In Giappone è successa una tragedia di dimensioni epocali. Un popolo che ha fatto tutto quanto gli era possibile per prepararsi alle sfide che la natura geografica della sua terra gli sottopone si ritrova in ginocchio per il semplice fatto che fare tutto il possibile al meglio non sempre è sufficiente. In certe circostanze, purtoppo, non ci sono garanzie. Condurre una vita sana, fare sport, mangiare bene, non bere e non fumare non garantisce di campare sani fino alla vecchiaia. Le vita è fatta di imprevisti e questi, spesso, sono legati a quegli aspetti che l’uomo suo malgrado non può controllare.
In queste ore un paese tecnologicamente avanzato come il Giappone è sul baratro di una possibile, per quanto indesiderabile, catastrofe nucleare. Non parlarne oggi, a tre mesi dal Referendum che chiamerà il popolo italiano ad esprimersi in merito alla questione energetica, per quel che mi riguarda è uno sbaglio. Chicco Testa mi definirebbe probabilmente uno sciacallo e la cosa non mi turba, specie se si pensa a come potrei definire io lui. L’ipocrisia tutta italiana per cui quando succede una tragedia non è lecito parlarne o meglio, non è lecito utilizzarla allo scopo di riflettere sulle questioni che l’hanno causata al sottoscritto è andata in noia da tempo.
Una tragedia resta tale in ogni caso, non trarne insegnamento al solo fine di “non strumentalizzare” sarebbe renderla ancor più grave. Il fatto che siano necessari diecimila e forse più vittime e lo spettro di una catastrofe atomica per accendere nel popolo italiano l’interesse alle questioni che lo riguardano in prima persona è uno schifo che illustra al meglio lo schifo di Paese che siamo. Indiscutibile. Vanificare persino quest’ultimo e tardivo barlume di interesse nel nome del perbenismo intellettuale sarebbe troppo persoino per noi.
Quindi eccomi qui, pronto a strumentalizzare, ad usare le immagini terribili che arrivano dal Giappone per porre la domanda: “Siamo sicuri di volere aggiungere un fattore di rischio alla nostra vita?”. Sì, io sono disposto ad usare la paura che la tragedia nipponica ha scatenato in ognuno di noi e non me ne vergogno. La paura fa bene, non va ignorata, non va criminalizzata. Concordo nel dire che non si debba lasciarle in mano le redini della nostra vita, ma è altrettanto vero che le persone che non hanno paura solitamente campano poco.
Chi non teme o è pazzo o è ignorante.
Personalmente ritengo ci fossero molti spunti su cui riflettere in termini di nucleare anche prima del terremoto di settimana scorsa.
Perchè dovremmo puntare su una tecnologia che il resto del mondo sta cercando di soppiantare con alternative tecnologicamente più avanzate?
Perchè, alla luce di come vengono costantemente gestiti gli appalti in Italia, non dovremmo preoccuparci di chi e soprattutto come costruirà le centrali nucleari nostrane?
Perchè, consci del fatto che la camorra imbottisce la nostra terra di qualunque genere di rifiuto, vogliamo metterci nelle condizioni di darle in mano anche le scorie nucleari?
Queste ed altre domande sarebbero sufficienti ad innescare un dibattito interno all’opinione pubblica di qualunque paese.
Da noi no.
Da noi servono i morti, le catastrofi. Servì Chernobyl come porbabilmente servirà Fukushima. Siamo fatti così.
Ora non resta che aspettare e vedere se il quorum verrà raggiunto.
Nel mio piccolo cinismo personale, la cosa che più mi colpisce però è pensare che saranno stati necessari innumerevoli vittime ed il collasso di una Nazione per bloccare il legittimo impedimento.
Personalmente, dalla catastrofe giapponese io trarrei le conclusioni opposte.
I danni potenzialmente sono enormi, ma vanno rapportati all’entità del sisma. La sicurezza raggiunta dalle centrali è impressionante.
Dal punto di vista morfologico, l’Italia NON è il Giappone.
Il problema è che l’Italia NON è il Giappone nemmeno per quanto riguarda gli aspetti giustamente sottolineati da Manq.
