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Blog

Diversivi

In queste ore, in questi giorni, la mia vita è fatta prettamente di diversivi.
Caramelle che tengano lontana la lingua dal dente dolente.
Dopo sole due righe posso già dire che scrivere qui sopra non rientra in questa categoria di cose. Immaginavo sarebbe stato così, ma mi illudevo che aprire una pagina e scrivere di tutto ciò con cui mi sto tenendo occupato sarebbe stata un’altra abile mossa Kansas City.
Purtroppo per me scrivere significa pensare e pensare significa sputare la caramella e riconcentrarsi sul dente ammalato.
Con sadismo, per altro.
Perchè meditandoci ti accorgi che ancora, di quello che è successo, non hai capito un cazzo e, soprattutto, hai effettivamente realizzato ancora meno.
Questo vuol essenzialmente dire che, come già pronosticato, le cose peggioreranno.
E spero peggiorino in fretta, perchè quanto percepisco intorno a me, purtoppo, non è reale.
A quel punto il compito dei diversivi sarà decisamente più arduo.
Intanto sono prigioniero di una razionalità in tilt, che soffoca l’emotività, ma non fornisce nulla se non confuse indicazioni contraddittorie.
Vorrei uscirne, ma non ci riesco.
Purtoppo e per fortuna la mia natura razionale è troppo arcigna per essere soverchiata dall’oggi al domani.
La speranza è che questo blog sappia aiutarmi come ha già fatto in passato.
Per questo e solo per questo, continuo a scrivere.

La rivoluzione è completa

Eccola qui la mia creazione.
Mesi di duro lavoro, di notevole impegno e di notti insonni hanno portato a quello che da oggi è il mio nuovo diario.
Non nascondo che chiudere blogger definitivamente si sia rivelato più difficile del previsto anche dal punto di vista emotivo, tuttavia per diverse ragioni era giunto il momento di cambiare.
La speranza è di averlo fatto in meglio.
Per quel che mi riguarda sono decisamente soddisfatto del prodotto ottenuto.
Lasciando stare la parte grafica, il passaggio a wordpress mi ha permesso di implementare nel sito qualche soluzione carina.
In primo luogo le utenze.
Da oggi sarà possibile registrarsi al mio blog. La cosa non serve in realtà a molto, se non ad avere la certezza che nessun altro possa lasciare commenti con il nome che un utente ha registrato per se. La possibilità di commentare in forma anonima è stata comunque lasciata inalterata, ma forse a qualcuno potrà far piacere sapere che sarà l’unico “tizio”, “caio” o “sempronio” presente su queste pagine.
A me farebbe piacere.
Sto inoltre meditando se dare o meno agli utenti registrati la possibilità di modificare i commenti una volta lasciati. All’inizio pensavo fosse una buona cosa, ma riflettendoci modificare un commento all’interno di una discussione può creare complicazioni per la corretta comprensione della discussione stessa.
Oltretutto implementare questa funzione sembra dannatamente difficile, quindi mi prendo del tempo per rifletterci.
Oltre alle utenze ho inserito la classificazione dei post tramite etichette, la funzione di ricerca all’interno del sito e qualche altra notizia in più sul mio conto come la breve biografia, i libri che ho letto e le foto che ho fatto.
In sostanza non è cambiato poi molto nel prodotto finale, ma il realizzarlo è sta una bella esperienza e ciò che ne è risultato è qualcosa che sento ancor più mio.
Purtoppo per realizzare questa piccola, ma grande rivoluzione ho dovuto fare anche qualche sacrificio.
Il più grande è l’aver perso un sito “sponsorizzato” da google, con conseguente crollo dell’indicizzazione del mio blog all’interno dei motori di ricerca. Questo potrebbe voler dire che non riuscirò più a stilare classifiche delle googolate e la cosa non è certo di poco conto.
Non è mia intenzione rinunciare senza combattere comunque.
Mancano 10 minuti a mezzanotte e tutto è [credo] pronto.
Un ringraziamento monumentale va a Bazzu e Max che mi hanno aiutato a domare quella belva furiosa che è php.
Senza di loro non ce l’avrei mai fatta.
E’ ora.
La rivoluzione è completa.

