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Riflessioni

Where is my mind?

Volevo scrivere di quel che mi passa in testa adesso, delle piccole paranoie idiote che mi sto tirando.
Come facevo spesso in passato, come ho sempre fatto da che ho questo diario.
Non ci riesco.
Sono inibito.
E mi fa schifo.
Temevo che avrei avuto prima o poi sto “problema”, poi mi ci sono trovato e ho creduto che invece non mi sarebbe affatto successo.
E invece avevo ragione.
Però la cura c’è, è facile ed è già stata sperimentata. Forse è stata abbandonata troppo in fretta sulla scia di un mood positivo che credevo mi sarebbe bastato.
In questo caso sbagliavo.
Basta.
Da adesso si riparte con la tolleranza zero, con l’intransigenza e con l’autocostrizione.
Fanculo.
Riparto da qui, da ora.
Rigorosamente a tempo di musica.

…These last few years I’ve been struggling
and I’m tired of keeping low profile
so now it’s time to show that I’m alive…

One more time with feeling

Sono tornato.
In realtà sono atterrato a Malpensa ieri, ma visto che è solo da domani che riprenderò a lavorare fisso ad oggi il mio giorno di rientro dalle ferie.
L’idea è scrivere un post sul mio viaggio ai Caraibi, ma parto già con l’anticipare che non sarà per nulla facile da stendere, visto che si è trattato del viaggio più bello della mia vita.
Non c’è gara.
Credo di poter affermare di aver visto ogni sfaccettatura di Cuba, ogni suo risvolto, e di averli apprezzati appieno tutti, nessuno escluso.
Ho fatto anche diverse foto di cui sono molto molto deluso, anche se Bazzu su di loro ha espresso parere positivo. Mi piacerebbe sapere perchè gli piacciano visto che io le trovo bruttine, ma confido che presto mi dia le motivazioni del suo pensiero.
Intanto butto on-line il link alla pagina, giusto per completezza e per avere eventualmente ulteriori pareri.
Partirei volentieri con la narrazione della vacanza, ma posso garantire che l’opera è quantomai difficile. Troppo materiale cui attingere, troppi aneddoti, troppi ricordi.
Ci provo.
La vacanza è cominciata a la Habana. 36 ore di immersione nel clima torrido e umido di cuba, nello smog delle macchine anni ’60 e nelle usanze della popolazione del luogo. Posto semplicemente surreale, personaggi anche più incredibili. Si sta in giro, in cinque, tra i cartelloni della propaganda Castrista e i locali Jazz accompagnati da una buona Bucanero (birra e sponsor della vacanza, il cui spot potrete trovare qui) e da qualche simpatico personaggio. Qui facciamo la conoscenza di Roberto e della sua fidanzata, che ci offrono dei sigari, ci portano in un locale a vedere le prove dello spettacolo serale di salsa, si bevono con noi il mojito più caro dell’isola (addirittura 5 CUC aka 3,5 Euri) e cercano in tutti i modi di piazzarci dei Montecristo n°4 alla metà del prezzo cui si comprerebbero nei negozi: 140 CUC per 50 sigari venduti generlamente a 107 CUC ogni 25.
E’ il primo giorno.
E allora di CUC gliene dai 110 per 25 sigari, dicendo che 50 non ti servono e stando a guardare mentre il tipo fa grottescamente finta di sbagliare a contare i soldi per estorcerti altri 10 CUC. A quel punto esci da casa sua convinto di aver preso una solita sonora inculata, ma in realtà hai semplicemente pagato dei sigari il loro prezzo di mercato, permettendo di campare a della gente che altrimenti, se li avessi acquistati in negozio, non avrebbe visto una lira.
Poi ci si sposta a Viñales e li facciamo conoscenza con il mago.
Scrivere tutto riguardo al mago è impossibile.
Il mago è il mago.
E’ quello di cui non sapevamo il nome e che però teneva le nostre chiavi di casa, quello che ci ha portato a mangiare in casa di sua zia dicendo che era un ristorante esclusivo, quello che ci ha fatto da cicerone per una giornata senza volere un solo CUC, quello che ci ha fatto assaggiare la canna da zucchero, quello che ha provato a farci le gomme senza riuscirci, quello che ci ha affittato una finca in mezzo al nulla e gestita dalle tarantole, quello che alle 4 di notte ci ha portato da un suo amico gommista in mezzo alla giungla e che ci ha bucato una gomma per poi ripararcela per portare a casa 10 CUC, quello che per paura di passare dei guai alla fine non ha voluto i 70 CUC dell’affitto della sopracitata finca, quello che ci ha messo 3 giorni a fare il viaggio che noi abbiamo fatto in 4 ore.
Come detto, il mago è il mago e non c’è altro da aggiungere.
E poi c’è stata Maria la Gorda con la sua spiaggia deserta, il suo mare da pelle d’oca, i suoi coralli, i suoi pesci, gli squaletti visti e fortunatamente non riconosciuti al primo sguardo, l’ennesima gomma bucata in mezzo al niente, il viaggio di Peich e Ori sul carro per raggiungere il primo gommista a 16 Km, l’uragano sopportato in mezzo ad una strada con la macchina sul crick e noi sotto l’acqua, l’intero paese (10 persone vecchi e bambini compresi) a tentare di aiutarci in tutti i modi, il testimone di geova che prova a convertirmi sotto l’acqua con una gomma tagliata e l’altra dispersa chissà dove insieme a due dei miei compagni di viaggio, ma soprattutto il tormentone della vacanza: “Ponchada?” “Sì” “E il repureto?” “Ponchado!” “Ohhhhhhhhh!”.
L’avevo detto, troppa roba per essere raccontata.
E rimarrebbero ancora Varadero e il suo all inclusive per ricchi sudamericani, un posto in cui l’occidentale medio ha schifo anche solo a scendere dalla macchina; Cayo S. Maria con il suo all inclusive per signori, in cui ho passato tre giorni indescrivibili (letteralmente, visti i vuoti di memoria causati dalla smodata assunzione di alchool); Trinidad e la sua Salsa in piazza; Cinfuegos e la sua cena problematica; l’Origgi che fraternizza con gli indigeni e canta ad un bambino cubano-napoletano una versione quantomai strana della vecchia fattoria in cui gli animali sono quasi tutti crostacei a parte il leone; la baia dei porci, l’hotel Moka ed il suo rebus (4,4).
Ripensandoci sto ancora male.
Viaggio esagerato.
Tutto ben oltre le più rosee aspettative.
Mi spiace se rileggendo questo post non sarà possibile cogliere il senso o lo svolgimento reale dei fatti, sono disponibile a dare spiegazioni di persona a chiunque le necessiti.
Mi prendo anche una riga o due per ringraziare il Bell’uomo, che andando al concerto dei Bad Religion aveva saputo darmi un gran consiglio.
Uno di quelli che sono molto contento di aver ascoltato.
Alla lettera.
Ora si riprende a lavorare.
Domani mattina ore 9.30 rientrerò in laboratorio conscio di doverci stare per tutto Agosto.
La cosa però non mi tange granchè perchè l’estate non è finita.
L’estate è appena iniziata, anche se ho già esaurito le ferie.
Il grido al momento è uno solo: TOGA!

