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Ricordi

Un’offerta che non ho potuto rifiutare

La giornata di oggi, come da accordi con la Bri, sarà interamente dedicata allo shopping.
Per portarmi avanti con il lavoro, questa mattina sono uscito sul presto, intorno alle 11.30, diretto al mercato di Brugherio e al Carrefour di Carugate.
Le cose che volevo riuscire ad acquistare in mattinata erano: un cappello come quello che indossa Neffa nel video di “Il Mondo Nuovo”, che tra l’altro sta sempre di più diventando la mia canzone dell’estate, un cavo di rete per collegare e passare dati dal PC al Portabile, dei CD vergini per permettere a Riccardo di entrare nel magico mondo dei Coheed and Cambria, un guanto nero con le dita tagliate per stare al passo con l’ultimissima moda poser e una cornice 56×41 cm.
Di tutte queste cose ho trovato giusto i CD e il cavo, che tra l’altro devo ancora collaudare.
Uscendo dal Carrefour, detto poi Euro, sono passato di fronte all’EB Games, negozio di videogiochi dove lavora Claudio, il fratello di Roby.
Sono entrato a salutare e, tra una cazzata e l’altra, il buon Virzino mi estrae da sotto il bancone un oggetto di assoluto culto: la confezione della saga completa di Baldur’s Gate in versione DVD.
25 euri.
Tutto Agosto a disposizione.
Inutile dire come sia andata a finire.

La panka

La panka* è sempre lei, da anni.
Eppure sempre diversa.
Oggi, ad esempio, è tornata vicina agli antichi splendori.
La panka
* Questa è per tutti gli inquilini della panka, ma soprattutto per quelli che ultimamente hanno poche occasioni per vederla.

Back to the roots

Domani sera andrò al Rainbow.
Si, proprio al Rainbow.
Il posto dove ho trascorso gran parte dei week-ends della mia adolescenza e che ha visto svolgersi al suo interno incontri molto importanti nella mia vita passata.
Voci di corridoio dicevano essere diventato un locale Hip-Hop, ma nel mio cuore ho sempre saputo che un giorno sarebbe tornato a splendere nella sua vera natura: ora e sempre punk adolescenziale.
Amavo quel locale e tornarci adesso sarà quantomeno bizzarro.
Suoneranno ancora gli stessi pezzi di allora? Probabile.
Ci sarà ancora il tizio che si inginocchia sentendo “The Brews”? Me lo auguro.
Ci apriranno ancora la macchina all’uscita? Spero vivamente di no.
Inizio ad essere piuttosto eccitato all’idea.
Per calmarmi basta pensare che non potrò certo sfuggire alle “Piramidi di Keope” dei Vallanzaska…

Estate

Finalmente è arrivato il meritato riposo.
La sessione d’esami si è chiusa oggi alle 19, quando sul sito del dipartimento di endocrinologia ho appreso di aver passato Patologia, anche con discreta verve.
Ottimo.
E’ bello sentirsi finalmente leggeri e spensierati. Vedere i propri nervi distendersi lentamente e poter pensare solo a come buttare via le giornate tra Playstation, musica e un discreto quantitativo di alcolici. Di tutto il periodo vacanziero la parte migliore è senza dubbio questa, quando ancora si deve partire e quindi c’è l’aspettativa per quella che nei piani dovrà essere la vacanza del secolo. Saranno due sane settimane di cazzeggio, pratica verso la quale mi sento particolarmente portato. Anche i miei ascolti musicali si stanno adeguando al clima di leggerezza, a farla da padrone in questi giorni sono i Fenix TX, con il loro self titled, e gli MxPx con “Panic”. Quest’ultimo cd è stato una piacevolissima sorpresa, visto che i diretti precedenti mi avevano lasciato con l’amaro in bocca. Se dovessi eleggere due tracce ideali per fare da colonna sonora a questa settimana direi “Surf Song” del primo e “Heard that Sound” del secondo. Yeah!
Il lato negativo di questa parte dell’anno sono le zanzare. Se potessi eliminarle tutte ed essere sicuro che soffrano mentre lo faccio, non ci penserei due volte.
Il lato positivo sono indubbiamente i cubini che prendono il posto della birra e lasciano in bocca il classico gusto d’estate.
Bene, la pigrizia sta già avendo il sopravvento e quindi mi sta passando la voglia di scrivere. Chiudo con una chicca vintage. A buon intenditor…

