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Politica

La rivincita dei nerd

C’era un po’ da aspettarselo.
Se si decide di dare il premio Nobel per la medicina a colui che ha inventato la FIVET non ci si può non immaginare che dalle parti del Vaticano la cosa venga presa maluccio. Ed infatti non sono mancate le risposte polemiche da parte di prelati, filosofi, bioeticisti, luminari e dell’ a me tanto caro comitato Scienza e Figa Vita.
Per quel che mi riguarda trovo la cosa abbastanza divertente perchè, dal mio punto di vista, è inusuale veder rosicare tutta quella masnada di braccia rubate all’agricoltura. Non so. E’ quello spirito peccaminoso ed immorale che ti fa godere quando finalmente qualcosa va di traverso a quelli che la mandano sempre di traverso a te. Quella pruriginosa soddisfazione che ti da vedere qualcuno che finalmente decide di non piegarsi a novanta ogni volta che questa gente apre la bocca. Insomma, quel gusto di rivincita che si prova quando nei film il buono finalmente spacca il culo ai cattivoni prepotenti, con l’unico rammarico dato dal fatto che in questo caso il film dura da sempre e che da domani i cattivoni prepotenti saranno di nuovo li a spadroneggiare.
Già perchè adesso che il Silvio ha deciso di bestemmiare in pubblico sarà necessario ripareggiare i conti con l’amico Vaticano concedendo qualcosina. Come sempre. Qualche bella leggina ad hoc e pace fatta.
Chissenefrega se stiamo parlando di un adultero blasfemo che da vent’anni combatte la legalità (e non lo dico io eh, ma Fini, l’uomo che gli è stato più vicino da che è in politica), perchè finquando questo farà i Family Day, firmerà le leggi 40, aizzerà putiferi intorno ad eventuali casi Welby o Englaro, finanzierà le scuole private e si straccerà le vesti in nome dei crocifissi nelle aule tutto sarà concesso.
Come a dire, sia fatta la volontà di Dio, anche se poi ad attuarla è il diavolo.
Ecco perchè, oggi, sono così contento del Nobel a Edwards. Non solo perchè da scienziato non posso non riconoscere la grandezza di un personaggio che ha reso possibile la nascita di più di 4 milioni di bambini (un po’ più dello Spirito Santo, da che ne so io) curando di fatto una patologia tremenda come l’infertilità, ma soprattutto perchè da cittadino laico troppo spesso intrappolato ai piedi del Vaticano una rivincita ogni tanto da gusto.
E adesso forza Internet!

Sfumature

In Italia se sei una donna, magari immigrata senza permesso di soggiorno, e stai sulla strada vendendo il tuo corpo per pochi euro che dovrai consegnare al tuo pappone per evitare di prendere più botte di quante già non te ne dia di solito, sei una prostituta, comunemente detta puttana o zoccola. Come prevede la legge queste donne sono perseguibili con l’arresto o con il rimpatrio immediato nel caso delle immigrate. I loro clienti rischiano costosissime ammende se pescati in flagranza di reato. Ammende ben superiori al costo della prestazione per cui hanno pagato, per intenderci.
Sempre in Italia, se sei una donna giovane e particolarmente attraente, magari immigrata senza permesso di soggiorno, e vivi nel tuo loft vendendo il tuo corpo per parecchi euro che potrai spendere in vestiti e trattamenti relax, sei una escort, comunemente detta zoccola o puttana da chi non può permettersela. Per gli altri è imprenditrice. Al contrario di quanto prevede la legge queste donne non vengono perseguite e se sorprese in flagranza di reato è probabile facciano carriera in televisione. Di rimpatriarle ovviamente non se ne parla. I loro clienti non rischiano nulla che non possa essere risolto in piazza al Family Day, nemmeno l’ammenda di cui sopra, nonostante possano pagarla senza quasi accorgersene e sia, quest’ultima, di molto inferiore al prezzo della prestazione acquistata.
Tutto noto.
Da ieri però l’Italia è anche ufficialmente il posto in cui se sei una bella donna e vuoi vendere il tuo corpo, ma i moltissimi soldi che prende una escort non ti bastano più, puoi farlo in cambio di una poltrona in Parlamento. Conosciuta come Deputata o collega da chi ha usufruito del servizio, è comunemente zoccola o puttana per gli altri, specialmente per le Deputate donne che si sono meritate il posto. Anche in questo caso niente sanzioni, perchè: “Se anche una deputata o un deputato facessero coming out e ammettessero di essersi venduti per fare carriera o per un posto in lizza non sarebbe una ragione sufficiente per lasciare la Camera o il Senato.”. Niente pena anche per il cliente, comunemente utilizzatore finale.
Credo di dover scrivere alla Garzanti.
La loro definizione di prostituta è ferma alla seconda Repubblica e non menziona tutte queste sfumature.

Futuro o libertà?

