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Musica

Coldplay live? Ok!

Eccomi qui a scrivere due righe sul live dei Coldplay al Forum di Assago.
Mi tolgo subito il dente e l’annesso dolore: è stato un bel concerto.
Bene, ora posso prendermi il tempo che serve ad argomentare e a raccontare tutta la storia.
Innanzi tutto va detto che nè io nè Ciccio siamo fan sfegatati del gruppo e che ci siamo ritrovati a questo concerto grazie ad una proposta “di quelle che non si possono rifiutare” e per la quale mi sento di ringraziare sia la Simo che il suo amico collocato.
Arrivati sul posto entrambi abbiamo preferito una pizza e due panini con la salamella annaffiati da un paio di birre all’esibizione del gruppo di supporto. Di quest’ultimo non ricordo neppure il nome, non lo ricordavo nemmeno dieci minuti dopo averlo sentito con buona pace del tipo inglese che mi ha chiesto di loro e che si è sentito rispondere da Ciccio che erano i Beatles. Ricordo solo che erano dei sosia degli Artic Monkeys, ma a livello visivo non musicale. Musicalmente ricordavano più del letame.
Finita la cena, abbiamo deciso di prendere posto nella zona del forum che più ci competeva: la zona vip, accesso alla quale era compreso nell’offerta irrifiutabile. Per quanto io sia avezzo allo stare tra personalità di spicco, non ho mancato di dare luogo a buffe situazioni di cui riporto l’esempio massimo:
Manq: “Oh, c’è uno uguale a Luis Figo!”
Ciccio: “Pirla, è Luis Figo.”
Oltre al pallone d’oro mi sono trovato affianco ad altre figure mitologiche quali Alba Parietti (con attempato accompagnatore), Maurizio “Rete” Compagnoni, Le Vibrazioni (che ho stimato per essersi seguiti il concerto in mezzo alla calca e non nel palchetto VIP dove invece io e Ciccio, decisamente snob, ci siamo accomodati), i Finley, il batterista dei Bluvertigo in compagnia di Giorgia Surina (che dal vivo è una figa inumana) e il “105 friend” pelato.
Nota di demerito per il cantante dei Lost che, oltre ad essere inguardabile ed essere vestito con dei pantaloni stretti rossi che nemmeno Orifizio ai tempi migliori, era anche in compagnia di un cesso indecente.
Come io e Ciccio abbiamo subito convenuto, se sei famoso e non sei in giro con una figa, della vita non hai capito un cazzo.
Per questi motivi mi sono anche prso il lusso di una simpatica gag.
Lo fisso.
Mi vede.
Tocco dentro Ciccio.
Lui sorride.
Lo indico.
Lui si stima e si avvicina.
Io lo guardo e gli dico: “Tu sei il cantante di quel gruppo… com’è che vi chiamate?”
Lui si rabbuia in un istante e mi dice: “Lost.”
Poi se ne va a testa bassa.
A quel punto a sorridere siamo io e Ciccio.
Mondanità a parte direi che è il caso di spendere due parole sul concerto in se.
Come dicevo all’inizio mi è davvero piaciuto: buono show, buoni effetti visivi, buone coreografie, tutto sommato buon suono, idee carine: insomma bella prestazione.
Devo ammettere che i Coldplay hanno dei pezzi eclatanti: “Fix You”, “The Scientist”, “Yellow” e “Politik” su tutti. Unica mancanza in scaletta è “Trouble”, ma alla luce dei fatti non ha pesato.
Anche il nuovo singolo “Viva la Vida” presentata in versione suonata e in remix anni ’90 durante l’unico cambio palco ha reso moltissimo.
Dal vivo i Coldplay hanno una sezione ritmica devastante.
Ora due considerazioni/riflessioni. La prima è nata subito dopo il concerto, parlando col mio socio.
E’ indubbio che tecnicamente i Colplay non siano nulla di che. Nessuno fa più dello stretto necessario eccezion fatta forse per Chris Martin, che è un frontman decisamente capace. La questione è questa: il prodotto finito, ovvero la musica dei Coldplay, è nettamente superiore all’abilità tecnica di chi lo crea. Mai mi è capitato di notare un dislivello così pronunciato. La domanda è: sarà veramente tutta farina del loro sacco? Il dubbio è supportato da due annotazioni fornitemi da Ciccio:
1- Anche prima di sfondare i ragazzi erano decisamente ben collocati (mi si dice che Chris sia baronetto) e quindi gli aiuti non sarebbero mai stati di difficile reperimento.
2- L’ultimo album (mi si dice) prodotto da Brian Eno è decisamente diverso dagli altri.
Questa riflessione non vuole togliere nulla al gruppo, che comunque incarna una delle realtà musicali d’ampia portata più innovative e interessanti dei tempi che corrono, ma solo sinsigare un po’ il dubbio che è sempre divertente alimentare.
La seconda riflessione è invece nata il giorno dopo in laboratorio con Monica.
Durante i primi due pezzi del concerto Chris Martin mi ha dato la netta impressione di essere strafatto. Biascicava, cantava male e si muoveva confuso. Poi si è ripreso e ha fatto un grande show, probabilmente anche grazie al fatto che la droga ha iniziato a fare il suo effetto.
Ho realizzato che senza droga la storia della musica sarebbe probabilmente nulla.
Ampliando il discorso direi che senza droga il 90% dell’arte non esisterebbe.
Cazzo.
E poi dicono che la droga fa male.
Post fiume, post d’altri tempi.
Figata.

