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Gite

Perdere la verginità al Lucca Comics

Avrebbe un senso.
Prendi i grandi festival musicali, le rassegne di cinema, i congressi scientifici. Persino la cazzo di giornata mondiale della gioventù. Sono situazioni fatte apposta per scopare. Nessuno ammette che ci partecipa per quello, ma solo per non doversi giustificare in caso di fallimento nell’impresa. Il fine ultimo è e sarà sempre trovarsi in un ambiente in cui, paradossalmente, da peculiari si diventa terribilmente standard. Tutti simili, tutti con gli stessi interessi. L’appiattimento rompe le barriere, avvicina le persone e abbassa le resistenze. La paura del diverso non può esistere in una situazione in cui si è tutti diversi allo stesso modo.
Andare a Lucca Comics per scopare avrebbe davvero un sacco di senso.
Io invece mi ci sono spaccato i coglioni.
La ressa ovunque, gli stand strapieni, pochissime cose belle da vedere e anche quelle poche messe in condizione di non poter essere viste. La puzza di sudore. I cosplayer, la gente in fila per un autografo, la gente in fila per mangiare dei noodles che neanche se mi pagassero, la gente in fila per i cessi chimici o per fare una foto. La gente in fila per vedere altri giocare ad un videogame. E’ una fiera di nerd per nerd e quindi non è un cazzo divertente. Per quanto la televisione e il cinema si dannino l’anima nel diffondere questa nuova immagine del geek come paradigma di figaggine contemporanea, la realtà è ancora quella di quindici anni fa: il disagio.
Ho resistito una giornata, comprando un paio di libri che avrei preso senza problemi altrove. Avrei voluto comprare un set di dadi per D&D, ma non è stato possibile.
Il giorno seguente siamo andati a San Miniato, terra di vino e tartufi, a mangiare e bere. Abbiamo scoperto una terra bellissima che non conoscevamo e prodotti deliziosi che siamo ansiosi di riprovare. Abbiamo camminato, fatto foto e ascoltato interessantissime lezioni sul vino, il tartufo e i cantucci. Poi siamo stati a Pisa a vedere Campo dei Miracoli, siamo rimasti a bocca aperta e abbiamo scattato altre fotografie.
Alla fine, in autostrada tornando verso casa, ci siamo chiesti come cazzo ci fosse venuto in mente di andare a Lucca.

Parigi val bene una messa?

Io e la Polly abbiamo visitato Parigi e la risposta alla domanda è: “Anche no.”.
Cocente delusione.
Sarà che avevo ben altre aspettative, ma l’ho trovata veramente poco affascinante. L’atmosfera “parigina” tanto decantata era impercettibile, pareva di stare in periferia anche quando immersi nel pieno centro. Non saprei descrivere, ma proprio non mi ha preso.
E poi, cazzo, mai avrei pensato che Parigi fosse una città così sporca. Impressionante.
C’è puzza ovunque. Ovunque. Persino l’acqua lascia addosso un odore, dopo la doccia, che tutto è tranne che piacevole.
Vogliamo parlare dei prezzi di Parigi? O della simpatia degli abitanti della città?
Insomma, bella è bella, ma lungi dall’essere il posto idilliaco che credevo.
Per una volta aver fatto le immancabili orrende foto non mi dispiace. Rendono l’idea.
Chiudo con un l’antica usanza del pagellone, giusto per gradire.

Voto 10: alla cenetta che ci siamo fatti io e Paola in un ristorantino scovato dalla Frommer’s in una microviuzza dei quartieri latini. Unica salassata parigina che è valsa ogni euro speso. Chic.
Voto 9: alla vista che si può apprezzare dalla sommità della Tour Eiffel al tramonto. Ammaliante.
Voto 8: ai quartieri latini, unico posto di Parigi realmente caldo e accogliente, in cui ci si sente in una città e non in un museo a cielo aperto. Vivi.
Voto 7: alla soupe a l’oignon gratinèe. Spettacolo quando cucinata bene, buona quando cucinata male. Ovviamente le possibilità di beccare la prima e non la seconda rasentano lo zero, ma anche in questo caso la Frommer’s ha aiutato. Succulenta.
Voto 6: alla chiesa Sacre Coeur di Montmartre perchè è bella. Peccato sia gestita da rotti in culo che provano a venderti anche l’aria. Com’era la storia dei mercanti nel tempio? Blasfema.
Voto 5: alla Sainte-Chapelle. Ovviamente, dopo due ore di coda per la perquisa, c’è il cartello “attenzione restauro”. Così entri e metà la vedi disegnata sulle impalcature. L’altra metà, già restaurata, ti fa capire che anche al massimo dello splendore non è che sia sto spettacolo. Superflua.
Voto 4: al museo Louvre. Ho sempre sentito dire: “Ti serve almeno una giornata per visitarlo”. Io ci ho messo due ore dando spazio anche alla temutissima (ma amatissima dalla Polly) pittura fiamminga. L’unica cosa per cui la gente ci entra, ovvero la Gioconda, te la fanno vedere da cento metri (e non è che si parli di Guernica) e coperta da un vetro che altera i colori in maniera raccapricciante. Sopravvalutatissimo.
Voto 3: a Paul il bulangiere. L’unica baguette possa di Parigi la vendono lì. Imbarazzante.
Voto 2: alla metropolitana di Parigi. Figo eh, avere la metropolitana più antica d’Europa. Però magari farla funzionare lo sarebbe di più. Obsoleta.
Voto 1: all’odore di Parigi. Nauseabondo.
Voto 0: alla reggia di Versailles, al suo giardino, a chi l’ha costruita e a tutti i dittatori della storia che non hanno sfruttato l’occasione di abbatterla. Una merda.

