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Musica

Musica da vacanza

Anche a sto giro, vista l’imminente partenza, è il momento di mettere insieme il CD della vacanza.
Rispetto agli altri anni però non si tratterà della classica compilation perchè non ci dovrebbero essere grossi spostamenti in automobile. Ci sarà però un grosso spostamento in aereo e in questo caso, per quanto potessi sforzarmi ad elaborarla, una compilation non sarebbe bastata.
Così ho deciso di sfruttare ancora una volta i potenti mezzi dell’internet e chiedere ai miei contatti sui vari social network di consigliarmi un po’ di dischi imprescindibili che la mia ignoranza, fino ad oggi, mi ha sempre impedito di approcciare.
Ne è uscita una lista incredibilmente lunga che riporto qui in seguito:

Caspian – Waking season
Editors – An end has a start*
Frightened Rabbit – Pedestrian verse
Godspeed you, Black Emperor! – Lift Your Skinny Fists Like Antennas To Heaven**
Halestorm – The strange case of
Hüsker Dü – Candy apple grey**
Hüsker Dü – Zen arcade**
Jets to Brazil – Orange rhyming dictionary*
Karate – In place of real insight*
Mikal Cronin – MCII
Mogwai – Hardcore will never die, but you will*
Mogwai – Young Team*
The National – Alligator*
The National – High violet*
The Thermals – More parts per million
The Thermals – The body, the blood, the machine
Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra & Tra-La La Band – Horses in the sky
White lies – Ritual
Wolf Parade – Apologies to the Queen Mary

* mi incuriosisce e penso possa piacermi
** mi incuriosisce, ma temo mi farà cagare

La lista come si vede è abbastanza lunga e di roba da ascoltare ce n’è a pacchi. A naso, le persone che conosco e che hanno voluto provare ad aiutarmi sono tutte o quasi in fissa per il post rock. Vediamo se con sta scusa di acculturarmi riesco ad aprire quel minimo i miei orizzonti.
Ah, vabbè, dimenticavo. La mia compilation ufficiale dell’estate 2013 in realtà esiste e l’ho messa su spotify un po’ di tempo fa, quando sembrava che il sole si fosse deciso a venir fuori. E niente, l’ho intitolata “Summer has come” e ci sono un po’ di pezzi carini dentro a tema squisitamente estivo.

TicketOne.it is the new Merda

Come abitudine, io i biglietti in prevendita da TicketOne.it non li ho mai presi. Un po’ perchè per gli eventi a cui solitamente partecipo pagare la prevendita è abbastanza inutile, trovando sempre o quasi disponibilità sul posto, un po’ perchè proprio come filosofia trovo TicketOne.it una roba contro cui schierarsi a priori e senza necessità di reali motivazioni. E’ tuttavia capitato che mi ritrovassi per le mani due voucher da 25 euro l’uno proprio da utilizzare sul portale in questione e così ho dovuto farmi forza, infrangere quasi tutti i miei preconcetti morali ed etici, e acquistare sul sito.
Tutto questo ha portato ad un’unica conseguenza positiva: ora posso continuare a parlare male di TicketOne.it, ma posso farlo con cognizione di causa. Da lì, la decisione di estendere a tutti una mia analisi in merito.
Andiamo con ordine, per punti.

1 – Decido di regalare due biglietti per un evento all’Arcimboldi ai miei genitori, per Natale. In questo caso il modo più semplice e veloce per procurarmeli è proprio TicketOne.it e quindi decido di interfacciarmi con il loro sistema e provare ad utilizzare questi fantastici voucher.

2- Vado sul sito e procedo a selezionare l’evento e i posti. Mi accorgo che parte un conto alla rovescia di tot minuti, una quindicina, entro cui dovrò per forza di cose completare tutta la procedura di acquisto. La cosa mette un po’ di ansia e di pressione e non ne capisco minimamente l’utilità, ma non è una particolare tragedia.

3- Arrivato al momento di effettuare il pagamento, il primo scoglio. Non è possibile inserire più di un voucher per ogni acquisto. Se volessi usare due voucher, dovrei comprare i due biglietti separatamente, pagando due volte le spese di spedizione. Questa cosa è abbastanza un’inculata, oltre a non essere prassi su moltissimi altri siti di acquisti online. Amazon, ad esempio, ti fa inserire tutti i voucher che vuoi in un singolo acquisto. E ci mancherebbe pure, essendo un voucher a tutti gli effetti denaro. La cosa assurda è che non puoi usare più voucher nemmeno se acquisti più biglietti per lo stesso evento e, probabilmente (non ho provato), nemmeno se acquisti più biglietti per più eventi, ma in un unico ordine.

4- Pensando ingenuamente di sbagliare qualcosa io, sospendo l’acquisto e decido di contattare il servizio clienti on-line per avere spiegazioni in merito. Visto il conto alla rovescia, chiudo proprio tutto e non se ne parli più fino ad ottenuto chiarimento. La risposta mi arriva dopo 2 giorni lavorativi e dice solo: “Non si possono cumulare voucher all’interno dello stesso ordine”. Beh, grazie.

5- A questo punto decido di usare un solo voucher per l’acquisto del regalo dei miei genitori. Scopro però un concerto che mi interessa ad una settimana di distanza. Prezzo 20 euro in cassa, poco meno di 25 con prevendita. Vabbè, pur di non averci più a che fare, decido di fare questi due ordini, smaltire i buoni e buttare via soldi in prevendita per un concerto che sicuramente non sarebbe andato sold out. Torno sul sito TicketOne.it, avvio il procedimento, parte il timer, inserisco i dati e procedo all’inserimento del voucher. Codice Voucher non valido. Bestemmio. Provo un paio di volte, ma niente. Penso quindi che forse l’averlo inserito in quell’ordine mai concluso fatto giorni prima possa aver invalidato il codice. Provo col secondo codice, quello del secondo buono. Nulla. Non va. “Codice non valido”. Essendo Sabato decido di non contattare di nuovo il servizio on-line, ma vado direttamente ad uno sportello a chiedere spiegazioni. Mi dicono che, ovviamente, loro sono solo punto vendita e che non sanno come aiutarmi visto che i voucher, da loro, non li si può usare. Valgono solo on-line. E va bene.

