L’ultima a Milano
Qualche anno fa mi è finito in mano un EP di cinque pezzi. Non mi ricordo da dove fosse uscito, probabilmente twitter o qualche altro social. Non ricordo di certo chi lo avesse condiviso.
Lo avevo ascoltato e me ne ero innamorato.
Avevo fatto un paio di ricerche su google ed era venuto fuori che l’avessero scritto quattro ragazzi di Modena che avevano la metà dei miei anni. Ricordo che avevo scritto loro per complimentarmi, come il mio parere fosse rilevante.
Qualche mese dopo erano venuti a suonare dalle mie parti di spalla ai Gazebo Penguins ed ero andato a conoscerli di persona. Poi scambi sui social, qualche altra data, il primo disco “lungo”, fino a quella volta in cui avevo deciso di bigiare i Get Up Kids al Magnolia per poi scoprire che avrebbero aperto loro e cambiare idea.
Era già il 2015, Giorgio era appena nato.
Mi ricordo che mi avevano regalato una maglietta taglia bambino per lui con il faccione di Jason e la scritta CABRERA. Forse gli andrà finalmente bene quest’estate. Avevamo fatto quattro chiacchiere prima del concerto, chi fossero i Get Up Kids loro lo avevano scoperto una volta saputo di doverci suonare assieme. Aveva piovuto in modo insensato.
Ieri all’Ohibò* hanno suonato a Milano per l’ultima volta e anche se negli ultimi due anni praticamente non ci si era più visti, mi è sembrato doveroso presenziare. E’ stato bello esserci la prima volta, è stato bello esserci l’ultima.
Prima del concerto ho fatto due chiacchiere con Nic e Gala, ormai gli unici due membri che conosco. Da quel che ho capito sarebbe potuta finire meglio, ma credo sia una cosa sempre vera. Per entrambi la musica resterà parte importante della vita, anche se in modi diversi, quindi faccio ad entrambi il mio in bocca al lupo gigante, che estendo anche a Jason e Marci per tutto quel che con la musica invece non c’entra.
Dopo anni, ieri han suonato di nuovo Nessun Rimorso e forse è l’unica cosa importante, quando si chiude un capitolo.
Prima dei Cabrera hanno suonato i Quercia, straight from Sardegna.
Scoperti unicamente perchè avrebbero aperto ieri, da una ventina di giorni sto mandando a ciclo continuo i loro due dischi senza riuscire a decidermi su quale sia il più bello. In qualche modo è significativo che nel momento in cui un gruppo fa la sua ultima apparizione ce ne sia un altro che per la prima volta viene a suonare dalle nostre parti. La musica va avanti, in sostanza.
Il problema, al massimo, è che dei presenti ieri non so quanti non fossero amici e parenti delle due band e se da un lato questa cosa ha creato un’atmosfera fighissima durante il concerto, dall’altro racconta una scena che, semplicemente, non esiste. Magari però è solo un’impressione mia.
Se c’era un po’ di emozione per la prima data a Milano, i Quercia l’hanno nascosta bene (che poi, boh, dovrebbe esserci? Probabilmente no.). Hanno fatto un signor set, carico e drittissimo, lasciandomi con una gran voglia di rivederli presto.
Hanno chiuso con una versione “elettrica” di Mida che racconta perfettamente entrambi i dischi, ma qui metto il video dell’originale perchè anche così è bella da non crederci.
* come l’anno scorso, anche quest’anno l’Arci Ohibò mi ha chiesto 13 euro per la tessera ARCI e ulteriori 5 euro di ingresso, per un totale di 18 euro. Non mi piace ripetermi, avevo già detto cosa penso della cosa qui.