Berlino

Lo so, non ho aggiornato il Disco del Mese.
A voler essere precisi anche le liste di concerti e link sono immutate, addirittura da Novembre.
Questo perchè tutto ciò che questo blog è ed è stato per tre anni presto finirà.
Non è però il momento di dilungarmi a riguardo, indi passerò al resoconto del viaggio a Berlino.
Berlino è una città assurda.
Ci ho messo un po’ per adeguarmici, necessitavo di metabolizzarla. Il motivo principale è che non è una città come io intendo il termine. Il suo essere così ricca di storia ed al contempo quasi completamente priva di segni tangibili di quella stessa storia la rende unica tra le città che ho avuto modo di visitare.
Unica.
Non migliore, nè peggiore.
Il mio carico di aspettative era molto alto, va detto, e questo forse ha contribuito all’insorgere iniziale di una cocente delusione. In un primo momento tutto mi è sembrato finto, irreale, costruito nell’ottica di enfatizzare cose che non hanno certo bisogno di essere enfatizzate, con l’opposto risultato che porta così a sminuirle e farle apparire come “souvenir per turisti”. Checkpoint Charlie con il suo fintissimo accampamento americano, i ragazzotti in divisa militare sovietica e statunitense dell’epoca ed il baracchino che per qualche euro rilascia al turista un finto visto per l’attraversamento mi è parsa più una ricostruzione adatta a Gardaland che non a quello che è stato il fulcro della guerra fredda. Stessa cosa vale per il muro, quasi totalmente eliminato e cancellato dalla città se non per qualche frammento riposizionato da tutt’altra parte rispetto a dove fu smantellato e quindi più simile ad una qualche scultura di arte moderna che non ad una scheggia del confine che fu tra comunismo e capitalismo.
In alcune zone della città però in ricordo della barriera è stato segnato il terreno con una striscia di mattoni. Una di queste zone è Postdamer Platz e vedere il segno di quel limite che fu invalicabile al centro di quella che è la zona più trafficata e popolata di Berlino mi ha colpito non poco.
Anche dalla visita al Jüdisches Museum non ho tratto particolare appagamento. Direi esattamente cosa ho pensato nel vederlo, ma non voglio prestare il fianco a stupide ed insulse accuse di antisemitismo.
Mi limito a dire che chi come me ha potuto visitare Auschwitz non ha bisogno di essere chiuso in una stanza buia o di calpestare delle facce di metallo per percepire l’angoscia di ciò che è stato l’olocausto.
E aggiungo che chi invece ad Auschwitz non c’è stato, beh, è bene che ci vada invece di andare a perder tempo in un posto finto, pacchiano ed autocelebrativo (nell’accezione più squisitamente vittimista del termine) qual’è il Jüdisches Museum.
Ok, alla fine ho detto ciò che non volevo dire.
Pazienza.
Potrei anche spendere due righe riguardo l’architettura ultramoderna che riempie la capitale tedesca, edifici a volte molto belli (grazie alla Bri e alla sua guida architettonica credo di averli visti tutti. Tutti.), ma a mio avviso incapaci di coesistere e conferire un’identità alla città, favorendo ulteriormente le sensazioni di freddo e di distacco già rafforzate dal clima e dal fatto che quasi ovunque le strade siano deserte, dando l’impressione di essere in qualche remota parte della periferia anche se ci si trova a cento metri dalla Porta di Brandeburgo.
Insomma, ci sono un sacco di motivi per cui Berlino all’inizio mi è andata di traverso.
Le mie impressioni sono radicalmente cambiate dopo aver passato una notte intera a vagare per la città cercando senza risultato un locale dove andare a ballare la techno. Sono cambiate dopo aver fatto quaranta minuti di coda per entrare in un club gay da cui ci hanno escluso perchè etero. Sono cambiate dopo aver conosciuto in quella circostanza dei ragazzi simpaticissimi (uno dei quali è il genio che quando ho detto di essere di Milano mi ha risposto: “Ah, Plastìc!”), gente che ha provato a resistere alla discriminazione che stavamo subendo pur non essendone toccata in prima persona.
Le cose sono cambiate sulle metropolitane notturne, nelle stazioni in cui alle cinque di mattina ancora c’era chi di andare a dormire non aveva voglia.
Le cose sono cambiate quando ho provato a smettere di visitare Berlino ed ho tentato di viverla.
In quelle circostanze la città ha saputo conquistarmi.
Ho fatto delle foto durante questo viaggio. Non ne sono particolarmente soddisfatto perchè ho tentato di giocare un po’ con la mia macchina e a mio avviso lei ha avuto la meglio sulle mie velleità di fotografo.
Chi le ha viste dice che non sono poi così male.
Eccetto me, intendo.
Ah, dimenticavo, il memoriale dell’olocausto è la cosa più bella che ho visto in 5 giorni.