Nota: aggiornata la sezione “foto”

Un’immagine di me che non ricordavo

In questi giorni l’Estate mi ha preso di sorpresa.
Io me ne stavo tranquillo per i fatti miei e lei una mattina di questa settimana è arrivata così, senza preavviso e con tutta l’intenzione di restare. Approfittando della partecipazione ad un congresso tenutosi praticamente in Duomo, ieri ho deciso di uscire e farci due passi, con l’Estate.
Io e lei soli.
Ho camminato per un bel po’, immerso in odori, colori e sensazioni che se arrivano di punto in bianco come è accaduto quest’anno ti lasciano realmente senza via di scampo. Credo ne sia stato vittima anche Bazzu, seppur in posti e contesti totalmente diversi.
Sta di fatto che ieri mi sono immerso in questa cosa e mi ci sono perso dentro per un bel po’, tra negozi e gente evidentemente sorpresa alle spalle dalla bella stagione come il sottoscritto.
Ed è così che ad un certo punto, camminando, mi sono visto riflesso in una vetrata.
Stavo sorridendo.
A quel punto ci ho riflettuto un bel po’ su è ho capito che sto bene.
Sto dannatamente bene.
Come non mi capitava da molto tempo.
Molto più di quanto si potesse pensare.
Molto più di quanto io stesso avrei potuto dire.
Camminando ho potuto apprezzare questo mio momento, ma ho potuto anche apprezzare il nuovo Alkaline Trio. Devo confessare di aver detto al BU una mezza cazzata: “Agony & Irony” è un gran disco.
E’ pop in modo imbarazzante, ci sono pezzi come “Over and Out” che potrebbero essere stati scritti davvero dai Finley, però entra in testa e non ne esce più.
Dalla mia, perlomeno, non è ancora uscito.
La canzone che meglio può descrivere questo momento però, è assolutamente “I’m yours” di Jason Mraz. Pezzo esagerato, ora come ora capace di rappresentarmi meglio di qualunque fotografia.
E poi Cuba si avvicina e io ne inizio a sentire il profumo, il gusto.
Cazzo.
Ieri io, Missa e Bazzu abbiamo mixato il video di “Carlo e Sara”. Questo sarà invece senz’ombra di dubbio il Video of the Season.
Capolavoro.
E fanculo alla modestia, tanto non mi è mai appartenuta.

