Il terzo giorno è un po’ presto per parlare di routine, ma non di adattamento. Ci stiamo adattando. I meccanismi si sono fatti un pelino più fluidi e le dinamiche meno caotiche, ma sempre di delirio si parla.
Al momento il mio problema più grande è che a casa mangio troppo. Avanti così mi ritroverò a ridosso delle vacanze (ahahaha, le vacanze, che ridere) con un botto di chili da smaltire e visto che l’idea è andare negli Stati Uniti (ahahaha, gli Stati Uniti, mi fai davvero scompisciare…) potrebbe rivelarsi una combo terribile.
Urge mettersi un freno fin da ora.
A proposito di Stati Uniti, prima dell’estate dovrei andarci anche per lavoro. Tutte le volte che ci sono andato durante la stagione NBA, per vari motivi, non sono mai riuscito a vedere una partita live. Quest’anno avrei avuto l’opportunità di essere a Milwaukee durante le finali di conference e se davvero riuscirò a partire, probabilmente fermeranno la lega. Se esiste un destino, me lo immagino sbattere la testa al muro bestemmiante: “Cosa cazzo devo fare ancora per fargli capire che l’NBA dal vivo non è cosa per lui?”
Avere un pezzettino di giardino, per quanto piccolo, è una bella valvola di sfogo. Abbiamo giocato a palla, fatto merenda sul prato, imparato le basi di 1,2,3 Stella. Poi, verso sera, approfittando di non dover passare un’ora e passa in macchina per rientrare da Milano ho tagliato il prato e acceso il bbq. Se il tempo fuori è clemente, tutto sommato le cose girano.
Terzo giorno, terza canzone. Bellina anche questa dai.
Fondamentale il giardino in questi giorni! Devo ammettere che tutto il movimento Tiny House (gente che vive in case minuscole) sembra avere un po’ meno appeal ai miei occhi. O forse mi sbaglio visto che passerei meno tempo a pulire? Certo non sono case da claustrofobici.
Sì, devo dire che in questa circostanza un pezzettino di giardino è ossigeno, in tutti i sensi.
Anche perchè la casa è dimensionata per tre persone che ci vivono la sera e nei weekend, mentre noi siamo in quattro e ci dobbiamo stare h24.