A me piace l’estate perchè i vestiti costano poco
A me piace l’estate perchè la mia mamma mi fa il gelato
Posso andarmene al mare a giocare con paletta e secchiello
Quando viene l’estate mostro a tutti che sono masiello

A me piace l’estate (Uoh-oh-oh)
L’estate è il mio momento clou (Mio momente clou – momento clou)
Posso andarmene al mare (Uoh-oh-oh-oh)
Qua non ci voglio stare più (Non ci stare più – ci stare più)

A me piace l’estate perchè metto le braghe corte
A me piace l’estate perchè in spiaggia si gioca a carte
Vedo tante ragazze tutte quante poco vestite
Preferisco il caldo alla temperatura mite

A me piace l’estate (Uoh-oh-oh)
L’estate è il mio momento clou (Mio momente clou – momento clou)
Posso andarmene al mare (Uoh-oh-oh-oh)
Qua non ci voglio stare più (Non ci stare più – ci stare più)

H’S’P – Estate (1999)

Idro_serata

Stasera sono andato alle Librerie Acustiche di Monza per sentire finalmente i Videoneve suonare dal vivo. In realtà ho scelto una circostanza particolare, poichè si trattava di un set acustico. Innanzi tutto devo spendere due parole sul posto: carino e torrido.
La serata si è aperta con l’esibizione di un duo chitarra/voceemillesuonicampionati che ha tenuto banco per un’oretta circa. L’effetto suscitato da questa formazione sulla mia persona è stato bizzarro. In realtà la loro musica ad orecchio non era affatto male, ma la si poteva apprezzare solo non guardandoli. Vedersi di fronte un tizio con chitarra e uno con PC e tastiera creava un terribile contrasto con il sentire pezzi composti da suoni di miliardi di strumenti diversi. L’effetto era quello di un film doppiato male, con audio e video non complementari. Secondo me dovrebbero fare musica per non vedenti. Musica Braille.
Dopo di loro è stato il turno dei Videoneve. Prestazione apprezzabile direi, soprattutto per quanto riguarda il cantato e alcuni rearrangiamenti volti alla trasposizione acustica dei pezzi. L’assenza di ossigeno in sala ed una temperatura di 45° C hanno forse compromesso la lucidità del gruppo sul finale, ma devo dire che è stata una buona prova. Nota di merito al pezzo nuovo “Cose orrende”.
Mi sembra di aver scritto una roba alla Mario Luzzardo Fegiz. Che schifo.
Tornando alla serata ho due ringraziamenti da fare.
Il primo è al Dany che, accortosi di avere ancora demo dei Murder, We Wrote per le mani, mi ha omaggiato di una copia per rimpiazzare la mia ormai consunta dagli ascolti. I MWW erano un gruppo enorme.
Il Secondo è ad Ale Doni e ai suoi Salmakki (non ricordo se si chiamassero realmente in questo modo o in modo simile). Trattasi i morbide caramelle alla liquirizia dal peculiare gusto salato. Al primo assaggio sia io che Peich ne siamo rimasti semi-disgustati, per poi diventarne dipendenti poco dopo. Spero di riuscire a trovarne una scorta adeguata all’Ikea.
Un saluto va a Lorenzo che non vedevo da milioni di anni.
Oggi pomeriggio ho rivisto mio cugino Valerio dopo 2 annetti circa e diversi trascorsi poco felici per lui. L’ho trovato bene. Sono contento. Spero non debbano passare altri due anni prima che io possa rivederlo.