All’altare 2.0

Mi si è cancellato il post.
Devo riscriverlo.
Era lunghissimo.
Recitava più o meno così:

Domani la Paola si sposa.
E’ bene fare subito gli auguri a lei e Sazzu, tuttavia non è per quello che sto scrivendo.
Il fatto è che quando gli amici iniziano a sposarsi è segno che anche tu dovresti iniziare almeno a pensare di fare altrettanto e questa, attualmente, per me non è una bella cosa.
Mi si dice che gli uomini hanno paura ad impegnarsi.
Bah.
Io mi impegnerei volentieri, se ne valesse la pena.
Il problema è essere messo nelle condizioni per farlo e, attualmente, la mia situazione è decisamene all’opposto. Questo non è un gran male se si considera che per un’amica che si sposa ne rimangono tanti con cui passi il tempo a dire cazzate, bere birra e realizzare CD celebrativi per nozze altrui, tuttavia la riflessione nasce e, come sempre, lascia qualche piccola traccia di se.
Tutto qui.
Non mi sentirei a posto con me stesso però se non utilizzassi questo post per dare spazio anche alla mia anima frivola, così ho deciso di rivelare in anteprima le mie scelte stilistiche per l’evento che tra poche ore avrà inizio.
Come tutti i bravi allenatori che si rispettino però, lascerò ancora qualche dubbio irrisolto così da creare curiosità e tensione nell’avversario.
Psicologia non è proprio la parola esatta, ma è la prima che viene in mente (cit.).
Inizio dal basso.
All star. Nere, basse e, per imposizione materna, nuove di pacca. Odio le all star nuove, spero di sporcarle un po’ nel tragitto verso la chiesa.
Dai fianchi in giù sarò avvolto in un meraviglioso paio di Volcom blu scuro, forse addizionati di spilletta o forse no, dipenderà dall’umore.
In vita il primo ballottaggio: cintura bianca Atticus con fibia (80%) vs. cintura Famous con borchie nere, ma stinte (20%)? La prima non ha il posto titolare assicurato perchè è larga e mi fa cadere i pantaloni (taglia 32, per altro, non oso pensare dopo il mese di piscina che mi appresto a fare in preparazione a Cuba…). Io odio perdere i pantaloni quindi se domani riesco a fare un buco all’attuale favorita il discorso si chiude facile.
Camicia. Nonostante chiunque abbia provato in qualunque modo e maniera a farmi desistere dall’intento, domani saranno maniche corte. In lizza ci sono una Billabong bianca con stampa appena accennata sul retro (tamarra oltre misura) e una Vans a righe grigio fumo nuova di pacca (in netto vantaggio). Valuterò domani.
Non poteva mancare la giacca da cerimonia. Anche questa è nuova per imposizione materna ed è grigio fumo. Modello di sartoria, decisamente ben fatta, portata a casa ad un prezzo ridicolo, per il tipo di indumento di cui si parla. Anche in questo caso potrebbero subentrare decorazioni tonde affisse sul bavero, ma come nel caso dei pantaloni è tutto legato all’umore.
Il delirio sarà però la scelta della cravatta: nera, rossa, rossa a righe regimental, rosa a righe regimental o rubata dalla scorta del papi? Scegliere ora è impossibile, rimando la decisione a domani.
Per chiudere, gel abbondante e Ray-Ban a goccia.
Anche se diluvia.
Sarò un figurino.
E vorrò sentire tutti i detrattori ritrattare dopo avermi visto, perchè so che lo faranno.
Se non con me, comunque in cuor loro.
Ora è il caso che vada a dormire se voglio alzarmi domani.
Sebbene in Inghilterra non accettassero scommesse sulla mia latitanza dalla funzione, ho deciso di sorprendere tutti e di andarci. Questo perchè non credo di morire a voler fare un bel gesto nei confronti di un’amica che ci tiene.
Credo che però resistere non sarà facile.
Spero almeno che non celebri il pelato.
O un polacco.
Il peggio sarebbe funzione polacca e omelia del pelato.
Oppure un pelato polacco.
Vabbè, in fin dei conti ai miei occhi non è che ci sia poi sta gran differenza.
Chiudo con un comunicato stampa: le grafiche del CD di prossima uscita “How to ruin Vergani’s wedding” sono state ultimate e, senza falsa modestia, spaccano il culo.
Ultimamente traggo notevole soddisfazione dai lavori in cui mi cimento, tuttavia non è questo il post in cui parlerò di questa cosa.
Non è ancora tempo.