Non avrei voluto scrivere un altro post di politica, ultimamente non mi pare di pubblicare altro, però oggi è successo qualcosa che va per forza commentato.
Berlusconi ha cacciato Fini. I due fondatori del PdL si separano dopo mesi di rapporto a dir poco travagliato. Il presidente della Camera rende noto di non volersi dimettere e lancia una nuova corrente dal nome “Futuro e Libertà”, precisando che sarà ancora disposto a sostenere il Governo, ma solo quando questi si atterrà al programma elettorale e non prenderà iniziative contrarie a “valori irrinunciabili quali l’amor di patria, la coesione nazionale, la giustizia sociale e la legalità”.
Mi chiedo quando un Governo sostenuto da una maggioranza i cui partiti principali sono il PdL di Berlusconi (e Dell’Utri, Previti, Verdini e via dicendo) e la Lega Nord di Bossi possa mai venir meno a questi “valori irrinunciabili”.
Ad ogni modo il dado è tratto e Gianfranco alla fine è stato cacciato a pedate da una coalizione che ha contribuito a fondare, uscendo come “lo sconfitto” dallo scontro con Berlusconi, soprattutto se il Governo resterà in piedi.
Cosa che mi auguro con tutto il cuore ed il motivo è presto detto. Se si andasse a votare domani e Fini si presentasse come autonomo la metà buona dei voti la porterebbe via al PD, cosa che più ci penso più delinea benissimo lo stato del nostro paese. Chi ha votato PD perchè facesse opposizione a Berlusconi infatti non può che preferire Fini, attualmente. Con Rutelli e Casini in giro a vendere il culo lo scenario che ci si pone di fronte è quantomeno nefasto: maggioranza più o meno solida, opposizione ininfluente e, oltretutto, composta da due fazioni ideologicamente opposte.
Senza contare che la legge elettorale attuale resta quello schifo che per tutti andrebbe cambiato, ma che nessuno si azzarda a toccare.
Insomma, io a votare non ci andrei. Andiamo avanti così, che si può solo fare peggio.

La moviola

La RAI ha deciso di eliminare, o meglio, di ridurre notevolmente l’utilizzo della moviola durante le sue trasmissioni. Il motivo è che mostrare alla gente le decisioni sbagliate degli arbitri “avvelena” il dibattito sportivo e “agita gli animi”. Le reazioni a questa decisione sono ovviamente le più varie: da chi sostiene sia giusto, a chi pensa invece che non lo sia affatto.
Più o meno tutti concordano col fatto che la RAI perderà non poco nei confronti della concorrenza, ma questa non è certo la prima volta in cui prendono decisioni di questo tipo e non è quello di cui voglio parlare.
Vorrei invece sottolineare un altro aspetto. Siamo sicuri che il problema del calcio sia la moviola in TV? E’ senza dubbio vero che la moviola spesso porti alla luce “ingiustizie” e “misfatti” che altrimenti resterebbero sconosciuti ai più e questo può certamente agitare gli animi. Nascondere la polvere sotto il tappeto però non significa eliminarla e questo lo insegnano tutte le mamme del mondo. Se ci sono problemi legati ad un regolamento che non viene rispettato o fatto rispettare come si dovrebbe, anche se vogliamo a causa di un limite oggettivo della classe arbitrale, a mio avviso bisognerebbe fare in modo che questo problema venisse risolto in modo da rendere inutile la moviola in TV. Eliminare la moviola stessa e sperare che i cittadini non vengano mai a sapere delle eventuali irregolarità è invece una soluzione che non può andare bene in un paese civile.
Facciamo un esempio.
Mettiamo il caso si stesse parlando di legge e non di sport. Ipotiziamo per un momento cosa accadrebbe se in un paese ci fosse il reale problema di una giustizia che, per diversi motivi, fatichi a farsi rispettare. Potrebbero facilmente esistere alcuni uomini privilegiati che, esattamente come le squadre di calcio più blasonate, in questo paese godano di un trattamento diciamo “di favore”, di una certa sudditanza psicologica da parte dell’opinione pubblica e di chi la legge dovrebbe farla rispettare. Sempre per ipotesi in questo paese il problema potrebbero non essere i giudici in se, ovvero gli arbitri, ma gli strumenti che questi giudici possiedono per fare in modo che le leggi vengano rispettate. Il governo di questo paese in questo parallelismo avrebbe il ruolo della Federazione, ovvero di colei che stabilisce le regole e, sempre per assurdo, questo governo potrebbe prendere decisioni che invece di facilitare il lavoro dei giudici, lo rendono sempre più difficile.
Ebbene, in un paradossale scenario come quello dipinto l’unico modo che il cittadino potrebbe avere per venire a conoscenza di tali misfatti è che qualcuno, dall’esterno, li documenti e li riporti al pubblico. La moviola ha quindi il ruolo che avrebbe una stampa libera in un paese governato da persone che pensano di scavalcare la legge: il compito di denucnciare nella speranza che certi fatti non capitino di nuovo. E se la gente si incazza, una volta scoperta la magagna, il problema non sta certo in chi l’ha informata, ma in chi ha commesso il misfatto.
Bloccare la moviola quindi è come imbavagliare l’informazione.
Ed è per questo che Fabrizio Cichitto, presidente dei deputati di centro destra, è così contrario al fatto che questa venga eliminata dai programmi RAI.
Perchè loro, all’informazione libera, ci tengono.
Il calcio, lo dico da sempre, è metafora della vita.