Cult

Ogni generazione ha i suoi cult.
La mia ne ha molti, più o meno rappresentativi della mia persona.
Uno di questi, forse il meno generazionale, ma sicuramente quello che maggiormente delinea il mio indice di deviazione, è Dawson’s Creek.
Fin dalla prima volta che iniziarono a farlo su Italia 1, ricordo che era il Mercoledì in prima serata, ne ho seguito per filo e per segno tutte le vicende restandone affascinato.
Non so se fossero più i dialoghi filosofico/demenziali, le storie fantaromantiche o i personaggi stereotipati, sta di fatto che questa serie mi ha preso come mai nessuna del suo genere (neanche la storica Beverly Hills 90210).
Ora che lo stanno riproponendo dalla prima puntata, ho deciso di registrarmi tutti gli episodi.

Joy: “Non possiamo più dormire insieme Dawson.”
Dawson: “Perchè?”
Joy: “Perchè siamo cresciuti. Io ho il seno e tu i genitali!”
Dawson: “Io li ho sempre avuti i genitali!”
Joy: “Sì, ma non così grossi!”
Dawson: “… e tu come lo sai?”
Joy: “Mani lunghe. Lascia perdere Dawson, buonanotte.”

A proposito di cult. Ormai sto diventando dipendente da un giochino on-line chiamato OGame in cui ci si occupa di gestire un impero galattico in guerra. Non è nulla di che, ma è peggio di una droga.

Una lacrima

Non so ciò che voglio. O meglio, voglio solo cose che non posso avere o non posso più avere. Sono il classico “Regret Lover”, ovvero amo l’idea del rimpianto. Ne sono dipendente, succube, proiettato costantemente nel passato. Non che mi dispiaccia il presente, non su tutti i fronti quanto meno, tuttavia vivo con il costante pensiero che ciò che è stato era bello e ciò che sarà no. Non altrettanto. Credo ci sia un perverso meccanismo subconscio che mi spinge alla mitizzazione degli oggetti dei miei rimpianti. Inutile dire che questo molte volte mi porta a non poter apprezzare a pieno ciò che vivo. In sostanza, sono un autolesionista convinto di non aver azzeccato mezza scelta importante nella sua vita. Bel quadretto che faccio di me, non c’è che dire.
La colpa è tutta dei sogni, soprattutto per chi come me se li ricorda di rado. Quelli che restano quando apri gli occhi, sono capaci di colpirti là dove fa più male: al cuore.
Non so perchè io stia scrivendo queste cose, nè se il significato di ciò che sto digitando sulla mia Logitech nera possa essere chiaro ad eventuali lettori. Probabilmente è solo uno sfogo di cui sentivo il bisogno. Non sono nemmeno sicuro di volerne parlare a nessuno faccia a faccia, anche perchè questa analisi autocommiserativa, triste e se vogliamo patetica di me è frutto del momento e tale rimarrà. Essere a terra ogni tanto capita a tutti e io questa volta ho deciso di lasciare fuoriuscire le mie emozioni sotto forma di una paginetta di questo diario multimediale. Parole che scorrono fuori, liberatorie, come fossero una lacrima che altrimenti non riuscirei a versare.

Nota: questo scritto ha preso forma e consistenza nella mattinata, ma solo ora trovo la forza per publicarlo. Credo sia una precisazione importante.

Sogni d’infanzia

Non so come, stasera m’è venuto in mente l’unico vero super eroe che io conosca. L’unico ed il solo: Paperinik*. Per usare una frase alla Max, “Troppo il migliore!”
PK
*Quanto mi piacerebbe essere come lui…

Hiatus

“For over a decade, Blink-182 has toured, recorded and done non-stop promotion all while trying to balance relationships with family and friends.