6- Torno a casa e decido di chiamare il servizio clienti a pagamento (1 euro al minuto iva esclusa). Come al solito musichette e menù interattivi a cascata fino a che riesco a parlare con un operatore, a cui riferisco il problema. Risposta: scriva al servizio clienti on-line. What? Sì, loro non sanno come aiutarmi e si fanno pagare un euro al minuto per dirmi di usare il form on-line gratuito. Ormai le bestemmie non si contano più.

7- Ho un’illuminazione. Penso che possa magari essere un problema di browser, così rifaccio tutta l’operazione usando Chrome invece che IE. Sto giro il codice risulta valido e così acquisto i biglietti per i miei (ci torniamo dopo).

8- Decido di usare il secondo voucher per il concerto cui volevo andare, ma ormai siamo a Lunedì ed essendo il live Mercoledì le prevendite sono chiuse. Quindi nisba. Ok, questo non è imputabile a TicketOne.it nello specifico, però se tutto fosse andato via liscio io avrei potuto acquistare senza problemi. Invece no, il voucher mi resta in mano per un futuro evento. Evviva.

9- Dicevo dell’acquisto del regalo dei miei. E’ il 16 dicembre e sul sito TicketOne.it non c’è una previsione di consegna dell’ordine. Nulla. Niente stime, neanche spannometriche. Il niente. Io, spinto da ingenuità cronica, ritengo che 9 giorni per stampare due biglietti e recapitarli via corriere espresso siano sufficienti e così ordino, fiducioso di poter avere il regalo per natale. In quest’ottica, inserisco come luogo di consegna l’ufficio dei miei suoceri, così che il corriere trovi sicuramente qualcuno al momento della consegna. Inoltre seleziono tipo 3 euro di “Confezione Regalo”.

10- Ovviamente nulla arriva per Natale. L’ordine viene preso in carico diversi giorni dopo l’acquisto on-line. Va bene, ok, non garantivano nulla (in realtà proprio non dicevano nulla per potersi orientare) quindi mea culpa. La spedizione parte dopo Natale e il corriere arriva a consegnare. Quando? Il 31-12 alle 16.30. Chiaramente trova chiuso, perchè non dico tutti, ma la maggior parte degli uffici fa mezza giornata il trentuno di Dicembre. Per carità, ancora niente di grave, ma giusto per sottolineare l’ingegno con cui lavorano.

11- Siamo alla conclusione. La consegna avviene i primi giorni di Gennaio ed io ho i miei bei biglietti nella loro fantastica e non proprio economicissima confezione regalo. Vado dai miei e do loro il regalo di natale, scusandomi per il ritardo. Loro aprono la confezione e, come per magia, ecco due bei biglietti con stampato sopra a caratteri cubitali il prezzo.

Ecco, questo è il resoconto dettagliato della mia prima esperienza di interazione con TicketOne.it. La personalissima morale che ho tratto da questa vicenda è che se pure siano meritevoli di disprezzo anche solo per le percentuali assurde di diritti di prevendita che applicano ai biglietti, questo è nulla in confronto alla scarsità del servizio che offrono.
Per queste ragioni, caro il mio bel TicketOne.it, per quanto mi riguarda devi morire male.