Una rete per la rete

Centrale, nel dibattito politico italiano, è il DDL intercettazioni, anche detto legge bavaglio.
Nell’ultimo periodo non si sente che parlare di questa legge e le mobilitazioni per fermarla sono state molteplici. La stampa tutta, o quasi, ha sollevato clamore attorno alla questione e l’opinione pubblica si è schierata con i giornalisti nel tentativo di tutelare il proprio diritto all’essere informati.
Da qui una lotta serrata fatta di continui cambiamenti, modifiche e rimescolamenti.
Cose che sanno tutti.
Quello che non proprio tutti sanno invece è che lo scorso 21 luglio il Presidente della Commissione Giustizia della Camera, On. Giulia Bongiorno, ha dichiarato inammissibili gli emendamenti presentati dall’On. Roberto Cassinelli (PDL) e dall’On. Roberto Zaccaria (PD) al comma 29 dell’art. 1 del c.d. DDL intercettazioni. Questo vuol dire che nel sopracitato DDL resta la norma che obbliga anche i blog a pubblicare entro 48 ore le rettifiche.
Resta quindi il tentativo di uccidere la rete intesa come unico elemento capace, attualmente, di far valere la propria libertà di opinione ed espressione.
Da cittadino, prima che da blogger, questa cosa mi da un certo qual fastidio.
Da blogger non professionista e intutelato invece, l’essere equiparato nei doveri e nelle sanzioni ad un giornalista mi da profonda preoccupazione.
Scrivo tutto questo perchè non sono convinto che la stampa ed i giornalisti solleveranno un nuovo polverone per salvare il web, soprattutto non dopo essere riusciti nell’impresa di salvare loro stessi.
E’ bene, a mio avviso, che quante più persone si rendano conto di tutto questo.
A tal fine smetto di scrivere e lascio alcuni link utili allo scopo, nella speranza che chiunque si trovi a passare da queste parti non solo si informi, ma abbia anche a cuore la possibilità di diffondere il messaggio e informare a sua volta.
C’è un tasto, qui in basso, che permette di spargere la voce ad esempio su Facebook. Per una volta potrebbe essere intelligente premerlo.
Ecco i link, buona lettura.
L’appello su Facebook.
Lettera aperta a Fini e Giglioli.
La Stampa.
Repubblica.