To that end, the band has decided to go on an indefinite hiatus to spend some time enjoying the fruits of their labors with their loved ones. While there is no set plan for the band to begin working together again, no one knows what tomorrow may bring.”
I'll miss you
Con queste poche righe i Blink 182 hanno deciso di mettere fine alla loro avventura musicale. Il gruppo si è sciolto.
Sono a terra.
Per quanto mi riguarda i Blink sono stati uno dei capisaldi musicali della mia gioventù, la colonna sonora degli anni di fine liceo. Tutti i ricordi che ho di quel periodo sono legati ad alcune loro canzoni in maniera indissolubile. “Dude Ranch” comprato a Monaco di Baviera durante la gita di quinta; “Josie” sparata a manetta dalle piccole casse della mia Y10 viola la sera del 30 Aprile dello stesso anno mentre tornavo a casa felice; la cassettina di “The Mark, Tom and Travis Show” registratami dalla sorella della Fra; il concerto di Milano con Miss Rimpianto e il volo dalla ringhiera del primo anello del Forum; i testi di “Waggy”, “Dammit”, “What’s My Age Again” che, come molti altri che non sto a citare, sembrava parlassero di me; le mille volte in cui stavo male e mi isolavo ascoltando i loro pezzi col walkman e le altre mille in cui stavo da bene e li cantavo mentre lo stereo li gridava all’intero quartiere. Non conta nulla che l’ultimo disco mi avesse drasticamente deluso, impregnato com’era del concetto “ora siamo maturi”. I Blink per me erano e sono il riflesso del mio essere giovane e immaturo e quindi accettare che loro fossero cresciuti era implicitamente accettare che anche io avrei dovuto farlo, che il tempo passa per tutti e che, prima o poi, bisogna capire che è giunto il momento di diventare grandi. Odio solo pensarla, questa cosa. Si chiama sindrome di Peter Pan? Può darsi, sta di fatto che qualunque sia il suo nome, io ne sono affetto in maniera importante. Ho quasi 24 anni e mi sento in diritto di essere ancora nell’età dell’idiozia.
Non è così.
Ci sono il lavoro, l’università, le responsabilità e tutte quelle questioni che ti impediscono di goderti l’esistenza. Senza nemmeno accorgertene ti ritrovi a fare una vita che non sopporti in virtù di un futuro che più incerto non può essere. La fine dei blink è solo un altro segno, indelebile, del fatto che la mia gioventù è finita. Ora è solo tempo di farsene una ragione.
Attaccato il MUVO alla presa USB, non mi resta che infilarmi nel letto e riascoltarmi i loro pezzi in successione, sperando che la tristezza profonda che mi opprime se ne vada.

Don’t bide your time
‘Cause it is almost over
I know you’re down
And I’ll see you around
And I know it hurts
But you’re just getting older
And I know you’ll win
You’ll do it once again

Italicus amarcord

Oggi sono proiettato nel passato.
La mia giornata ha avuto come sottofondo incessante “Primavera 99” dei Mach5. Ultimamente sto provando, senza troppo successo in realtà, a trasformare in formato multimediale i vecchi demotape che ho in casa. Riascoltarli è come aprire un vecchio album di fotografie. Mille ricordi tornano alla mente, ricordi di quando ero giovane. Mentalmente intendo. Le serate all’Arci di Arcore, Baffo Moretti e il divertimento facile. Senza pretese. L’altro giorno con Fabri e Fabio ci siamo messi a ricordare un po’ di personaggi dell’epoca che non vediamo da chissà quanto. Ne sono usciti nomi veramente importanti. Fabio Piercing, Ale “Niceman” Doni, Lore, il Bani, la Meggie, Sbiru e chissà quanti altri che ora non ho voglia di scrivere. Tutta gente simpatica, non amici, ma persone con cui si passava volentieri la serata in attesa del concerto delle “Gambe di Burro”, dei “Murder, We Wrote” o degli “Abbiokko”. Decisamente bei tempi.

“Lo sai che mi si è infiltrato un Marziano nel cervello e son felice perchè
Mi racconta barzellette giorno e notte e mi fa morire dal ridere.
Oh oh oiè
Adesso lo sai, perchè io rido fissando il soffitto
Adesso lo sai, con chi è che parlo guardando per aria
E’ bello avere un amico così
Io ho un marziano per amico (e tu no!)”

GAMBEdiBURRO – Marziano (BabbazBabbazBabbaz 1997)