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Manq

Material Boy

Oggi sono andato a fare Shopping.
Devo ammettere che questa è una pratica che mi da discrete soddisfazioni, sebbene io non sia certo il tipo che dedica troppo tempo all’acquisto dei vestiti. Tuttavia quando devo farlo, ai cambi di stagione solitamente, mi piace farlo come si deve. Con l’aiuto di Ambra siamo partiti destinazione Morgan Air, sede di Eupilio in provincia di Lecco. Era un sacco di tempo che non andavo in quel posto, anche perchè solitamente lì compravo la roba da snowboard ed essendo un paio di annetti che di neve ne vedo veramente poca, occasioni per visitarlo non ce ne sono state. Bri però doveva comprare una giacca e quindi ho pensato potesse essere il posto giusto. Non mi sbagliavo. Ora è diventato un negozio realmente bello, dove poter comprare qualsiasi cosa inerente l’abbigliamento. Vagandoci all’interno mi sono ben presto ritrovato per le mani un jeans della Element, un maglione della Volcom ed un cappellino dell’Atticus, tutto rigorosamente in saldo invernale al 50%. Dei tre capi non so quale sia più poser e questo mi da discreta soddisfazione. Ambra ha trovato la giacca che cercava, molto bella, e grazie ai sopracitati saldi l’ha pagata decisamente poco. Abbastanza da potersi permettere di impiegare quanto risparmiato in una felpa. Siamo usciti da li entrambi molto soddisfatti degli acquisti. Io, dalla mia, posso anche aggiungere di aver passato con lei un fantastico Sabato. Ormai mi rendo sempre più conto di starci bene qualunque attività si scelga di intraprendere.
Dopo lo shopping sfrenato abbiamo deciso di concludere il pomeriggio a Lecco, presso il Mojito Cafè, dove suonava il duo “Trappola per Tope“*, la band di Fili. Più di tre ore tra stuzzichini e melodie che trasudavano ammore, all’insegna di un duo chitarra/sax in preda ai peggiori deliri da alcol. Fili è indubbiamente un rocker.
Corna alzate per lui.
La trappola per tope
* La Trappola per Tope, band che ama definirsi semplicemente “etero”. Gran live set il loro…

Me Vs. TAQ Polymerase

Vittoria!
Oggi, dopo 4 interi giorni di lavoro, è finalmente venuta la mia prima PCR! E’ stata una bella sensazione perchè oltre all’evidenza dell’esperimento riuscito si potevano notare su gel anche i segni della mia precisione e della mia accuratezza. Lavoro pulito insomma. Resta da risolvere un piccolo problema di aspecificità con uno degli oligo, nonostante il DMSO, ma non è un problema dovuto al mio lavoro e questo è positivo. Avrei voluto postare una foto del gel di controllo, ma era troppo complesso riuscire ad avere una copia del file quindi ho lasciato perdere.
Oggi il mio capo non c’era quindi posso prepararmi una frase d’effetto per presentarle i risultati domattina. Pensavo ad una roba tipo: “Guardi il controllo negativo. Un bianco così bianco, non l’avrebbe ottenuto nemmeno con Dash!”.
Devo ancora migliorarmi sulle battute da laboratorio.
Mentre scrivo mi sovviene una riflessione: possibile che io non abbia altro di cui parlare eccetto il mio lavoro? E’ indiscutibile che questo occupi gran parte della mia giornata, ma ci sarà pure qualcos’altro di cui valga la pena scrivere.
Ci provo.
Ultimamente non mi è capitato nulla di realmente interessante e la scelta più emozionante cui ho dovuto sottopormi riguardava il calendario che avrei acquistato per quest’anno (Per la cronaca, ho preso la Palmas. Notevole.). Tuttavia ieri sera sono uscito a bere una cosa con alcuni ragazzi conosciuti su un forum di GdR e uno di loro mi ha messo in contatto telefonicamente con un altro utente che vive a Roma. Questo tipo mi è sempre stato simpatico per quel che traspare dalle pagine del forum, ma ieri in 10 minuti di telefono ha guadagnato un’ulteriore montonata di punti. Tra le altre cose fa uno dei lavori più fighi del mondo: corregge le bozze per una casa editrice. Forse si riesce ad organizzare qualcosa per una delle volte in cui verrà a Milano (la sua ragazza vive e lavora qui). Speriamo.
Per il resto la serata è stata piacevole, non fosse per l’enorme quantità di metal che ho dovuto sorbirmi all’Elf’s Inn di Sesto S. Giovanni (Sì, i GdRisti si devono far riconoscere anche nella scelta dei locali.).
I metalli pesanti sono nocivi per l’organismo, soprattutto al singolare.
Questa, come battua da laboratorio, è già meglio.
Devo segnarmela.

