Qual’è il colmo per un ministro alle pari opportunità?
“Cosa farebbe se lei dovesse avere un figlio omosessuale?”
“Gli direi di vivere la sua condizione in sobrietà e di non rivendicare diritti.”
Risata.
Non è una barzelletta.
Gelo.
Il Ministro alle Pari Opportunità chiede ad una minoranza che di opportunità non ne ha di “non rivendicare diritti”. Questo già farebbe molto ridere. Il fatto che poi il Ministro in questione sia Mara Carfagna e che nella stessa frase parli di sobrietà è addirittura da spanciarsi.
Io, se non fossi italiano, probabilmente avrei le lacrime agli occhi per le risate.
Purtoppo però vivo qui e sta cosa mi lascia a dir poco sgomento.
Già in settimana avevo avuto modo di scontrarmi con la cultura oppressiva e omofoba del mio amato Paese (con la maiuscola, mica che Manowar passi di qui e mi si incazzi) scrivendo una lettera abbastanza dura alla redazione del Corriere della Sera Milano riguardo un articolo uscito Mercoledì scorso.
Manco a dirlo, nessuno mi ha risposto.
Non ci contavo, mi premeva unicamente non lasciar correre la cosa senza manifestare dissenso, tuttavia è bene rendere noto che al dissenso civile nessuno ha dato ascolto nè risposta.
E si parla del Corriere, non del Giornale.
Con il Giornale non mi sarei mai sognato di dissentire, quella testata è fatta apposta per scrivere certe cose.
Dal Corriere però certe affermazioni non le accetto.
Anyway il discorso principale riguarda il caos scoppiato ancora una volta nei confronti del gay pride.
Anzi no, riguarda l’idiozia del nostro Ministro alle pari opportunità che sempre in merito al suo rifiuto a patrocinare la manifestazione ha partorito altre perle come: “non c’è discriminazione nei confronti dei gay” o ancora: “Roma è la capitale della cristianità, quindi il gay pride è oltremodo provocatorio.”.
Lasciando stare la seconda affermazione, che è addirittura incommentabile, mi soffermerei sulla prima.
Non c’è discriminazione nei confronti degli omosessuali.
Mi pare ovvio.
Ma se loro non sono discriminati, chi lo è?
Le donne?
Ok, diamo per buona che lo siano le donne (e se ne potrebbe parlare anche di sta cosa…). Sicuramente la donna media, quella che non può restare incinta perchè se no perde il lavoro e che per fare carriera deve farsi due volte il culo che si farebbe un collega uomo (realtà queste purtoppo ancora drammaticamente reali) sarà felice di essere rappresentata e tutelata da una che nella sua vita per andare avanti non ha dovuto che mostrare le tette.
Io, fossi donna, ne sarei onorata.
Esattamente come, da cristiano, ringrazierei il signore tutte le mattine per questo nuovo baluardo della fede che ha mandato tra noi a fare le sue veci.
C’è da restare senza parole.