Qui ormai non si dorme più.
Un po’ mi sento stronzo perché ultimamente mi pare di fare quello che si piange addosso nonostante sia evidente che i cazzi veri, fortunatamente, al momento stiano altrove. Magari scriverlo mi aiuta a ficcarmelo in testa. Il solito discorso delle prospettive.
Boh.
Che non si chiuda occhio resta un fatto.
Un mix di ansia, paura, stress e stanchezza mentale, credo.
Ho di fatto perso la percezione del tempo, mi ritrovo ogni due per tre a dover far mente locale per collocare temporalmente questo o quell’avvenimento e spessissimo sbaglio. Il 2019 é simultaneamente ieri e l’anno in cui sono avvenute cose lontanissime, cose che comunemente definiamo come “successe una vita fa”. Che poi, fondamentalmente, è vero.
Imbruttirsi, un giorno alla volta. Lentamente ed inesorabilmente. Il peso del tempo che scorre con la sensazione (manco troppo sbagliata) di non poterlo sfruttare è insopportabile. Non per tutti magari, ma qui si fa una fatica fottuta.
È vero, non siamo manco in lockdown. Ancora. Però la bolla che ci separa da ‘sto merda di virus continua a stringersi e mostrare qualche crepa. Poi magari tiene eh. Speriamo. Magari andrà davvero tutto bene.
Se vivi costantemente impegnato a non pensare a tutti i possibili scenari orribili che la tua testa lista alla voce: “domani”, una situazione in cui l’incertezza del futuro è il principale argomento di qualsiasi discussione non è propriamente la tua cosa.
Mangio un sacco, a volte anche se non ho fame. Al mattino non mi peso più da un po’, perché riesco simultaneamente a dire: “Vaffanculo, cazzo mi frega? Al massimo mi metto a dieta POI. Ora non è aria.”, ma poi non ho neanche i coglioni di affrontare le conseguenze di ‘sta presa di posizione. Non mi peso e il problema non esiste.
Ho il drammatico bisogno di avere almeno un problema a cui posso scegliere di non pensare.
Più probabilmente avrei bisogno di cacciare la testa in un cuscino, piangere, bestemmiare e sfogarmi almeno un po’. Far uscire cose.
Invece mi sforzo tantissimo di provare ad essere quello che ha tutto sotto controllo, quello che se si spacca una tubatura mentre il figlio è in isolamento cautelare e quindi non si può chiamare un idraulico, la prende a ridere.
Ma cosa ridi cosa, cretino?
E infatti eccomi qui a lagnarmi nel mio posticino segreto, che è sí accessibile letteralmente al mondo intero, ma è invisibile alle tre/quattro persone che davvero mi interessa proteggere dalle mie debolezze. Quindi ‘sticazzi.
Questi. Grandissimi. Cazzi.
Son le due di notte. In cuffia ho la solita roba tristona che mi sparo quando parto per ‘sti post deliranti.
Adesso spengo tutto, la abbraccio e provo a dormire.
Ci sto credendo. Vedo la meta.
Era davvero questione di allentare le valvole e svuotare il serbatoio, forse.
Domani si riparte con il lavoro, l’asilo che non c’è e i meme di Game of Thrones.
Intanto però, quello che dal 2005 é un blog che non legge nessuno, incidentalemte, é anche il salvagente che mi tiene a galla quando serve davvero.
Non ti conosco ma ti abbraccio, almeno qui si può.
Gran canzone.
Posso passare ad abbracciarti dalla siepe? ;)
@Nello:
Grazie davvero, apprezzo.
@MNWR
Sono in fissa con tutto il disco da qualche giorno.
Per l’abbraccio, mi va bene anche il meme che mi hai mandato oggi. :D