C’era una volta uno che scriveva un blog di dubbio gusto

Si potrebbe pensare che mi stia disaffezionando a questo blog.
Si potrebbe avere ragione nel farlo.
Io potrei avere ragione nel farlo.
Ma non lo sto facendo.
Non lo sto pensando.
Non sto pensando a niente, ultimamente.
Non ne ho le forze, la voglia e probabilmente le possibilità.
In questo momento ho un mal di testa apocalittico.
Sto vivendo la serata cercando di ignorarlo, distaccandomene.
Diciamo che l’operazione non sta dando propriamente i suoi frutti.
Diciamo che poco sta dando i suoi frutti ultimamente.
Soprattutto se si toglie dal canestrello di vimini la stanchezza, prodotto di scarto della reazione chimica che è la mia vita e che, come vuole la teoria, sposta causa accumulo l’equilibrio della reazione verso sinistra.
Non so bene per quanto andrò avanti a scrivere, questo post sta prendendo i connotati di quelle belle paginette deliranti che ho sempre scritto, anche se oggi meno frequentemente di ieri.
Per evitare di essere sorpreso dalla fine del mio scritto prima di poterlo dire, lo scrivo subito: sono sinceramente contento per voi, amici. Per tutti e due.
Per altre cose sono deciamente meno contento.
La CEI oggi ha detto che vanno presi provvedimenti per la questione rifiuti.
Il papa giorni fa ha detto che è ora di finirla col precariato.
Attendo un’enciclica di Bertinotti, giusto per chiudere il cerchio.
Ecco, son bastate due righe a togliermi la voglia di scrivere.
Mavvaffanculo.

Quasi quasi inizio a tirare cocaina.

Sono morto.
Credo di essere giunto al primo vero momento di stanca da quando vivo da solo. Sarà l’allergia da controllare con gli antistaminici, sarà che non mi fermo praticamente dall’estate scorsa, sarà che il lavoro ultimamente è più pesante del solito, sarà quel che sarà.
Io però non ce la faccio più.
Ho bisogno di riposo.
Gli unici momenti in cui potrei concedermelo però sono nel week-end e, parlando in tutta sincerità, non mi pare il caso di sacrificare le uniche cose positive della mia attuale vita in virtù dei già abbastanza pesanti sbattimenti.
Forse ho solo una grande voglia di essere felice.
Comunque sia, è soprattutto per l’enorme stanchezza che mi trovo ad aggiornare queste pagine in maniera stanca e poco frequente e quindi sta sera, prima di andare a nanna presto per poi svegliarmi alle 3.00 per vedere CP3 (ok,ok questo può sembrare un controsenso con quanto detto fino ad ora, ma anche no. Decisamente no.) ho deciso di buttare giù due righe.
E visto che non so di che cosa parlare, parlerò delle classiche cose di cui parla la maggior parte dei blogger.
CINEMA:
Ho visto “Jarhead” e mi è piaciuto un sacco.
Ho visto “Babel” e mi ha fatto cagare.
Ho visto “Arizona Jr.” e l’ho trovato strano e surreale, nonchè enigmatico in certi punti.
Ho visto “The Prestige” e non è male, ma neanche bello.
Ho visto “The Illusionist” ed è scontato, ma non eccessivamente brutto.
Ho visto “A History of Violence” e l’ho trovato bello.
Il 24 andrò a vedere il quarto Indi e credo mi farò i primi tre al pomeriggio. E a me Indiana Jones non ha mai entusiasmato.
LIBRI:
Sono in pausa R.R. Martin.
Ho letto “Fuori da un evidente destino” di Faletti e devo dire che è brutto. Peggio di “Niente di vero tranne gli occhi”. Incredibile.
Ho letto “Soffocare” di Palahniuk. Figo. E’ scritto a metà tra come scrivo io e come vorrei scrivere. Grazie BU.
Sto provando a finire “Lo Scudo di Talos” di Manfredi. All’idea preferirei mangiare un secchio di letame. Liquido.
Dovrei iniziare “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov. Un po’ lo temo, ma ho speranze di successo.
MUSICA:
“Pneuma” dei Moving Mountains è un disco della madonna.
“Remain In Memory – The Final Show” dei Good Riddance è imbarazzante.
Ok, direi che posso andarmene a letto soddisfatto e con la coscienza a posto per aver adempiuto al mio dovere di diarista on-line.
Prima però chiudo con una scoperta.
Ho visto per la prima volta “Mai Dire Martedì” e sono rimasto folgorato da lui.
Mi ha spaccato.

