Interno Palazzo Chigi, sera, intorno a metà Novembre.
Il presidente Conte sta lavorando ad alcune carte nel suo ufficio, il viso è stanco, ma sereno. Il Segretario Generale si affaccia alla porta, picchiettando sullo stipite con tre colpetti di nocca dell’indice destro. Giuseppe Conte alza lo sguardo alla porta.
GC: Ciao Robbè, ti serve qualcosa?
RC: No, volevo parlarti di un cosa, ma se ti rompo le palle ne parliamo domani…
GC: Ma no, figurati. Entra, mi prendo una pausa.
Roberto Chieppa entra nell’ufficio e si siede su una delle due sedie fronte scrivania del Premier, che posa la penna e stiracchia le braccia in alto.
GC: Allora, che volevi dirmi?
RC: Ma niente… ero curioso di sapere come stai vivendo la situazione relativa al Natale. Ti eri sbilanciato…
GC: In che senso?
RC: Nel senso che avevi detto lo avresti salvato e la situazione oggi è quella che è. Cadere sul Natale, dopo tutto quel che abbiamo passato, mi farebbe girare i coglioni.
GC: Stai tranquillo. Il 13 Dicembre riapro tutto.
RC: Mi prendi per il culo?
L’illuminazione cambia, la stanza diventa di colpo buia. E’ saltata la corrente. Un tuono, preceduto dal classico lampo, suggerisce che fuori da Palazzo Chigi stia imperversando un brutto temporale. Una lama di luce però taglia la stanza dalla porta di ingresso e illumina malamente il volto del Premier, contratto in quello che sembra un ghigno.
Sulle sue gambe, accovacciato, un gatto nero che non avevamo notato prima. Conte lo accarezza, serafico.
GC: Non mi pare proprio argomento su cui fare dell’ironia.
RC: Ma quindi davvero vuoi mandare tutto a puttane, per salvare il Natale? Già la situazione è quella che è, ma te lo immagini cosa significa se apri per le feste?
GC: Non ho mai parlato di aprire per le feste…
Conte si alza e, mani giunte dietro la schiena, cammina fino alla finestra. Ora il volto ed il corpo del Presidente del Consiglio sono illuminati unicamente dalle luci di Roma e della tempesta.
GC: Il 13 Dicembre riapriamo tutto così la gente può fare i regali di Natale e salviamo l’economia…
RC: Giusè, la gente non ha una lira…
GC: ZITTO! Mentre parlo io tu stai zitto, che forse impari qualcosa. La gente si lamenta sempre, ma i soldi ce li ha e noi glieli faremo spendere. Facciamo il CASHBACK, Roberto. Lo sai cos’è il cashback?
RC: No, Presidente.
GC: In pratica diciamo agli italiani che restituiamo loro il 10% delle cifre spese con pagamento elettronico, ma non online, se fanno almeno 10 transazioni entro il 31 Dicembre, fino ad un massimo di 150 euro. In pratica devono andare nei negozi a fare i regali di Natale che non hanno fatto prima perchè pensavano di non poterlo festeggiare e noi gli ridiamo il 10% di quello che spendono.
RC: Ma quando parte ‘sta cosa? Come funziona?
GC: Facciamo un app.
RC: E se finisce come per Immuni?
GC: Ma sei cretino? Ti sto dicendo che è un app che ti fa guadagnare 150 euro. La lanciamo intorno al 10 Dicembre. E il 13 apriamo tutto.
RC: Quindi la strategia è regalare soldi agli italiani? Ok, funziona sempre, ma non ho ancora capito come pensi di gestire il Natale…
GC: Non hai capito perchè sei scemo. Immagina le persone chiuse in casa da un mese e con lo spettro di un Natale isolati, immaginatele ricevere la notizia che invece a Natale si potrà festeggiare e, soprattutto, che verranno rimborsate se andranno nei negozi a fare shopping. Ora immagina vie e piazze il 13 Dicembre…
RC: Sarà un delirio…
GC: ESATTO! La gente si riverserà per le strade e sai cosa succede in questi casi?
RC: Aumentano i morti?
GC: Mmhhh no. Non subito. Quello che succede subito è che i giornali si riempiono di foto e video dei centri pedonali stipati di persone, con titoli tipo: “Shopping e aperitivi, folla ovunque” e l’opinione pubblica, che in questi momenti si ricorda del numero dei morti, sbrocca. Ed è lì che arriviamo noi.
RC: …
GC: Il 13 Dicembre riapriamo, perchè abbiamo salvato il Natale, ma sempre il 13 Dicembre richiudiamo, perchè loro non si sanno comportare. Non sarà colpa nostra, Roberto. Noi abbiamo mantenuto la promessa. La colpa è LORO.
RC: Ma loro chi, Presidente?
GC: VOI.
A questo punto Giuseppe Conte scoppia in una fragorosa e sinistra risata, mentre il povero Roberto Chieppa si alza dalla sedia e, impaurito, lascia la stanza cercando di non farsi notare.
Conte però nemmeno si gira, non è con lui che stava parlando.
Nell’angolo più buio della stanza, il gatto ha degli spasmi fortissimi ed il suo corpo inizia a modificarsi in maniera raccapricciante. In pochi secondi quel gatto non esiste più e al suo posto c’è Rocco Casalino.
RC: Li abbiamo fottuti tutti. Di nuovo.
GC: Sì.
Nota: questo racconto è ovviamente opera di pura fantasia, ma la precisazione vera è relativa alla figura di Roberto Chieppa che, fino al momento prima di buttare giù ‘sto pezzo, non avevo minima idea di chi fosse e che qui esce rappresentato in maniera terribile unicamente a fini narrativi.
In questi casi chi è bravo scrive: “Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale“, quindi lo faccio pure io.