Manq’s Awards 2012

Calma gente, non ho certo intenzione di lasciare che il mondo finisca senza che sappiate le mie valutazioni in merito all’anno che sta per concludersi. Si parla di musica, cinema, libri e televisione e come al solito di dice il meglio ed il peggio.
Chiaramente secondo il mio giudizio personale.
Ad ogni categoria corrisponde poi piccola spiega, ma questo ormai dovreste saperlo. Un anno in cui ho visto più film del solito (intesi come usciti nell’anno in corso), ma ho ascoltato meno musica del solito.
Insomma, questo è quanto.
NOTA: tutti i video li sto scegliendo dall’ufficio, ovvero senza audio. Sapevatelo.
Migliori dischi:
Pentimento – Pentimento
The cold harbour – Homebound
Joie de Vivre – We are all better than this
Spiega: Il primo vince perchè è un disco fighissimo pur non essendo mai diventato ufficialmente un disco. Il secondo è un disco HC come ce ne sono mille, ma più bello degli altri novecentonovantanove. Il terzo è “The power of failing” con le trombe. Fa riflettere che la mia top tre in un anno in cui ho ascoltato pochissimo sia composta unicamente da dischi che derivativi è poco. Rimpianto è non aver ascoltato tutto l’esordio dei Bad Ideas perchè i pezzi sentiti mi son piaciuti un sacco, ma il disco intero non sono mai riuscito a sentirlo.
Peggiori dischi:
3° Lostprophets – Weapons
2° The used – Vulnerable
1° Enter shikari – A flash flood of colours
Spiega: vabbè serve? No. E non sto nemmeno a mettere i link che, davvero, è meglio evitare.
Migliori concerti:
Touché Amoré @ Factory (MI)
MxPx All-star + Cancer @ Magnolia (MI)
Derozer @ Nautilus (VA)
Spiega: i primi sono la mia band “rivelazione” dell’anno. Arrivato tardi sui loro dischi, dal vivo sono superlativi. I secondi non li avevo mai visti e per tanti versi son stati un concerto magnifico, anche e soprattutto per l’atmosfera e la band di spalla. I terzi perchè non cantavo così ad un concerto probabilmente dagli anni novanta.
Peggiori concerti:
Converge @ Factory (MI)
Shandon @ Nautilus (VA)
Offspring @ Carroponte (MI)
Spiega: i Converge, dopo i primi venti minuti ad ammirare quanto sono fighi a suonare, mi hanno spaccato il cazzo. Gli Shandon, oggi, non hanno senso. Gli Offspring come gli Shandon, ma con l’aggravante di non essersi sciolti.
Migliori film:
The Avengers
Quella casa nel bosco
Diaz – Don’t clean up this blood
Spiega: The avengers è un film gigantesco dove tutto si picchia e/o esplode. Se andare al cinema ha ancora un senso è per film come questo. Quella casa nel bosco l’ho guardato solo perchè ne ho sentito parlar benissimo in giro e mi son trovato ad ammettere che ciò che avevo letto era vero. Caro Weadon, una doppietta che neanche la Ferrari. Al terzo posto c’è Diaz perchè è un film che va visto. Punto. Per questo toglie il gradino più basso del podio a “End of watch”, che è sempre un film sugli sbirri, ma forse con un’altra prospettiva.
Peggiori film:
Killer Joe
Le belve
J.Edgar
Spiega: Killer Joe, come Quella casa nel bosco, è stato caldamente suggeritomi dal mio amico internet che però, questo giro, secondo me non ci ha preso. Le belve è l’esempio esatto di come si possa fare un film dimmerda partendo da una sceneggiatura fighissima. A sua ulteriore colpa c’è l’averlo fatto credendo di fare un capolavoro. J. Edgar è la più colossale rottura di cazzo vista dal sottoscritto al cinema dai tempi del memorial di 2001: Odissea nello spazio.
Migliri serie TV:
True Blood stagione 5
Homeland stagione 2
Don’t trust the B**** of Apartment 23 stagione 1
Spiega: la prima vince per ampio distacco. La seconda si piazza in alto nonostante il finale. La terza fa riderissimo.
Peggiori serie TV:
Dexter serie 7
The Big Bang Theory serie 5
Californication serie 5
Spiega: la settima di Dexter aveva riportato il livello generale di scrittura su livelli più alti rispetto al passato (soprattutto recente). Restavano i difetti, ma c’era un miglioramento. Il finale, però, merda rara. La quinta di TBBT non faceva ridere. La quinta di Californication non aveva le tette.
Migliori libri:
A tuo rischio e pericolo – Josh Bazell
Tramonto e polvere – Joe R. Lansdale
Un polpo alla gola – Zerocalcare
Spiega: il primo è un libro geniale e pochi cazzi. Il secondo mi ha fatto scoprire un autore che non conoscevo e che mi piacerà approfondire. Il terzo è bello perchè non fa ridere.
Peggiori libri:
Gibuti – Elmore Leonard
Fahrenheit 451 – Ray Bradbury
A dance with dragons – George R.R. Martin
Spiega: il primo è a tratti geniale, ma a tratti pessimo. Sul secondo lo so già cosa state pensando, ovvero che sono un coglione. Io dico solo che l’ho letto, ne comprendo la portata, ma approcciarlo nel 2012 ha comunque un suo peso. E nel 2012 m’ha rotto il cazzo, anche (o forse soprattutto) per come è scritto. Sul terzo non so che dire. A parte “Martin vai a fare in culo”, intendo.
Ecco, direi che ho riassunto tutto.
Il post è stato scritto in parte dopo il pranzo aziendale, imputato della forma quindi è lo sfusaccio della trattoria. Riguardo la sostanza e le scelte, invece, era tutto stato preparato in precedenza.

