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2009

Buona la seconda, again.

Come sempre i concerti migliori sono quelli dove mi ritrovo ad andare da solo, lottando contro la pigrizia e la voglia di starmene a casa e non farmi lo sbattimento.
Quando mi trovo in questa situazione, di solito, poi assisto ad uno show esaltante.
Anche ieri sera è stato lo stesso.
All-American Rejects live @ Musicdrome di Milano.
Ci sono andato perchè li avevo visti anni fa in un festival e mi erano piaciuti parecchio. Tolto l’ultimo disco, conoscevo tre pezzi.
Non starò a dilungarmi molto, il concetto è che son stati bravi e mi son piaciuti un sacco. Il locale era pieno, cosa che non mi aspettavo, e sono riusciti a far ballare e cantare tutti, spaziando da pezzi più “rockeggianti” a ballatone acustiche a veri e propri pezzi dance come il singolo dell’ultimo album “Gives you Hell”, per quel che mi riguarda già tormentone.
Sul posto ho anche comprato una maglietta degli Airway, gruppo spalla che non ho nemmeno sentito.
Era una “S”.
Mi andava.
Dovevo comprarla.
Ora basterà non lavarla mai più.
Tornando al concerto mi va solo di precisare che il frontman degli AAR, da solo, vale il prezzo del biglietto. Veramente bravo a tirare in mezzo la gente (e non solo le ragazzine su cui ha facile presa).
Figo, insomma.

I nodi, prima o poi, dovranno pur venire al pettine.

Ho sempre più problemi a relazionarmi col mio paese.
Il primo dei problemi è che ormai non riesco a parlare della situazione che mi circonda senza arrabbiarmi.
Ma arrabbiarmi pesantemente.
Prendiamo il caso Eluana, tanto per cominciare.
Evidentemente non era sufficiente spargere in giro disinformazione e far passare il concetto che alcuni torturatori comunisti volessero uccidere la povera Eluana con una straziante e dio solo sa quanto lunga privazione da cibo ed acqua.
Sarà necessario creare apposta un decreto legge che impedisca di dare a Eluana, dopo 17 anni di coma vegetativo e rianimazioni forzate che le hanno letteralmente disfato il cervello, la morte che le spetta di diritto. Questo perchè nel nostro paese ormai non conta più nemmeno quello che stabiliscono i palazzi di giustizia. Il nostro presidente (a cui per inciso auguro una morte lenta e dolorosa possibilmente perpetrata ad oltranza per l’eternità da medici incoscenti, politicanti da quattro soldi e prelati dei miei coglioni) può decidere di alzarsi una mattina e creare leggi apposta perchè le cose vadano come vuole lui.
Ok, il nostro presidente ha sempre fatto queste cose, ma di solito se le faceva per lui.
Girava il cazzo comunque, ma quantomeno non ci rimetteva la salute di nessuno.
La cosa agghiacciante, oltretutto, sono le motivazioni che lo spingono.
Prendiamo il papa, lui almeno ha una motivazione ideologica seria e radicata per portare avanti le stupidate che predica. Non capisce un cazzo in materia, ha l’apertura mentale di un secchio di letame, però quantomeno è spinto da degli ideali in cui crede e di questo, solo di questo, non posso fargli certo una colpa.
Berlusconi invece non sa neanche chi sia Eluana e di lei gli frega meno di zero. Sa bene, però, che comportandosi così si aggiudicherà il voto di quell’ampia parte illuminata, riflessiva e per nulla strumentalizzabile del popolo cattolico italiano.
Fatti due conti, inchiodarla per altri vent’anni al letto contro la sua volontà vale bene i voti che ne guadagnerà alle prossime elezioni.
Semplice. Molto più semplice della valutazione sul vendere o meno Kakà, per fare un esempio.
Intanto giornali e tv continuano a bombardare il pubblico con la foto di Eluana sorridente e la gente pensa: “Cazzo, ma vi pare il caso di ammazzare una ragazza così giovane e allegra? Tenetela in vita che magari si riprende.”
Io le farei una foto adesso.
Dopo 17 anni in un letto, ridotta ad un vegetale, sarà una piaga unica.
Farei vedere alla gente le condizioni in cui versa oggi.
Le reazioni sarebbero sicuramente differenti.
Il mio più grande rammarico è che ieri mattina, durante il trasporto di Eluana in quel di Udine, non ci siano stati tafferugli con i manifestanti.
Chessò, qualche ferito investito dall’ambulanza.
Avrei apprezzato molto.
Questa però non è l’unica questione per cui sono decisamente indisposto nei confronti del mio paesucolo.
Oggi è passato il Decreto Sicurezza.
Imbarazzante.
I medici dovranno/potranno denunciare eventuali clandestini dopo aver loro somministrato le cure di cui hanno bisogno.
Tralasciamo per un secondo la questione etica e deontologica e guardiamo ai fatti.
Quanti immigrati clandestini ricominceranno a buttare i neonati nei cassonetti per evitare la denuncia?
Ok, dei bambini dei clandestini non frega un cazzo a nessuno nel nostro paese, neanche al Comitato per la Vita.
Però della salute propria sì.
Quante epidemie potrebbero avere origine?
Purtoppo però anche a questo nessuno pensa. L’importante è solo alimentare la paura, che in questo periodo viene facilmente convogliata sugli stranieri e si trasforma in xenofobia. Nessuna sorpresa quindi se poi qualcuno decide di dare alle fiamme un indiano per finire la serata nè se gli amici di questo qualcuno commentano in diretta tv: “Vabbè, ma hanno dato fuoco ad un marocchino, mica ad una persona.”.
E’ tutto già visto.
E’ successo agli inizi del secolo scorso in Germania, quando il malessere e la crisi economica furono usati per coalizzare il popolo a seguire il suo Führer anche quando decideva di mandare a morte gli ebrei.
Hitler aveva semplicemente sbagliato bersaglio.
Noi saremo più furbi, africani e slavi non hanno amici importanti.
E comunque, anche fosse, basta negare.
Per questo serve tenersi buona la chiesa, loro a negare son bravissimi.
Io, dal canto mio, mi limito a segnalare a chi di dovere che se porprio ci tenesse a far vedere che nella bibbia non sono scritte solo idiozie adatte ad imbonire i contadini questo è il momento ideale per un bel diluvio universale.
Non voglio certo candidarmi all’arca, per carità, c’è sicuramente chi è più adatto e meritevole di me.
Però cazzo, se fosse possibile far parte del servizio di sicurezza all’ingresso, terrei volentieri fuori con le mie manine tutta la gente di cui sopra.
Sta sera, invece della preghierina, quasi quasi mando a Gesù il mio curriculum.