La caduta

Oggi Silvio Berlusconi ha tenuto una conferenza stampa in occasione dell’inaugurazione della nuova stagione del Milan.
Questa data doveva essere ricordata come la grande contestazione dei tifosi alla dirigenza rossonera, ma da me sarà ricordata come l’inizio della fine di Silvio Berlusconi.
Forse è stata solo una mia sensazione, ma l’ho trovato stanco, provato e ormai totalmente privo di lucidità. Impegnato a ripetere dati falsi e alla rinfusa non tanto per convincere chi ascolta, ma per convincere se stesso che la fine che si avvicina e che lui ormai sente prossima non sia reale.
Ed invece io voglio credere che lo sia e spero che la giornata di oggi venga davvero ricordata come l’inizio della caduta.
Purtoppo questo meccanismo di implosione non sarà breve nè indolore e porterà molte cose di cui mi sta a cuore alla rovina. Una di queste è il Milan. Altro elemento degno di nota è l’aver portato il ministro degli interni Maroni a Milanello e aver buttato assieme i dati sulle vittorie del Milan sotto la sua presidenza con i dati delle vittorie del Governo sulla criminalità dimostra l’ossessione che ormai quell’uomo ha per i numeri. Detti così, alla rinfusa, senza l’abilità di un tempo di utilizzarli per propaganda, ma più nel tentativo di fare “specchio riflesso” ad una realtà che di continuo gli sbatte in faccia l’inconsistenza di quegli stessi dati. Così le vittorie passate scacciano nella sua testa le umiliazioni presenti e se questo vale per dati reali come i trofei rossoneri deve valere anche per dati improbabili come quelli della lotta alla mafia. Ormai non è più capace di divincolarsi tra le sue varie personalità ed i suoi molteplici ruoli e quindi va a braccio facendo un mix di tutto: milan, governo, editoria. Parla a ruota libera privo di qualsivoglia filo logico e senza possibilità di utilizzare quantomeno le espressioni del volto per separare gli argomenti. E’ una maschera sfigurata dal botox che ripete numeri alla rinfusa.
Cito e commento qualche passaggio.
“Una squadra grande, in una competizione mondiale, costa. Per essere chiari mentre nella norma le squadre europee e italiane hanno un parco giocatori che costa il 60% di media dei loro ricavi, per andare in cima all’europa e in cima al mondo bisogna spendere molto di più. All’Inter vanno i nostri cordialissimi complimenti. […] Massimo Moratti ha dovuto per avere la rosa che l’ha portato a queste vittorie impiegare il 125% dei ricavi dell’Inter, e quindi immettere capitale fresco per coprire quelle che sono le perdite. Le squadre normalmente impiegano il 60% deicloro ricavi e il Milan è andato oltre il 100%”
Il tifoso milanista medio non può essere che contento del fatto che il presidente si compiaccia delle vittorie altrui. Specie se dell’Inter. Inoltre il senso di questa frase è: chi vince spende molto, ma noi riusciamo a spendere molto anche senza vincere. Ammissione di inefficienza e concetti impopolari il tutto in un unico periodo e proprio all’inizio della conferenza stampa. L’ho detto, non è più lucido. Forse è anche per quello che i suoi figli, e cito, “vorrebbero interdirlo”.
“Il Milan è la squadra più conosciuta al mondo. Un recente sondaggio internazionale, che cercava di individuare le caratteristiche per cui i vari paesi sono ricordati nell’opinione pubblica mondiale, ha portato purtroppo a questo risultato: al primo posto c’è la mafia. E da qui la battaglia sacrosanta che noi conduciamo, ed è per quello che io mi sono permesso di criticare le troppe fiction, i troppi film, che si scrivono sulla mafia. Nelle classifiche vere dei Ministeri degli Interni del mondo, la mafia italiana è per volume degli affari e per numero dei reati commessi, anche i più gravi, al settimo posto. Quindi è la settima più pericolosa mafia al mondo, mentre invece dal punto di vista della popolarità e della conoscenza è al numero uno, al primo posto, e questo è dovuto al fatto che ci si è voluto impegnare nel diffonderla attraverso, per esempio, telefilm come ‘La Piovra’ che sono stati visti in più di 180 Paesi.”
Tralasciando il discorso mafia in se, che non merita ulteriori commenti, è evidente come ormai fatichi a tenere il filo dei suoi pensieri e parta per la tangente con discorsi che esulano dal contesto. Parlava del Milan e ha tirato in mezzo la mafia, passando da presidente del Milan a presidente del Consiglio senza accorgersi. Non ce la fa, purtoppo.
“Grandi vittorie che sono arrivate fino alla stagione 2007-2008, dove abbiamo vinto due importantissimi trofei internazionali. Poi non si può sempre vincere. A competere sono migliaia e migliaia di squadre nel mondo, ma non ci siamo comportati così male se siamo sempre stati in Coppa dei Campioni, qualificandoci anche per le finali, così come nel campionato italiano, dove siamo secondi dopo la ricchissima Inter e prima della Roma. Quindi, sommando i punti dei due ultimi campionati noi, siamo alle spalle dell’Inter ma veniamo prima della Roma”
La ricchissima Inter mi ha colpito molto. Tipo che Moratti è un riccone mentre lui fatica ad arrivare a fine mese. E via di nuovo con i discorsi su una rosa all’altezza per competere su tutti i fronti. Il problema è che lui ci crede davvero, non lo dice per rabbuonire i tifosi perchè sa che il tifoso ormai non gli crede e che, anzi, si incazza. Lui è proprio convinto di avere in mano un arsenale atomico. Queste sono dichiarazioni che potrebbe fare un Castro, uno Chavez o un Ahmadinejad se solo avessero una squadra di calcio. Loro però almeno nello sport lasciano spazio agli altri. Loro.
“…abbiamo Marco Amelia che ci viene dal Genoa, per ora in prestito ma abbiamo diritto di riscatto. E’ un pallino del Presidente Berlusconi che l’ha seguito quando era in Nazionale…”
Amelia in nazionale ha fatto 9 presenze. Questo gioca da nove anni in serie A e tu lo compri perchè hai visto 9 partite della nazionale? Contro chi poi, visto che nelle partite importanti gioca Buffon.
“Abbiamo Mario Yepes che è un difensore centrale di grande esperienza poi è molto bello, abbiamo Borriello che è bellissimo e che fa innamorare le tifose…”
E’ evidente o no che ormai è totalmente in preda al delirio? Parli degli acquisti e tiri fuori Amelia dicendo che è un tuo pallino perchè hai visto la Nazionale in cui non gioca e passi a Yepes che serve perchè fa innamorare le tifose? E poi tiri dentro pure Borriello, che già era in squadra e che comunque spero bene sia al Milan perchè segna e non perchè è un figo. Questa è l’anzianità, ormai lui pensa solo al sesso e, cosa agghiacciante, è convinto che tutti facciano altrettanto. E lo dice, a ruota libera, perchè ha perso i freni inibitori. A costo di essere ripetitivo, mi pare evidente che non sia più lucido. Serve un’altra prova?
“…e poi abbiamo preso sempre da Genoa un difensore che ha annullato il famoso Messi nei campionati del Mondo.”
C.V.D.. Andiamo avanti.
“…nel Milan resta anche se abbiamo avuto offerte dal Real Madrid ma abbiamo stoicamente resistito per Thiago Silva che consideriamo difensore di assoluta classe e che ha ben figurato anche nella sfortunata squadra brasiliana.”
Minuti giocati da Thiago Silva al mondiale: 0. Una volta non avrebbe fatto errori così grossolani. Spararle le ha sempre sparate, ma c’è da riconoscergli una certa perizia nel farlo. Oggi no, oggi assalto all’arma bianca.
“…il Milan vuole restare in vetta in Italia, vuole restare in vetta in Europa, vuole restare in vetta nel Mondo.”
Restare? RESTARE? RE-STA-RE?
“Abbiamo anche investito molto nel settore giovanile […] e abbiamo già deciso che andremo nella direzione della gioventù. Quest’anno scadevano Dida e Favalli […] L’anno prossimo abbiamo Abbiati (interviene Galliani: “Abbiati l’abbiamo appena prolungato”), abbiamo Roma, abbiamo Kaladze, Nesta, Oddo, Zambrotta, Ambrosini, Pirlo, Seedorf, Ronaldinho, Inzaghi Filippo. E poi gli altri sono in scadenza successiva. QUindi è l’anno prossimo che noi dobbiamo preparare bene sul mercato nazionale ed internazionale per sostituire qualcuno, perchè altri resteranno di questi grandi campioni.”
Largo ai giovani per sostituire i vecchi l’anno prossimo, però i vecchi li teniamo. Insomma, tutto ed il contrario di tutto, con Galliani che deve intervenire per correggerlo perchè non sa più di cosa parla. Non è preparato, del Milan non sa più nulla ed è troppi minuti che lo fanno parlare di quello e che non può parlare di politica.
Ci sarebbe la parte sugli sponsor in cui parla di se stesso cantante e novello Aznavour e la parte in cui dice che non si compra nessuno, però c’è il pullman nuovo per la squadra, ma vado al pezzo forte, che riporto per intero.
Ringrazio tutti i media, le televisioni, i giornali che ci trattano con oggettività. Qualche volta suggerirei di trattarci benevolmente. Se per esempio Costa sul Corriere della Sera scrivesse meno male del Milan, avrebbe più gente, lettori del Corriere che leggerebbero i suoi articoli. Perchè i tifosi di calcio, caro amico, vogliono sentire solo cose buone della loro squadra. Hai diritto di parola, ci mancherebbe! Mi lasci finire però, bollino giallo… Davvero, abbiamo fatto un’indagine, quando mi occupavo di televisione e i lettori… in Italia si vendono 5 milioni e 900 mila copie di giornali, poco più di un milione sono giornali sportivi. Quindi siamo il paese che legge meno in Europa: su 1000 abitanti soltanto 86 comprano un giornale. Nel sud ancora meno, solo 56: esattamente quanto sono i giornali venduti per 1000 abitanti in Tunisia. Di questi 5.900.000 quasi un milione sono sportivi, poi anche gli altri giornali hanno la sezione sportiva. Il lettore sportivo compra solo i giornali sportivi; il lettore cosiddetto generalista compra i giornali e legge magari anche lo sport. Non legge assolutamente gli articoli che parlano male della sua amata squadra. Quindi se volete farvi leggere di più dovete per forza parlare bene del Milan. Poi con l’Inter regolatevi voi, siete liberi di fare… ma con il Milan dovete parlare bene! Alberto, a te la parola.”
“Mi spiace doverla contraddire però le assicuro che i lettori saranno diminuiti, ma non ha idea di quante mail di lettori che si congratulano con me che ho ricevuto…”
“Sono gli interisti, sono tutti interisti! Sono come quelli… sono i comunisti che scrivono male di me. Io ho più del 60% di gradimento e poi invece ti trovi sulle email il peggio di tutto. E’ la modernità che avanza: evviva.”