 

Manq Luzzardo Fegitz

Gli Underøath spaccano il culo.
Sul serio.
Possono piacere o meno, però sono dei fighi.
Il loro primo disco, “The Changing of Times”, io non riesco ad ascoltarlo.
Il BU lo adora.
Io non digerisco la voce del cantante di quel disco, troppo acuta nelle grida, non la sopporto proprio.
“They’rere only chasing safety” è il secondo disco e col primo non c’entra nulla.
Ma proprio nulla.
Morbido, melodico, orecchiabile: in una parola “frocio”. Ok, la definizione non è delle più “politically correct”, ma rende l’idea.
Io il loro secondo disco lo amo proprio.
“Down, set, go” secondo me è un pezzo eclatante.
In quel disco la voce cambia sia per l’innesto di palate di parti melodiche, sia perchè il cantante non è più lo stesso del precedente lavoro. Dal secondo disco in poi secondo me gli Underøath hanno la miglior voce gridata che ci sia in giro. Almeno tra quelle che mi è capitato di sentire.
Dopo “They’re Only Chasing Safety” si passa a “Define the great line”.
Terzo lavoro, terza sorpresa.
Il suono torna pesante, ma pesante parecchio.
Il risultato non è malvagio, ma non mi ha mai saputo conquistare. A dirla tutta, alla lunga mi ha sempre annoiato.
Per questo non ci spendo altre parole e passo direttamente ai giorni nostri.
All’inizio di questo mese è uscito “Lost in Sound of Separation”.
Al momento ho parlato male di due dischi su tre, tuttavia ho aperto dicendo che gli Underøath sono dei fighi: viene da se che questo disco secondo me è un gran bel disco.
Per una volta il trend stilistico rimane quello del disco precedente, la differenza secondo me sta nel fatto che questo a me piace molto molto di più. Non è poco.
Mi pare più vario, più articolato, più studiato e più completo.
Ci risento echi delle melodie del secondo disco, ma non decontestualizzati come nel precedente lavoro (“Writing on the Walls” sembra più un avanzo di “They are only chasing safety” che non un pezzo voluto per “Define the Great Line”), bensì inseriti dove serve e con una certa classe.
E poi c’è un sacco di hardcore nudo e crudo piazzato a dovere soprattutto nella prima metà del disco.
Ovazione, letteralmente, per la traccia conclusiva.
Da lacrime.
Pura poesia, elemento che, per dirla come farebbe Suani, i sei ultrà di Gesù hanno da sempre dimostrato di avere in faretra.
Spiace non essere riuscito a vederli live, ma ormai pare che a Milano non venga più a suonare nessuno e trecento chilometri sono troppi da fare in solitaria e dopo una giornata di lavoro.
Peccato, visti due anni fa a Bologna mi avevano colpito un sacco.
In conclusione “Lost in Sound of Separation” al momento è il mio disco dell’anno e vista la non certo straripante concorrenza, potrebbe restare tale fino alle valutazioni finali.

Ordine

E’ troppo tempo che non scrivo un sano post per punti.
I post per punti sono la linfa vitale di quasi tutti i blog.
Sicuramente di tutti quelli che valgono, e il mio per me vale molto.
Quindi post per punti sia.