Causa/Effetto

Causa:
E’ da venerdì che lavoro sulla mia prima PCR. La macchina è nuova di zecca e gli oligo per fare l’esperimento li ha disegnati Elena, la dottoranda che mi segue, per un lavoro in cui ancora non li ha utilizzati. Ho seguito il protocollo passo per passo eppure dei 12 campioni messi ad amplificare non ne è venuto mezzo. La cosa è decisamente frustrante. Dicono che il lavoro di laboratorio dia un sacco di soddisfazioni e probabilmente è vero. Io al primo esperimento fatto e venuto bene mi sono sentito piuttosto “proud”, non lo nego. Però è innegabile che la delusione sia sempre in agguato e che forse siano più le volte in cui è lei a vincere, soprattutto nell’ambito della ricerca scientifica. La speranza è che una soddisfazione basti a ripagare dei tanti bocconi amari e io continuo a credere che sia così. Vedremo, se mai ne avrò.
L’uscita dall’ufficio è avvenuta alle 18.40, dopo quasi dieci ore di desolante assenza di risultati.
La mia macchina è stata chiusa da un demente in possesso di una nuova Polo TDI. Ci ho messo 17 manovre per uscire dal parcheggio.
Effetto:
Aiutandomi con un puntale da P1000 gli ho sgonfiato una gomma. Anteriore sinstra. E sono ancora stato buono…

Gita

Oggi non c’era il campionato.
La Domenica ormai trova la sua realizzazione totale nella “taverna” di Simo dove il digitale terrestre e la sua offerta sul campionato detengono lo scettro del potere su tutti noi. Tra anticipi, posticipi e diretta pomeridiana, non ci perdiamo un minuto di calcio in tutto il week-end. Per questo l’idea dell’incombere di una Domenica senza calcio ci ha gettati un po’ nello sconforto e nell’ansia. La necessità di trovare un modo per impiegare la giornata incombeva e così ecco affiorare, nella tarda serata di Sabato, l’idea definitiva: la gita.
L’entusiasmo per aver trovato una degna soluzione al problema si è subito fatto strada nell’animo ormai disilluso di ognuno di noi e sulle ali dell’euforia si è immediatamente iniziato a snocciolare posti ove potersi recare. Tra le tante allettanti proposte, ad avere la meglio è stata Alba, la città del tartufo e del dolcetto.
Appuntamento alle 10 del mattino.
Il team per la gita comprende me, Simo, Missa e Ori, tutti a bordo dell’Opel Corsa del secondo. L’organizzazione è impeccabile, tanto che durante la percorrenza dell’intera tratta delle tangenziali di Milano (piccola svista sull’itinerario) riusciamo addirittura a prenotare il ristorante “Osteria Nuova”* situato proprio nel cuore della cittadina piemontese.
La strada da fare non è molta e la si percorre con facilità. Arrivati in loco scopriamo che proprio oggi si teneva la Fiera del Tartufo, evento che si traduce in affluenza smodata, zero parcheggio e assaggi gratuiti copiosi. La giornata trascorre così, tra cibo e buon vino, fino al rientro in patria guastato solo dall’eccessivo traffico.
Sicuramente la gita è una cosa da riproporre.
Non a breve però, mi manca il campionato.
S'è mangiato bene
* Missa che, come al solito, quando c’è da mangiare e spendere è sempre il primo della lista…

Pausa pranzo

Oggi, mentre mangiavo, mi è capitato di prestare ascolto ad un dialogo tra tre ragazze. Il tema era la figura della donna nella società. Dopo averne sentito i passaggi principali, mi sono venuti in mente Missa e questa simpatica storiella:

“Una donna sta giocando a golf, quando colpisce male la palla spedendola tra gli alberi. Va nella boscaglia per recuperarla e vi trova una rana intrappolata. La rana le dice: “Se mi liberi esaudiro’ tre tuoi desideri!”. Così è e la donna libera la rana, che aggiunge: “Grazie, tuttavia ho dimenticato di riferirti una condizione. Per qualsiasi desiderio che esprimerai, tuo marito ricevera’ la stessa cosa in valore dieci volte maggiore!”. La donna risponde che le sta comunque bene ed inizia ad elencare le tre scelte. Come primo desiderio chiede di diventare la piu’ bella donna del mondo. La rana la avvisa: “In questo modo anche tuo marito diventera’ l’uomo piu’ bello del mondo, in misura dieci volte maggiore a quanto lo sia tu. Diverrà un adone del quale tutte le donne si innamoreranno!”. La donna risponde: “Non e’ un problema, perche’ io saro’ la donna piu’ bella e lui avra’ occhi solo per me!”. Cosi’, come per magia, ella viene tramutata nella donna piu’ bella del mondo! Come secondo desiderio ella chiede di essere la donna piu’ riccadel mondo. Ancora una volta la rana la avvisa: “In questo modo tuo marito diventera’ il piu’ ricco del mondo. Dieci volte piu’ ricco di te!”. Sicura la donna risponde: “Non importa, perche’ cio’ che e’ mio e’ suo e cio’ che e’ suo e’ mio!”. E così, per la seconda volta il desiderio viene esaudito ed ella diventa la donna piu’ ricca del mondo! Giunti a questo punto la rana le chiede di esprimere il terzo desiderio e la donna dice: “Vorrei avere un LEGGERO attacco di cuore …”
Morale della storia: Le donne sono intelligenti. Non scherzare con loro.

Attenzione lettrici: questa e’ la fine della barzelletta per voi. Fermatevi qui e continuate a sentirvi bene…

Per i lettori maschi:
L’uomo ebbe un attacco di cuore 10 volte più leggero di sua moglie.
Morale della favola: le donne pensano di essere veramente intelligenti. Lasciamole continuare a pensarla in questo modo e gustiamoci lo spettacolo.

P.S. Se sei una donna e stai ancora leggendo dimostri che le donne non ascoltano mai!”

Fretta ariflessiva vs. disilluso e cosciente relax

Sono appena arrivato da casa di Ambra. E’ notte fonda. Tornando a casa, angosciato dall’orario oltremodo tardo, ho disintegrato alcuni dei miei record sulla tratta “Rozzano-Scivolodicasamia”. Tuttavia appena smesso di correre per recuperare tempo, mi sono accorto di non avere la benchè minima voglia di andare a dormire. Non che io non abbia sonno, tuttavia credo che se anche mi andassi a sdraiare avvolto nel mio piumoncino, Morfeo faticherebbe a rapirmi. A questa stregua tanto vale occuparmi un po’ di questo mio diario. Ho aggiunto un altro link, trattasi del blog della Ersaz. Ormai i diari multimediali spopolano anche tra i miei amici. Spero per loro riescano a portarli avanti perchè è sicuramente un’esperienza degna d’esser fatta, sebbene richieda sacrifici spesso difficili da compiere. Scrivere, se lo si vuole fare con una certa serietà, richiede tempo e questo spesso non c’è (salvo in nottate piovose e insonni come questa).
Visto il moltiplicarsi esponenziale dei link, ho avuto un’idea carina per il template, tuttavia devo ancora capire quanto possa essere facile da realizzare e soprattutto quanto possa essere funzionale.
Ho sentito “Uncle” Bazzu. Oltre ad un discreto scambio di mail sono anche riuscito ad intercettarlo in ICQ. Stava per iniziare laboratorio quando io ne ero uscito da pochi minuti. Fiko. Il fuso orario esercita su di me sempre un certo fascino. Se la cosa continua così non faticherò a sentirlo con continuità e questo è un bene. Certo che le distanze ai giorni nostre sono relative, come l’intelligenza riscontrabile in una frase ovvia come quella che non ho ancora finito di scrivere.
Il sonno forse comincia a farsi sentire, quindi è il caso che vada a nanna. Non so se ascoltare per l’ennesima volta “Tell All Your Friends” dei Taking Back Sunday prima di appisolarmi. Questo CD mi sta creando una seria dipendenza ultimamente, sebbene appena uscito lo ritenessi un prodotto mediocre.
Domani spero di andare a tagliare i capelli e spero che il risultato mi soddisfi. Ho voglia di frangia.