Nota: aggiornata la sezione “foto”.

Ordine

E’ troppo tempo che non scrivo un sano post per punti.
I post per punti sono la linfa vitale di quasi tutti i blog.
Sicuramente di tutti quelli che valgono, e il mio per me vale molto.
Quindi post per punti sia.

– In televisione non c’è mai un cazzo, ma riescono comunque a mettere i bei film solo nelle sere in cui ci sono le partite.
“Point Break” è un film della madonna.
– Serata di campionato, Milan ancora assolutamente discutibile. Però senza Pirlo si vince. Mi accontento.
Domenica sera c’è il derby. Me lo vedrò dal terzo anello blu di S.Siro, biglietto già acquistato. Sono già in ansia.
Per quel che riguarda il fantacalcio, tutto lascia presagire l’ennesima giornata no.
– Sto leggendo “Bar Sport” di Benni. Non mi fa ridere. E’ grave?
– Martedì prossimo provo la sortita al forum con Ciccio. L’obbiettivo è vedere i Coldplay senza spendere miliardi.
– Ho fame.
– Ieri ho seguito la puntata di “Otto e Mezza” con ospite Alemanno.
Alemanno, secondo me, è un pupazzo dentro cui si cela Guzzanti (figlio) che fa l’imitazione di non ricordo chi.
Come tutti i pupazzi non fa ridere e fa un po’ pena.
– Questo week-end ho mangiato come un maiale. Ottima la sagra della patata, meno quella del gorgonzola.
Pregevole la gita a Faggeto Lario con annesso agriturismo, nonostante la carestia di salsiccette.
– In questi giorni continuo ad interrogarmi sul perchè l’antitrust non faccia nulla nei confronti della Carfagna.
La sua legge sulla prostituzione è concorrenza sleale.
Un’altro conflitto di interessi irrisolto.
– Ho ordinato un po’ di cd.
– Sono innamorato. Di nuovo.
– Sono stressato. Di nuovo.
– Ho bisogno di staccare dal lavoro.
– Sto provando a scaricare “Gomorra” e “Il Divo”. Io di film ne scarico parecchi e MAI mi è capitato di fare così fatica.
In rete ci sono solo fake. Io, che sono solito lasciarmi andare alla cultura del sospetto, ci vedo una cospirazione.

Non ce n’è, i post a punti sono sempre bellissimi.
Ordinati come piace a noi Italiani.

Facebook

Ho creato un account Facebook.
Non ho capito cosa possa esserci di utile, in realtà, tuttavia il fatto che io sia ancora sveglio alle quattro meno un quarto di notte indica che la questione mi ha preso.
Ci ho trovato un mare di gente che non vedo da anni.
Ma tanti anni.
E’ divertente, al momento lo uso come un incrocio tra “Carramba” e “Chi l’ha visto?”.
La SNAI mi quota 1,35 scoglionato entro pochi giorni.
Vedremo.
Ora forse è il caso che vada a dormire visto che domani tra poche ore avrei in programma di andare a Milano a fare due scatti della città deserta.
Se non piove.
E se non dormo.

Errata:
sono oramai le 5 del mattino e sono ancora on-line.
Facebook è una droga.
Ci sto trovando il mondo.
Tra l’altro, l’assurdo è che trovo gente tramite il profilo di persone con cui non pensavo avessero nulla a che fare. Il giro di parole incomprensibile è dovuto alla stanchezza.
Vado definitivamente a letto.

