Al grido di “se ghem de ‘ndà, ‘ndem!” Ori, Aui, Peich, Bazzu ed io ci siamo imbarcati per le vie di Milano alla ricerca di un locale di bassa lega, possibilmente malfamato e lurido.
Peich guidava la sua Golf, fresca del battesimo fornitole da Simo, per le vie del centro come se fosse facile trovare un night in San Babila o in Piazza della Scala.
Qui non posso astenermi dall’aprire una parentesi su quanto possa essere bella Milano alle 4:00 della mattina, quando in giro ormai non c’è più nessuno e la città è sottratta al caos che solitamente la imbruttisce.
Toglie il fiato.
Nessuno di noi pensava avremmo mai trovato un locale, ma l’idea di cercarlo divertiva tutti come ci fossimo imbarcati in una di quelle avventure improvvisate nel cuore della notte di cui tutti noi sentivamo ampiamente la mancanza. Se l’avessimo trovato saremmo entrati e avremmo continuato a vivere la serata sulle ali dell’impulsività che fino a li ci aveva guidato.
Tutti eravamo convinti di questo e avevamo la seria intenzione di andare fino in fondo.
Peccato che, una volta trovato il William’s Night Club, un finestrino della golf di Peich abbia ceduto e si sia irrimediabilmente incassato nella portiera, rendendo inattuabile l’idea di parcheggiare l’auto e lasciarla incustodita.
Per questo siamo tornati a casa.
Ridendo.
Contenti della bella serata trascorsa, che ci ha restituiti all’attitudine adolescenziale capace, ogni tanto, di farti fare qualche sana pazia.
Non credo sarebbe potuto esserci modo migliore di festeggiare il mio 25° compleanno.
Oggi, 8 Aprile, compio un quarto di secolo.
Il fatto che domani, 9 Aprile, avrò via libera per votare anche per il senato non fa di me una persona particolarmente contenta di segnare il suo avanzare nella storia.
Ultimamente odio compiere gli anni e sono sempre meno in grado di contare quanti siano.
Ciò nonostante apprezzo molto serate come quella di questa sera.
Anzi, le sfrutto e mi faccio gli auguri.

“I just wanna say I think killin’ is wrong, no matter who does it, whether it’s me or y’all or your government.”

Al ritrovamento del cadavere del piccolo Tommaso, la situazione è piuttosto pesante.
Alessandra Mussolini dichiara: “Gli assassini del piccolo Tommaso vanno giustiziati. Subito un referendum per chiedere al popolo italiano la istituzione della pena di morte per chi uccide i bambini.”.
La gente ha quasi linciato Alessi, uno dei carnefici dell’infante.
L’associazione “Detenuti non violenti” ha promesso pesanti ritorsioni sui colpevoli una volta incarcerati.
Apparentemente più assennata la reazione di Calderoli che dichiara: “In questo momento il dolore per la morte di Tommaso è così forte che, forse, sarebbe meglio non parlare: siamo attoniti di fronte ad un episodio così terribile, certamente una delle cose più atroci e orribili che siano mai capitate in questo Paese.”. La lucidità però non dura molto, visto che il suo intervento prosegue in questo modo: “In questo momento oltre al dolore, è forte anche la rabbia per quanto accaduto, per questo posso comprendere la rabbia del collega Ettore Pirovano quando arriva a chiedere la pena di morte per chi si macchia di delitti aberranti come questo. Ci si trova di fronte non a balordi ma a bestie, che arrivano a sopprimere un bimbo, colpendolo con un badile, solo perchè piange e le bestie feroci in quanto tali dovrebbero essere soppresse.”.
Queste reazioni, che alcuni definiscono “comprensibili”, mi lasciano non poco perplesso.
Personalmente sono profondamente sconvolto dalle barbarie che alcuni miei simili possono essere in grado di compiere, come è avvenuto in questo caso, tuttavia non voglio nemmeno pensare di dover vivere in uno stato governato dalla violenza e che prende i suoi provvedimenti in ambito di giustizia facendosi guidare dalla rabbia e dalla volontà di vendetta.
Sono fermamente convinto che per Alessi e soci vivere un’intera vita in galera logorato dal rimorso sarà ben più pesante di un’iniezione letale, un impiccagione in pubblica piazza o il sostare di fronte ad un qualsiasi plotone d’esecuzione. Senza un futuro da vivere la morte è solo un sollievo.
Ora la domanda è questa: io sono profondamente convinto che non sia nel diritto dell’uomo uccidere i suoi simili in alcun caso, tuttavia mi rivolgo a coloro che reputano giusta un’azione del genere. Siete sicuri di voler fare questo favore agli assassini?

La realtà

Oggi, intorno alle 12.43, ho potuto osservare l’eclissi.
Questa cosa mi ha permesso di soffermarmi a riflettere su alcuni aspetti della realtà che spesso non valorizzo come vorrei.
Il fenomeno in se non è stato poi così eccezionale.
Ammetto, mi è piaciuto.
La cosa che mi ha realmente affascinato però è stato il blu del cielo.
Non capita spesso di vedere il cielo di Milano blu come lo era oggi.
Veramente strepitoso.
Il sole, il sereno, l’aria del temporale appena andato via, un buon cd in auto a volume discretamente alto e il non trovare il buio all’uscita del laboratorio, sebbene l’ora sia quella di cena: queste cose che all’occhio di molti possono sembrare sciocchezze, oggi mi hanno riempito il cuore.
Eclissi
* Il cielo attraverso una pellicola.