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Riflessioni

Quando prende male, qui prende peggio.

E’ un blog fiacco, questo qui.
Potrei dire che quando uno ha una vita spumeggiante come quella che ho io da queste parti non è che poi ci sia così tanto di cui scrivere. Ed infatti lo dico.
Tirando due somme due, a trent’anni farsi un anno affareinculo lontano da tutti è una gran rottura di coglioni.
A venti probabilmente è diverso.
A venti sicuramente è diverso.
Sei giovane, hai voglia di divertirti e i tuoi coetanei sono giovani ed hanno voglia di divertirsi. Sei studente in mezzo a studenti. Vivi, esci, vai alle feste, limoni. Non perchè tu sia particolarmente brillante, ma perchè è quello l’ambiente. Tutti con le stesse esigenze. A trent’anni invece la solfa è diversa. La gente ha una sua vita e tu, come è giusto, non ne fai parte. Certo ogni tanto esci, qualcosa si organizza, ma sono momenti estemporanei. E poi parliamone: quando capita ti ritrovi in una stanza con diciamo un rapporto 1:5 tra conoscenti e sconosciuti, ognuno con i propri interessi, ognuno con la propria vita, forzati assieme dall’unica esigenza di non restare soli. Ne nascono anche discussioni fighe eh, per carità, lungi da me criticare lo scambio culturale. Però anche dopo aver scoperto cosa pensano quindici persone di cui non mi frega un cazzo rispetto ad uno dei tanti temi che possono essere tirati in ballo non è che ci si senta poi così euforici. La serata passa, la compagnia è anche piacevole, ma non è niente che valga lo stare assieme alle persone di cui ti frega realmente qualcosa.
Capiamoci: sarebbe un modo figo per scappare dalla routine quotidiana, relazionarsi con qualcuno di diverso e allargare i propri orizzonti. Una tantum. Dopo mesi di socializzazione forzata uno si trifola anche i coglioni.
In sintesi quindi, se scrivo sporadicamente e perloppiù di attualità invece che della mia vita è solo perchè non c’è nulla di interessante da scrivere.
Di conseguenza, sono il primo a soffrire della cosa.
Forse anche l’unico.

Sfumature

In Italia se sei una donna, magari immigrata senza permesso di soggiorno, e stai sulla strada vendendo il tuo corpo per pochi euro che dovrai consegnare al tuo pappone per evitare di prendere più botte di quante già non te ne dia di solito, sei una prostituta, comunemente detta puttana o zoccola. Come prevede la legge queste donne sono perseguibili con l’arresto o con il rimpatrio immediato nel caso delle immigrate. I loro clienti rischiano costosissime ammende se pescati in flagranza di reato. Ammende ben superiori al costo della prestazione per cui hanno pagato, per intenderci.
Sempre in Italia, se sei una donna giovane e particolarmente attraente, magari immigrata senza permesso di soggiorno, e vivi nel tuo loft vendendo il tuo corpo per parecchi euro che potrai spendere in vestiti e trattamenti relax, sei una escort, comunemente detta zoccola o puttana da chi non può permettersela. Per gli altri è imprenditrice. Al contrario di quanto prevede la legge queste donne non vengono perseguite e se sorprese in flagranza di reato è probabile facciano carriera in televisione. Di rimpatriarle ovviamente non se ne parla. I loro clienti non rischiano nulla che non possa essere risolto in piazza al Family Day, nemmeno l’ammenda di cui sopra, nonostante possano pagarla senza quasi accorgersene e sia, quest’ultima, di molto inferiore al prezzo della prestazione acquistata.
Tutto noto.
Da ieri però l’Italia è anche ufficialmente il posto in cui se sei una bella donna e vuoi vendere il tuo corpo, ma i moltissimi soldi che prende una escort non ti bastano più, puoi farlo in cambio di una poltrona in Parlamento. Conosciuta come Deputata o collega da chi ha usufruito del servizio, è comunemente zoccola o puttana per gli altri, specialmente per le Deputate donne che si sono meritate il posto. Anche in questo caso niente sanzioni, perchè: “Se anche una deputata o un deputato facessero coming out e ammettessero di essersi venduti per fare carriera o per un posto in lizza non sarebbe una ragione sufficiente per lasciare la Camera o il Senato.”. Niente pena anche per il cliente, comunemente utilizzatore finale.
Credo di dover scrivere alla Garzanti.
La loro definizione di prostituta è ferma alla seconda Repubblica e non menziona tutte queste sfumature.