Ho voglia di tutto questo

Vedo che vieni verso di me
E dall’emozione io vomito
Aumenta il ticchettio del
Mio orologio biologico

Ti siedi accanto a me (la la la la laaa)
Ed io inizio a sudare
Ti giri verso di me (la la la la la la la)
Non riesco più a respirare

Ma che strano effetto mi fai teeee

Sento già i tuoi ormoni che
Che a flotte mi attaccano
E non mi riesco più a difendere
Mi esce anche il sangue dal naso

Ti siedi accanto a me (la la la la laaa)
Ed io inizio a sudare
Ti giri verso di me (la la la la la la la)
Non riesco più a respirare

Ma che strano effetto mi fai teeee

Guardo in aria e ci vedo i fuochi pirotecnici

GAMBEdiBURRO
Fuochi Pirotecnici
1999

In studio

Finalmente trovo il tempo di scrivere un po’ riguardo la due giorni di studio di registrazione che mi son fatto insieme ai miei soci.
Già, gli H’S’P sono andati in sala a registrare cinque pezzi che finiranno in un EP destinato ai futuri sposi Vergani/Bassi. Cinque pezzi di cui quattro ripescati direttamente dai gloriosi anni novanta.
In sostanza, ho vissuto due giorni in una bolla temporale.
L’esperienza dello studio di registrazione è stata fantastica da tutti i punti di vista. Mi sono divertito, ho imparato un sacco di cose grazie all’aiuto di Fra e Teo (i due fonici del Frequenze che ci hanno seguito e che meriterebbero una statua per la pazienza e la disponibilità) e soprattutto ho ottenuto un risultato inaspettato.
Ascoltando i pezzi una volta a casa devo ammettere di esserne soddisfatto. Nessuno di loro, ad eccezione forse di quello dedicato a Carlo e Sara, è venuto perfetto. Ci sono un monte di errorini ed erroroni sparsi in giro che a sentirli mi picchiano in testa terribilmente. Però sentire “Quella nuova” uscire dalle casse della mia autoradio è una bella sensazione.
Ogni volta.
Anche se si tratta di un pezzo idiota scritto da quattro adolescenti spesso ubriachi nel lontano 1998.
Perchè uno di quei quattro idioti ero io e quel pezzo, per quanto brutto, a me piace. Cosa che non posso dire di “Estate”, quindi non credo la cosa sia dovuta al fatto che il pezzo è nostro.
Anyway, pezzi a parte, stare due giorni in studio è stato veramente figo. Vedere come funziona “fare un disco” è una cosa che da sempre mi incuriosisce e adesso ne ho sicuramente un’idea più concreta. Adesso so anche che saper suonare non è poi così necessario, ad esempio.
Non avevo idea di quel che si può fare nella fase di mixaggio di un pezzo ed ora che lo so capisco molto bene come possano esserci certi gruppi in circolazione.
Ad essere onesto sono anche abbastanza soddisfatto della mia prova da singer. Di solito odio la mia voce registrata mentre in questo caso reisco quasi a sentirmi senza disprezzarmi (e questo non so fino a che punto sia un bene). “Carlo&Sara” dubito di poterla cantare dal vivo tutta di fila senza morire, è altissima, però per il resto mi pare di essermela cavata non male.
E poi le cazzate partorite su “Sombrero” mi spezzano ogni volta che le sento. Difficilmente scorderò la faccia dei miei compari e del fonico mentre le ho improvvisate registrando.
Mai riso tanto.
Adesso non so se l’avventura degli H’S’P continuerà o meno. Ci sono sicuramente un sacco di cose da fare per preparare la demolizione del matrimonio di Carlo, ma non è di questo che parlo.
Non so se continueremo a suonare o no.
Mi piacerebbe andare avanti e fare qualche pezzo nuovo.
Personalmente proverei a farci sopra anche dei testi che non mi debba vergongare solo all’idea di suonare in giro, però queste sono cose che dovremo valutare e decidere tutti insieme.
Comunque sia, questa reunion mi ha reso strafelice.
Ci voleva.