Delira, direi che è evidente.
“… il Milan vuole vincere, per vincere bisogna fare gol, per fare gol bisogna tirare in porta, per tirare in porta bisogna essere lì nei pressi della porta, altrimenti non si riesce.”
(fuoricampo) “L’ha detto Mourinho quello che…”
Quello che ho detto? Non lo so ma ha imparato da me.”

Ora, se Mourinho è l’uomo che abbiamo conosciuto e se in Spagna qualcuno gli chiedesse delucidazioni in merito, sarei curioso di sentire la risposta. Ad andar bene sarà un: “Berlusconi? No conosco”.
Per quanto riguarda la mia presenza allo stadio devo dire che dopo il tentativo di uccidermi sono stati gli uomini responsabili della mia sicurezza ad insistere affinché io non venissi.
Questa fa gran ridere, cazzo. Però da un certo punto di vista non escludo che allo stadio qualche tifoso proverebbe sul serio ad ucciderlo. E comunque di frasi esilaranti di per se stesse ne ha snocciolate un bel po’, tipo:
“Tra l’altro oggi sono stato al San Raffaele dove si è laureata mia figlia con 110 e lode in filosofia. Ho dei figli così bravi che certamente non merito. Sono fortunato.”
“Siamo fuori dalla crisi.”
“Se penso ad un giocatore che possa avere una carriera lunga, questo è proprio Ronaldinho.”
“La rosa attuale del Milan è competitiva come qualsiasi altra rosa degli altri club in Europa e in Italia.”

Per finire con la più che sobria conclusione:
“Grazie a tutti, guardateci con benevolenza e con simpatia, altrimenti il qui presente Ministro degli Interni ha un potere sui Servizi Segreti… State attenti perché il Grande Fratello vi controlla.”
Cadrà. Solo e abbandonato, con i soldi che alla fine non potranno più comprare il sostegno, sia quello di burattini prezzolati come Fede o Capezzone, sia quello della Curva Sud. Cadrà e sarà un bene per molti, ma a quale prezzo?
Chiudo con un’illuminante citazione da un amico:

“All’inizio avevo votato Berlusconi perchè pensavo potesse fare dell’Italia quello che aveva fatto del Milan. Invece ha fatto del Milan quello che era l’italia.”