Agli animalisti

Se ho deciso di scrivere queste poche righe indirizzate a tutti coloro che in queste ore imperversano sulla rete gridando la loro verità in merito alla sperimentazione scientifica sugli animali è perchè si sta sfociando nel ridicolo.
Mi rivolgo quindi tanto agli attivisti di lunga data quanto ai moltissimi riottosi dell’ultim’ora precisando come il mio tentativo non sia quello di “convertirvi” al credo della cavia, quanto di provare a dare a molti di voi una prospettiva diversa, nuova, in modo che possiate perlomeno conoscere in maniera più dettagliata il problema di cui avete deciso di farvi carico.
Io sono un ricercatore scientifico. Per mia scelta anni fa ho deciso di non lavorare personalmente sulle cavie, pur vivendo in un contesto ove la sperimentazione animale è all’ordine del giorno. Questo non lo dico per ricevere approvazione (se continuerete a leggere vi sarà ancora più chiaro), ma semplicemente per sottolineare come il problema etico e morale esista e sia vivo anche tra coloro che in questi giorni sono dipinti come sadici e perversi torturatori.
Quello che nessuno dice è che la ricerca medica e farmaceutica sugli animali è, oggi, indispensabile. Questo non significa affatto che sia esente da problematiche o che non vada regolamentata e controllata, tuttavia chi dice che se ne potrebbe fare a meno dice una stupidata.
Questo non è un mio parere. Questa è la realtà dei fatti e chiunque, andando a leggere qualunque rivista scientifica di una certa rilevanza, non potrà che ammettere come le cose stiano così. Non è il luogo e non sono certo la persona adatta per illustrare tutti i motivi scientifici per cui non si possa, attualmente, rinunciare a tale pratica. Però sono senza ombra di dubbio in grado di smentire chi, ad esempio, sostiene che “i test sugli animali si possono sostituire con test su cellule di derivazione umana. Perchè noi siamo più simili ad una cellula umana che ad un topo.” (cito da discussione realmente avvenuta). Questo non è vero. Chiunque abbia fatto le scuole medie sa benissimo che ad esempio un topo ha gli organi, una cellula no. Quindi se devo testare l’efficacia di un farmaco ad azione polmonare farlo su una cellula è impossibile. Punto.
Ed è anche ora di smetterla di equiparare la ricerca medica alla cosmetica, o ancora peggio all’industria delle pellicce (o alla corrida). Non è tollerable che si equipari la ricerca finalizzata a migliorare il tenore di vita di persone con malattie tremendamente debilitanti con la ricerca per un nuovo deodorante o con la realizzazione di indumenti alla moda. Per quanto si possa essere contrari a tutte e tre le pratiche non è lecito porle sullo stesso piano.
Infine è veramente nauseante, nonchè offensivo, leggere in continuazione di persone che sostengono come il ricercatore medio si diverta nel “seviziare” le cavie con le più ignobili torture.
Finchè la discussione quindi verterà su temi come quelli sopracitati non solo i toni saranno demenziali, ma si perderà l’opportunità di riflettere sul reale problema etico e morale che sta dietro questa questione.
Come dicevo la sperimentazione animale in campo medico farmaceutico esiste, è necessaria ed è condotta seguendo norme severissime atte a tutelare i diritti delle cavie. Questo tuttavia non significa che non ci siano dei problemi da risolvere o delle questioni che sarebbe meglio sollevare.
Se infatti esistono sperimentazioni per cui l’utilizzo delle cavie è indispensabile è altrettanto vero che ve ne sono molti altri in cui potrebbe essere evitato. Questo non perchè il loro utilizzo in quegli ambiti sia inutile, quanto perchè potrebbero esserci altre vie per ottenere lo stesso risultato anche se magari in tempi più lunghi e con più lavoro. Trattandosi sempre di scienza medica la questione etica esiste poichè si tratterebbe di ritardare la possibile guarigione del paziente. E il problema quindi riguarda non solo chi effettua la ricerca, ma anche chi la finanzia poichè anche i revisori dei progetti potrebbero forse valutare con maggiore attenzione la reale necessità di utilizzare animali in quello specifico ambito.
Insomma, ci sono diversi settori in cui è possibile e doveroso migliorare ed è per questo che ci si dovrebbe battere, ovviamente nella speranza di un futuro in cui si possa fare a meno degli animali da laboratorio.
Il clima da caccia alle streghe che si solleva ogni tanto in merito alla ricerca invece non porta a nulla di buono e viene strumentalizzato unicamente allo scopo di fare il classico sensazionalismo tanto caro ai giornalisti italiani.
Informarsi non vuol dire andare a cercare per la rete o in televisione qualcuno che ci dica quello che vogliamo sentire. Informare non vuol dire convertire il prossimo al proprio pensiero. Queste sono derive tutte italiane. Informarsi significa cercare di capire come stanno realmente le cose, ci piaccia o meno, ed informare vuol dire fornire a chi legge o guarda una ricostruzione dei fatti quanto più completa possibile, senza preconcetti o preclusioni.
Tutto questo in seguito ad una normativa UE di cui tutti parlano, che tutti commentano, ma che nessuno riporta in versione integrale e che, con ogni probabilità, in pochissimi hanno letto e compreso.
Perchè per criticarla, come si dovrebbe riguardo certi punti, bisognerebbe averla letta.
Ogni protesta, se male argomentata, si ritorce sistematicamente su chi la porta.
O peggio, sui più deboli che protestando si cerca di tutelare.

PS: Non ho volutamente parlato di industria farmaceutica, perchè non ne conosco i retroscena. La ricerca cui questa lettera fa riferimento è quella universitaria.

I heard they play louder live!

