Diario dall’isolamento 2: day 34
Sono usciti i dati relativi alla sperimentazione del vaccino Pfizer. 100 pagine di report che non mi leggo neanche pagato.
Su Lancet invece sono usciti i dati relativi al vaccino Oxford-AstraZeneca.
Insomma, se proprio eravate ansiosi di poter leggere da qualche parte i dati in prima persona in modo da non dovervi fidare di big pharma, FDA, MHRA ed EMA (per menzionare solo le agenzie che ci stanno più vicine), adesso avete un bel po’ di materiale da studiare.
Enjoy.
Alcune cose interessanti da dire e che non sto leggendo in giro però ci sarebbero, sempre che non siate rapiti delle due reazioni allergiche che oggi Repubblica ha sbattuto in prima pagina (per poi scrivere nel pezzo “nulla di grave eh”) o della paura degli italiani verso un acronimo che con ogni probabilità non sanno nemmeno cosa significhi.
La prima cosa è che il grosso della polemica sull’eventuale obbligatorietà del vaccino è come sempre legata ai bambini che nessuno deve toccare, ma con ogni probabilità i bambini non avranno accesso ai primi round vaccinali perchè la sperimentazione è stata fatta solo su adulti e non ci sono dati pediatrici, quindi il vaccino non avrà autorizzazione pediatrica, almeno all’inizio. Chi, parlando del vaccino, tira in mezzo i bambini sta dicendo cazzate, 9/10.
La seconda cosa è che si spinge parecchio sull’assenza di dati di safety sul lungo termine, che è invece una preoccupazione reale essendo il lungo termine impossibile da valutare nel breve (no shit!!). Questa mancanza allarma e certamente capisco il motivo, ma andrebbe nuovamente messa in prospettiva l’esigenza circostanziale: al momento è fondamentale vaccinare persone anziane o con gravi patologie pregresse, quindi persone per cui magari il rischio può essere comunque accettabile. Discorso diverso per il personale sanitario e scolastico, ma a quanto leggo in giro c’è fiducia sulla safety anche a lugno raggio, per quanto non dimostrata. Io non sono nessuno per esprimermi in merito. Mi farei il vaccino domani? Probabilmente sì. Sarebbe una scelta consapevole? Probabilmente no.
Il punto cruciale è che finalmente le cose paiono muoversi nella direzione giusta e in tempi che un mese fa mai avrei creduto possibili.
È presto per esultare, ma se dovessi usare una metafora calcistica, ha appena segnato Tomasson.