[Thx to: Sky.it]

Fade to black

La mattina io, solitamente, leggo il giornale per farmi un’idea di quel che succede.
Di norma visito Repubblica.it e do una scorsa ai titoli della homepage, aprendo solo gli articoli che attirano il mio interesse. Se la notizia è particolarmente succulenta e non ho troppo da fare al lavoro magari apro anche il Corriere ed il Giornale, giusto per capire un po’ come la notizia è stata recepita e riportata dalle varie parti.
In questi giorni l’attenzione della stampa è sicuramente incentrata sulle riforme finanziarie. Il dibattito investe gli ormai arci noti condoni che il nostro governo attua per rientrare di una parte (minima, stando alle cifre) di quanto sottratto al fisco utilizzando vari metodi di evasione. Tremonti ha ribadito più volte di stare lavorando per combattere in profondità questa piaga e io non ho le basi per poter sostenere che questo non sia vero. Da totale ignorante in campo economico, lo dico senza sarcasmo, trovo che alcuni dei procedimenti vadano nella direzione opposta (come l’innalzamento del limite per il pagamento in contanti da 100 a 5000 euro) se non addirittura verso una sensazione di impunità percepita quantomeno da chi, come me, in quanto dipendente assiste alla cosa da spettatore. I vari condoni come i patteggiamenti infatti lasciano l’impressione che, superato il disagio morale, l’evadere le tasse non porti ad alcuna conseguenza punitiva. Il caso di Valentino Rossi è solo uno degli esempi più eclatanti in merito, con il pilota che versa 20 milioni di euro a fronte dei 112 richiesti (ecco la fonte). D’altra parte è viva convinzione del nostro premier che, se sottoposti ad una pressione fiscale valutata come “scorretta”, i cittadini siano “moralmente autorizzati ad evadere, per quanto possibile, le tasse”, quindi per quel che mi riguarda la lotta all’evasione potrebbe essere sostenuta in termini sicuramente più decisi.
Dico tutto questo perchè questo clima di lassismo nei confronti del problema è facilmente percepibile girando per il paese, quando ci si scontra contro il muro insormontabile del “neraccio”. Alcune volte non ci si fa nemmeno caso, come quando il barista non consegna lo scontrino del caffè o il parrucchiere non rilascia la fattura. Altre volte ci si scontra con la propria morale o i propri bilanci di fine mese, come quando il dentista chiede il 20% in meno per l’apparecchio del bambino o il muratore fa lo stesso per la facciata della propria palazzina. Sono tanti soldi, il risparmio è cospiquo e quindi non sempre è facile restare sulla retta via, ma c’è chi comunque ci riesce.
Ultimamente però stanno via via diventando sempre più comuni situazioni ancora più estreme. Parlo di quando ci si decide a comprare casa e ci si va ad informare presso l’agenzia. Non è insolito, anzi è veramente comune, che ci si ritrovi di fronte alla richiesta di pagare un’ingente parte del valore dell’immobile in nero. La cosa se vogliamo tragicomica è che in questi casi l’acquirente non trae nemmeno vantaggio dall’infrazione, perchè non ci risparmia nulla. L’affare è solo per chi vende. Gli agenti immobiliari sono anche preparatissimi nel indicare all’utente come fare a versare queste somme spropositate senza destare attenzione. Un mio amico mi raccontava che nel suo caso gli chiesero di prelevare 2400 euro ogni venti giorni e, semplicemente, consegnarli. Leggendo in internet si può facilmente vedere come questo tipo di richiesta non sia soltanto comune, ma anche incredibilmente sfacciata e, cigliegina sulla torta, come non si tratti più di un accordo tra le parti, ma di una regola a cui non ci si può sottrarre.
In molti casi o si accetta il nero, o non si compra.
Sempre restando a quanto ho sentito da diverse testimonianze, questo fenomeno è abituale per quanto riguarda le case non ancora costruite, mentre si affievolisce decisamente se si va a trattare per immobili già edificati.
Un’altra domanda che mi sono ed ho posto in merito alla faccenda è come mai nessuno si rivolga alla Guardia di Finanza e la prima cosa che si nota è una scarsissima fiducia del cittadino medio nei confronti delle forze dell’ordine. E’ vero che rifugiarsi dietro la classica frase: “Tanto, anche se denuncio, non fanno un cazzo.” è forse un po’ troppo comodo, ma analizzando le cose con un minimo di calma e lucidità non è poi così incomprensibile questo tipo di rassegnazione. Il fenomeno in questione ha infatti assunto pieghe e dinamiche talmente macroscopiche da rendere difficile per il cittadino l’idea che il tutto sia ignoto alla GdF. Anzi. L’idea che passa è che la piaga non sia insanabile, ma semplicemente non curata e forse a questo contribuisce anche il clima di lassismo e depenalizzazione di cui parlavo all’inizio. Per curiosità personale, tuttavia, ho deciso di provare a guardare sul sito della Guardia di Finanza se ci fosse materiale in merito e mi sono imbattuto in questa pagina. Il concetto, in sintesi, è che non solo la compravendita di immobili con pagamenti in nero sia illegale e gravemente punita, ma anche come questa sia sconveniente da un punto di vista economico. Il tutto non farebbe una grinza, se le cose funzionassero come si dovrebbe, tuttavia il fatto che questo tipo di accordi siano diventati se non consueti, quantomeno molto comuni rende il tutto come dire “retorico”. Quello che manca, almeno stando alle mie capacità di navigare il sito, è una chiara indicazione su cosa fare e a chi rivolgersi qualora “vittime” di proposte indecenti di questa risma. Per dovere di cronaca segnalo tuttavia la presenza sul sito di un numero verde a cui è probabilmente possibile rivolgere le domande in questione ed avere delle risposte. Avrei volentieri concluso questa mia piccolissima “inchiesta” (eddai, ci sono le virgolette, siate buoni) chiamando e facendo qualche domanda, ma non essendo in Italia mi è impossibile farlo.
Chiudo linkando una pagina in cui è possibile leggere una delle tante testimonianze in merito che si possono trovare in giro per la rete. La cosa che ha destato in me maggiore attenzione sono stati i commenti. Cito:

“… Prima di andare dal GDF ragioni sul fatto che facendo una segnalazione potrebbe rovinare l’esistenza ad un essere umano. …”

L’amore vince sempre sull’odio.

Agli atti

Silvio Berlusconi, il presidentissimo, ormai ha decisamente perso la brocca.
Non che io l’abbia mai trovato particolarmente assennato o abbia mai condiviso i suoi punti di vista, ma un conto è avere opinioni contrastanti, un conto è delirare.
Ecco, ultimamente siamo ampiamente nel secondo dei due ambiti e non lo dico tanto per dire, ma perchè ho prove tangibili.
Metto quindi agli atti le ultime due dichiarazioni dal premier che ho letto.
La prima riguarda il Milan ed è datata 26 Maggio:
“È la squadra che amo e perciò sono il primo tifoso. Però io quest’anno, nonostante i tanti infortuni, se avessi fatto l’allenatore avrei vinto lo scudetto con 5-6 punti di distacco…”. (Gazzetta.it)
Ok, adesso ditemi che questa non è la dichiarazione di un pazzo. Il Milan di quest’anno, godendo di non pochi favori arbitrali, è riuscito a stento ad arrivare terzo grazie ad un immenso lavoro del compianto Leonardo, capace di valorizzare una rosa che a mio avviso resta da quarto posto ad andar bene. E’ vero che ormai ai deliri di onnipotenza del presidente ci siamo un po’ tutti abituati (io ancora aspetto la cura per il cancro e il milione di posti di lavoro), ma mi rimane impossibile da capire come la gente non colga il totale distacco dalla realtà da parte dell’uomo che dovrebbe portare avanti il Paese.
La seconda dichiarazione poi, se possibile, è anche meglio.
Silvio la sfodera alla conferenza stampa dopo i lavori dell’Ocse:
«Cito una frase di colui che era considerato come un grande dittatore: “dicono che ho potere, ma io non ho nessun potere, forse ce l’hanno i gerarchi, ma non io. Io posso solo decidere se far andare il mio cavallo a destra o a sinistra”». (Ansa.it)
A parte la totale non veridicità dell’assunto, ma poi citare Mussolini è veramente troppo, anche per Berlusconi. Oltretutto citarlo come “colui che era considerato come un grande dittatore”. Un grande dittatore? ERA considerato? Ma scherziamo?
Comunque sia la cosa ha subito fatto breccia nel cuore dei fedelissimi araldi del presidente, tanto che Libero se ne esce con un’imperdibile raccolta DVD dei discorsi del Duce. Per carità, si tratta di documenti storici, nessuna apologia di fascismo.
Anche il titolo è quantomai critico: “Il Duce, le parole, gli applausi.”.
Io sono schifato, e la cosa ci sta tutta, ma credo che più schifati di me siano coloro che nel Duce ancora vedono qualcosa di positivo (sì, questa gente esiste). Per i fascisti veri siamo al limite della bestemmia ed io, in un certo senso, li capisco.
Mi dispiace tarpare le ali a Berlusconi, ma non ha e non avrà mai la pasta per fare il Duce. Senza i milioni con cui compra quotidianamente chi gli sta attorno, Berlusconi non sarebbe nessuno.