Le monografie #1 – HC melodico

Hardcore Melodico by Manq on Grooveshark Dopo tanto parlarne, finalmente ho completato la prima delle famigerate monografie che il sottoscritto ha intenzione di dedicare alla musica che gli piace. Nulla vieta che questo primo capitolo diventi col tempo anche l’ultimo, non sono noto per portare a termine quel che comincio, però nell’immaginario del sottoscritto dovrebbe uscirne almeno un altro. O magari qualcosa che invece di un genere presenti una band. Insomma, vedremo. Tanto son cose di cui si parlerà tra un bel po’ di tempo, in ogni caso.
Tornando a bomba sul tema della monografia, questa selezione di brani, che potete ascoltare utilizzando il player qui a sinistra, ha la presunzione di dare un quadro di cosa sia per me l’Hardcore Melodico, approcciato da diverse direzioni e con diverse prospettive, nell’idea di dare al tutto una finta aura di completezza. Prima di iniziare, direi che è il caso di fare qualche premessa. Come tutte le etichette di genere, anche l’HC melodico ha dei confini molto poco marcati. Spesso è difficile stare lì a delineare dove finisce il punk-rock e dove inizia l’HC melodico, oppure dove finisca l’HC melodico ed inizi l’HC e basta, o ancora cosa ci sia di diverso tra il genere che presento qui e quella cosa che molti chiamano skate-punk.
Questa monografia presenta un certo tipo di suono, caratterizzato essenzialmente da velocità e melodia, non forzatamente legata alle linee vocali. Cerco quindi di tenere fuori i discorsi di tipo attitudinale e/o apparenza e mi butto a bomba sul suono. Se ascoltandola qualcuno penserà che ci ho messo roba che non c’entra, è liberissimo di farlo notare perchè i commenti son lì apposta.
Diretta conseguenza di quanto ho scritto sopra è la scelta dei pezzi. Qui non trovate le mie canzioni preferite delle band in questione, ma le canzoni che mi servono a chiarire il concetto. Alcune sono le mie preferite, altre no, ma il punto non sta lì. Che poi son comunque tutti pezzi clamorosi, quindi bene così.
Ok, direi che con l’introduzione ho concluso, quindi posso iniziare a presentarvi la mia selezione di pezzi.
Inizio, per forza di cose, con i Nofx. Per quanto mi riguarda, se dovessi spiegare l’HC melodico a qualcuno che non ne ha mai sentito parlare, difficilmente partirei da altri. Inventori o meno del genere, sicuramente sono tra tutti quelli che ne hanno dettato i canoni e che hanno sviluppato meglio il discorso. Il pezzo che ho messo, preso da una compilation di millemila anni fa e con il titolo lunghissimo, basterebbe da solo ad illustrare il fulcro della questione. Parto dalle basi quindi e di conseguenza non posso che citare Bad Religion e Pennywise. Mai stato fan di nessuna delle due realtà, ma citarne l’apporto all’inizio del fenomeno è fondamentale. Da questi tre gruppi, essenzialmente, si apre una seconda generazione. Qui lo spettro si amplia e le differenze tra i gruppi diventano meno marcate, anche a causa delle parentele tra le varie band. Ecco quindi i Ten Foot Pole e i loro figliocci Pulley come primo ramo dell’albero. Poi ci sono i Lagwagonche, forse, a livello qualitativo assoluto di questa seconda tornata sono un po’ il capostipite inteso come pura fedeltà alla struttura del genere. Con loro, l’altro gruppo imprescindibile sono i No Use for a Name del compiantissimo Tony Sly. I No Use però iniziano a mischiare le carte in tavola, per quanto possibile, tirando dal lato del sentimento ed esasperando non tanto il concetto di melodia, quanto quello di ballata e di deriva “pop”. Non definibili come band “pop-punk”, almeno per quanto mi riguarda, son di certo quelli che stanno in mezzo tra la prima parte del discorso e gruppi tipo gli Ataris o gli Autopilot Off. Il pop-punk affonda profondamente le radici nell’HC melodico, ma non solo per quanto riguarda il filone “sentimentale/pseudoemo” che parte dagli Ataris (o che comunque da loro è definibile), ma anche per tutte quelle cose più squisitamente punk-rock come possono essere i Blink-182.
Tornando alla diramazione presa coi Lagwagon e i No Use, il terzo filone identificabile è composto da quelle band che, strizzando un po’ l’occhio al metal, iniziando a prestare attenzione al suono delle chitarre e ai loro intrecci. Per quanto mi riguarda, anche qui il riferimento sono gli Strung Out, seguiti da gente come Belvedere e i primi Rufio. Se mi state seguendo, forse qualche differenza tra i diversi suoni la cogliete. Poi oh, liberissimi di dirmi che è tutta roba che suona uguale, non mi offendo.
Altro filone, altro regalo. Qui si parte dagli AFI e le contaminazioni sono più verso un immaginario “dark” che può, forse, prendere origine da cose tipo i Misfits. Ma anche no. Mai piaciuta sta roba, ad essere onesto. Figli autoproclamatisi degli AFI sono gli Aiden, band che nei rari casi in cui non è impegnata a fare musica oltre l’osceno fa suo il concetto infarcendolo di poserismo e di tutti i clichè che nel post 2000 giravano in un certo ambiente.
L’impegno politico, in tutto questo, non è stato certo tralasciato. Il primo nome che deve venire in mente, in questo senso, sono i Propagandhi, ma a ruota troviamo i Good Riddance e i loro cloni postumi Rise Against. Tra l’altro, dai Good Riddance, prendo spunto per delineare un certo spostamento verso l’HC “vero e proprio” che parte e arriva unicamente nel timbro vocale o nei cori, lasciando più o meno immutate le restanti parti musicali. In quest’ottica si inseriscono gruppi tipo gli H2O, più tendenti al melodico, o i Comeback Kid, più spostati verso l’accaccì. In mezzo, i previa citati Good Riddance e compagnia.
Non può mancare infine, nella disamina del fenomeno, la componente religiosa. In particolare qui analizzo il filone “Christian”, che in ambito HC melodico fonda, o quasi, sugli MxPx, da cui derivano fenomeni più o meno irrilevanti come gli Slick Shoes (che, cmq, qui includo con un pezzo spessissimo).
Tutto chiaro? Mi sa di no. E’ tutto un gran casino, infatti, perchè discriminare in base al suono e contemporaneamente al contenuto genera intersezioni insiemistiche che neanche alle elementari. Ci si perde immediatamente. Questo anche a sottolineare come chi si mette col righello a tracciare i confini delle etichette, dicendo cosa è dentro e cosa è fuori, spesso dice minchiate.
Fin qui la situazione ammerigana. Ma vuoi che nel vecchio continente non si facesse nulla di tutto questo? Figurarsi. Qui c’erano robe come i Satanic Surfers e i Millencolin a rallegrare le vite dei giovani. Si arrivava dopo, vero, ma non ancora fuori tempo massimo, quindi ok.
E nel bel Paese? Con soli 10 anni di ritardo, in molti casi, qualcosa è arrivato, ma è stato usato per generare fenomeni discutibilissimi. Esempio? I Vanilla Sky. Meno in ritardo e con molto più senso d’essere ci sono invece stati un sacco di gruppi, tra cui io però cito e citerò alla morte i Murder, We Wrote, band che amo come poche altre nella storia del genere.
Ora, finita la lista dei sottogeneri e delle correnti, veniamo ai fenomeni di costume, che in ambito HC melodico sono essenzialmente due. Il primo è quello non proprio esclusivissimo, della cover. Qui il nome neanche c’è da starlo a cercare, perchè la all-star band dei Me First and the Gimme Gimmes è più che sufficiente a colmare ogni desiderio di sapere. Per completezza, e per nominare un’altra band, infilo anche i New Found Glory che con le cover han fatto addirittura due dischi.
Secondo fenomeno è invece la canzone da trenta secondi, che più o meno tutti avevano in repertorio. L’opera omnia in questo senso è la compilation “Short music for short people” che, pur mettendo in fila band non esclusivamente HC melodico, è pensata da chi suonava quello. Non temo smentite. Da quel disco fondamentale pesco tre band tra quelle di genere che non avevo ancora citato, e segnalo così 88 Fingers Louie, Diesel Boy e Useless ID (proudly from Israel).
Cosa resta quindi, di tutto sto carrozzone? Molto. Tante band sono ancora in giro, alcune ancora scrivono dischi identici a se stessi volta dopo volta. Quelli che a detta di molti sarebbero dovuti essere gli eredi designati della scena sono gli A Wilhelm Scream, ma io non li ho mai ascoltati e, visti una volta dal vivo, avrei preferito continuare ad ignorarli.
Chiudo questo infinito discorso, quindi, con quella che per me è la summa del genere e del post. Si torna ai Nofx, perchè mi piacciono le robe cicolari, e la chicca di cui parlo è l’EP chiamato The Decline. Diciotto minuti che valgono oro e che esplicano certamente meglio di me tutto quello che avrei voluto dire con questo post.
Fine.
Ore rileggo tutto e pubblico, ma soprattutto mi riascolto la playlist che ne è uscita perchè il mio post magari fa schifo, ma la scaletta dei pezzi è suprema.

