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E’ tempo di bilanci

Le vacanze sono finite.
Scrivere qualcosa loro riguardo prima di riprendere il lavoro mi sembra doveroso, cercando di fare un’analisi il più possibile oggettiva.
Inizierò col dire cosa non mi è piaciuto della mia trasferta iberica. In primis è durata troppo a lungo. Questa per me è stata la prima vacanza inserita in un contesto lavorativo stabile e spero vivamente che gli anni a venire la situazione permanga questa, tuttavia diciotto giorni di viaggio sono troppi se si parte il giorno dopo aver smesso di lavorare e si rientra il giorno prima di riprendere le ostilità. Per quanto possa essere bella, la vacanza itinerante è tutto fuorchè rilassante e si corre il rischio di rientrare più stanchi di quando si è partiti. Questo, ovviamente, non va bene. L’ideale sarebbe stato rientrare dopo 11 o 12 giorni al massimo perchè mi sarei goduto di più il viaggio e avrei avuto modo di riposare al rientro. Come per ogni cosa però l’esperienza insegna e d’ora in poi farò quanto possibile per utilizzare i miei 15 giorni di “ferie” in maniera più intelligente, spezzandoli magari in due tronconi. La seconda cosa che non mi è piaciuta della vacanza è stata l’Andalusia, una totale delusione. Forse è stato anche perchè, come già detto, ci sono arrivato stanco e svogliato. Forse in quelle condizioni non avrei apprezzato nulla anche in altri contesti, tuttavia dialogando con i miei compagni di viaggio il dubbio che molto della delusione sia effettivamente imputabile alla regione spagnola resta. Terza ed ultima cosa che non rientra nei canoni del mio gradimento è l’approccio alla vacanza che abbiamo utilizzato. Partire senza un minimo di idea su cosa fare, dove andare e come organizzarsi brucia molte possibilità, soprattutto se non si ha nel proprio DNA lo spirito dell’avventura e dell’adattamento, cercando sempre e comunque livelli di comfort non indispensabili. Questo però è più che altro un parere personale che si è rivelato non condiviso dal resto dell’entourage ed avendo io deciso di andare via con un gruppo di persone è giusto che mi sia adattato all’opinione comune. Alla fine, bilanci economici alla mano, non è neppure andata così male e quindi più che una lamentela questa vuole essere una semplice considerazione.
Detto questo posso tranquillamente affermare che la vacanza, analizzata nel suo insieme, è risultata assolutamente positiva sia per quanto visto (ovviamente Andalusia esclusa), sia per i compagni di viaggio. Dopo il rimpianto del non poter essere partito l’anno scorso per gli States, tenevo molto a farmi un viaggio con i miei amici. Sentivo come se servisse a chiudere un ciclo che per molti anni della mia vita ha caratterizzato le mie estati. Non so cosa sarà l’anno prossimo, o quelli ancora dopo, tuttavia credo sia difficile ricapiti l’occasione di viaggiare insieme per 18 giorni ed è bello essermi tolto la soddisfazione di farlo quest’anno. Con questo non voglio dire che non partirò più insieme a loro, spero ricapiti tante altre volte, ma credo che tempistiche e modalità non saranno più le stesse.
Bene, prima di concludere con l’immancabile pagellone della vacanza mi prendo ancora qualche riga per parlare di fotografia e di compilation estive. Riguardo il primo ambito devo dire di non essere molto soddisfatto della mia produzione iberica. Nel tentativo di smanettare con esposizione, messa a fuoco e quant’altro ho prodotto pochi scatti che realmente mi piacciono. Ho messo online diciotto foto, aggiunte all’archivio con la solita modalità, e di queste solo alcune penso siano venute bene. Le altre le ho inserite più che altro per completezza. Resta il grosso rammarico di aver perso un’intera giornata di scatti fatti a Toledo, unica città della Spagna ad avermi emozionato, a causa di un non ben precisato problema con l’SD.
Peccato.
Sul fronte compilation invece sono molto soddisfatto del mio ultimo prodotto. Suona bene e rispecchia appieno l’idea che avevo in testa, forse per la prima volta da che mi cimento con la produzione di selezioni musicali. Con Climax sono tre le compilation che ho creato, per la quarta ci sarà tempo e modo più avanti.
Ok, vado con il pagellone della vacanza:
Voto 10.
Allo Scudo. Perchè ci ha tenuti uniti durante la vacanza, perchè ci salutava tutti i giorni, perchè riusciva a far arrivare in orario Missa, perchè era buono e disponibile e perchè nessuno a parte me e Max ha mai provato a farlo sentire a suo agio tra noi, sempre messo in rivalità con un Explorer che non ha mai nemmeno conosciuto. Eroe.
Voto 9.
Ai gibboni. Veri o di peluches non fa differenza, sono sicuramente stati una delle cose più belle che ho visto, con la loro aria intellettuale e sprizzante la superiorità di chi sa di avere il reale dominio di Gibilterra. Aristocratici.
Voto 8.
Al Docks Club di Lisbona. L’unico locale che mi ha soddisfatto durante la trasferta, facendomi ballare per tutta la notte. Bella gente, bella musica e bel posto. Vida Loca.
Voto 7.
A Max. Oltre al fatto che dopo moltissimi anni è tornato in vacanza con noi gli va riconosciuto un impegno immenso profuso nel tentativo di apprendere il dialetto milanese. Sforzi che l’hanno portato ad una discreta padronanza della lingua. Volenteroso.
Voto 6.
Al Portogallo. Per le città ed i posti visitati avrebbe potuto ambire anche ad una posizione più alta in classifica, ma la presenza dei portoghesi e della sporcizia ne hanno compromesso la valutazione. Trascurato.
Voto 5.
Alla filosofia Zen. Sebbene io stesso sono stato promotore dell’autoregolazione sul linguaggio colorito tenuto in pubblico, gli estremisti con cui viaggiavo hanno portato un buon proposito a diventare un’asfissiante oppressione che non può che essere osteggiata. Eccessiva.
Voto 4.
Alla Spagna. La bellezza di Toledo e dintorni non basta a sopperire al brutto degli altri posti visitati. Se ci si aggiunge che su quattro paelle mangiate, tre si siano rivelate orribili e che ho bevuto la sangria solo due volte in 10 giorni, beh, si spiega la valutazione. Delusione.
Voto 3.
A S.Miguel. Si è spacciata per mesi come sponsor ufficiale della vacanza e poi, una volta sul posto, non si è mai fatta trovare. Fortunatamente Super Bock e Cruzcampo hanno preferito i fatti alle parole e ci hanno sostenuto. Latitante.
Voto 2.
A Sintra. Questo posto avrebbe sicuramente meritato un voto ancora più basso, ma mi è risultato impossibile scalzare dall’1 e dallo zero ciò che seguirà. Ciò non toglie che Sintra sia inguardabile, che le sue attrattive (tutte rigorosamente a pagamento) siano pessime e che ciò non bastasse ho rischiato di impazzire sotto i colpi del pifferaio maledetto che ci ha suonato attorno per due ore, con la bava che gli colava dall’estremità inferiore del flauto. Censurabile.
Voto 1.
A Romao. Emblema del livello della cucina portoghese e dei lati negativi del Portogallo previa menzionati. Per chiarire, dietro al tavolo cui eravamo seduti per cenare, era situato il bagno. A vista. E questo è niente in confronto alla zuppa che mi hanno servito. Disgustoso.
Voto 0.
Al Real Alcazar di Siviglia. Ogni commento è superfluo. Una merda.