Ultime dalla mia vita

Possibile che con la bri alle prese con i koala e di conseguenza un bel po’ di tempo libero in più, io non riesca a trovare qualche minuto da dedicare al blog? Vorrei poter dire di no, eppure è proprio così. In questi giorni infatti mi sto ritrovando con tante cose da fare. Nessun dovere, sia chiaro, ma tanti piacevoli passatempi che nella lista delle mie priorità riescono sistematicamente a scavalcare la stesura di pagine per il mio diario.
Per fare un esempio, sto dedicando la mia seconda serata alla lettura. Per le mani ho “Ballando nudi nel campo della mente”, autobiografia visionaria del premio nobel per la chimica Kary Mullis. E’ un libro favoloso che consiglio caldamente. Avrei voluto trascrivere qui un’intero capitolo ieri sera, mentre lo leggevo, tuttavia è decisamente un’operazione troppo lunga e faticosa. Il capitolo è intitolato “Cosa è successo al metodo scientifico?” ed è a dir poco illuminante. Tutto il libro però è l’esempio della follia che spesso sta dietro la genialità, come della genialità che sta spesso dietro alla follia. Sono duecento pagine o poco più, quindi se io fossi nei panni di qualcuno che leggendo qui si chiedesse se dare o meno una chances a questo libro, beh, gliela darei.
Oltre a leggere, l’altra cosa che mi ha impegnato in questo periodo è elaborare un piano attuabile per diventare ricco.
Credo di esserci riuscito.
Ho progettato una maglietta. Una maglietta che credo molte persone vorrebbero avere. L’idea ce l’avevo lì da un po’, ma a sbloccare la questione è stato il buon Uazza, quando ha comunicato di aver trovato un posto dove stampano le magliette bene e senza eccessive controindicazioni.
Ora aspetto solo che me la realizzino e me la spediscano.
Poi si tratta solo di registrare il logo, darle un minimo di visibilità ed incassare i soldi.
Per l’estate prossima dovrebbe venire pronta un’intera linea di prodotti capaci di dettare legge trasversalmente dalla California a Gabicce Mare.
Credo mi serviranno uno o due soci per questa impresa.
Più che altro per dividere i guadagni che, altrimenti, sarebbero sconsiderati.
Un uomo solo non dovrebbe terere per se quanto potrebbe rendere ricchissime tre persone.
Attendo curricula.
Per il resto direi che la mia vita è stata abbastanza conforme al solito, indi non credo ci sia molto da raccontare.
Ieri, forse per la prima volta nella mia vita, mi sono vergognato di essere milanista.
Inizia la sesta serie di Scrubs.
Vado.
Ah, il trasferimento di post e commenti continua inesorabile e forse è quella, come da un bel po’, la vera ragione per cui non sto aggiornando.