Vacanze finite, ma ferie ancora in atto.
Fermo a Milano per una settimana di pseudo relax prima del rientro al lavoro non è ancora tempo per me di scrivere riguardo il viaggio, le foto, il surf e tutto il resto.
Per quello ci sarà modo nei prossimi giorni, quando la routine della vita dell’emigrante sarà totalmente ricostituita e sarà davvero necessario fare un po’ il punto delle vacanze 2010.
Mentre il PC è impegnato a rippare tonnellate di CD che mi piacerebbe sentire anche oltre confine (lo so, potrei scaricarli, ma sono un idiota) mi prendo qualche minuto per scrivere del concerto dei NOFX cui Martedì sera ho preso parte in quel di Brescia.
I NOFX sono i Rolling Stone della mia generazione. Punto.
No, non sto esagerando e se qualcuno non lo capisce o non è parte della generazione di cui sopra, oppure semplicemente non se ne è ancora reso conto.
Non si parla di gente che si è limitata ad inventare un genere, qui siamo molto oltre. Qui si parla di una band che ha creato un qualcosa di così trasversale che è difficile anche solo parlarne per renderne l’idea.
I Nofx sono oltre le mode, oltre le ondate, oltre il revival. Piacciono a chi ascolta punk-rock dal ’94, a chi ha smesso di ascoltare punk-rock nel ’95 e a chi ha iniziato nel 2009. Piacciono a chi a trent’anni ancora mette all-star e pantaloni corti come a chi adesso si trova molto più a suo agio in giacca e cravatta. C’è chi va a sentirli coi figli e chi ci va coi genitori. Tutto questo senza essere mai, MAI, stati nell’hype, inteso ovviamente come quel momento in cui la gente che conta decide che tu sei un prodotto che va bene vendere. Sulla cresta dell’onda vera invece, quella che definisce coloro che hanno successo indipendentemente se è stabilito o meno che ne abbiano, Fat Mike, Melvin, Hefe e Smelly ci sono da quasi vent’anni e non pare proprio siano destinati a scenderne.
E questa non è l’unica cosa figa. Il top è che non ci saranno mai due concerti dei Nofx uguali perché non ci sono i singoli. Non c’è la classica scaletta pre fatta di pezzi che se non li suoni la gente si incrista e rivuole i soldi del biglietto. Tolta forse “Linoleum” non c’è una canzone che io ricordi come suonata in ogni loro live. Ogni volta pezzi diversi e ogni volta qualcuno del pubblico andrà in visibilio per la traccia che aspettava di sentire da anni e che finalmente gli viene regalata.
Martedì mi hanno fatto “Falling in love”, la mia preferita di sempre. Chi se l’aspettava? E chi si aspettava “We Threw Gasoline On The Fire And Now We Have Stumps For Arms And No Eyebrows” presa direttamente da Punk-o-rama vol.3?
Dai, non c’è storia e non c’è competizione, sono i Rolling Stone della mia generazione con buona pace di tutti gli altri.
Aspettiamo vent’anni e sarà chiaro a tutti.

Nota a margine.
I Nofx l’altra sera hanno suonato alla festa di Radio Onda d’Urto al prezzo di quindici euro. Le considerazioni in merito sono le seguenti. In primis ci sarebbe da riflettere su quante volte mi sono stati inculati i soldi per farmeli vedere dal vivo, quindi plauso onesto all’organizzazione dell’evento. In secondo luogo ancora una volta ho assistito ad un concerto all’aperto in un posto che più fuori dal centro abitato c’è solo l’Amazzonia, ma a dei volumi che dire ridicoli è eufemistico.
Se in centro abitato la questione è mascherabile con il rispetto della quiete pubblica, in posti come quello di Martedì (o come il Magnolia di Milano) anche quella facciata cade e si rivela l’aggressione a mano armata che la classe dirigente di questo bel paese di merda cui tanto sono legato (mannaggia a me) mette costantemente in atto nei confronti della cultura, di qualunque forma e sostanza questa sia fatta.
Il messaggio ai pezzi di merda che quotidianamente lavorano per sopprimere tutto ciò che loro non capiscono (e visti i soggetti si parla di una quantità incalcolabile di cose) è sempre lo stesso: per quanto ci proviate, non riuscirete mai a togliere chi la cerca, la gioia di vivere.
Bastardi.

Futuro o libertà?

Non avrei voluto scrivere un altro post di politica, ultimamente non mi pare di pubblicare altro, però oggi è successo qualcosa che va per forza commentato.
Berlusconi ha cacciato Fini. I due fondatori del PdL si separano dopo mesi di rapporto a dir poco travagliato. Il presidente della Camera rende noto di non volersi dimettere e lancia una nuova corrente dal nome “Futuro e Libertà”, precisando che sarà ancora disposto a sostenere il Governo, ma solo quando questi si atterrà al programma elettorale e non prenderà iniziative contrarie a “valori irrinunciabili quali l’amor di patria, la coesione nazionale, la giustizia sociale e la legalità”.
Mi chiedo quando un Governo sostenuto da una maggioranza i cui partiti principali sono il PdL di Berlusconi (e Dell’Utri, Previti, Verdini e via dicendo) e la Lega Nord di Bossi possa mai venir meno a questi “valori irrinunciabili”.
Ad ogni modo il dado è tratto e Gianfranco alla fine è stato cacciato a pedate da una coalizione che ha contribuito a fondare, uscendo come “lo sconfitto” dallo scontro con Berlusconi, soprattutto se il Governo resterà in piedi.
Cosa che mi auguro con tutto il cuore ed il motivo è presto detto. Se si andasse a votare domani e Fini si presentasse come autonomo la metà buona dei voti la porterebbe via al PD, cosa che più ci penso più delinea benissimo lo stato del nostro paese. Chi ha votato PD perchè facesse opposizione a Berlusconi infatti non può che preferire Fini, attualmente. Con Rutelli e Casini in giro a vendere il culo lo scenario che ci si pone di fronte è quantomeno nefasto: maggioranza più o meno solida, opposizione ininfluente e, oltretutto, composta da due fazioni ideologicamente opposte.
Senza contare che la legge elettorale attuale resta quello schifo che per tutti andrebbe cambiato, ma che nessuno si azzarda a toccare.
Insomma, io a votare non ci andrei. Andiamo avanti così, che si può solo fare peggio.

