Last, I get lost too
Per tutti e sei gli anni in cui Lost è stato trasmesso io ero uno di quelli che andava fiero dell’esserne completamente disinteressato.
Avevo in realtà provato un approccio quando la serie era già giunta al terzo capitolo, downlodando l’intera prima stagione. Ne avevo guardato un episodio e mezzo e avevo deciso di smettere. Il motivo? A metà del secondo mi ero clamorosamente addormentato. Da quel momento avevo bollato la serie come qualcosa di decisamente non adatto al sottoscritto e così è stato fino a un mese fa.
Poi c’è stata la svolta.
In meno di quaranta giorni io e la Polly ci siamo visti tutte e sei le stagioni, episodio per episodio, dormendo sempre meno e dando sfogo a congetture e ipotesi sempre più assurde. Tutto normale, sensazioni ed umori che chi è finito sull’isola prima di noi ritardatari conosce molto bene.
Oggi, ormai qualche ora fa, Lost è tuttavia giunto al termine anche per noi ed è quindi arrivato il tempo di parlarne in maniera adeguata (anche) su questo sito. Vederlo tutto d’un fiato ci ha probabilmente privato di una delle parti fondamentali del suo successo, ovvero la discussione. Quel meccansimo per cui dopo un episodio parli con gli amici, leggi in internet e, in sostanza, diventi pazzo nel tentativo di capire cosa ci sarà nell’episodio seguente o nella serie successiva. Ecco noi tutto questo non l’abbiamo vissuto perchè, essenzialmente, dopo ogni puntata l’unica cosa che ci interessava fare era guardare la seguente, in un meccanismo che se non può essere definito come dipendenza, beh, poco ci si allontana. Col senno del poi forse questo non è stato proprio un male perchè, visto come il tutto si è concluso e le tonnellate di interrogativi che mi sono rimasti, non essermi scervellato per anni al fine di tirarne fuori altri è certamente qualcosa che credo sia bene apprezzare.
Come detto però, la conclusione è arrivata ed è quindi ora di tirare le somme. Lost, a mio avviso, racchiude il meglio ed il peggio della televisione. Potenzialmente rivoluzionario, appassionante, curato e coinvolgente, ma allo stesso tempo inconcludente, pretenzioso, negletto e banale, Lost è stato uno show capace di sconvolgere il modo di fare fiction, ma che a mio avviso ha finito col dover pagare dazio ai meccanismi televisivi canonici, piegandosi alla loro volontà. Con le avventure dell’isola gli autori hanno portato in casa di milioni di persone la filosofia, la letteratura, la fisica e la fantascienza aprendo per molte di queste nuovi mondi e nuovi interessi ed è in questo che la serie secondo me ha iniziato una potenziale rivoluzione, alzando il livello “culturale” ed aprendo lo scenario a concetti non così frequenti nel prime time televisivo. Di contro però, con la conclusione della serie hanno deciso di mettere da parte molto di quel che avevano costruito, per far convergere il tutto nell’ottica dell’emozione, ovvero esautorando i misteri dell’isola dal ruolo di star e conferendo lo scettro ad amore e morte dei personaggi, le due cose che, in definitiva, portano al coinvolgimento emotivo del telespettatore.
E’ lì che sta il fallimento, secondo me. Chi ha seguito Lost si aspettava delle risposte perchè gli autori hanno creato la serie facendo in modo che fosse così. Hanno fornito delle aspettative. Lost non è un film di Lynch, per intenderci. Il messaggio che avrebbe potuto/dovuto passare era che alzando il livello culturale di una serie, portando elementi non consueti in casa della gente, si potesse creare una trama più complessa e ciò nonostante farla risultare fruibile a tutti. Quel che è passato invece è che quando ci sono di mezzo fantascienza, fisica, matematica, filosofia e letteratura alla fine non ci si capisce un cazzo. Questo è un peccato perchè, magari sbaglio, ma un domani il pubblico di fronte alle stesse tematiche potrebbe storcere il naso e dire: “No grazie, poi va a finire che non mi spiegano niente e ci rimango di merda come con Lost. Ridatemi Grey’s Anatomy che almeno lì i personaggi limonano duro e non c’è nulla da capire!”. Questo è quel che intendo quando dico che alla fine Lost si è piegato ai canoni della televisione. Jack e Kate che si dicono “Ti amo”, Sawyer che ritrova Juliet, Charlie che ritrova Claire, Jin e Sun che muoiono insieme baciandosi son cose che coinvolgono e commuovono, me per primo, ma che non sono certo gli elementi per cui la gente (o se vogliamo io) ha iniziato ed ha soprattutto continuato a guardare Lost.