Pubblicazione #2

A volte il mio lavoro sa dare soddisfazioni.
Quando questo accade, mi piace bullarmene.
Due pubblicazioni in tre anni e mezzo non sono poche.
Mi ritengo fortunato.
E bravino.

Google Hit List [Gennaio 2009]

Gennaio solitamente è il mese in cui questo sito si rinnova.
Il 21 Gennaio infatti il mio blog ha compiuto i quattro anni di vita e, per la prima volta, non gli ho fatto nessun regalo. I motivi sono molteplici: scarso tempo a disposizione, scarse idee innovative, scarsa voglia di cambiare qualcosa che continua a piacermi così com’è, scarse necessità.
Oltre a tutto questo, mi sono palesemente dimenticato la data del compleanno.
Ti chiedo pubblicamente scusa, amico blog.
Ok, detto questo, direi che si può passare alla classifica del mese che mi ha dato parecchie soddisfazioni.
E un rammarico.
Non aver potuto dare il premio a colui/colei che ha cercato la lista dei suoi desideri in internet.
Pura genialità.
Mai vincitrice però fu più attinente, quindi questo mese va così.
Infine per la prima volta mi trovo in seria difficoltà nello scegliere il disco del momento, quindi premio quello che so essere l’evento live del 2009.

1 – diario di un poser
2 – lista dei miei desideri
3 – cataloghi per vedere pareti imbiancate
4 – dove comprare le tagliatelle di castagne già fatte ?
5 – non si vende kaka lyrics
6 – frasi simpatiche per chiedere la mancia
7 – prosperini snowboard
8 – se il dottorato è finito ad ottobre ma io ancora lo devo discutere sono o non sono dottoranda
9 – videi divertenti 31 dicembre
10 – misteri a crespi d’adda

Nota: aggiornata la sezione “musica”

Falsa partenza

Ancora una volta il primo concerto dell’anno non soddisfa.
Non siamo certo ai livelli dell’anno scorso, per carità, però la performance degli Alkaline Trio di questa sera lascia decisamente l’amaro in bocca.
Matt Skiba dal vivo è impresentabile.
Io l’ho visto tre volte e non mi è mai capitato di vederlo suonare nè cantare in maniera decente.
La prima volta non ero lì per loro, quindi ho sorvolato.
La seconda volta hanno piazzato una scaletta da brividi e ho sorvolato.
Questa sera non ci sono attenuanti, nemmeno il consueto show del batterista che da solo vale il prezzo del biglietto.
Non hanno fatto “Hell yes”, non hanno fatto “Warbrain” e non hanno fatto “Back to hell”.
Hanno fatto “Radio”, ma da come l’hanno suonata sarebbe stato meglio evitarla.
Insomma, come al solito scrivendo la valutazione del concerto viene fuori in maniera lucida: un live abbastanza orribile.
Non si inizia certo bene.
A giudicare dalla mia agenda però (che sarà online nella sezione musica con l’aggiornamento consueto di fine mese) di occasioni per rifarsi ce ne saranno abbastanza da qui alla primavera.
Speriamo bene.
A sto giro, mi sa che mi toccherà pure andare ad un festival metal.
Vedremo.
Intanto sta sera forse era meglio andare a sentire gli Helmet.
Ma anche no.