La moviola

La RAI ha deciso di eliminare, o meglio, di ridurre notevolmente l’utilizzo della moviola durante le sue trasmissioni. Il motivo è che mostrare alla gente le decisioni sbagliate degli arbitri “avvelena” il dibattito sportivo e “agita gli animi”. Le reazioni a questa decisione sono ovviamente le più varie: da chi sostiene sia giusto, a chi pensa invece che non lo sia affatto.
Più o meno tutti concordano col fatto che la RAI perderà non poco nei confronti della concorrenza, ma questa non è certo la prima volta in cui prendono decisioni di questo tipo e non è quello di cui voglio parlare.
Vorrei invece sottolineare un altro aspetto. Siamo sicuri che il problema del calcio sia la moviola in TV? E’ senza dubbio vero che la moviola spesso porti alla luce “ingiustizie” e “misfatti” che altrimenti resterebbero sconosciuti ai più e questo può certamente agitare gli animi. Nascondere la polvere sotto il tappeto però non significa eliminarla e questo lo insegnano tutte le mamme del mondo. Se ci sono problemi legati ad un regolamento che non viene rispettato o fatto rispettare come si dovrebbe, anche se vogliamo a causa di un limite oggettivo della classe arbitrale, a mio avviso bisognerebbe fare in modo che questo problema venisse risolto in modo da rendere inutile la moviola in TV. Eliminare la moviola stessa e sperare che i cittadini non vengano mai a sapere delle eventuali irregolarità è invece una soluzione che non può andare bene in un paese civile.
Facciamo un esempio.
Mettiamo il caso si stesse parlando di legge e non di sport. Ipotiziamo per un momento cosa accadrebbe se in un paese ci fosse il reale problema di una giustizia che, per diversi motivi, fatichi a farsi rispettare. Potrebbero facilmente esistere alcuni uomini privilegiati che, esattamente come le squadre di calcio più blasonate, in questo paese godano di un trattamento diciamo “di favore”, di una certa sudditanza psicologica da parte dell’opinione pubblica e di chi la legge dovrebbe farla rispettare. Sempre per ipotesi in questo paese il problema potrebbero non essere i giudici in se, ovvero gli arbitri, ma gli strumenti che questi giudici possiedono per fare in modo che le leggi vengano rispettate. Il governo di questo paese in questo parallelismo avrebbe il ruolo della Federazione, ovvero di colei che stabilisce le regole e, sempre per assurdo, questo governo potrebbe prendere decisioni che invece di facilitare il lavoro dei giudici, lo rendono sempre più difficile.
Ebbene, in un paradossale scenario come quello dipinto l’unico modo che il cittadino potrebbe avere per venire a conoscenza di tali misfatti è che qualcuno, dall’esterno, li documenti e li riporti al pubblico. La moviola ha quindi il ruolo che avrebbe una stampa libera in un paese governato da persone che pensano di scavalcare la legge: il compito di denucnciare nella speranza che certi fatti non capitino di nuovo. E se la gente si incazza, una volta scoperta la magagna, il problema non sta certo in chi l’ha informata, ma in chi ha commesso il misfatto.
Bloccare la moviola quindi è come imbavagliare l’informazione.
Ed è per questo che Fabrizio Cichitto, presidente dei deputati di centro destra, è così contrario al fatto che questa venga eliminata dai programmi RAI.
Perchè loro, all’informazione libera, ci tengono.
Il calcio, lo dico da sempre, è metafora della vita.

