Sabato sono andato al Circolo Arci Ohibò di Milano per il live dei The Singer Is Dead, che presentavano il disco di cui vi ho parlato qui e che confermo essere gran bello, soprattutto ascoltato live.
Ho scoperto che la tessera ARCI ora scade a fine settembre, quindi l’ho fatta nuova. Il prezzo è ancora variabile da circolo a circolo, da che leggo online, e l’Ohibò la fa pagare 13 euro. Sono 3 euro in più di quanto la fa pagare il Magnolia, locale dove mi capita di andare molto più spesso, ma tutto sommato non è questo gran dramma per una tessera che mi permette di accedere a moltissimi concerti durante l’anno. Perchè ormai davvero tanti concerti medio piccoli passano dai circoli ARCI, quindi volente o nolente la tessera ti tocca farla ogni anno, se vuoi andare a sentir qualcuno suonare dalle mie parti.
Leggendo in giro su diversi siti non sono riuscito a farmi un’idea di dove finiscano i soldi della tessera, se ci sia una gestione centralizzata o se tutte le quote iscrizione restino in mano al locale che le fa sottoscrivere. Da quanto ho capito io si tiene tutto il locale, che si riserva il diritto di scegliere quanto farla pagare.
Oltre alla tessera mi hanno chiesto 5 euro di ingresso.
In tutta onestà la sera in cui fai la tessera l’ingresso potrebbero anche evitare di fartelo pagare, visto che statisticamente ci saranno un tot di persone che si iscrivono in un certo circolo per poi magari non andarci più per tutto l’anno. Paghi la tessera ed entri, la volta dopo paghi l’ingresso. Non mi pare sia una proposta folle, ma vabbè.
In soldoni il concerto mi è costato 18 euro.
Conosco un tizio piuttosto fissato col concetto di pagare la musica e quando scrive di queste cose fa i conti in modo preciso. Io non ne ho voglia, posso solo dire che 18 euro per una serata come quella di sabato sono fuori dalla mia comprensione, seppur riconosca che gran parte della spesa in realtà non è per il concerto in sé, ma per garantirmi la possibilità di andare a dei concerti futuri, se e quando li faranno (che scritta così è raccapricciante in ogni caso).
Ho chiesto a Luca se li hanno pagati per suonare e mi ha risposto di sì, quindi quantomeno spero dietro ci sia una sorta di etica sul retribuire equamente band non professioniste che ti portano introiti.
Al netto di tutto questo, chiedermi 6 euro per una IPA media che faceva oggettivamente schifo al cazzo e servita male in un bicchiere di plastica non ha nessuna giustificazione plausibile.
Uscito dal locale ho provato per 15 minuti a smanettare con Instagram e fare una IGStory come i rapper, dissando il circolo Ohibò e tutta sta storia dei prezzi, ma ho realizzato di non essere manco capace di fare le IGStories.
Ad ogni modo, la cosa bella di tutta questa storia (e il reale motivo per cui mi son messo a scrivere questo post) è che dopo i The Singer is Dead hanno suonato i Malkovic e mi sono piaciuti una cifra.
Soprattutto un pezzo, che mi ha proprio preso benissimo.
Dopo il concerto sono andato al banchetto e ho comprato l’EP di 4 tracce che avevano lì e che è l’unica cosa che hanno registrato fino ad ora.
Manco a dirlo, il pezzo che mi ha conquistato sull’EP non c’è.
Ho comunque fatto due chiacchiere con il cantante al banchetto e poi via messaggio su Facebook e ho scoperto che la canzone che cercavo si chiama “Colossus” e uscirà nel 2018 insieme ad un video e forse un disco.
Forse perchè la situazione al momento è che quello di sabato è stato l’ultimo concerto di Elia, il loro batterista, e adesso dovranno cercare un sostituto.
Grazie, Elia.
Nel dischetto dei Malkovic ci sono quattro tracce. Su youtube si trova il video di Carlo e quello di Ufo, che dal vivo mi è piaciuta tanto tanto.
Il mio pezzo preferito però è questo qui e si chiama Tre.