La gita

Sem semper istes...
* Verona. Da sinistra: Odri, io, Missa, Giulietta, Max e Simo. Sio canòn…

Project: WC

A Maggio avevo ripreso un ritmo decisamente buono di pubblicazioni sul blog. La cosa mi faceva molto piacere e speravo di poter insistere su quella strada, eppure è già dieci giorni che non pubblico nulla, classifica delle googolate a parte. Il motivo principale di tutto questo è che sono stato molto impegnato nel fare diverse cose. Tutto ciò riguardo cui avrei voluto scrivere inoltre non mi sembrava fosse così importante da necessitare per forza di cose uno spazio su questo diario, si trattava di faccende del tutto marginali che sarebbero potute essere raccontate in poche righe.
In effetti, già che sono qui a scrivere, potrei anche elencarle prima di passare al tema centrale del discorso.
Lo faccio:
– Ho rivisto American Pie 1 e 2. Definitivi. Credo siano i due film più intelligenti mai girati sui giovani della mia generazione.
– Sulle ali dell’entusiasmo da primi stipendi sto continuando a comprare CD. Il criterio della scelta è di abbinare qualcosa di nuovo, qualcosa che mi ha appassionato recentemente, qualcosa che ho amato in passato e, possibilmente, qualche chicca. La chicca dell’ultimo ordine è “Short Music for Short People”.
– Sono andato in gita con i miei colleghi. E’ stata una bella Domenica, divertente e soddisfacente sia dal punto di vista paesaggistico che da quello enogastronomico. Senz’altro da riproporre.
– Per una volta che la Bri aveva acconsentito ad accompagnarmi al cinema, non abbiamo trovato uno spettacolo che fosse uno ad orari decenti. Se mi girano le scatole, a vedere “Zodiac” ci vado questo Mercoledì alle 19.00 uscito dal lavoro. Da solo.
– In rete ho trovato l’ennesimo filmato sull’11 Settembre. Come sempre, mi ha lasciato senza fiato.
– LeBron James è Dio.

Bene, ora che ho finito con l’elenco puntato è giunto il momento di parlare di ciò che sta occupando gran parte dei miei pensieri: casa mia.
Il meccanismo che mi vede proiettato alla vita da single (in senso mi auguro unicamente domiciliare) si è innescato ed inizia ad ingranare. Devo ammettere che sono molto eccitato e spaventato all’idea del cambio di domicilio. E’, credo, il mio più grande desiderio nonchè la mia massima aspirazione già da qualche anno e sapere di essere ad un passo dall’arrivarci è a suo modo angosciante. Sono felice, però.
Nell’analizzare la questione non riesco a non riflettere su come sia impossibile andare a vivere da solo per qualunque giovane i cui nonni non abbiano lasciato libero un appartamento, loro malgrado convocati da Mrs Death.
Anche senza affitto o mutuo infatti, l’impresa è tutt’altro che facile da approcciare nonappena si compie il primo passo verso l’arredamento. Personalmente ora mi trovo di fronte alla scelta del bagno e la sfida appare titanica.
Un esempio? Castorama, non certo l’emporio di Philippe Starck, mi ha chiesto uno stipendio per un box doccia.
Surreale.
Ciò nonostante sto comunque provando a progettare una roba decente. Per il momento l’unica certezza, se così si può dire, sono water e bidet, entrambi prodotti Ideal Standard. Avrei individuato anche la rubinetteria che fa per me, ma questa va ancora sottoposta alla prova prezzo. Mi piacerebbe avere un bagno dai mobili bianchi laccati, come le ceramiche, in contrasto con delle piastrelle per pavimento e 3/4 parete molto colorate. Al momento la mia idea è di metterle rosse, ma è giusto un’idea.
Voglio un lavabo da appoggio.
Sabato mattina ho un appuntamento con l’idraulico incaricato di fare i lavori. Insieme andremo dal suo fornitore di mobili da bagno per vedere cosa mi propone e, soprattutto, a che prezzo.
I media non fanno che ripetere che i ragazzi ormai sono mammoni e stanno in casa fino ai trent’anni.
Io ora so perchè e li capisco.

Rafting

Sono andato a fare rafting in Valle d’Aosta.
E’ stata un’esperienza definitiva.
Sono morto.
Ringrazio Lale, The O, Ivan e gli altri per la bellissima giornata.
Non ho molta voglia di scrivere, sono troppo stanco.
Posso solo dire che ad un certo punto, durante la fase iniziale del training, ci hanno fatto buttare in acqua per provare l’ebrezza dell’immersione in un fiume di montagna.
E’ stata la cosa più assurda che abbia mai fatto.
Pensavo di morire.
Non scherzo.
Nonostante la tuta in neoprene e i (soli) 100 metri da fare a nuoto, ho perso sensibilità in gran parte del corpo.
All’uscita barcollavo visibilmente, anestetizzato dal gelo del’acqua.
Me la aspettavo fredda, ma non così assurdamente gelata.
Da quel che ho capito più di dieci minuti a mollo sono letali anche con la muta.
Agghiacciante, in tutti i sensi.
Chiudo con una foto*.
Non sembra faticoso quanto lo è in realtà.
*La faccia di The O vale la giornata.