Tony Sly

It’s too late to talk to you
And it’s too soon to say good-bye
Listen where ever you may be
You still live inside my mind

La notizia della morte di Tony Sly mi arriva da Carlo, mentre sto andando a mangiare una pizza per il compleanno della Polly. Ovviamente, mi sconvolge. E’ la prima volta che vedo morire uno dei miei idoli di gioventù. Sti cazzi Kurt Cobain, che s’è sparato prima che potessi sapere chi fosse. Sti cazzi Freddie Mercury, i Ramones, Amy Winehouse, Michael Jackson e tutti quegli artisti che sì, può spiacere, ma in fin dei conti finisce lì, subito, con una faccia magari stupita ed una frasetta su facebook. Qui è diverso. Qui si parla di uno che, boh, non solo ho visto suonare mille volte, ma ho sempre sentito vicino. Uno che ha scritto pezzi che faranno per sempre parte di me, uno con cui mi è capitato di chiacchierare.
Sono senza parole.
Non so cosa scrivere e anche dovessi arrivare a capirlo, non saprei come scriverlo. L’ultima volta che ho parlato di lui è stato per recensire il suo ultimo disco acustico. Ho scritto cose brutte, cose come “invecchiare male”, e adesso mi sento terribilmente una merda se penso che di invecchiare, per il buon Tony, non se ne parlerà.
Non ho mai capito quelli che piangono per la morte dei cantanti, però eccomi qui a far parte della categoria. Continuo a non capirlo, ma non credo conti qualcosa.
Ho tre magliette dei No Use. Una, enorme, la uso da tempo come pigiama. Una, distrutta, è la mia maglietta preferita. La terza, tamarra, ma ancora indossabile al lavoro, la metterò domani.
Sto scrivendo un milione di banalità e forse è il caso che la pianti qui. Che poi oh, non so perchè, ma il sapere che per Tony non ci sarà uno spopolare di profile pics, tweets, status e post sui blog mi fa persino rabbia.
Affanculo.
I’ll miss you, Tony, I know I will.
Exit.

Il CD delle vacanze

Il countdown da vacanza è iniziato.
Tra quattro giorni, più o meno a quest’ora, sarò in quel di Istambul pronto ad iniziare il mio tour attraverso le mi si dice meravigliose terre turche e devo riconoscere che poche volte ho avuto una voglia così spasmodica di partire.
Ho voglia di vacanze.
Roba che oggi ho preso un “Mojito Soda” alle macchinette del lavoro, scoprendolo una lemonsoda con concentrazioni omeopatiche di aroma di menta. Una merda, a voler essere sintetici. Insomma, il clima è quello, e dover tirare ancora quattro giorni non aiuterà a smorzare i toni.
Prima di partire, gli obbiettivi da me prefissati erano essenzialmente due:
Il primo consisteva nell’acquisto di una montagna di canotte. Questa sarà l’estate della canotta, fatevene una ragione. Tank summer. Io, di certo, di farmi trovare impreparato proprio non avevo voglia, così mi son dato agli acquisti.

Eccole. Tutte belle, tutte incapaci di starmi bene. Però vaffanculo, almeno per una volta non tornerò con l’abbronzatura di chi è stato sui ponteggi per due settimane, evitando l’odiosa riga a mezzo bicipite tipica del t-shirt guy.
Il secondo punto invece stava nel mettere insieme il classicissimo CD della vacanza. La modalità scelta è quella dell’ultima volta, con 10 tracce per partecipante sapientemente accostate, equalizzate e masterizzate dal sottoscritto.
Rispetto la volta precedente, sto giro si parte in quattro quindi i CD saranno solo due, di venti tracce ciascuno. Li sto risentendo in questo momento e, sinceramente, sono una roba che va ampiamente al di là del bene e del male.

CD1:
01 – Gabri Ponte Ft. Dorotea Mele – Lovely on my hands (Simo)
02 – Foo Fighters – Walk (Polly)
03 – Florence and the machine – Shake it out (Giudi)
04 – Cancer – I Felt Hope (Manq)
05 – Shakira Feat. Pitbull – Rabiosa (Simo)
06 – Baustelle – Charlie Fa Surf (Polly)
07 – The Ting Tings – Hands (Giudi)
08 – Finch – Without You Here (Manq)
09 – Scissor Sisters – Only The Horses (Simo)
10 – Max Pezzali Ft. J-Ax – Sempre noi (Polly)
11 – M.I.A. – Bad Girls (Giudi)
12 – Lit – Zip-lock (Manq)
13 – Pitbull Ft. Chris Brown – International Love (Simo)
14 – Coldplay – Speed of Sound (Polly)
15 – Rebecca Ferguson – Glitter & Gold (Giudi)
16 – Derozer – Mururoa (Manq)
17 – Avicii – Levels (Simo)
18 – Jimmy Eat World – The Middle (Polly)
19 – Planet Funk – These Boots Are Made For Walking (Giudi)
20 – Defeater – I Don’t Mind (Manq)