– In televisione non c’è mai un cazzo, ma riescono comunque a mettere i bei film solo nelle sere in cui ci sono le partite.
“Point Break” è un film della madonna.
– Serata di campionato, Milan ancora assolutamente discutibile. Però senza Pirlo si vince. Mi accontento.
Domenica sera c’è il derby. Me lo vedrò dal terzo anello blu di S.Siro, biglietto già acquistato. Sono già in ansia.
Per quel che riguarda il fantacalcio, tutto lascia presagire l’ennesima giornata no.
– Sto leggendo “Bar Sport” di Benni. Non mi fa ridere. E’ grave?
– Martedì prossimo provo la sortita al forum con Ciccio. L’obbiettivo è vedere i Coldplay senza spendere miliardi.
– Ho fame.
– Ieri ho seguito la puntata di “Otto e Mezza” con ospite Alemanno.
Alemanno, secondo me, è un pupazzo dentro cui si cela Guzzanti (figlio) che fa l’imitazione di non ricordo chi.
Come tutti i pupazzi non fa ridere e fa un po’ pena.
– Questo week-end ho mangiato come un maiale. Ottima la sagra della patata, meno quella del gorgonzola.
Pregevole la gita a Faggeto Lario con annesso agriturismo, nonostante la carestia di salsiccette.
– In questi giorni continuo ad interrogarmi sul perchè l’antitrust non faccia nulla nei confronti della Carfagna.
La sua legge sulla prostituzione è concorrenza sleale.
Un’altro conflitto di interessi irrisolto.
– Ho ordinato un po’ di cd.
– Sono innamorato. Di nuovo.
– Sono stressato. Di nuovo.
– Ho bisogno di staccare dal lavoro.
– Sto provando a scaricare “Gomorra” e “Il Divo”. Io di film ne scarico parecchi e MAI mi è capitato di fare così fatica.
In rete ci sono solo fake. Io, che sono solito lasciarmi andare alla cultura del sospetto, ci vedo una cospirazione.

Non ce n’è, i post a punti sono sempre bellissimi.
Ordinati come piace a noi Italiani.

S.O.S.

Ok, è ufficiale che ormai su questo blog mi verrebbe da scrivere solo riguardo il nostro sempre più raccapricciante paese.
Non è del tutto colpa mia.
E’ colpa anche dell’informazione.
Calma, calma, non sto affatto facendo la classica sparata da bolscevico in cui dico che in questo paese non c’è abbastanza informazione e che tutti gli organi di stampa sono nel taschino del nostro amatissimo Premier.
Tutto l’opposto.
Mi lamento perchè in Italia di informazione ce n’è troppa.
Ogni mattina accendo il pc, apro il sito di Repubblica e trovo una buonissima ragione per scrivere una paginetta on-line in cui esprimo il mio “disgusto totale per questa società” (cit.).
Tutti i giorni.
Tra il Papa, Alemanno, la Carfagna e il Silvio (che “ha mandato a casa Prodi, ci ha liberati dai comunisti e ha comprato Ronaldinho”. E sì che speravo di essergli grato per almeno una delle tre cose, ma nulla, proprio non riesce a farsi ben volere…) ci sarebbe ogni santo giorno da aprire la valvola delle parole e dare sfogo allo sconforto che provo.
Tuttavia faccio già tanta fatica a trovare il tempo per scrivere qua sopra, mi girano le palle a doverlo fare sempre per lamentarmi del mio paese, quindi oggi vado oltre.
Anche se il fatto che Italia 1 trovi la necessità di censurare il nostro video alle 2.40 di notte solo per riferimenti non proprio canonici alla figura di Gesù meriterebbe un lungo approfondimento.
Ma cazzo, se ti pare che il video sia indecoroso non accettarlo e non mandarlo in onda.
Invece no, la redazione di Talent1 mi chiama dicendo che il video è geniale, che si sono divertiti un sacco e che lo manderanno in onda assolutamente.
Però non accennano al fatto che l’avrebbero tagliato.
Bigotti.
Ok, ok, avevo detto che non avrei parlato nemmeno di questo e non lo farò.
Ulteriormente intendo.
Quello di cui volevo parlare sono le serate nelle discoteche rock.
Sabato sera, non so bene in preda a quale delirio, ho deciso di andare all’inaugurazione dell’Alcatraz di Milano.
A fine serata ho maturato la conclusione secondo cui le discoteche rock sono posti da sfigati.
E lo dico io che ho passato gli anni migliori della mia vita al Rainbow (ok, è vero, io sono uno sfigato, ma non è lì il punto).
Tralasciamo per un momento il fatto che “ballare il rock” è un concetto ripugnante.
Come cazzo può essere che esista gente che tutte le settimane va a ballare gli stessi pezzi, GLI STESSI PEZZI, dal 1999?
Tre quarti della scaletta iniziavano ad essere datati negli anni novanta, come si può avere il coraggio di riproporli ancora oggi?
Imbarazzante.
La cultura della musica sta morendo.
Tra atroci sofferenze, tra l’altro.
L’esempio lo si ha ogni giorno accendendo la TV, dove ormai il messaggio musicale è solo contorno per le nuove generazioni di tronisti che invece di andare da Maria a farsi sbavare dietro dalle trentenni, stanno a TRL a farsi sbavare dietro dalle quindicenni.
Cambia il look, ma il concetto è lo stesso.
Tragica dimostrazione di quanto sto dicendo è stato l’MTV DAY di Genova. Mi è capitato di girare su MTV quattro o cinque volte Sabato pomeriggio e non ho mai, dico mai, beccato qualcuno che stesse suonando.
Per essere un concerto la cosa è quantomeno strana.
Per essere un concerto su MTV no, visto che MTV di musica non ne passa più.
Insomma, forse è il caso di lanciare un S.O.S..
Ecco, sono riuscito a scrivere un altro post di lamentele.
Sono sempre il solito.

