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Su Milano

La Milano che amo, ogni tanto, si lascia apprezzare.
Questo accade perloppiù in circostanze anomale e difficilmente riproponibili, ma credo sia la principale ragione per cui, quei momenti, diventano superbi.
Magici.
L’ultima volta che mi sono innamorato della meravigliosa città situata a due passi da casa mia era Maggio, erano le 8.00 di Domenica mattina ed ero in Duomo.
L’ultima volta prima di sta sera.
Esattamente come è capace di farti girare ore tra sensi unici e code alla ricerca di un parcheggio che non sia per residenti o a pagamento, Milano riesce anche a suggestionarti mentre al volante giri per le sue intricate vie del centro.
Servono le condizioni giuste.
Circa un’ora fa io ho creato queste condizioni semplicemente scegliendo un’uscita dal parcheggio sotterraneo che non coincidesse con l’entrata.
Una volta fuori, la sensazione era quella di non essere più nella stessa città di prima.
Ero totalmente spaesato, in balia di ciò che mi circondava e ansioso di ritrovare in questo panorama anche il minimo segnale che potesse indirizzarmi.
Alle 2.00 di notte perso per il centro di Milano mi sono ancora una volta innamorato di questa città.
Le strade erano sgombre e nell’aria si percepiva l’atmosfera della serata che finisce, quella piacevole sensazione che si prova quando la calma scende come un velo sulle frenesie di una città iperaccelerata nel divertirsi quanto nel lavorare.
Non conta se chi era in giro fino a poco prima si sia rintanato nel caldo del suo letto o in qualche locale per tirare mattina, la vita ha comunque abbandonato le vie e le piazze se non in sporadici casi di solito coincidenti con qualche McDonald.
La gente che esce dai fast food quando tutto intorno le insegne sono spente rappresenta appieno il concetto che sto cercando, forse in vano, di esplicitare.
E così io ho girovagato per il centro, senza sapere dove fossi e senza sapere dove andare, ma attento a tutto ciò che mi si parava intorno.
Poche macchine per strada, poche luci, solo la calda tranquillità del mio abitacolo come campione rappresentativo dell’atmosfera circostante.
Musica soffusa e pensieri veloci.
Nessun problema se per qualche minuto ho vagato senza meta, il viaggio si trasforma in scoperta di una Milano che difficilmente sa concedersi.
Ed è stregato da questo paesaggio che sono giunto, non so come nè perchè, in piazza S. Babila.
Alle due di notte, piazza S.Babila è tanto evocativa da apparire surreale.
Avrei potuto fermarmi lì e starci per ore, come in una bolla.
Avrei voluto farlo.
Tornerò in macchina a Milano Lunedì mattina per andare al lavoro. Tutto sarà diverso e la città tornerà a mostrare il lato di se che più spesso esibisce, cercando di farmi dimenticare quello di cui è realmente capace.
Spero non ci riesca.

3 commenti su “Su Milano”

  1. alle due di notte se ci si perde per il centro si finisce sempre in san babila, non si sa come ma è sempre così…
    che bello che i locali stanno aperti fino a tardi…

  2. io ho provato solo in un paio di occasioni a gustarmi la Milano by night, ma devo concordare con il Manq.
    Il ricordo notturno più bello che ho di Milano è l’odore fragrante della panificazione…
    cmnq bel post poetico Manq

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