La caduta

Oggi Silvio Berlusconi ha tenuto una conferenza stampa in occasione dell’inaugurazione della nuova stagione del Milan.
Questa data doveva essere ricordata come la grande contestazione dei tifosi alla dirigenza rossonera, ma da me sarà ricordata come l’inizio della fine di Silvio Berlusconi.
Forse è stata solo una mia sensazione, ma l’ho trovato stanco, provato e ormai totalmente privo di lucidità. Impegnato a ripetere dati falsi e alla rinfusa non tanto per convincere chi ascolta, ma per convincere se stesso che la fine che si avvicina e che lui ormai sente prossima non sia reale.
Ed invece io voglio credere che lo sia e spero che la giornata di oggi venga davvero ricordata come l’inizio della caduta.
Purtoppo questo meccanismo di implosione non sarà breve nè indolore e porterà molte cose di cui mi sta a cuore alla rovina. Una di queste è il Milan. Altro elemento degno di nota è l’aver portato il ministro degli interni Maroni a Milanello e aver buttato assieme i dati sulle vittorie del Milan sotto la sua presidenza con i dati delle vittorie del Governo sulla criminalità dimostra l’ossessione che ormai quell’uomo ha per i numeri. Detti così, alla rinfusa, senza l’abilità di un tempo di utilizzarli per propaganda, ma più nel tentativo di fare “specchio riflesso” ad una realtà che di continuo gli sbatte in faccia l’inconsistenza di quegli stessi dati. Così le vittorie passate scacciano nella sua testa le umiliazioni presenti e se questo vale per dati reali come i trofei rossoneri deve valere anche per dati improbabili come quelli della lotta alla mafia. Ormai non è più capace di divincolarsi tra le sue varie personalità ed i suoi molteplici ruoli e quindi va a braccio facendo un mix di tutto: milan, governo, editoria. Parla a ruota libera privo di qualsivoglia filo logico e senza possibilità di utilizzare quantomeno le espressioni del volto per separare gli argomenti. E’ una maschera sfigurata dal botox che ripete numeri alla rinfusa.
Cito e commento qualche passaggio.
“Una squadra grande, in una competizione mondiale, costa. Per essere chiari mentre nella norma le squadre europee e italiane hanno un parco giocatori che costa il 60% di media dei loro ricavi, per andare in cima all’europa e in cima al mondo bisogna spendere molto di più. All’Inter vanno i nostri cordialissimi complimenti. […] Massimo Moratti ha dovuto per avere la rosa che l’ha portato a queste vittorie impiegare il 125% dei ricavi dell’Inter, e quindi immettere capitale fresco per coprire quelle che sono le perdite. Le squadre normalmente impiegano il 60% deicloro ricavi e il Milan è andato oltre il 100%”
Il tifoso milanista medio non può essere che contento del fatto che il presidente si compiaccia delle vittorie altrui. Specie se dell’Inter. Inoltre il senso di questa frase è: chi vince spende molto, ma noi riusciamo a spendere molto anche senza vincere. Ammissione di inefficienza e concetti impopolari il tutto in un unico periodo e proprio all’inizio della conferenza stampa. L’ho detto, non è più lucido. Forse è anche per quello che i suoi figli, e cito, “vorrebbero interdirlo”.
“Il Milan è la squadra più conosciuta al mondo. Un recente sondaggio internazionale, che cercava di individuare le caratteristiche per cui i vari paesi sono ricordati nell’opinione pubblica mondiale, ha portato purtroppo a questo risultato: al primo posto c’è la mafia. E da qui la battaglia sacrosanta che noi conduciamo, ed è per quello che io mi sono permesso di criticare le troppe fiction, i troppi film, che si scrivono sulla mafia. Nelle classifiche vere dei Ministeri degli Interni del mondo, la mafia italiana è per volume degli affari e per numero dei reati commessi, anche i più gravi, al settimo posto. Quindi è la settima più pericolosa mafia al mondo, mentre invece dal punto di vista della popolarità e della conoscenza è al numero uno, al primo posto, e questo è dovuto al fatto che ci si è voluto impegnare nel diffonderla attraverso, per esempio, telefilm come ‘La Piovra’ che sono stati visti in più di 180 Paesi.”
Tralasciando il discorso mafia in se, che non merita ulteriori commenti, è evidente come ormai fatichi a tenere il filo dei suoi pensieri e parta per la tangente con discorsi che esulano dal contesto. Parlava del Milan e ha tirato in mezzo la mafia, passando da presidente del Milan a presidente del Consiglio senza accorgersi. Non ce la fa, purtoppo.
“Grandi vittorie che sono arrivate fino alla stagione 2007-2008, dove abbiamo vinto due importantissimi trofei internazionali. Poi non si può sempre vincere. A competere sono migliaia e migliaia di squadre nel mondo, ma non ci siamo comportati così male se siamo sempre stati in Coppa dei Campioni, qualificandoci anche per le finali, così come nel campionato italiano, dove siamo secondi dopo la ricchissima Inter e prima della Roma. Quindi, sommando i punti dei due ultimi campionati noi, siamo alle spalle dell’Inter ma veniamo prima della Roma”