Per punti

– In una settimana ho trasferito su wordpress tutti i post del 2005 e i relativi commenti. All’inizio è stato facile, ma poi mi sono scontrato con lo scoglio dell’aumento di visitatori e di commenti lasciati su queste pagine. Sono tanti, soprattutto per un blog come il mio che non è altro che una pagina personale. Questo mi riempie di orgoglio e di soddisfazione, anche se triplica i miei sforzi. Spero che il fenomeno continui così a lungo o che addirittura possa espandersi. Amo i commenti. Credo anche di aver arginato il problema dello spam su wordpress utilizzando un facile ed indolore plug-in.
– Spinto dalla diatriba mediatica degli ultimi tempi e dalle parole di Manowar, ho acquistato il libro “La Casta”. Ora spero di riuscire a leggerlo.
– Sono ufficialmente iniziati i lavori della mia casina.
– Ho visto il film dei Simpson e ho riso tutto il tempo. Chi me ne parlava come fosse nulla di che secondo me si sbaglia, ha delle chicche mostruose. E poi “Spider Pork, Spider Pork, il soffitto tu mi spork…” è un motivetto indelebile.
– Ho messo il piumoncino nel letto. Libidine.
– I ragazzi di Milano organizzano delle belle cose. Sabato sera in piazza Leonardo ci saranno state tremila persone perfettamente sconosciute unite solo dalla voglia di fare un po’ di casino assieme. Bellissima esperienza, alla faccia di chi dice che i giovani non sanno divertirsi.
– Avendo voglia di andare a ballare, Venerdì sera mi sono fatto mettere in lista al Plastic. Intanto sta sera alla festa di Marco (che ringrazio) ho fatto scorpacciata di dance anni ’90. Commozione.
– Martedì si laurea la Bri e Sabato, se il tempo tiene, si festeggia. L’idea è una maxi grigliata al Bosco in Città. Nessuno è invitato perchè l’imperativo è IMBUCARSI. Gli imbucati rendono belle le feste, mica gli invitati. Chiunque voglia prendere parte all’evento può quindi presentarsi in loco con cibo e bevande atte alla sua propria alimentazione, per una giornata di sole, birra e carne rossa. Per ovvie ragioni la festa è metereopatica, indi tutto dipende dal tempo che fa.
Portare delle griglie aiuta la buona riuscita del progetto.
– Temo di non sopportare l’idea che spostino il mio laboratorio a Quartoggiaro.
– Vado in bagno. Oggi ho decisamente esagerato col mangiare.

Man at work

Il lavoro per la creazione di un nuovo blog è inumano. Sto trasferendo a mano ogni singolo post, ogni commento ed ogni immagine allegata nel tentativo di avere un DB perfetto. Mi ci vuole circa un’ora ogni 10 post che aggiungo.
Certosino.
Quest’opera mi sta privando quindi di tutto il mio tempo libero ed è anche per questo che da diversi giorni non aggiornavo il mio amato diario on-line.
Ora però è bene rimediare e tornare a scrivere qualche riga.
Finendo il discorso sul nuovo blog, direi che le premesse perchè il lavoro possa venire bene ci sono tutte. WordPress permette aggiornamenti molto più veloci riespetto a blogger ed è teoricamente completamente personalizzabile. Qualunque elemento del blog è in php puro e semplice e quindi può essere sapientemente modificato. Ovviamente se si è in grado di comprendere e manipolare il php.
Io non ne sono in grado, tuttavia non mi demoralizzo e voglio crederci. Oltretutto prima che io possa occuparmi dello stile, è necessario che finisca con il trasferimento dei vecchi post e questa è un’impresa tutt’altro che prossima alla conclusione.
Tra le cose sicuramente positive che questo lavoro dovrebbe portare con se c’è l’integrazione delle etichette (o tags, per gli anglofoni) che sto aggiungendo a tutti i post visto che wordpress non crea problemi di rallentamento come invece ne dava blogger. Evidentemente blogger non è proprio fatto per chi ha un dominio personale e vuole utilizzare quindi una pubblicazione ftp. Peccato, perchè altrimenti non avrei mai cambiato.
Blogger è stato sicuramente il mio primo amore in ambito.
La seconda cosa che WP dovrebbe consentirmi di fare è l’affiancare al blog una sorta di fotolog, ma visto lo stato embrionale dell’operazione diario, aprire addirittura a quella dell’album fotografico risulta essere più che prematuro.
Terza ed ultima cosa che andrò a guadagnare dalla nuova versione, sarà la gestione delle utenze. Chi vorrà potrà registrarsi al mio blog ed avere quindi l’esclusività del proprio nome o nomignolo. Questa cosa, che inizialmente ritenevo priva di importanza, inizia a stuzzicarmi anche in virtù di quanto Bazzu mi ha detto a riguardo: gi utenti sono la fonte principale di soddisfazione per chiunque abbia un sito internet.
L’obbiettivo è finire il tutto prima possibile, anche se la data di rilascio è già fissata ed ancora abbastanza lontana.
Ce la farò?
Oltretutto quelli inerenti il mio diario multimediale non sono certo gli unici lavori che sto portando avanti in questi giorni. Sebbene non in prima persona infatti, sono alle prese con un’altra grande opera di rinnovamento: quella della mia futura casa.
Oggi il grande meccanismo dei lavori avrebbe dovuto avviarsi, invece qualcosa ha fatto sì che il tutto venisse rinviato.
Non ho ancora ben chiaro quali siano state le cause, ma intendo accertarmene domani.
Sta sera io e la Bri abbiamo fatto un sopralluogo e non nego di amare quel piccolo appartamento alla follia.
Il countdown è iniziato.
Chiudo con una nota di colore (rosso): il piacere provato oggi nell’istante in cui ho scaricato una settimana di tensioni è stato enorme, indescrivibile.
Attimi di pura felicità.
Attimi che ti fanno sentire vivo.
Attimi che però spero di non riprovare mai più.