Un’immagine di me che non ricordavo

In questi giorni l’Estate mi ha preso di sorpresa.
Io me ne stavo tranquillo per i fatti miei e lei una mattina di questa settimana è arrivata così, senza preavviso e con tutta l’intenzione di restare. Approfittando della partecipazione ad un congresso tenutosi praticamente in Duomo, ieri ho deciso di uscire e farci due passi, con l’Estate.
Io e lei soli.
Ho camminato per un bel po’, immerso in odori, colori e sensazioni che se arrivano di punto in bianco come è accaduto quest’anno ti lasciano realmente senza via di scampo. Credo ne sia stato vittima anche Bazzu, seppur in posti e contesti totalmente diversi.
Sta di fatto che ieri mi sono immerso in questa cosa e mi ci sono perso dentro per un bel po’, tra negozi e gente evidentemente sorpresa alle spalle dalla bella stagione come il sottoscritto.
Ed è così che ad un certo punto, camminando, mi sono visto riflesso in una vetrata.
Stavo sorridendo.
A quel punto ci ho riflettuto un bel po’ su è ho capito che sto bene.
Sto dannatamente bene.
Come non mi capitava da molto tempo.
Molto più di quanto si potesse pensare.
Molto più di quanto io stesso avrei potuto dire.
Camminando ho potuto apprezzare questo mio momento, ma ho potuto anche apprezzare il nuovo Alkaline Trio. Devo confessare di aver detto al BU una mezza cazzata: “Agony & Irony” è un gran disco.
E’ pop in modo imbarazzante, ci sono pezzi come “Over and Out” che potrebbero essere stati scritti davvero dai Finley, però entra in testa e non ne esce più.
Dalla mia, perlomeno, non è ancora uscito.
La canzone che meglio può descrivere questo momento però, è assolutamente “I’m yours” di Jason Mraz. Pezzo esagerato, ora come ora capace di rappresentarmi meglio di qualunque fotografia.
E poi Cuba si avvicina e io ne inizio a sentire il profumo, il gusto.
Cazzo.
Ieri io, Missa e Bazzu abbiamo mixato il video di “Carlo e Sara”. Questo sarà invece senz’ombra di dubbio il Video of the Season.
Capolavoro.
E fanculo alla modestia, tanto non mi è mai appartenuta.

Fuck armageddon, this is hell!

Vedere i Bad Religion dal vivo è un’esperienza da fare.
Io l’ho fatta sta sera ed è stato molto bello.
Si sta parlando di un gruppo che suona da quasi trent’anni con la stessa convinzione, lo stesso apporccio e la stessa attitudine.
Una band il cui leader, quando non è in tour, insegna “Scienze della Vita” all’Università della California.
Gente con una certa età.
Però sta sera han tirato un’ora e mezza quasi di musica con poche pause e tantissima carica.
Hanno letteralemtne spaccato.
Chissenefrega se su CD non li ho mai ascoltati, i Bad Religion sono una delle icone di quel che da sempre sento più vicino come cultura musicale e quindi dal vivo prima o poi dovevo assolutamente vederli.
Ora che l’ho fatto so che ripeterei la scelta ancora e ancora, se ricapitasse l’occasione.
E non è detto che non inizi a dar loro anche qualche ascolto su disco.
Alla fine hanno dei pezzi decisamente giganteschi.

… and there will be sorrow no more…

A.A.A. Concertari cercasi.