La ricchissima Inter mi ha colpito molto. Tipo che Moratti è un riccone mentre lui fatica ad arrivare a fine mese. E via di nuovo con i discorsi su una rosa all’altezza per competere su tutti i fronti. Il problema è che lui ci crede davvero, non lo dice per rabbuonire i tifosi perchè sa che il tifoso ormai non gli crede e che, anzi, si incazza. Lui è proprio convinto di avere in mano un arsenale atomico. Queste sono dichiarazioni che potrebbe fare un Castro, uno Chavez o un Ahmadinejad se solo avessero una squadra di calcio. Loro però almeno nello sport lasciano spazio agli altri. Loro.
“…abbiamo Marco Amelia che ci viene dal Genoa, per ora in prestito ma abbiamo diritto di riscatto. E’ un pallino del Presidente Berlusconi che l’ha seguito quando era in Nazionale…”
Amelia in nazionale ha fatto 9 presenze. Questo gioca da nove anni in serie A e tu lo compri perchè hai visto 9 partite della nazionale? Contro chi poi, visto che nelle partite importanti gioca Buffon.
“Abbiamo Mario Yepes che è un difensore centrale di grande esperienza poi è molto bello, abbiamo Borriello che è bellissimo e che fa innamorare le tifose…”
E’ evidente o no che ormai è totalmente in preda al delirio? Parli degli acquisti e tiri fuori Amelia dicendo che è un tuo pallino perchè hai visto la Nazionale in cui non gioca e passi a Yepes che serve perchè fa innamorare le tifose? E poi tiri dentro pure Borriello, che già era in squadra e che comunque spero bene sia al Milan perchè segna e non perchè è un figo. Questa è l’anzianità, ormai lui pensa solo al sesso e, cosa agghiacciante, è convinto che tutti facciano altrettanto. E lo dice, a ruota libera, perchè ha perso i freni inibitori. A costo di essere ripetitivo, mi pare evidente che non sia più lucido. Serve un’altra prova?
“…e poi abbiamo preso sempre da Genoa un difensore che ha annullato il famoso Messi nei campionati del Mondo.”
C.V.D.. Andiamo avanti.
“…nel Milan resta anche se abbiamo avuto offerte dal Real Madrid ma abbiamo stoicamente resistito per Thiago Silva che consideriamo difensore di assoluta classe e che ha ben figurato anche nella sfortunata squadra brasiliana.”
Minuti giocati da Thiago Silva al mondiale: 0. Una volta non avrebbe fatto errori così grossolani. Spararle le ha sempre sparate, ma c’è da riconoscergli una certa perizia nel farlo. Oggi no, oggi assalto all’arma bianca.
“…il Milan vuole restare in vetta in Italia, vuole restare in vetta in Europa, vuole restare in vetta nel Mondo.”
Restare? RESTARE? RE-STA-RE?
“Abbiamo anche investito molto nel settore giovanile […] e abbiamo già deciso che andremo nella direzione della gioventù. Quest’anno scadevano Dida e Favalli […] L’anno prossimo abbiamo Abbiati (interviene Galliani: “Abbiati l’abbiamo appena prolungato”), abbiamo Roma, abbiamo Kaladze, Nesta, Oddo, Zambrotta, Ambrosini, Pirlo, Seedorf, Ronaldinho, Inzaghi Filippo. E poi gli altri sono in scadenza successiva. QUindi è l’anno prossimo che noi dobbiamo preparare bene sul mercato nazionale ed internazionale per sostituire qualcuno, perchè altri resteranno di questi grandi campioni.”
Largo ai giovani per sostituire i vecchi l’anno prossimo, però i vecchi li teniamo. Insomma, tutto ed il contrario di tutto, con Galliani che deve intervenire per correggerlo perchè non sa più di cosa parla. Non è preparato, del Milan non sa più nulla ed è troppi minuti che lo fanno parlare di quello e che non può parlare di politica.
Ci sarebbe la parte sugli sponsor in cui parla di se stesso cantante e novello Aznavour e la parte in cui dice che non si compra nessuno, però c’è il pullman nuovo per la squadra, ma vado al pezzo forte, che riporto per intero.
Ringrazio tutti i media, le televisioni, i giornali che ci trattano con oggettività. Qualche volta suggerirei di trattarci benevolmente. Se per esempio Costa sul Corriere della Sera scrivesse meno male del Milan, avrebbe più gente, lettori del Corriere che leggerebbero i suoi articoli. Perchè i tifosi di calcio, caro amico, vogliono sentire solo cose buone della loro squadra. Hai diritto di parola, ci mancherebbe! Mi lasci finire però, bollino giallo… Davvero, abbiamo fatto un’indagine, quando mi occupavo di televisione e i lettori… in Italia si vendono 5 milioni e 900 mila copie di giornali, poco più di un milione sono giornali sportivi. Quindi siamo il paese che legge meno in Europa: su 1000 abitanti soltanto 86 comprano un giornale. Nel sud ancora meno, solo 56: esattamente quanto sono i giornali venduti per 1000 abitanti in Tunisia. Di questi 5.900.000 quasi un milione sono sportivi, poi anche gli altri giornali hanno la sezione sportiva. Il lettore sportivo compra solo i giornali sportivi; il lettore cosiddetto generalista compra i giornali e legge magari anche lo sport. Non legge assolutamente gli articoli che parlano male della sua amata squadra. Quindi se volete farvi leggere di più dovete per forza parlare bene del Milan. Poi con l’Inter regolatevi voi, siete liberi di fare… ma con il Milan dovete parlare bene! Alberto, a te la parola.”
“Mi spiace doverla contraddire però le assicuro che i lettori saranno diminuiti, ma non ha idea di quante mail di lettori che si congratulano con me che ho ricevuto…”
“Sono gli interisti, sono tutti interisti! Sono come quelli… sono i comunisti che scrivono male di me. Io ho più del 60% di gradimento e poi invece ti trovi sulle email il peggio di tutto. E’ la modernità che avanza: evviva.”