CD2:
01 – Biffy Clyro – Mountains (Polly)
02 – Arisa – L’Amore È Un’Altra Cosa (Giudi)
03 – Justin Bieber Vs. Slipknot – Psychosocial Baby (Manq)
04 – Jennifer Lopez Ft. Pitbull – Dance again (Simo)
05 – Linkin Park – Burn It Down (Polly)
06 – FloRida – Whistle (Giudi)
07 – MxPx – Wrecking Hotel Rooms (Manq)
08 – Tacabrò – Tacatà (Simo)
09 – Foo Fighters – These Days (Polly)
10 – Le Tigre – I’m So Excited (Giudi)
11 – The All-American Rejects – Move Along (Manq)
12 – Guru Josh – Infinity 2012 (Simo)
13 – Minnie’s – Se Arriva Il Temporale (Polly)
14 – Lana Del Rey – Blue Jeans (Giudi)
15 – Blink 182 – Wasting Time (Manq)
16 – DJ Antoine – Ma Cherie (Simo)
17 – James Blunt – Carry you home (Polly)
18 – Coldplay Ft. Rhianna – Princess of China (Giudi)
19 – Vs.Rome – It’s Home Where I Am Not (Manq)
20 – Bob Sinclar ft. Pitbull – Rock The Boat (Simo)

Come detto, roba per stomaci forti. Dovendo giustificare le mie scelte, volevo roba estiva, roba che non desse troppo fastidio agli altri, ma neanche che fosse completamente digeribile viste le innumerevoli tracce di Pitbull che mi son state recapitate tra capo e collo. E poi ho messo cose che, per motivi vari che vanno dal compilare liste improbabili dei pezzi degli ultimi due decenni al vedere concerti che pensavo facessero schifo e che invece no, sto ascoltando parecchio.
Bon, questo post da aria di vacanza può considerarsi concluso.
Vado a farmi una doccia.

Epilogo

Alla fine sono andato a sentire i Blink 182. Nel 2012.
E mi è pure piaciuto.
Si, lo so, è da non crederci, però è andata così.
Ho un po’ paura che a scriverci sopra, alla fine, iniziarò a riflettere a mente fredda e a rivalutare la cosa, operazione che per altro sento avanzare nella mia testa. Mi fermo subito quindi, che tempo e modo per scriverci sopra, se sarà necessario, lo troverò nei prossimi giorni e in altro luogo.
Questo è il mio blog (che, per la cronaca, non è morto) e serve a dare sfogo alle emozioni. E’ stata una bella emozione.
Quando guardo un film o una partita di pallone, non mi viene da pensare che chi interpreta lo fa per soldi e nulla più. Questa sera era fondamentale riuscire a non avere quella sensazione lì e io non l’ho avuta.
La serata ha svoltato decisamente in tre punti.
Il rutto di Tom durante “Always”.
Infilarsi al parterre.
Josie.

Prologo

Tra un’ora, più o meno, partirò alla volta del Forum con una serie di stranissime sensazioni addosso.

NB: questo blog non è ancora morto.

Commenti a tiepido sulla preview del Rock in IdRho

Qui di seguito, la lista di quelli che sarebbero potuti essere i miei live tweet dal concerto di ieri se solo avessi uno smartphone e se non fossimo in realtà sulla pagina di una roba vintage come può essere un blog nel 2012*.

– Rock in IdRho è un nome osceno di suo, diventa surreale se definisce un evento al Carroponte di Sesto. #RockinCarroponte
– Io il mercoledì lavoro, anche per poter cacciare 35 euro per un concerto. Farlo iniziare alle 18.30 è da stronzi. #RockinCarroponte
– 18:45 Lavorando in zona mi fermo a prendere i biglietti. Affluenza scarsa, #LaDispute non male. Vado a mangiare. #RockinCarroponte
– 20:30 Riparto da casa, conscio di essermi perso #HotWaterMusic e #BillyTalent. Spero di perdere anche #TheHives. #RockinCarroponte
– 21:00 Parcheggio nel multisala di fronte al Carroponte. Spero non chiuda, altrimenti ce l’ho nel culo. #RockinCarroponte
– 21:10 Entrando mi offrono un #Jack&Cola di quelli preconfezionati. Lo bevo. E’ una merda. #RockinCarroponte
– 21:12 Realizzo che #TheHives sono SOLO a metà set e la cosa mi dilania. #RockinCarroponte
– 21:16 #TheHives visti tre volte, mai soddisfatto. Sta sera la peggio di tutte. Impresentabili. #RockinCarroponte
– 21:18 Piuttosto che i #TheHives mi guardo il soundcheck dei #Lagwagon. #RockinCarroponte
– 21:27 I #TheHives finiscono con la gag di far sedere tutti in terra. Non mi siedo. Vengo insultato. #RockinCarroponte
– 21:28 Mentre vado verso il secondo palco faccio un analisi della gente presente. #RockinCarroponte
– 21:29 C’è figa. #RockinCarroponte
– 21:30 Si beh, c’è anche, in minima parte, figa. Però ci son più disperate in ballerine. #RockinCarroponte
– 21:32 I #Lagwagon attaccano con “Kids don’t like to share”. #BOMBA. #RockinCarroponte
– 21:33 Che suoni di merda. Una chitarra è muta, l’altra bassa. #Lagwagon #RockinCarroponte
– 21:35 Violins. #Lagwagon #RockinCarroponte
– 21:40 Non capisco chi sta suonando la batteria. #Lagwagon #RockinCarroponte
– 21:41 Island of shame. Shame è la parola più ricorrente dei testi dei #Lagwagon. #RockinCarroponte
– 21:44 I suoni non tendono a migliroare #Lagwagon #RockinCarroponte
– 21:47 After you, my friend. #Lagwagon #RockinCarroponte
– 21:55 Oh cazzo, il batterista è Dave, ma ha i capelli. #ODDIO #Lagwagon #RockinCarroponte
– 22:03 Comunque @joeycape sul palco da sempre il milleXcento. #Lagwagon #RockinCarroponte
– 22:10 Weak, Sleep, Mr. Coffee, Coffee&Cigarettes, Sick, Razor Burn. Che setlist! #Lagwagon #RockinCarroponte
– 22:28 Alien8, Making friends, May16. Nessun pezzo post 1998. Scaletta totale. #Lagwagon #RockinCarroponte
– 22:33 Gli #Offspring si fanno aspettare e qui se va bene vien giù un diluvio. #RockinCarroponte
– 22:35 In rete si dice suonino tutto Ignition. Grande attesa. #RockinCarroponte
– 22:38 Eccoli. Attaccano con un pezzo che boh. #Offspring #RockinCarroponte
– 22:42 All I want secondo pezzo. Sembrano moscetti. #Offspring #RockinCarroponte
– 22:50 Subito Come out and Play. @massimocamoni parte e va in mezzo.#Offspring #RockinCarroponte
– 22:58 Solo singoli, fino ad ora. Temo che di sentire tutti Ignition non se ne parli. #Offspring #RockinCarroponte
– 23:03 Cambi di chitarra e basso dopo ogni pezzo. Neanche gli U2. #Offspring #RockinCarroponte
– 23:07 Mazza se son molli. #Invecchiaremale #Offspring #RockinCarroponte
– 23:11 Ma che cazzo stan suonando? #Offspring #RockinCarroponte
– 23:13 Walla walla? WALLA WALLA? #Andateveneaffanculo #Offspring #RockinCarroponte
– 23:14 Sette pezzi da Americana sono una presa per il culo. Passi i singoli, ma gli altri vuol dire essere stronzi. #Offspring #RockinCarroponte
– 23:18 E ste pasue di silenzio e buio tra un pezzo e l’altro? Cadono i coglioni. #Offspring #RockinCarroponte
– 23:22 Altri singoli, chitarre acustiche, voglia di vomitare. #Offspring #RockinCarroponte
– 23:25 Se ne vanno. Mi illudo che suonino tutto Ignition nell’encore. #Offspring #RockinCarroponte
– 23:30 Rientrano con un pezzo che boh. Vorrei picchiarli. #Offspring #RockinCarroponte
– 23:38 Chiudono con Self Esteem, avessero saltato pure quella davo fuoco al bus. #Offspring #RockinCarroponte
– 23:42 Me ne vado a casa, sconsolato. #RockinCarroponte
– 23:43 Rimugino. Pezzi da Ignition: zero. #Offspring #RockinCarroponte