A Bazzu

Questa mattina, accompagnato dalla freschezza dell’aria autunnale e da un pacco da 700g di Pan di Stelle, Bazzu* ha lasciato l’Italia.
La sua destinazione è Irvine, California, ed il motivo della partenza è iniziare un progetto di tesi negli States. Il progetto lo terrà via un anno e quindi per dodici mesi circa non sarà dei nostri. Ieri sera abbiamo organizzato una festicciola in suo onore qui “alla panca”, in modo che potesse salutarci tutti. L’organizzazione è stata un po’ approssimativa per via di alcuni inconvenienti, ma l’impegno c’è stato e la speranza è di aver fatto una cosa bella. Prima che mi cappottassi del tutto ho fatto due chiacchiere con lui sul partire che, per citarlo, “è un po’ morire” e ne sono usciti alcuni concetti interessanti. Effettivamente prendere e mollare tutta la propria vita per un anno, accettandone una nuova a scatola chiusa, non dev’essere una scelta facile. Giorni fa, pensandoci, avevo avuto come l’impressione che Bazzu lo facesse perchè, in fondo, una nuova vita la stava cercando sul serio. L’idea che aveva iniziato a ballarmi per la testa era che se una persona vive stretta nella sua quotidianità, staccare e andarsene via sono concetti a cui ci si approccia in manera molto più sicura. Partire è un po’ morire. Effettivamente è vero, perchè è l’unico modo per cambiare vita concretamente e radicalmente. Ieri tuttavia Bazzu mi ha detto essere stato piuttosto triste di dover lasciare l’Italia e credo non stesse facendo facile retorica. Mi ha anche detto però che pian piano che la partenza si avvicinava, la sua mente si concentrava sempre più su ciò che stava iniziando, piuttosto che su quanto stava finendo. Ed in effetti deve essere proprio così che vanno le cose, una volta entrati nell’ottica di fare questo passo. Credo sia una cosa molto emozionante.
L’altra faccia della medaglia è ovviamente occupata da chi rimane. Inutile dire che l’impatto è diverso per ognuno di noi, dagli amici, ai parenti, ai semplici conoscenti, e non voglio certo lanciarmi in facili sentimentalismi, non è il caso. Da qualche anno il “buon vecchio Bazzu” non viveva certamente al centro della compagnia e usciva di rado con noi. Per questo credo che non sarà certo il sabato sera che mi accorgerò del fatto che è partito. Credo invece me ne accorgerò quando vorrò fare due chiacchiere serie con qualcuno. In quel caso si che la sua figura susciterà in me un po’ di nostalgia.
Bando alle ciance, questo vuole essere un mio personalissimo saluto e un grande “In bocca al lupo!” a Bazzu. Ci rivedremo tra un’anno e, anche se non è poi molto, sicuramente entrambi saremo diversi da ora. Cresciuti.
Chiudo con un messaggio diretto: “Goditela negli States, perchè quando tornerai non avremo dimenticato che per alcuni mesi ce l’hai fatta sotto il naso. I “commisari di gara” sapranno come agire.”
Buon viaggio!
La truppa al completo
* A Bazzu. Perchè il suo viaggio lo conduca esattamente dove vuole andare. Cin.

Favola moderna

Parlerò un po’ di calcio.
Mi pare giusto, in fondo, visto che l’ultima volta che ho toccato l’argomento su queste pagine il mio cuore stava sanguinando copiosamente.
Il calcio è bello perchè totalmente diverso dalla vita. Se un anno è pessimo, quello dopo può essere il migliore della storia senza che nulla di particolare accada per modificare la situazione. Ogni volta si ricomincia da capo, tutti alla pari ed ognuno con le sue possibilità di farsi valere. C’è sempre una seconda opportunità, nel calcio. Tutto questo è talmente irreale da sembrare una favola.
Una favola moderna.
E così anche quest’anno eccomi li ai blocchi di partenza, sperando di ottenere il tanto agoniato lieto fine. La trama di quest’anno, però, non mi piace proprio. Sono molto deluso.
Il Milan di inizio stagione è raccapricciante. Realmente raccapricciante.
D’altronde non saremo certo noi a permettere al “Maiale col 32” di vincere qualcosa.
Nota positiva: stasera lo Shalke 04 mi ha fatto divertire parecchio, pur non essendo mai nemmeno lontanamente vicino al controllo del match.
Sicuramente in queste prime pagine di fiaba la compagine tedesca si aggiudica il premio di “Miglior Attrice non Protagonista”.

Ogni tanto…

… la mia vita mi fa schifo.
Credo siano le persone che mi circondano a rendere questi momenti non troppo frequenti.
Tuttavia quando si è da soli, in macchina, di notte, queste persone non ci sono ed è in quei momenti che il peso dei pensieri si fa insostenibile.
Cosa ne sto facendo della mia vita?
Credo di aver scelto il meno peggio dei modi per realizzare le aspettative che altri pongono su di me. Riuscirò a non deluderli? Boh. Magari si, anche se in questo momento mi sento particolarmente propenso al fallimento. Se anche dovessi farcela, sarò contento? E se lo sarò, lo sarò per loro o per me?
Sento forte una pressione che probabilmente nemmeno esiste.
Bisogna reagire e passare oltre l’ostacolo. Come le altre volte. Una volta di più.
Lo farò domani, ora credo di non poter fare altro che piangermi addosso.
E questo non porta ad altro che a continuare a farmi schifo.
Inesorabilmente.