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Rai per una notte

Ieri sera è stata trasmessa una puntata speciale di Annozero, la trasmissione di Michele Santoro.
A causa della cancellazione di tutti i talk show dai palinsesti Rai, questa è stata trasmessa solo da alcune TV private e satellitari, nonchè in rete, dando luogo al più grande fenomeno on-line della storia italiana.
In questo blog amo parlare del mio Paese e credo che un tale evento meriti di essere analizzato.
Oggi in rete è possibile rivedere l’intera trasmissione cercandone i frammenti su youtube (23 in totale, per una durata poco superiore alle tre ore).
Come prima cosa quindi ho deciso di creare una playlist in cui fosse possibile vedere tutto il programma, dall’inizio alla fine.
Spero funzioni.

Divulgo tutto questo perchè ritengo che per potersi dire favorevoli o contrari a quanto viene affermato nel programma, in prima istanza è necessario averlo visto. Sembra banale, ma questa cosa spesso viene dimenticata e troppi sono quelli che parlano sul sentito dire, sui loro preconcetti o su quanto altri hanno detto loro in merito.
Io “Rai per una notte” l’ho visto tutto ed ora cercherò di sottolineare le cose che mi hanno colpito della trasmissione, andando per punti.
Mi piacerebbe si aprisse un dibattito in merito, ma non credo succederà. Quello che spero è che magari qualcuno passando di qui provi a guardare e farsi un’opinione propria.
Iniziamo.
1/23 – Il primo frammento si apre con un parallelismo ormai “gettonatissimo” tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il fu Duce Benito Mussolini. A mio avviso è innegabile ci siano elementi caratteriali comuni alle due figure (su tutti megalomania e grande carisma), tuttavia credo sinceramente che Berlusconi non sia in grado di diventare un nuovo Duce. Il motivo che mi spinge a dire tutto questo è che, nella sua follia, Mussolini voleva grande l’Italia ed il suo popolo (ricevendo gloria infinita dall’essere stato colui che aveva relizzato tutto questo, ben inteso). Berlusconi vuole grande se stesso e null’altro e chi ragiona così, prima o poi, resta solo.
2/23 – Santoro apre il programma con una lettera aperta a Napolitano. A me Santoro non piace come conduttore, lo trovo spesso arrogante e incapace di instaurare un discorso senza prevaricare l’interlocutore. La sua introduzione sulla necessità di far sentire una certa voce in questo momento però la trovo condivisibile e ben posta, seppur in maniera in alcuni passaggi esagerata. Durante la trasmissione, non essendoci voci “antagoniste”, non avrà mai occasione di mostrarsi prevaricatore come suo solito e questo me lo ha reso più digeribile.
3/23 e 4/23- Sigla, con esposizione del pensiero di alcuni presenti alla manifestazione PdL. Come qualcuno dirà dopo, non fotografa in pieno l’elettorato di centro destra, vengono chiaramente enfatizzati i personaggi più discutibili, ma sentire certe parole da comunque da pensare. Cercando il peggio in una manifestazione di sinistra non credo le cose andrebbero diversamente, in ogni caso. Dopo la sigla parte il pezzo di Cornacchione. Mi ha spezzato.
5/23 – Primo intervento di Travaglio. Chi dice che Travaglio non ami il contraddittorio e che sia capace di soli monologhi ha probabilmente ragione. Chi dice che è un bugiardo credo di no. Molto significativa l’uscita su come nessuno intercetti Berlusconi, ma sia quest’ultimo ad avere a che fare sempre con gente che, per motivi diversi, è sotto intercettazione.
6/23 – Primo intervento di Floris. A me lui piace molto. Segue il primo intervento di Lerner, altro personaggio che gode della mia stima. Ecco, difficilmente mi è capitato di vederlo così infervorato. Credo ne abbia tutti i motivi.
7/23 – Tristemente reale l’analisi di Barbara Serra, specie per chi ultimamente vive all’estero e sente parlare dell’Italia da un’altra prospettiva. Iniziano poi le Docufiction che, riportando semplicemente le intercettazioni, non mi dicono nulla di nuovo. Non tutti si informano come me, però, quindi bene mostrarle.