Intendiamoci, io non critico le scelte che hanno adottato per spiegare il poco che hanno spiegato perchè non è lì la questione. Se pensi una trama e la sveli alla fine, il risultato piò convicere o meno, ma almeno la spiegazione c’è stata e quindi va bene così (accetto anche il maxi lavandino finale, per intenderci). Che critico è quando invece si fa finta di nulla e si lasciano cadere le domande nel vuoto. In quel caso infatti non si parla più di gusti, ma di tradimento della fiducia che il telespettatore ha riposto nella serie.
Ok, il grosso della critica l’ho quindi snocciolato. Passiamo alle cose buone.
Di Lost ho amato la cura nella creazione dei personaggi, probabilmente unica nel genere, la fotografia, la regia, le musiche sempre di altissimo livello ed in alcuni momenti direi spettacolari. E poi gli elementi che dicevo prima, che anche se non sono stati portati avanti come speravo fino alla fine, per gran parte delle serie mi hanno coinvolto ed appassionato come mai mi era capitato prima. E poi, come dicevo, non sono certo rimasto insensibile alla parte emotiva del tutto, specie in alcuni casi. Questo in termini generali, entrando invece nel dettaglio direi che potrei andare per punti e parlare dei Lost moments che ho amato di più:
– Ogni scena in cui presenziava Sawyer. Indiscusso eroe della serie, personaggio superiore da ogni punto di vista. L’ho amato dal primo momento, anche nei picchi in cui era eccessivamente stronzo. La scomparsa dell’addominale con l’andare delle puntate è la cigliegina sulla torta, ma a lui lego realmente i momenti più belli della serie. Tra gli altri personaggi, la mia stima va a Miles, Lapidus, Charlie, Desmond e Jin.
– Ogni scena in cui Ben prendeva schiaffi. Mai provata cotanta indisponenza nei confronti di un personaggio centrale ad una serie. Altri losties mi hanno irritato parecchio, tipo Mikail, Juliet nella fase pre Sawyer, Shannon, ma nessuno mai ha solo sfiorato il livello di fastidio causatomi da Benjamin Linus.
– La greatest hits di Charlie. Forse il mio episodio preferito di tutte le serie.
– I flashback. La vera droga, ciò che rende le prime serie superiori alle ultime. Scoprire pian piano la storia dei personaggi è stata la cosa che più mi ha dato dipendenza.
E adesso ecco le (prime) 10 domande che mi sono rimaste dopo l’aver assistito alla serie completa.
1 – Perchè, quando gli Oceanic 6 decidono di tornare sull’isola, Sun è l’unica tra loro a non finire nel 1977?
2 – Perchè Libby era al Santa Rosa Institute? Prima del volo 815 intendo.
3 – Perchè sull’isola le donne incinte muoiono?
4 – Perchè gli altri si mascherano da primitivi?
5 – Chi ha paracadutato i viveri della Dharma ai superstiti sull’isola? Se è stata la Dharma stessa, perchè l’ha fatto se i suoi scenziati sono tutti morti nei tardi anni settanta?
6 – Se era il fumo nero a prendere le sembianze delle varie visioni avute dai losties sull’isola, chi era a prendere le sembianze del Jacob giovane dopo la morte di Jacob stesso?
7 – Ma i tatuaggi di Jack? Passi per quello “spiegato” nell’episodio tailandese (che poi, vabbè…), ma gli altri? Senza senso?
8 – La bomba chiaramente non è esplosa, quindi il flash alla fine della quinta serie è dato da un altro salto temporale. Dovuto a cosa, visto che la ruota era stata sbloccata?
9 – Se gli studi della Dharma avevano un reale senso, perchè presupponevano anche stazioni inutili come la Perla?
10 – Ma Walt, il suo dono e il fatto che gli altri fossero interessati a lui che ruolo avevano nella vicenda?
Queste sono le prime dieci domande che mi sono venute. Probabilmente ne avrei anche altre, ma al momento mi limito a queste. Escludo di proposito il finale dalle domande, perchè per quello sarebbe una soltanto: What the fuck?
Tirando le conclusioni quindi, direi che la Lost Experience vale la pena di essere vissuta e, anche alla luce dei difetti elencati, la rifarei senza dubbio.
Chiudo con questo video perchè direi che il messaggio che ne scaturisce è senza dubbio vero: nel bene e nel male, “We’ll never be lost again”.