Delira, direi che è evidente.
“… il Milan vuole vincere, per vincere bisogna fare gol, per fare gol bisogna tirare in porta, per tirare in porta bisogna essere lì nei pressi della porta, altrimenti non si riesce.”
(fuoricampo) “L’ha detto Mourinho quello che…”
Quello che ho detto? Non lo so ma ha imparato da me.”

Ora, se Mourinho è l’uomo che abbiamo conosciuto e se in Spagna qualcuno gli chiedesse delucidazioni in merito, sarei curioso di sentire la risposta. Ad andar bene sarà un: “Berlusconi? No conosco”.
Per quanto riguarda la mia presenza allo stadio devo dire che dopo il tentativo di uccidermi sono stati gli uomini responsabili della mia sicurezza ad insistere affinché io non venissi.
Questa fa gran ridere, cazzo. Però da un certo punto di vista non escludo che allo stadio qualche tifoso proverebbe sul serio ad ucciderlo. E comunque di frasi esilaranti di per se stesse ne ha snocciolate un bel po’, tipo:
“Tra l’altro oggi sono stato al San Raffaele dove si è laureata mia figlia con 110 e lode in filosofia. Ho dei figli così bravi che certamente non merito. Sono fortunato.”
“Siamo fuori dalla crisi.”
“Se penso ad un giocatore che possa avere una carriera lunga, questo è proprio Ronaldinho.”
“La rosa attuale del Milan è competitiva come qualsiasi altra rosa degli altri club in Europa e in Italia.”

Per finire con la più che sobria conclusione:
“Grazie a tutti, guardateci con benevolenza e con simpatia, altrimenti il qui presente Ministro degli Interni ha un potere sui Servizi Segreti… State attenti perché il Grande Fratello vi controlla.”
Cadrà. Solo e abbandonato, con i soldi che alla fine non potranno più comprare il sostegno, sia quello di burattini prezzolati come Fede o Capezzone, sia quello della Curva Sud. Cadrà e sarà un bene per molti, ma a quale prezzo?
Chiudo con un’illuminante citazione da un amico:

“All’inizio avevo votato Berlusconi perchè pensavo potesse fare dell’Italia quello che aveva fatto del Milan. Invece ha fatto del Milan quello che era l’italia.”

[Thx to: Sky.it]

Il calcio è metafora della vita.

Dedico un post al gol qualificazione del Ghana contro gli Stati Uniti.
L’azione la si può apprezzare appieno nel video qui sotto.

Si può ben notare come Bocanegra, il difensore degli States, cerchi di abbattere il povero A. Gyan con tutte le sue forze, ma che questi tuttavia resista alla carica e piazzi la palla in porta con conseguente visibillio delle folle (o perlomeno del sottoscritto).
La morale che ne ho tratto è la seguente: per quanto gli USA provino a fare i prepotenti con i popoli che considerano inferiori, alla fine questi troveranno sempre il modo per mettergliela in culo.
Chiudo questo post delirante, visionario e a suo modo assurdo, con una citazione consona ai tre aggettivi previa elencati.
“Fottuti yankee a casa, l’Africa è dei neri, non dei rompicoglioni”.

