Silvio Berlusconi ha fatto un sacco di cose pessime che non è certo necessario stare qui ad elencare.
La peggiore di tutte però è stata l’avermi fatto apprezzare, anche solo per un breve periodo, Gianfranco Fini. Uno che dopo sedici anni di prostituzione intellettuale verso il nuovo messia venuto da Arcore capisce, come solo i grandi politici italiani sanno fare, che è il momento di cambiare aria. Scendere dal carro che fu del vincitore e scappare dalla nave che imbarca acqua. Come i topi.
La cigliegina sulla torta poi è il modo in cui sta scappando, con grandi parole di distacco e ancor più grandi azioni che le smentiscono. Tipo il voto con la maggioranza sul lodo Alfano dopo aver gridato per mesi ai quattro venti: “Legalità o morte”, o il voto con la maggioranza per la riforma Gelmini dopo aver messo la parola Futuro nel nome del nuovo partito.
Eppure sono talmente convinto che Berlusconi sia un tumore maligno al colon* di questo Paese che a Fini è bastato prenderne le distanze, come detto più che altro a parole, per tramutarsi ai miei occhi in un potenziale salvatore. E la colpa di tutto questo è mia, certo, ma anche di Berlusconi reo di avermi esasperato al punto da farmi trovare simpatico un fascista. E questa proprio non posso perdonarla al presidentissimo. Proprio no.
Chiudo citando un articoletto di Giovanni De Mauro apparso tempo fa sull’Internazionale, nella speranza di aiutare chi come me in questo momento difficile si attacca agli appigli sbagliati.
Calcolare il numero di anni in cui è stato alleato di Silvio Berlusconi (sedici). Memorizzare almeno un paio di sue frasi famose (“Mussolini è stato il più grande statista del secolo”, La Stampa, 1 Aprile 1994; “Ci sono fasi in cui la libertà non è tra i valori prominenti”, La Stampa, 3 Giugno 1994).
Elencare i nomi dei deputati per cui ha negato l’autorizzazione a procedere o all’arresto (Cesare Previti; Marcello Dell’Utri; Gaspare Giudice; Amedeo Matacena; Umberto Bossi, accusato per la frase “Col tricolore io mi pulisco il culo”).
Trascrivere i numeri di due delle leggi di cui è stato promotore (189/02, primo firmatario con Umberto Bossi della legge sull’immigrazione clandestina; 49/06 primo firmatario con Carlo Giovanardi della legge che elimina la distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere e tra consumo e spaccio di droga).
Tradurre la frase del Guardian a proposito della sua presenza nella questura di Genova durante il G8 del Luglio 2001 (“He has never been required to explain what orders he gave”).
Esercizi da fare per resistere alla tentazione di non trovare poi così male Gianfranco Fini.
* Silvio, questo è l’unico cancro che puoi sconfiggere. Cerca di metterci meno di tre anni…