*Questo doveva essere il titolo del post, ma era effettivamente un po lungo, anche senza il “Qui di seguito” iniziale.

La mia lista dei dieci pezzi degli anni zero

Ciao, sono quello che da due settimane non aggiorna il blog e che diverse settimane fa prometteva l’impegno a creare qualche post monografico sui generi musicali più importanti all’interno della sua vita, post che ovviamente non hanno mai preso forma. Ciao, sono Manq e sono un cazzaro.
Prima che ricominci a dire che quella cosa delle monografie/compilation è in potenza una roba che mi piacerebbe fare tantissimo e che presto terrò fede alle mie promesse, vi svelo che ancora una volta a riportarmi a scrivere su queste pagine ci pensa Bastonate, che sfodera il secondo round delle liste dei dieci pezzi simbolo dei decenni che contano sul serio.
Prima di iniziare voglio dire che, dopo attenta analisi, la lista dei miei dieci pezzi degli anni ’90 io la cambierei per almeno 3/10. Dirvi cosa sostituirei con chi, oggi, non ha senso e forse viola anche le regole del gioco. Però è indice del fatto che, probabilmente, anche la lista che segue potrebbe non essere la migliore possibile.
Altre premesse necessarie (che allungano il brodo e creano odio verso il sottoscritto, ma tanto chi vuol sapere i pezzi tutto il preambolo nemmeno lo legge, quindi mi prendo lo spazio che voglio): 1) negli anni zero ho ascoltato soprattutto roba anni 90′. Roba che però non può finire nella lista degli anni ’90 perchè a quei tempi non la conoscevo. Di conseguenza, lista un po’ falsata per chi come me tende a non essere sul pezzo. 2) Ci sarà tanta merda dentro, temo, perchè negli anni zero ho iniziato ad apprezzare tanta robaccia. 3) Scopro che associare ricordi ai pezzi è vietato dalle regole, quindi questa classifica avrà un sapore e colore diverso dalla precedente in quasi tutti i suoi episodi. 4) Anni zero è un nome fighissimo.
Vabbè, andiamo a cominciare, in rigoroso ordine sparso:

The Ataris – Fast times at dropout high
Io gli Ataris ho iniziato ad ascoltarli nel 2000 e sono stati una mia band di riferimento totale almeno fino al 2005. Il disco, che resta oggi uno dei miei dischi preferiti di sempre, è quello uscito nel ’99. Siccome però non posso infilarci un pezzo di quel disco lì, in questa classifica, ci infilo uno dei due capolavori assoluti che hanno inciso nel disco dopo, così siam tutti felici e non sgarriamo di una virgola. Questo pezzo, per quanto mi riguarda, è una roba esageratissima. 2001.

Poison the well – Lazzaro
Negli anni zero io ho iniziato ad ascoltare la gente che grida. Prima del 2004/2005 grossomodo tutto ciò che aveva delle urla dentro mi faceva cagare pesantemente. Poi, di botto, l’amore. I Poison the well rappresentano bene quella band che negli anni novanta non solo non avrei mai ascoltato, ma avrei anche criticato pesantemente. Scelgo questo pezzo, che vince il ballottaggio con “Meeting again for the first time” del disco successivo, ma anche qui avrei dovuto mettere una cosa uscita negli anni ’90, ovvero “Nerdy”. 2002.

Brand New – The Quiet Things That No One Ever Knows
Presente quando esce un disco che lo ascolti e dici: “Oddio.” e poi lo riascolti per bene un bel po’ di volte perchè hai il dubbio che sia la roba più grossa ti sia mai capitato di sentire, però è anche a suo modo molto distante dai tuoi gusti e quindi non sei sicuro ti piaccia davvero? Quei dischi che ci metti tanto a metabolizzare e intanto vai al concerto della suddetta band ed è uno dei migliori concerti della tua vita e così ti metti l’anima in pace e riconosci il capolavoro che hai di fronte? Ecco, quel disco è “The Devil and God Are Raging Inside Me” e arriva tre anni dopo questo pezzo qui. Questo pezzo qui sta in “Deja Entandu” e quando l’ho sentito la prima volta ho detto: “Capolavoro.”. Risentito oggi, il pensiero è sempre lo stesso (cit.). 2003.