Attenzione: post a sfondo politico

Nel giorno in cui blogger celebra il suo compleanno, ho installato wordpress sul mio host. L’idea di costruirmi un blog in php tutto da solo si è infatti rivelata inattuabile, indi ho optato per il tentativo di forgiarne uno utilizzando qualcosa di già esistente, ma che comunque mi permetta di avere un mio DB in cui racchiudere tutti i post. Il fatto che questo sia avvenuto nel giorno in cui blogger, che tanto mi ha dato in questi anni, compie gli anni è del tutto casuale e, come tutte le coincidenze, non manca di affascinarmi.
Non è però di questo che voglio scrivere.
Da diversi giorni medito di stendere qualche riga riguardo il paese in cui vivo. Domenica sera avevo anche scritto un interminabile post, ma poi ho deciso di eliminarlo perchè giunto in fondo risultavo in disaccordo con me stesso. Problema annoso, quello di essere del mio stesso parere.
Una parte di quello che avevo scritto però la condivido ed è da lì che voglio ripartire oggi.
Il mio paese mi fa abbastanza schifo.
E’ oggettivamente vero che sarei potuto nascere in tanti altri posti in cui le mie condizioni sarebbero potute essere molto peggiori ed è matematicamente corretto pensare che la probabilità che questo potesse avvenire era immensamente più alta che non quella di nascere in un posto migliore. In fin dei conti la mia famiglia non se l’è mai cavata male: entrambi i miei genitori lavoravano, i miei nonni non sono mai stati un peso, abbiamo una casa nostra e ,addirittura, un monolocale mio, io ho potuto studiare e scegliere di peggiorare la mia condizione economica e sociale senza che mi venisse imposto dall’alto, insomma tutto questo per l’80% (sparo, ma non credo di andarci molto lontano) della popolazione mondiale sarebbe un gran lusso ed io non manco di riconoscerlo.
Sono però stufo di autocensurare il disprezzo che covo nei confronti della mia nazione solo in virtù del fatto che sarebbe potuta andarmi peggio.
Oggi, quindi, mi lamento.
Ci sono tantissime cose che potrei dire riguardo a quanto poco il bel paese tenga fede al suo soprannome, ma tutte in fin dei conti riportano allo scenario politico e quindi credo di poter riassumere pagine e pagine di lamentele semplicemente andando al nucleo della questione.
Questo week-end, tra l’altro, mi è stato anche fornito un bel pretesto per tirare fuori l’argomento e, non fosse per l’outing iniziale, questo post potrebbe benissimo passare per una reazione a quanto accaduto: il V-day.
Ho smesso di stimare Grillo anni fa, quando sputava sulle televisioni e prendeva soldi da Striscia la Notizia. Oltre a questa incongruenza di fondo da cui è scaturito il mio disappunto e su cui ammetto di non essermi mai voluto informare realmente, ho deciso di dare al “comico” genovese più credito dopo un discorso tenuto con Lale, Ivan e Theo al ritorno dall’avventura in rafting. Il loro punto di vista sul personaggio non era quello di chi idolatra, ma anzi più simile ad un pensiero del tipo: “capisco che ciò che fa lo fa per i suoi interessi, ma almeno ogni tanto fa qualcosa di buono e quando questo accade, viste le condizioni in cui versiamo, c’è da essere contenti”.
Effettiavamente il discorso ha una sua logica.