8/23 – Primo intervento sulla crisi “nascosta” in vece dell’ottimismo. Si dica quel che si vuole, ma trovo sbagliato consentire ad un azienda in ATTIVO di lasciare a casa trecento persone. Sarò comunista. Poi canta Elio, verso cui ho da tempo il dente avvelenato ed è forse per questo che il pezzo non mi piace.
9/23 – Intervista a Mario Monicelli. Illuminante. Lasciando perdere la conclusione “rivoluzionaria” il dipinto fatto del popolo italiano è incontestabile. Vogliamo che qualcuno pensi per noi, da sempre. Che sia un dittatore, il Papa, o chiunque altro necessitiamo di qualcuno che faccia per tutti, così da gioire se va bene e voltargli le spalle se, o meglio quando, va male. Anche l’intervento di Dorfles è parecchio significativo.
10/23 – Un po’ di dati e intervista a Loris Mazzetti. Il succo del suo pensiero è che chi gestisce la Rai ne voglia in realtà il fallimento. Può sembrare assurdo, però basta fare due conti per trovare il tutto tristemente plausibile. Un po’ perchè chi sta facendo tutto questo è proprietario delle tre televisioni concorrenti, un po’ perchè di indizi in questa direzione ne saltano fuori continuamente.
11/23 e 12/23 – Luttazzi. Non sono suo fan, non mi faceva ridere dai tempi di Mai dire Gol, davvero. Ieri però è stato il vero mattatore della scena. Poi parla Norma Rangieri del Manifesto ed i toni si fanno un po’ troppo drammatici. Non siamo ancora in dittatura. Giusto allarmarsi, ma meglio restare credibili. Fa riflettere la parte sull’editoria, in ogni caso.
13/23 – Altra docufiction, vale il discorso di prima.
14/23 – Morgan. In sincerità, inizia a muovermi a compassione. Interventi totalmente decontestualizzati, visibile stato di euforia farmaco indotta. Non critico la persona, nè i suoi problemi, nè tantomeno il fatto che si droghi, ma il suo intervento è una cosa che può andar bene ad X-factor, ma non in una trasmissione di questo tipo. Il duetto con Venditti, nella sua follia, è speciale.
15/23 – Interviene Milena Gabanelli. Altro personaggio che stimo non poco, quindi niente da dire.
16/23 – Secondo intervento di Travaglio. Da lacrime agli occhi, parimenti dovute a riso e tristezza. Si dice poi che Bondi abbia commentato la trasmissione con un “fanno pena”. Centrale la risposta di Santoro che legittima il pensiero di Bondi, ma sottolinea il diritto di chi non la pensa ugualmente a poter usufruire del servizio.
17/23 – Altro intervento di Floris che prova ad uscire dal clima di “pompini a vicenda” e subito viene rimesso nei binari da Santoro, evidentemente incapace di accettare dissenso anche dai propri “alleati”. Interviene poi Jacona, interrotto sul finire ancora da Morgan, per cui vale sempre il discorso di prima. E mi dispiace.
18/23 – Altra docufiction e nuovo intervento di Lerner, anche questa volta da applausi.
19/23 – Benigni. A me Benigni fa cagare. Simpatico eh, ma non da nessun valore aggiunto alla questione. E poi coi baci ha rotto il cazzo. Gusti, per carità.
20/23 – Altro intervento dalla “crisi invisibile” e Trio Medusa. Loro invece a me piacciono molto.
21/23 – Intervista ad Emilio Fede. Non credo serva commentare. Poi è il turno della musica di Teresa De Sio, ampiamente evitabile in ambe le performance.
22/23 – Secondo pezzo della De Sio (vedi sopra) e intervento a sorpresa di Crozza che imita Brunetta. Ai miei occhi risulta identico. Bello.
23/23 – Classica conclusione con le vignette di Vauro che mi fanno meno ridere del solito. Salvo unicamente quella su D’Alema, che mi ha spezzato.

Questa, ai miei occhi, è la sintesi del più grande evento on-line della storia del mio Paese e sono contento di averla raccontata qui, con i suoi pro ed i suoi contro. In ogni caso, qualcosa di cui in Italia abbiamo grande bisogno.

5 commenti su “Rai per una notte”

  1. Grazie per il resoconto! non sono riuscito a vederlo in diretta, ma nel tempo libero sto guardando alcuni spezzoni!

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