Al netto delle due cose, rimango favorevole al nucleare. Il livello del dibattito e dell’informazione sul tema è però secondo me talmente scadente e partigiano che sarà molto difficile, se non impossibile, formarsi un’opinione che sia (a livelli almeno accettabili) fondata su dati di fatto piuttosto che su aprioristiche posizioni personali. Condivido abbastanza nello spirito l’articolo di Alesina sul Sole di oggi.
Mah, parlare di sicurezza impressionante mi pare eccessivo vista la situazione. Concordo sul rapportarsi all’entità del danno, ma il fatto è che non hanno tenuto. Punto.
Ci sono milioni di variabili nell’equazione che lega sicurezza e centrali nucleari e credo che nessuno possa prevederle tutte.
Detto questo ovviamente concordo sul fatto che un dibattito “onesto” in italia non ci sarà perchè tutto viene vissuto con lo spirito della partita di calcio: si tifa. Resto tuttavia dell’idea che il nostro paese non abbia i presupposti tecnici e sociali per mettersi in casa il nucleare.
Sbaglierò eh…
Se dici che l’Italia non ha i presupposti tecnici e sociali per mettersi in casa il nucleare, posso anche condividere, o comunque se ne può discutere.
Ti devo però “tirare le orecchie”, perchè secondo me “strumentalizzando” la tragedia giapponese NON contrubuisci alla creazione di un dibattito onesto. E allo slogan “io strumentalizzo” potrei ribatterti con un bieco “io boicotto il referendum”, pratica che tu stesso in passato hai condannato dal punto di vista “etico”
Ennò, il problema è proprio lì. Riflettere sulla questione nucleare in virtù anche di ciò che è accaduto non è strumentalizzare nonostante volgiano far passare questo concetto. Il titolo è proprio legato a questo. Per l’italia, una persona che riflette sul nucleare anche in virtù di quanto successo è qualcuno che strumentalizza, uno sciacallo. Non è così, almeno secondo me. E non credo affatto di non contribuire ad un dibattito onesto adducendo anche motivazioni legate a quanto visto in quest’ultima settimana. Il parallelismo con l’incentivo al boicottare le urne proprio non lo vedo.
Facciamo un esempio.
Il fumo fa venire il cancro. Siccome questa non è una cosa che si può riscontrare immediatamente la gente non se ne cura e fuma lo stesso. Fanno bene? A mio avviso no. Se gli sbatto in faccia la foto di un malato terminale sto strumentalizzando le sofferenze di quel tale? No, sto dando una visione d’insieme che altrimenti, a causa della superficialità dell’opinione pubblica, non passerebbe.
Perchè nessuno dice che scrivere “il fumo uccide” sui pacchetti di sigarette è strumentalizzazione? Perchè non lo è.
Se le sigarette facessero venire la diarrea probabilmente nessuno fumerebbe più, nonostante la malattia in questione sia ben meno lesiva di un tumore ai polmoni.
Stessa cosa vale per le radiazioni. Il fatto che non si vedano e che uccidano in dieci o vent’anni non le rende meno pericolose, solo più subdole e meno evidenti. Quindi è giusto dare visione d’insieme.
Il ragionamento è logico, ma secondo me manca un pezzo.
Il problema è nel COME le informazioni vengono presentate.
Si ha strumentalizzazione quando vengono enfatizzati o nascosti alcuni aspetti particolari, e un’informazione viene presentate come “rappresentativa” o “nella norma” quando invece è un caso estremo.
Da questo punto di vista, scrivere “il fumo uccide” è strumentalizzazione. Un’informazione corretta da questo punto di vista andrebbe data in termini statistico/probabilistici.
La catastrofe giapponese cambia il nostro set informativo? Aggiunge informazioni ulteriori? Ci dice qualcosa che non sapevamo già? Boh, secondo me no. O almeno, non ci dice poi molto di più di quello che sapevamo già. E se qualche informazione aggiuntiva la da, potrebbe andare nella direzione di rendere l’opzione nucleare migliore (in un’ottica di costi-benefici, calcolata in termini probabilistici). Di sicuro non ci dice NULLA sulla capacità dell’Italia di gestire un programma nucleare. Ci dice qualcosa (non molto più di quanto già non sapessimo) circa le possibili conseguenze di eventuali incidenti, ma non cambia la stima della probabilità di un incidente nucleare in Italia.
Esempio, il pezzo “il fatto che siano necessarie diecimila e più vittime” è pura strumentalizzazione.