Tuttavia io sono un inguaribile romantico e mi piacerebbe che chi dice di muoversi nell’interesse della comunità lo faccesse realmente con quell’obbiettivo e non è certo questo il caso. Oltretutto non riesco mai ad apprezzare chi si schiera dietro a facili populismi nel tentativo di raccogliere consenso. Io, Manq, posso dire cose ovvie e scontate “sicuro” di raccogliere consensi perchè sono privo di potere mediatico o risalto sociale. Per questo posso affermare: “i politici italiani danno il voltastomaco” senza dovermi preoccupare troppo. Se invece volessi pormi alle masse e raccogliere fiducia come una sorta di leader, a quella frase dovrei far seguire un progetto in grado di cambiare le cose. Solo così a mio avviso meriterei di essere ascoltato. Grillo questo non l’ha mai fatto e perfino in quest’ultima trovata, che potrebbe indurre a pensare il contrario, mancano idee reali e concrete. Quello che penso del V-Day infatti è quanto ha scritto in merito Daniele Luttazzi sul suo blog, con una sola aggiunta: non aderirei a priori ad una manifestazione che si chiama “vaffanculo-day” perchè, sebbene non sia contrario all’utilizzo delle volgarità, a mio parere un nome del genere priva immediatamente di credibilità qualunque progetto.
Ciò che nonostante tutto colpisce di questa faccenda è l’esigenza della gente di dare retta a qualcuno che non sia parte della classe politica di oggi. Questo secondo me è un segnale da non sottovalutare.
Analiziamo la situazione. Io ho ventisei anni e credo di potermi definire “di sinistra” nella concezione più tradizionale del termine. Non vivo nell’anacronismo che caratterizza i “comunisti” del nostro paese, ma non sono nemmeno moderato al punto di poter avere qualcosa da spartire con Rutelli (o Mastella, o Follini, o… oh mio Dio!). Sono idealista e per quanto so che quello che ritengo giusto sia inattuabile, non smetto di crederci, perchè a renderlo utopico è la società in cui vivo ed in cuor mio penso ancora che la società si possa cambiare. Sono laico e convinto che anche lo Stato debba esserlo, senza tuttavia sentire la necessità di fare guerra a chi è religioso se non attacca lui per primo (d’altra parte “porgi l’altra guancia” è il loro motto, non il mio). Amo la libertà conscio del male che questa, se parziale, possa fare all’uomo che capisce di non averne pieno accesso.
Non penso che in Italia siano molti a pensarla come me, eppure credo che qualcuno ci sia. Per tanti o pochi che siamo il quesito è semplice: chi ci rappresenta?
Già faticavo ad individuare nel panorama politico del mio paese una realtà in cui potermi identificare alle ultime elezioni, ma sono sempre andato convinto che almeno far perdere Berlusconi potesse essere un’ottima ragione per votare dall’altra parte. Con la nascita del Partito Democratico però, l’altra parte diventa insostenibile. Un conto è votare DS conscio che dovranno governare alleandosi con entità di dubbio gusto quali Margherita, Udeur e sti cazzi. Un conto è votare per un conglomerato di cui Udeur, Margherita e sti cazzi fanno parte integrante. Sarebbe come votare per loro.
E’ votare per loro.
Io per loro non voterò mai.
E allora cosa faccio? Credo nell’andare a votare e non sarò mai quello che diserta dall’esercitare il suo diritto/dovere. Non accetto nemmeno l’idea che il mio voto venga dato a qualcuno “d’ufficio” e quindi non potrei mai votare scheda bianca.
Attualmente credo annullerei la scheda, ma spero di non dover prendere questa decisione.
Spero che qualcuno prenda coscienza del fatto che la gente è stufa di non contare nulla e si getti al seguito del demagogo di turno, capace di raccogliere le forze in piazza, instaurare una sana e duratura dittatura ed imporsi sulle genti.
Ci vorrebbe uno come il Duce, magari con amici migliori.
Quantomeno potei lamentarmene dalla mattina alla sera conscio di non averlo mandato io al potere e quindi senza sentirmi responsabile.
Forse no, non potrei lamentarmene dalla mattina alla sera senza subire spiacevoli conseguenze.
Effettivamente serve qualcuno diverso dal Duce.
E diverso da Grillo.
E diverso da Bossi, da Veltroni o dal Silvio.
Serve uno diverso da tutti.
Forse è meglio che inizi a cercare un modo creativo per annullare la scheda.