Dopo l’ultima parola

Vivendo in Germania non è facile stare al passo con la divertente macchietta della politica italiana.
Stando qui sono costretto a trovare le notizie in rete e a leggere i giornali, privato della grandissima comodità del mezzo televisivo e della sua capacità di informare. Nell’albergo di Parigi in cui ho soggiornato, però, c’era la TV satellitare e così, Venerdì sera, non ho potuto fare a meno di gustarmi una fantastica puntata de “L’ultima parola”, programma di approfondimento in onda su Rai 2 condotto da Gianluigi Paragone.
Lo dico subito: a me Paragone sta un sacco simpatico. Pur non essendo propriamente vicino alla mia parte politica (ma chi lo è, oggi? E soprattutto qual’è la mia parte politica??), ho sempre trovato un personaggio piacevole, specie quando inserito in dibattiti calcistici su qualche rete locale.
Il suo programma però me l’ero sempre perso. Per quel che ho potuto vedere non mi è parso mal fatto. Filogovernativo sì, ma cercando comunque di fare giornalismo d’inchiesta interpellando più o meno tutte le parti politiche e senza eccessivo protagonismo.
La puntata in questione verteva sui costi della “casta” politica italiana in ottica di valorizzare la manovra Tremonti. Ne sono usciti momenti decisamente divertenti, almeno per la parte che ho visto io (dall’intervista di Rizzo o Stella, non ricordo, uno dei due in ogni caso).
Il primo l’ha regalato Barbareschi in un servizio in cui si denunciavano le scarse ore lavorative del Parlamento e si chiedeva un parere riguardo al taglio del 5% sugli stipendi dei parlamentari invocato dalla manovra Tremonti. Citando lo spezzone che parte al minuto 1:53, l’onorevole sosteneva come tutti gli italiani, in un momento difficile, dovrebbero fare un sacrificio e non solo i politici.
Per me è già molto sopportare che uno come Barbareschi stia in Parlamento, figuriamoci come posso reagire al fatto che lo facciano anche parlare. Un’uscita più infelice è riuscita in questi giorni solo a quell’altra mente sopraffina della Gregoracci, in un’intervista in cui sostiene il trauma di suo figlio Nathan Falco per la perdita dello yatch cui ormai era affezionato.
Giusto per intenderci, quando si parla del taglio del 5% sullo stipendio dei parlamentari, si parla di un decurtamento sul netto, senza tener conto di tutta quella infinita sfilza di bonus, rimborsi e cazzi vari che ogni mese entrano in busta paga agli onorevoli. Si parla quindi di briciole, spannometricamente di 270 euro per un senatore che porta a casa 5400 euro di stipendio più altri 10000 tra competenze accessorie e rimborso stipendi ai portaborse. 270 euro in meno al mese a gente che prende sedicimila euro al mese netti. Come diceva qualcuno non è molto, ma è qualcosa e quindi lungi da me criticare l’iniziativa. Se però mi si dice che lo stesso 5% debba essere tolto a chi campa con 800 euro al mese iniziano a girarmi i coglioni, specie se a dirlo è quella faccia da cazzo di Barbareschi. Per quel che mi riguarda l’unico sacrificio che dovremmo fare tutti insieme è umano e coinvolge il deputato in questione in prima persona, ma vabbè, poi mi si dice che scrivo in preda alla rabbia ed in maniera irrazionale, quindi meglio ritirare tutto.
Scusa Luca, ritiro la parte sul sacrificio umano e cancello anche il passaggio in cui ti do della faccia da cazzo.
Ora va meglio.
Si diceva che una cospiqua parte dello stipendio dei Parlamentari sia loro fornita per il pagamento degli stipendi dei portaborse. Viene quindi mostrato un servizio in cui si denuncia come quella parte di entrata sia ininfluente dall’avere o meno portaborse (si prendono i soldi anche se poi non si spendono) e che questo porti molti onorevoli a pagare i loro collaboratori in nero. Indignazione profonda in tutto lo studio, Peter Gomes chiede ai presenti se loro fanno cose del genere o conoscono gente che fa cose del genere e tutti rispondono ovviamente: “No, è vergognoso.”. Probabilmente quelli che lo fanno sono marziani o non appartengono a nessuno dei partiti rappresentati in studio, nell’ordine PdL, PD, Lega e UDC.
Un ruolo centrale nella trasmissione però lo recita la Santanchè, sempre pronta a regalare momenti indimenticabili a tutti i suoi fan. Dapprima si prende del “cane di Pavlov” da Beha, ma non reagisce perchè lo stesso le dice che non è un’offesa e lei ci crede. Poi dichiara che lei, imprenditrice, non ha mai preso una lira per fare politica e che ha sempre devoluto i suoi stipendi, il che è agghiacciante perchè significa che nel nostro paese ci si permette di pagare un sacco di soldi gente che questi soldi poi li regala perchè nemmeno gli servono. A sto punto non sarebbe meglio rinunciare direttamente allo stipendio e permettere un risparmio alle casse dello stato? Ma il picco di genialità è quando monta un casino perchè il sindaco di Bari Michele Emiliano, ritratto in una foto mentre festeggia un appalto controverso (non entro in merito, non conosco i fatti), brinda con Champagne e non con spumante italiano. Ora, a parte che portare le discussioni su certi piani è indice del personaggio, ma poi voglio dire: uno sarà pur libero di brindare con quel cazzo che vuole, o no? Mi piacerebbe andare a vedere se la signora Santanchè quando va al cinema ordina una Coca Cola o una spuma.
Devo aver scelto l’esempio sbagliato, con tutta probabilità lei al cinema va di Chinotto.
Comunque sia, mi spiace non poter seguire più la televisione italiana e i suoi programmi di approfondimento e avanspettacolo.
Oggi come oggi mi piacerebbe guardare anche il TG1 di Minzolini.
Va riconosciuto, inventare un guasto tecnico per non mandare la dichiarazione di Elio Germano premiato a Cannes, momento in cui l’attore attacca la classe politica del nostro paese, è a suo modo qualcosa di geniale.
Forse neanche Fede è mai arrivato a tanto.