GAMBEdiBURRO – 32″
Qui baro un po’. Intendiamoci, il pezzo è perfettamente in tema, ma questa vuole essere una celebrazione delle GAMBEdiBURRO più che altro per un altro dei concerti più fighi a mia memoria, il 30 Aprile del 2007, fatto essenzialmente di canzoni degli anni ’90. L’intersezione dei tre insiemi “Canzoni anni zero”, “Canzoni suonate in quella data” e “Canzoni reperibili su youtube” vuole che io selezioni questa, che comunque è una delle mie preferite del disco. 2000.

Biffy Clyro – Bubble
Uno dei miei ultimi amori musicali, nel senso che attualmente sono uno dei miei gruppi preferiti. Ci sono arrivato nei tardi anni zero, grazie a “Puzzle”, ma avrei potuto mettere un pezzo del primo disco, che comunque è del 2002. Invece pesco questo pezzo clamoroso da “Only revolutions” perchè una volta che posso stare sulla roba più recente, non vedo perchè andare indietro nel tempo. Se non vi piace questo pezzo avete qualcosa di grave che non va. 2009.

Finch – Without you here
Qui ci sono un bel tot di ragioni da snocciolare. In primis, gli anni zero son stati gli anni del new-emocore/post-HC/whatever quanto i ’90 son stati quelli del So-Cal punk. In secondo luogo per vedere i Finch dal vivo son dovuto andare a Londra e l’esperienza è stata figa un bel po’. In terzo luogo i Finch di “What it is to burn” sono, in sostanza, I Deftons se i Deftones fossero una band figa. Il disco è pieno zeppo di pezzi giganti. Il disco dopo, in cui i Finch sono gli Incubus se gli Incubus fossero una band figa, pure. Io pesco dal primo, ma senza andare a tirar fuori un singolone, forse perchè col senno dell’adesso è la canzone più figa del disco. 2003.

Britney Spears – If U Seek Amy
Finiti gli anni delle boyband, iniziano gli anni delle passerone. La Britney non è mai stata nè la più figa, nè la più brava, nè quella coi singoli migliori. Però è sempre stata la mia preferita. Metto questo pezzo, perchè a mio avviso è il suo punto più alto, musicalmente parlando, ed arriva dopo il grande successo, il tonfo, i matrimoni falliti, i bambini allevati a cazzo, le storie di alcol e droga, i capelli a zero, i baci lesbo, i chili presi, il presunto sex tape (che pagherei oro) e le ombre del successo che fu e che non tornerà mai. Tutte cose decisamente anni zero. Io poi avevo pure una sua maglietta che mettevo per andare ai concerti “pesi”. 2009.

Coldplay – Fix you
Sparatemi, ma i Coldplay sono la band degli anni zero, se gli anni zero devono avere una band “simbolo”. Primi due album indiscutibili, pesco dal terzo perchè il pezzo in questione è pazzesco, anche se già si iniziava a sentire aria di chi sta andando in vacca. Avrei potuto mettere “Yellow” o “The scientist”, cambiava poco in sostanza. 2005.

Moving Mountains – Ode We Will Bury Ourselves
Sarà che l’ho riascoltato ultimamente, sarà che ne ho scritto ultimamente, ma “Pneuma” ce l’ho proprio in testa oggi come ce l’ho avto per mesi dopo la sua uscita. Uno dei rari casi in cui ho beccato una band sul pezzo, in uscita, e non dopo anni, fa si che io a casa abbia la versione del disco datata 2007, quella sorta di demo nella bustina di cartone. Altro esempio di come negli anni zero io abbia imparato ad apprezzare anche tante cose che prima non mi sarei mai azzardato a sentire. Robe dilatate, sopra i 3 minuti, con lunghi sprazi strumentali. 2007.

The Used – Buried Myself Alive
Ho detto che gli anni zero non stati gli anni della musica dimmerda. Qui esplicito il concetto. Primo disco dei The Used che, secondo me, è una bomba colossale nel suo essere tutto ciò che di male c’è in un certo ambito musicale. Scritto ed interpretato da una band che per percorso, evoluzione e idea di base è tutto ciò che di sbagliato ci può essere in un certo ambito musicale. Pesco il singolo perchè gli altri pezzi si trovano solo in versione live e dal vivo questi non son propriamente uno spettacolo che vale la pena guardare. Però lo ripeto, mica che non si capisse, questo disco è una bomba. 2002.

Eccoci qui quindi, alla fine di questa interminabile lista. Dove interminabile sta per il tempo che ho impiegato a stilarla. Come detto in anticipo, sarà molto probabilmente una lista incompleta, sbagliata e che tra qualche giorno sentirò il bisogno di correggere. Tuttavia non lo farò, quindi così è.
Chiudo giusto con l’unico leftover di giornata, che ovviamente non avrei mai potuto inserire nella lista, ma che mi sembra giusto nominare.

H’S’P – Carlo e Sara
Sono i MIEI anni zero, quelli di cui si parla? E allora vi ciucciate questo pezzo che abbiamo inciso per il matrimonio di Uazza, con annesso video, frutto di un operazione che dire DIY è ancora niente. Non siamo mai stati una band. Ci siamo divertiti ad andare in sala prove per un paio di anni, nei ’90, e poi ci siamo tornati per quattro mesi nel 2008. Fine. Zero dischi, zero demo. Abbiamo stampato delle magliette, che vendevamo a un deca il pezzo. Ne avevamo stampate 50, ma sono esaurite in due giorni (true story) e le abbiamo dovute ristampare. Questo pezzo va in classifica a simbolo di tutta una serie di cose che per me fanno molto anni zero. E poi perchè secondo me è figo. 2008.