Wasabi

Vorrei scrivere un post sui cambiamenti ed il primo che mi preme segnalare riguarda il livello qualitativo della televisione. Lungi da me gridare al miracolo, tuttavia in seconda serata ieri sera su rai due c’era “Traning Day”, mentre sta sera c’è “Fuori in 60 secondi”. Due film discreti, due giorni consecutivi, stesso canale, stessa fascia oraria. Caso? Non lo so, sta di fatto che di solito non si gode di tanta grazia. Ora il quesito è: cosa c’è in programma per domani in seconda serata su rai due? Io non voglio controllare, amo le sorprese, ma siccome tre indizi fanno una prova potrei pensare che qualcosa si stia muovendo.
I cambiamenti di cui volevo parlare sono altri però.
Mi sono iscritto al concorso di dottorato.
Questo si traduce in 50 euri già versati, ma soprattutto nell’ottica di stare in laboratorio per altri tre anni, con più lavoro e meno soldi.
Non volendo stare ora a spiegare le motivazioni della mia scelta, mi limiterò ad analizzare le conseguenze.
Innanzi tutto, sto meditando di smettere di andare al lavoro in macchina per iniziare ad utilizzare i mezzi. Questo vorrebbe dire uscire di casa un’ora prima e rientrare un’ora dopo, risparmiando un discreto gruzzolo in benzina.
Riflettendo su cosa sia peggio tra uscire prima e tornare dopo, credo abbia ragione mio cugino Valerio: il peggio è tornare dopo quando si è anche andati via prima.
Intanto il mio appartamento si prepara alla rivoluzione. Domenica ho smantellato i mobili che c’erano al suo interno, rifiuti che provvederò a recapitare alla discarica grazie all’aiuto di Bazzu e di Aiace questo Sabato. Al loro posto dovrebbero arrivarmi nuovi e fiammanti oggetti d’arredo. Alcuni sono già pronti da ritirare, per altri attendo trepidante notizie entro domani.
Cambiamenti e ancora cambiamenti.
L’articolo ricavato dal mio lavoro è stato respinto da NAR. La motivazione è che quanto da noi proposto non rientra nelle loro linee editoriali. Questo è un male, perchè non ci pubblicheranno, ma un bene perchè il rifiuto non è dovuto al fatto che il lavoro non sia valido, ma solo che non sia adatto alla loro rivista.
Da quando ho aperto questo blog ogni volta che ho scritto riguardo il mio lavoro, sono sorti problemi. Sto iniziando a diventare scaramantico.
Introdurre etichette nei post del blog non è stato un buon cambiamento. Da quando l’ho fatto pubblicare richiede troppo tempo. Da questo momento non ci saranno più etichette e la decisione avrà presto effetti retroattivi. Le lascerò solo nelle Google Hit List, così da poterle visualizzare tutte insieme.
Dopo la cena giapponese ho il palato soddisfatto.
Merito del wasabi.

Le grandi manovre

E poi mi dicono che sono pigro.
Oggi sono stato attivissimo su diversi fronti, gettando basi per la costruzione di cose a cui tengo molto.
Innanzi tutto ho messo qualche altro tassello al mosaico della mia non più così futura dimora, acquistando un materasso Permafelx con annessa rete e coppia di guanciali gentilmente offerti dal rivenditore. Dopo adeguati test tattili ed ergonomici ho selezionato il modello Gold del catalogo, la cui imbottitura credo sia in leghe di metallo e cemento. Amo i materassi duri. Le dimensioni del mio nuovissimo talamo sono di 165×200 cm, ovvero 3,3 m2 di spazio atto a rotolarsi tra le lenzuola.
Mai più letto caldo e bestemmie a profusione, basterà semplicemente scivolare sull’altra sponda cambiando eventualmente anche il cuscino. Definitivo. Poco importa se nella mia futura camera da letto non ci sarà spazio nemmeno per la polvere: il letto sarà enorme e io sono già ansioso di collaudarlo.
Oggi ho anche effettuato una prima analisi della questione cucina. Dopo un sopralluogo nell’appartamento ho constatato con mia immensa gioia che le piastrelle del pavimento non sono poi così orribili e quindi la possibilità che restino a far parte della dimora è schizzata alle stelle. Detto questo ho iniziato a guardarmi in giro, trovando delle buone offerte per i modelli Allegra della MOBILTURI. Dando un’occhiata al sito e ai cataloghi mi sono letteralmente innamorato delle cucine gialle.
Ho deciso di prendermi una settimana per meditare, contemplare e valutare e poi eventualmente partirò con l’ordine.
Il secondo ambito in cui mi sono cimentato oggi è il php. Per tutto il pomeriggio sono stato da Bazzu che si è gentilmente offerto di darmi un’infarinatura di programmazione. Lui si è appena fatto un nuovo sito (lo aggiungerò ai link a fine mese) ed il risultato oltre a piacermi molto mi ha messo nell’ottica di provare a creare qualcosa di simile anche per me. Se ce la farò o meno è tutto da vedere e come al solito non scommetterei molto su di me.
C’è da dire però che per ciò che concerne il mio blog se in passato l’avessi fatto avrei probabilmente vinto molti soldi.
Dialogando con Bazzu sono venuto a conoscenza di una triste verità che mi era oscura: gli RRS. Grazie a questi simpatici codici sembra infatti che chiunque possa ricevere direttamente nella sua casella di posta le cose che pubblico su questo blog, senza nemmeno dover passare di qui. Capisco la comodità per i lettori, tuttavia essendomi ammazzato per dare al blog l’aspetto che volevo avesse mi girano non poco le scatole nel sapere che i miei lettori di qui nemmeno ci passano.
Per questo ho deciso che da Agosto la funzione del feed verrà notevolmente ridotta, inviando agli iscritti unicamente un accenno di quello che è il post, che potrà essere letto in forma completa solo on-line.
Se qualcuno se ne avrà a male mi dispiace, ma credo che fare un salto sulla mia pagina non sia così faticoso da essere addirittura di fastidio.
Resta quindi solo da analizzare il terzo ed ultimo dei miei impegni giornalieri.
Devo capire come mettermi una toga per andare alla festa del Magnolia.
Non sarà facile e non ho molto tempo.
Vediamo cosa ne esce.
Al momento invece di una corona d’alloro credo ne avrò una di salvia.