Fade to black

La mattina io, solitamente, leggo il giornale per farmi un’idea di quel che succede.
Di norma visito Repubblica.it e do una scorsa ai titoli della homepage, aprendo solo gli articoli che attirano il mio interesse. Se la notizia è particolarmente succulenta e non ho troppo da fare al lavoro magari apro anche il Corriere ed il Giornale, giusto per capire un po’ come la notizia è stata recepita e riportata dalle varie parti.
In questi giorni l’attenzione della stampa è sicuramente incentrata sulle riforme finanziarie. Il dibattito investe gli ormai arci noti condoni che il nostro governo attua per rientrare di una parte (minima, stando alle cifre) di quanto sottratto al fisco utilizzando vari metodi di evasione. Tremonti ha ribadito più volte di stare lavorando per combattere in profondità questa piaga e io non ho le basi per poter sostenere che questo non sia vero. Da totale ignorante in campo economico, lo dico senza sarcasmo, trovo che alcuni dei procedimenti vadano nella direzione opposta (come l’innalzamento del limite per il pagamento in contanti da 100 a 5000 euro) se non addirittura verso una sensazione di impunità percepita quantomeno da chi, come me, in quanto dipendente assiste alla cosa da spettatore. I vari condoni come i patteggiamenti infatti lasciano l’impressione che, superato il disagio morale, l’evadere le tasse non porti ad alcuna conseguenza punitiva. Il caso di Valentino Rossi è solo uno degli esempi più eclatanti in merito, con il pilota che versa 20 milioni di euro a fronte dei 112 richiesti (ecco la fonte). D’altra parte è viva convinzione del nostro premier che, se sottoposti ad una pressione fiscale valutata come “scorretta”, i cittadini siano “moralmente autorizzati ad evadere, per quanto possibile, le tasse”, quindi per quel che mi riguarda la lotta all’evasione potrebbe essere sostenuta in termini sicuramente più decisi.
Dico tutto questo perchè questo clima di lassismo nei confronti del problema è facilmente percepibile girando per il paese, quando ci si scontra contro il muro insormontabile del “neraccio”. Alcune volte non ci si fa nemmeno caso, come quando il barista non consegna lo scontrino del caffè o il parrucchiere non rilascia la fattura. Altre volte ci si scontra con la propria morale o i propri bilanci di fine mese, come quando il dentista chiede il 20% in meno per l’apparecchio del bambino o il muratore fa lo stesso per la facciata della propria palazzina. Sono tanti soldi, il risparmio è cospiquo e quindi non sempre è facile restare sulla retta via, ma c’è chi comunque ci riesce.
Ultimamente però stanno via via diventando sempre più comuni situazioni ancora più estreme. Parlo di quando ci si decide a comprare casa e ci si va ad informare presso l’agenzia. Non è insolito, anzi è veramente comune, che ci si ritrovi di fronte alla richiesta di pagare un’ingente parte del valore dell’immobile in nero. La cosa se vogliamo tragicomica è che in questi casi l’acquirente non trae nemmeno vantaggio dall’infrazione, perchè non ci risparmia nulla. L’affare è solo per chi vende. Gli agenti immobiliari sono anche preparatissimi nel indicare all’utente come fare a versare queste somme spropositate senza destare attenzione. Un mio amico mi raccontava che nel suo caso gli chiesero di prelevare 2400 euro ogni venti giorni e, semplicemente, consegnarli. Leggendo in internet si può facilmente vedere come questo tipo di richiesta non sia soltanto comune, ma anche incredibilmente sfacciata e, cigliegina sulla torta, come non si tratti più di un accordo tra le parti, ma di una regola a cui non ci si può sottrarre.
In molti casi o si accetta il nero, o non si compra.
Sempre restando a quanto ho sentito da diverse testimonianze, questo fenomeno è abituale per quanto riguarda le case non ancora costruite, mentre si affievolisce decisamente se si va a trattare per immobili già edificati.
Un’altra domanda che mi sono ed ho posto in merito alla faccenda è come mai nessuno si rivolga alla Guardia di Finanza e la prima cosa che si nota è una scarsissima fiducia del cittadino medio nei confronti delle forze dell’ordine. E’ vero che rifugiarsi dietro la classica frase: “Tanto, anche se denuncio, non fanno un cazzo.” è forse un po’ troppo comodo, ma analizzando le cose con un minimo di calma e lucidità non è poi così incomprensibile questo tipo di rassegnazione. Il fenomeno in questione ha infatti assunto pieghe e dinamiche talmente macroscopiche da rendere difficile per il cittadino l’idea che il tutto sia ignoto alla GdF. Anzi. L’idea che passa è che la piaga non sia insanabile, ma semplicemente non curata e forse a questo contribuisce anche il clima di lassismo e depenalizzazione di cui parlavo all’inizio. Per curiosità personale, tuttavia, ho deciso di provare a guardare sul sito della Guardia di Finanza se ci fosse materiale in merito e mi sono imbattuto in questa pagina. Il concetto, in sintesi, è che non solo la compravendita di immobili con pagamenti in nero sia illegale e gravemente punita, ma anche come questa sia sconveniente da un punto di vista economico. Il tutto non farebbe una grinza, se le cose funzionassero come si dovrebbe, tuttavia il fatto che questo tipo di accordi siano diventati se non consueti, quantomeno molto comuni rende il tutto come dire “retorico”. Quello che manca, almeno stando alle mie capacità di navigare il sito, è una chiara indicazione su cosa fare e a chi rivolgersi qualora “vittime” di proposte indecenti di questa risma. Per dovere di cronaca segnalo tuttavia la presenza sul sito di un numero verde a cui è probabilmente possibile rivolgere le domande in questione ed avere delle risposte. Avrei volentieri concluso questa mia piccolissima “inchiesta” (eddai, ci sono le virgolette, siate buoni) chiamando e facendo qualche domanda, ma non essendo in Italia mi è impossibile farlo.
Chiudo linkando una pagina in cui è possibile leggere una delle tante testimonianze in merito che si possono trovare in giro per la rete. La cosa che ha destato in me maggiore attenzione sono stati i commenti. Cito:

“… Prima di andare dal GDF ragioni sul fatto che facendo una segnalazione potrebbe rovinare l’esistenza ad un essere umano. …”

L’amore vince sempre sull’odio.

Più uno (+1)

E’ un po’ che non scrivo, ma non sono certo qui per cambiare questo stato di cose.
Niente ispirazione, nessuna voglia di cadere nel classico discorso di politica che vorrei fosse un dibattito e che invece si trasforma in un triste monologo.
Zero di zero.
Ho scoperto che le prime giornate di caldo qui hanno un odore diverso. Non migliore, non peggiore. Diverso.
E poi ho scoperto che Katy Perry ha delle tette spropositate, indipendentemente dal colore dei capelli. Questo più che altro lo scrivo per legittimare tutti quei firewall aziendali che, sa il cazzo perchè, bloccano il mio blog causa “contenuti sessualmente espliciti”. Fossi un pelo più megalomane inizierei a dire che “mi tappano la bocca perchè sono scomodo”.
Domani iniziano i mondiali in terra, che per tutti sono quelli di Sud Africa 2010, ma per me saranno quelli di Germania 2010.
Nonostante non condivida praticamente nessuna delle scelte di Marcello L’hippy tiferò Italia.
Stando a quel che sento in giro sarò uno dei pochi e non è una battuta.
Chiudo qui, ho fatto ben più di quanto mi ero prefisso.
In realtà poi non è vero, perchè mi ero prefisso di scrivere meno e fare un post di video.
Io mento a me stesso, ma non mento al mio blog.
Stranezze.
Vado a letto, che è tardi.
Ah, Uncharted 2 è un gioco molto figo, peccato non aver giocato il primo episodio.