Ho una certa voglia di andare ad un festival.
Questo festival.
L’evento ha una line-up della madonna, per quel che mi riguarda, racchiudendo gruppi che ho visto milioni di volte e che rivedrei ancora milioni di volte, gruppi che amo e che non ho mai visto, gruppi che mi incuriosiscono pur non avendoli mai realmente ascoltati su disco e gruppi che vorrei vedere per poterne parlare male con ulteriore verve.
Ora elencherò i principali motivi per cui andrei ad Interlaken:
Venerdì 13:
– Enter Shikari
– In flames
Sabato 14:
– Zebrahead
– Donots
– Die Ärtze
Domenica 15:
– Biffy Clyro
Senza contare appunto tutte quelle band che mi gusterei volentierissimo, ma che oggettivamente non valgono un viaggio di duecento e passa km, ovvero: Millencolin, Nofx, Offspring, Coheed and Cambria, The Donnas, Sick of it All e Hundred Reasons.
Eviterei volentierissimo di spararmi il terzo live dei Rise Against nel giro di dodici mesi, avendoli trovati osceni sia quando li vidi per scelta che quando li vidi per costrizione, e mi eviterei altresì volentieri la combo From First to Last + Bullet for my Valentine.
Essendo poi io estremamente onesto, guarderei volentieri pure i Linkin Park.
Ora passiamo alle cose più serie.
Potrebbe essere che qualcuno, leggendo queste righe, sia colto dal desiderio di dire: “Cazzo, io ci volevo troppo andare, ma non sapevo a chi chiedere”.
Ecco, in quel caso “Chi” sono io.
Disponibile per fare uno, due o tre giorni, l’unica cosa che non mi andrebbe è di fare solo il Sabato.
Oltretutto i Linkin Park, ultimo gruppo d’interesse per il sottoscritto, finiranno di suonare alle 20.30 (orario svizzero), indi non si prospetta nemmeno un massacro per il rientro.
Insomma, il tutto molto fattibile.
Molto più di molte altre date che ho visto sul territorio nazionale.
La speranza è di trovare qualche commilitone.

Quasi quasi inizio a tirare cocaina.

Sono morto.
Credo di essere giunto al primo vero momento di stanca da quando vivo da solo. Sarà l’allergia da controllare con gli antistaminici, sarà che non mi fermo praticamente dall’estate scorsa, sarà che il lavoro ultimamente è più pesante del solito, sarà quel che sarà.
Io però non ce la faccio più.
Ho bisogno di riposo.
Gli unici momenti in cui potrei concedermelo però sono nel week-end e, parlando in tutta sincerità, non mi pare il caso di sacrificare le uniche cose positive della mia attuale vita in virtù dei già abbastanza pesanti sbattimenti.
Forse ho solo una grande voglia di essere felice.
Comunque sia, è soprattutto per l’enorme stanchezza che mi trovo ad aggiornare queste pagine in maniera stanca e poco frequente e quindi sta sera, prima di andare a nanna presto per poi svegliarmi alle 3.00 per vedere CP3 (ok,ok questo può sembrare un controsenso con quanto detto fino ad ora, ma anche no. Decisamente no.) ho deciso di buttare giù due righe.
E visto che non so di che cosa parlare, parlerò delle classiche cose di cui parla la maggior parte dei blogger.
CINEMA:
Ho visto “Jarhead” e mi è piaciuto un sacco.
Ho visto “Babel” e mi ha fatto cagare.
Ho visto “Arizona Jr.” e l’ho trovato strano e surreale, nonchè enigmatico in certi punti.
Ho visto “The Prestige” e non è male, ma neanche bello.
Ho visto “The Illusionist” ed è scontato, ma non eccessivamente brutto.
Ho visto “A History of Violence” e l’ho trovato bello.
Il 24 andrò a vedere il quarto Indi e credo mi farò i primi tre al pomeriggio. E a me Indiana Jones non ha mai entusiasmato.
LIBRI:
Sono in pausa R.R. Martin.
Ho letto “Fuori da un evidente destino” di Faletti e devo dire che è brutto. Peggio di “Niente di vero tranne gli occhi”. Incredibile.
Ho letto “Soffocare” di Palahniuk. Figo. E’ scritto a metà tra come scrivo io e come vorrei scrivere. Grazie BU.
Sto provando a finire “Lo Scudo di Talos” di Manfredi. All’idea preferirei mangiare un secchio di letame. Liquido.
Dovrei iniziare “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov. Un po’ lo temo, ma ho speranze di successo.
MUSICA:
“Pneuma” dei Moving Mountains è un disco della madonna.
“Remain In Memory – The Final Show” dei Good Riddance è imbarazzante.
Ok, direi che posso andarmene a letto soddisfatto e con la coscienza a posto per aver adempiuto al mio dovere di diarista on-line.
Prima però chiudo con una scoperta.
Ho visto per la prima volta “Mai Dire Martedì” e sono rimasto folgorato da lui.
Mi ha spaccato.