Acculturamento forzato

Approfittando del fatto che sono a casa con la schiena bloccata mi sono guardato Paranoid Park.
Dopo la visione del film ci ho riflettuto un po’ sopra ed ho concluso che non sto bene.
Ho trascorso l’intera durata della pellicola a cercare di capire di che marca fossero i vestiti dei protagonisti.
Ho evidentemente qualche problema.
Il film in se invece non mi è parso eccezionale, anche se curato.
In più ci ho letto una criminalizzazione dell’ambiente “skater” americano che, ovviamente, mi ha lasciato un po’ disgustato.
Forse però l’ho interpretato male.
Non posso escludere che la chiave di lettura fosse opposta a quella che io ne ho tratto, ma alla fine il cinema è ciò che arriva a chi guarda e non ciò che si propone chi gira, indi ho ragione io.
La cosa migliore del film, tuttavia, è la scena finale.
Non tanto per i fotogrammi in se.
Più che altro perchè è girata sulle note di “Angeles” di Elliott Smith.
E non aggiungo altro.

A volte è bello sbagliarsi

Per una volta non voglio fermarmi a riflettere su cosa c’è dietro.
Non voglio occuparmi dell’operazione mediatica, dell’imbonimento collettivo e della propaganda gratuita.
Per una volta voglio chiudere anche gli occhi sulla stampa che sta ribaltando la realtà dando il merito a chi non spetta.
Per una volta voglio fare l’italiano medio ignorante.
Kakà resta.
Ha vinto il cuore.
Il più forte che c'è!
*Siam venuti fin qua
siam venuti fin qua
per vedere RESTARE Kakà!

NON si vende Kakà

E’ fatta.
Kakà è un giocatore del Manchester City.
Nessuno ancora lo dice, molti ancora non vogliono crederci, tantissimi ancora sperano che la trattativa possa fallire.
Io no.
Io ormai sono conscio che il più forte di tutti ha già firmato.
Prove ovviamente non ne ho, ma ci sono troppi indizi per essere trascurati:
1- I bookmakers inglesi aprono le scommesse sul trasferimendo quotandolo a 3.16. Ieri era a 1.10. Oggi l’avvenimento non era più scommettibile. I bookmakers inglesi sono onniscenti.
2- Chiunque abbia visto giocare Kakà questa sera (eccezion fatta per quel beota di Serena, il commentatore di Premium) non ha potuto non vedere come cercasse solo ed esclusivamente il gol, ignorando i compagni ed andando sempre al tiro. Voleva segnare. Voleva salutare con un gol. Secondo me aveva pure una sottomaglia particolare, ma questo non posso dimostrarlo.
3- Il Milan per la prima volta ha dichiarato di essere disposto a cederlo. Non era mai accaduto. Questo vuol dire che per la prima volta i soldi sono arrivati davvero.
4- Il modo in cui i compagni l’hanno salutato a fine gara è stato più che eloquente. Ed è stato tremendo.
Alla luce di tutti questi fatti, io penso che l’affare sia già bello che chiuso.
E sono disperato.
Al momento non mi interessa discutere la scelta della società, di come tanto con i soldi presi non compreranno nessuno, non mi interessa nemmeno ricordare a tutti il presidentissimo che, dopo la finta offerta del Real e prima delle elezioni, diceva: “Kakà non se ne andrà perchè nessuno al mondo può venire e offrirgli più del Milan.”.
Al momento voglio solo rammaricarmi per la perdita del più grande di tutti.
Io ero troppo piccolo per apprezzare appieno Van Basten, ma quando si è ritirato ho pianto.
Oggi emotivamente sono su quei livelli lì.
In un mondo dove ormai dovunque guardo vedo solo dello schifo, lo sport che più amo si impegna a non essere da meno.
Non sono cose belle, queste.
Ora mi restano solo due speranze.
La prima è che Pato vinca quanto ha vinto Kakà prima di essere venduto.
La seconda è che qualcuno ci liberi di Ancelotti e Sedorf.
Anche gratis.
Anche con la violenza.