Notte fonda

Volevo scrivere un bel post prima di partire.
Lo giuro.
Eppure adesso che mi trovo di fronte al monitor costretto ad interloquire con le mie idee, sento queste mie intenzioni pretenziose sfuggire da me come scarafaggi alla luce. La causa di tutto questo credo stia nell’aver impiegato una buona mezz’ora ad aggiornare il template del blog. Nuovi link da aggiungere, vecchi ed inutilizzaati collegamenti da rimuovere, nuovo disco del mese da scegliere e presentare. Da quando “hosto” il blog su un server esterno a blogger.com le operazioni di restyling si sono tramutate in massacranti epopee e questo, in accoppiata alla mia perenne disattenzione, mi causa enormi problemi.
Prendiamo il caso odierno: avevo scelto come disco del mese “False Cathedrals” degli Elliott, fresco di acquisto e già consunto dalla vagonata di ascolti. Gli Elliott tuttavia pare non abbiano un sito internet di alcun tipo e siccome non amo fare le cose in maniera approssimativa, ho deciso di esautorarli e rimpiazzarli con i Dillinger Escape Plan. Quale passaggio logico mi abbia portato a sostituire un gruppo come gli Elliott con quella macchina assassina che sono i DEP non mi è tutt’ora chiaro, ma forse è meglio così.
Buttati quaranta minuti per questa faccenda sono passato all’aggiornamento dei link. Sono molto lieto di presentare a tutti il blog della mascotte ufficiale del laboratorio in cui lavoro: Capitan Falcon. Io non sto bene di testa, questo è assodato, tuttavia mi consola sapere che anche le persone con cui lavoro non siano proprio ciò che si suol dire normali. Oggi Paola ha deciso di creare questa mascotte che, sulla falsa riga del nano di Amelie, dovrà essere portata da ciascuno di noi in giro per il mondo. L’idea è molto carina, niente da dire, ed anche il pupazzo in se è riuscito bene, però a 26 anni suonati giocare a costruire amici immaginari non penso sia ascrivibile alla sfera delle così dette normalità.
Sistemate tutte queste cose ho dato il via all’aggiornamento del template.
Esattamente 40 millisecondi dopo aver premuto il pulsante “Ripubblica l’intero blog” mi sono reso conto di aver dimenticato di aggiungere il neonato blog di Aledoni alla mia lista di consigli.
Bestemmie come a piovere non hanno posto rimedio alla situazione, come ovvio che fosse.
Per questo motivo mi ritrovo ancora qui alle 3.11 di notte, a 49 minuti esatti dal suono della sveglia che mi ricorderà l’imminente partenza per il Regno Unito.
Mi si chiudono gli occhi.
Non ho tempo per dormire seriamente.
Devo pubblicare le googolate di Giugno.