Le vittime ci sarebbero state INDIPENDENTEMENTE dal fatto che il Giappone abbia le centrali nucleari.
Non sono d’accordo.
La mia frase sottolinea come, a tre mesi dalla chiamata alle urne per decidere del nucleare, per portare l’argomento all’attenzione dell’opinione pubblica son serviti i disastri giapponesi. Non è dipeso da me, ma è così che è andata ed è così che va sempre nel nostro Paese. E’ un male? Sì, perchè delle cose importanti bisognerebbe parlare approfonditamente senza il bisogno di tragedie che accendano l’attenzione. Però continuare a non parlarne solo perchè facendolo si strumentalizza la questione nipponica secondo me è ancora peggio.
Tu parli del come si presentano le informazioni. Hai ragione. Ma io non ho scritto che se l’Italia costruirà le centrali ci capiterà quello che è successo in Giappone. Non l’ho scritto perchè una disgrazia di quel tipo qui sarebbe improbabile e non credo possa verificarsi. Penso possano verificarsi altri problemi, non per forza meno gravi nè di origine squisitamente naturale, ma questa è un’opinione che non ho nemmeno esposto. Quelli che, casomai, presentano la questione in maniera incompleta sono coloro i quali andavano e provano tuttora ad andare in giro a dire che il nucleare è assolutamente sicuro. Non lo è. I rischi ci sono e sono di diverse nature. Vogliamo parlare di probabilità o possibilità, beh, discutiamone. Ma queste non saranno mai uguali o prossime allo zero e allora va fatta una valutazione del rischio.
Il problema è che i rischi, per quanto minimi, non li espone mai nessuno e di conseguenza, quando qualcosa succede, la gente reagisce in maniera eccessiva.
Rischi, soprattutto in Italia, il nucleare ne comporterebbe. Quanti? Non lo so, ma sicuramente non zero. A quel punto facciamo un calcolo delle probabilità ed esponiamolo alla gente. Se il popolo poi sarà disposto ad accettare quel n% di rischio e quelle conseguenze, allora via agli appalti.
Ok, rileggendo il pezzo alla luce dei tuoi commenti (anche quelli su fb) ho capito meglio il tuo punto.
Chiedo scusa perchè all’inizio avevo equivocato ed ero partito lancia in resta equivocando in parte il tuo argomento.
Ti do ragione quando dici che il tema è importante e in Italia se ne discute poco (e male).
La tragedia giapponese ha sicuramente alimentato la QUANTITA’ dei dibattiti sul tema, ma temo che abbia fatto molto poco per migliorarne la QUALITA’ (anzi, probabilmente la qualità del dibattito è diminuita). E’ da questo punto di vista che credo si critichi chi “strumentalizza” il sisma: perchè spesso vuole accendere a tutti i costi il dibattito, a scapito della qualità dello stesso (sto parlando in generale, non è una critica a te).
Chiudo con un ultimo appunto (puramente teorico, nemmeno io ci credo molto). Casualmente, il sisma è accaduto a pochi mesi dal referendum. Non avremo mai la controprova che il dibattito sul tema, all’avvicinarsi del referendum, si sarebbe comunque sviluppato. Forse con intensità minore, probabilmente con qualità (leggermente) superiore.
Hai ragione, forse la qualità del dibattito è intaccata dal clima di isterismo ed è altresì vero che manca la controprova di come sarebbe stato senza la questione giapponese.
Io però su questo mi sbilancio e ti dico hce si sarebbe continuato a fare come in passato: gran casino in cui ognuno dice ciò che vule senza che si verifichi mai lo straccio di un’informazione e conseguente alibi per la popolazione che, come sempre, concluderà di non saperne/capirci/fregasene disertando le urne.
“si sarebbe continuato a fare come in passato: gran casino in cui ognuno dice ciò che vule senza che si verifichi mai lo straccio di un’informazione e conseguente alibi per la popolazione che, come sempre, concluderà di non saperne/capirci/fregasene disertando le urne”.
D’accordissimo. Per adesso però non ho evidenza che il sisma giapponese stia cambiando questo stato di cose ;-)
Non è vero. Adesso la gente può dire di non saperne abbastanza e di non capirci nulla, ma di sicuro almeno gli frega. ;)