Non sono morto

Non ancora, perlomeno.
Sono tuttavia stato malaticcio, ovviamente proprio a cavallo del dì di festa, per dirla alla Leopardi.
Temperatura corporea di Manq il 24 Aprile alle 22.30: 39° C.
Ecco, forse senza l’aiuto di Rooney sarebbe stata 38 ° C, ma tant’è.
Di passare a casa la festa della liberazione proprio non avevo voglia e così ho comunque deciso di prendere parte alla grigliata organizzata (egregiamente, per altro) da Bazzu in quel di Vimercate. Nella mia testa due tachipirine, quattro o cinque morettoni ghiacciati, un paio di hamburger ben grigliati, qualche lancio di freesbee ed un po’ di vita all’aria aperta avrebbero dovuto costituire un sano e vigoroso rimedio al malanno.
Temperatura corporea di Manq il 25 Aprile alle 16.00 (dopo la grigliata, insomma): 38.5° C.
Come brillantemente previsto, la cura ha dato i suoi frutti. Il problema di questo rimedio sta prettamente nell’impossibilità di perpetrare il trattamento oltre la singola giornata, ovvero nel non poter prendere parte alle 4 grigliate necessarie a riportare la mia temperatura sui 36,5° C. Oggi ho provato con un rimedio sostitutivo, somministrandomi 8 comode ore di lavoro, ma questa volta la situazione non ha subito miglioramenti.
Così, a causa febbre, ho dovuto perdermi il live dei Lagwagon. Nulla di mai visto, per carità, ma pur sempre qualcosa che fa bene agli occhi, alle orecchie e al cuore. Sicuramente dopo la scandalosa prova di Sabato al Rainbow dei Rise Against avrei apprezzato molto. I Rise Against mi hanno rubato 15 euro. Concerto molle, sciapo, suonato male e cantato peggio, incapace di coinvolgere chiunque badi alla musica oltre che ad alzare il pugnetto. Per chi come me ha avuto i Good Riddance, i Rise Against sono decisamente superflui. In versione live, quantomeno, perchè su disco qualcosa la sanno regalare e questo va loro riconosciuto.
Ora però è bene che me ne torni sotto la copertina, perchè stare qui a scrivere mi ha messo freddo.
Il fatto che chiunque intorno a me sia mezzo nudo e imprecante per il caldo da una chiara immagine del mio stato di salute.
Appena starò meglio voglio andare in giro per Brugherio di notte e scattare delle fotografie.

Gnocco fritto

Ero partito con lo scrivere un resoconto della serata di ieri sera, ma poi non mi piaceva e quindi l’ho cancellato.
Non ho neanche intenzione di riprovarci, perchè un po’ sono stufo di riempire questo spazio con riassunti di episodi della mia vita.
Una riflessione tuttavia la voglio fare: non ho più l’età per fare certe cose.
Ieri sera ci siamo uccisi.
Abbiamo mangiato talmente tanto che avevo il reale timore potesse venirmi un infarto.
A parte l’abbuffata di gnocco fritto, salumi e zola abbiamo pensato bene di ordinare anche un paio di primi ed un secondo.
Gnocchi coi fagioli, tagliatelle al ragù di lebre e cinghiale in salmì per altro, tutta roba di un certo peso specifico. Persino la cameriera si è lasciata andare ad un: “Cazzo ragazzi…” quando ha compilato le ordinazioni.
Non che poi sia avanzato niente, tolto un po’ di dessert che nessuno voleva e che abbiamo preso solo perchè la cameriera di cui sopra altrimenti ci avrebbe dato dei chiacchieroni, però alla fine della cena i pantaloni abbottonati si contavano sulle dita di una mano.
Il test di ieri è stato sicuramente un buon banco di prova per l’appuntamento con Mafalda ed il suo menù che, a detta di alcuni, sarebbe addirittura “impossibile da finire”. La prestazione piacentina infatti può definirsi buona e questo farebbe ben sperare, ma basterebbe anche solo una fetta di prosciutto in più rispetto a quanto servitoci ieri, per incappare in una clamorosa disfatta.
Comunque vada, è il caso che mia madre compri un’altro barattolo di Brioschi visto che coi due bicchieri di ieri sera ne ho esaurito le scorte.