Ho voglia di tutto questo

Vedo che vieni verso di me
E dall’emozione io vomito
Aumenta il ticchettio del
Mio orologio biologico

Ti siedi accanto a me (la la la la laaa)
Ed io inizio a sudare
Ti giri verso di me (la la la la la la la)
Non riesco più a respirare

Ma che strano effetto mi fai teeee

Sento già i tuoi ormoni che
Che a flotte mi attaccano
E non mi riesco più a difendere
Mi esce anche il sangue dal naso

Ti siedi accanto a me (la la la la laaa)
Ed io inizio a sudare
Ti giri verso di me (la la la la la la la)
Non riesco più a respirare

Ma che strano effetto mi fai teeee

Guardo in aria e ci vedo i fuochi pirotecnici

GAMBEdiBURRO
Fuochi Pirotecnici
1999

In studio

Finalmente trovo il tempo di scrivere un po’ riguardo la due giorni di studio di registrazione che mi son fatto insieme ai miei soci.
Già, gli H’S’P sono andati in sala a registrare cinque pezzi che finiranno in un EP destinato ai futuri sposi Vergani/Bassi. Cinque pezzi di cui quattro ripescati direttamente dai gloriosi anni novanta.
In sostanza, ho vissuto due giorni in una bolla temporale.
L’esperienza dello studio di registrazione è stata fantastica da tutti i punti di vista. Mi sono divertito, ho imparato un sacco di cose grazie all’aiuto di Fra e Teo (i due fonici del Frequenze che ci hanno seguito e che meriterebbero una statua per la pazienza e la disponibilità) e soprattutto ho ottenuto un risultato inaspettato.
Ascoltando i pezzi una volta a casa devo ammettere di esserne soddisfatto. Nessuno di loro, ad eccezione forse di quello dedicato a Carlo e Sara, è venuto perfetto. Ci sono un monte di errorini ed erroroni sparsi in giro che a sentirli mi picchiano in testa terribilmente. Però sentire “Quella nuova” uscire dalle casse della mia autoradio è una bella sensazione.
Ogni volta.
Anche se si tratta di un pezzo idiota scritto da quattro adolescenti spesso ubriachi nel lontano 1998.
Perchè uno di quei quattro idioti ero io e quel pezzo, per quanto brutto, a me piace. Cosa che non posso dire di “Estate”, quindi non credo la cosa sia dovuta al fatto che il pezzo è nostro.
Anyway, pezzi a parte, stare due giorni in studio è stato veramente figo. Vedere come funziona “fare un disco” è una cosa che da sempre mi incuriosisce e adesso ne ho sicuramente un’idea più concreta. Adesso so anche che saper suonare non è poi così necessario, ad esempio.
Non avevo idea di quel che si può fare nella fase di mixaggio di un pezzo ed ora che lo so capisco molto bene come possano esserci certi gruppi in circolazione.
Ad essere onesto sono anche abbastanza soddisfatto della mia prova da singer. Di solito odio la mia voce registrata mentre in questo caso reisco quasi a sentirmi senza disprezzarmi (e questo non so fino a che punto sia un bene). “Carlo&Sara” dubito di poterla cantare dal vivo tutta di fila senza morire, è altissima, però per il resto mi pare di essermela cavata non male.
E poi le cazzate partorite su “Sombrero” mi spezzano ogni volta che le sento. Difficilmente scorderò la faccia dei miei compari e del fonico mentre le ho improvvisate registrando.
Mai riso tanto.
Adesso non so se l’avventura degli H’S’P continuerà o meno. Ci sono sicuramente un sacco di cose da fare per preparare la demolizione del matrimonio di Carlo, ma non è di questo che parlo.
Non so se continueremo a suonare o no.
Mi piacerebbe andare avanti e fare qualche pezzo nuovo.
Personalmente proverei a farci sopra anche dei testi che non mi debba vergongare solo all’idea di suonare in giro, però queste sono cose che dovremo valutare e decidere tutti insieme.
Comunque sia, questa reunion mi ha reso strafelice.
Ci voleva.