Chi mi conosce sa che non sono certo indifferente ai fenomeni di massa, anzi, ne subisco da sempre l’influsso malefico. In virtù di tutto questo si spiega facilmente la scelta di recarmi ieri sera all’Arcadia di Melzo per visionare il nuovo colossal di Cameron: “Avatar”, ovviamente in versione 3D.
Personalmente non avevo mai assistito ad un film 3D di ultima generazione. Le mie esperienze in merito si fermavano al cinema dinamico di Gardaland, almeno 10 anni fa, e non è che lo ritenessi una cosa particolarmente esaltante. Anzi.
Ieri però mi pareva sensato visionare il film che a detta di molti ha rivoluzionato il modo di fare cinema al pieno delle sue potenzialità: 11 euro, occhiali da 100 kg sul naso e via con la visione.
I primi commenti vanno, di conseguenza, all’impatto visivo. Da questo punto di vista Avatar vale tutti i soldi spesi perchè mi ha regalato veramente qualcosa di mai visto ed inaspettato. Sebbene il 3D all’inizio mi abbia un po’ infastidito, appena abituato l’occhio non resta che spalancare la bocca in un’espressione inebetita. Cameron ha generato un’ambientazione sensazionale, fatta di paesaggi e colori che rapiscono chi guarda senza possibilità di scampo. In tutto questo la tridimensionalità gioca, a mio avviso, un ruolo marginale poichè il tutto potrebbe apparire magico anche nel classico piattume cinematografico.
Alla domanda che quindi mi circolava in testa prima di andare, ovvero se potesse valere la pena di vederlo solo per gli effetti speciali, la risposta è sicuramente sì.
Il film però è costituito anche di una trama che, come mi aspettavo, non è certamente travolgente. Intendiamoci, la pellicola dura 166 minuti che non pesano per niente a dimostrazione quindi che anche in fase di sceneggiatura non si sono fatte le cose poi malissimo, il tutto però procede sui binari arcinoti di miliardi di film del genere “arrivano gli alieni convinti di fare brutto e vengono rispediti a casa a calci da chi lotta per la sua dimora e non per la sete di conquista.”.
La cosa che mi è molto piaciuta invece è il messaggio che il film vuole lanciare. Non tanto quello più eclatante del tipo “save the planet / beware of the nature”, ma quella sorta di documentario sulla razza umana dipinta esattamente com’è, ovvero governata dalla legge di profitto. Non so se altri film hanno dipinto l’uomo come alieno invasore e non come vittima di un invasione aliena (ok, “Planet 51” a parte). Effettivamente per come la nostra società è oggi, “Avatar” assume risvolti attualissimi e per nulla etichettabili come fantascienza.
Ad ogni modo per il sottoscritto la scena più bella è quella del soldato che, di fronte alla barbarie compiuta dall’esercito di cui fa parte, rifiuta di eseguire un ordine e non spara. Veramente un gran messaggio, quello.
Alla fine quindi “Avatar” secondo il sottoscritto è un bel film, reso strepitoso da effetti visivi che tolgono il fiato. Tanto bello da meritarsi un post che pensavo avrei dedicato alla sfida Bargnani-Gallinari che ho seguito in diretta Venerdì notte.
Non poco, insomma.
Ad ogni modo per il sottoscritto la scena più bella è quella del soldato che, di fronte alla barbarie compiuta dall’esercito di cui fa parte, rifiuta di eseguire un ordine e non spara. Veramente un gran messaggio, quello.
condivido in pieno gran film 9.50 a Cento (FE)!!!!AHHHH sempre in 3d