Ok, con questo è proprio giunto il momento di chiudere. Prossimamente penso scriverò qualcosa riguardo a tutti i dischi che ho ascoltato di recente, perchè sono tanti ed alcuni meritano di essere commentati.
Ora mi faccio un sognetto.

10 commenti su “E’ tempo di bilanci”

  1. super bock batte la sagres a mani basse.

    portogallo un po’ trascurato si, ma forse più vivo e meno finto.
    dispiace non ti sia piaciuto!

    saluti, fili

  2. perchè 0 all’alcazar?
    cioè, se non piace, uno dà 4,5… se dai 0 vuol dire che proprio ti ha fatto schifo, qual è il motivo?

  3. Caro anonimo, non avrei voluto addentrarmi nel commentare il Real Alcazar, pensavo che quanto detto nel post fosse ampiamente sufficiente.
    Evidentemente mi sbagliavo e quindi per prima cosa ti ringrazio di aver sollevato la questione.
    Sarò felice di risponderti.
    Il Real Alcazar di Siviglia fa schifo. Sembra un’esposizione di piastrelle da bagno kitsch, per giunta brutte e spesso incollate senza il minimo gusto. Per non parlare dei giardini, mal curati e sporchi. Se a tutto questo aggiungi che entrare a visitare questa trashata costa 7 euri, hai abbastanza elementi per comprendere la mia valutazione.
    Per chiudere un aneddoto.
    Uscito da una stanza mi sono trovato di fronte un piccolo stagno posto su una terrazza nel quale sfociava una graziosa cascata dall’alto. All’inizio ho pensato: beh, questo almeno è bello.
    Poi ho visto l’acqua: era verde e non vi si vedeva attraverso. Sembrava passato di verdure. Dava la nausea. Non pago ho esaminato la cascata. Non era una cascata. Era una grondaia di lamiera che riversava i suoi scarichi nello stagnetto.
    A quel punto, ho maturato la valutazione.

  4. forse le “piastrelle” sono solo un tipo di arte che non preferisci, si tratta di un palazzo molto antico e più volte “rimaneggiato” nel corso dei secoli, ma le tecniche mudejar sono la testimonianza di un passato davvero glorioso; purtroppo ora l’andalusia è molto più povera, ma va osservata nel suo contesto generale. spero proprio che tu abbia modo di ricrederti perchè io l’ho trovata affascinante, sotto molti punti di vista. forse tu non eri semplicemente in vena di una vacanza istruttiva o artistica, o magari avresti dovuto prenderla a piccole dosi… in bocca al lupo x la prossima vacanza dunque!!

  5. E’ ovviamente tutta questione di gusto personale.
    Grazie mille per la visita e per gli auguri, che ricambio.
    Resta il tarlo di sapere con chi sto parlando…

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