NBA All-Star Game 2009

Come ogni anno, ecco la consueta votazione dei miei due quintetti personali per la gara delle stelle.
a sto giro ci sono state diverse difficoltà nel selezionare i giocatori.
A ovest ad esempio ho dovuto lasciar fuori Brandon Roy e Kobe che non potevano certo ambire a togliere spazio al Barone e a CP3. Oltretutto, per quanto io sia calabrone nell’anima, non me la sono sentita di dare a Chandler il posto che nella mia selezione è made in China ormai da diversi anni.
Ad est in compenso tutto è stato più facile e l’unica esclusione pesante è stata quella di Wade.
Ah, ovviamente il voto al giocatore è andato al Mago, che quest’anno sta giocando decisamente forte. Tempo un paio di stagioni e quella merda di Bosh se la mangia.
Ora resta solo da trovare il sito web pirata su cui vedere l’evento in streaming.
Chiederò ad Ivano, che lui di ste cose ne sa.

19/01/2009
Errata: ho deciso di apportare due modifiche last minute: fuori Arenas per Wade e fuori Marion per Pierce. Il primo lo cambio solo causa infortunio, il secondo invece è stato una brutta dimenticanza.

I quintetti del Manq

Sui giovani di ieri, i giovani d’oggi ci scatarrano su.

Gli afterhours andranno a Sanremo.
Ho da sempre ritenuto gli afterhours dei buffoni.
Non ho mai ritenuto un reato andare a Sanremo. Tuttavia mi riempie di una certa soddisfazione vedere lo sgomento sulle facce di tutte quelle persone che li hanno idolatrati e che adesso si sentono traditi. Perchè anche di gran parte di quelle persone, in fondo, ho sempre pensato quello che pensavo degli Afterhours. Per quei fan sì che andare a Sanremo è reato. E’ sinonimo di quell’orribile cosa che è la “commercializzazione”.
Molti daranno loro degli incoerenti.
Molti altri diranno che la canzone fa schifo.
Io, probabilmente, farò entrambe le cose.
Premetto che, come già anticipato, a mio modo di vedere l’andare a Sanremo è una cosa che non toglie nulla alla carriera di un artista. E’ un’occasione che capita spesso a chi, come gli afterhours, fa musica da vent’anni (more ro less). Capita perchè i tempi cambiano e adesso gli addetti ai lavori sono i giovani di dieci, quindici anni fa e quindi è normale che i canoni di selezione, i gusti e le scalette si rinnovino anche in un carrozzone statico e a dir poco vintage come può essere Sanremo.
E’ normale che una cosa del genere possa capitare e siccome l’invito è foriero di entrate facili, è altresì normale che di fronte ai soldi nessuno tenda a girarsi dall’altra parte.
E allora perchè mi accanisco?
Perchè questa cosa può farla chiunque, tranne chi fonda una carriera facendo dell’essere underground il suo motto e soprattutto, permettendosi di criticare chi invece non è perfettamente inserito nel loro concetto di “alternativismo”. Se passi una vita a insegnare in giro cosa vuol dire essere alternativo poi a Sanremo non ci vai, altrimenti io ti do del ridicolo.
Com’era la lezioncina?
“Domenica in barca a vela e lunedì al Leonkavallo?”
Mavaffanculo.
Pensavo che qualora avessi deciso di scrivere di Sanremo mi sarei dedicato a quell’ipodotato di mente chiamato Povia.
Quello che è stato gay, ma che è “guarito”.
E che cura avrà mai usato?
Supposte?
Credo che in un qualunque paese civile ci siano persone che la pensano come lui. Tuttavia in qualunque altro paese civile un’affermazione del genere verrebbe ritenuta potenzialmente offensiva e non verrebbe permesso al primo lobotomizzato di passaggio di andare in diretta nazionale, davanti a milioni di persone a gridare questa cagata.
Per evitare di offendere la sensibilità altrui.
Un po’ come se andassi io a Sanremo a cantare una canzone con delle bestemmie dentro (pezzo per altro che in un passato neanche troppo remoto credo di aver interpretato insieme ad una notissima band brianzola). Per quanto milioni di italiani bestemmino cotidie, si riterrebbe offensivo quel tipo di messaggio e non si potrebbe tollerare che questo finisca in diretta TV.
Perchè non si tollerano le bestemmie in tv, mi pare.
E allora perchè a Povia è concesso insultare la gente?
E non mi si parli di minoranze, perchè credo che in Italia oggi ci siano molti più gay che persone che arrivino a sentirsi offese da un moccolo.
L’unica, minuscola, soddisfazione è che quantomeno Povia dimostra cosa vuol realmente dire essere di CL, altro che DJ “Rotten” Francesco.
Se quest’anno a Sanremo ci fossero stati i Finley, avrei consumato 100 ricariche per farli vincere.
I Finley sono dei fighi.

* ho realmente faticato a scegliere il video da linkare. “Sole di Settebre” spacca, ma anche “Domani” e “A Occhi Chiusi” sono ottime.