The day after
E’ passato il giusto numero di ore perchè io possa parlare di ieri sera.
Intendo parlare della mia serata, perchè della partita in se non c’è nulla da dire oltre a quanto ho scritto nel post precedente. E’ anche per quello che a quel post non sarà mai possibile aggiungere alcun commento.
Non serve.
Le emozioni provate ieri, gli episodi e la festa invece meritano di essere annotati, anche se difficilmente potrò mai scordarli.
Come dimenticare l’atmosfera del pre-partita a casa di Simo, le bestemmie a profusione, i rituali scaramantici, la tensione, l’attesa di sapere il risultato da qualcuno vista la scelta di non guardare i calci di rigore* e l’esplosione di abbracci e baci una volta conquistata la coppa?
Impossibile.
Nel 1982 ero troppo piccolo perchè potessi ricordare cosa significa vincere un mondiale.
Ora lo so ed è indescrivibile.
In assoluto la cosa più coinvolgente che io abbia mai visto.
Un intero paese in festa.
Unito.
Splendido.
Questa mattina ho comprato la “Gazzetta dello Sport”.
Non lo faccio mai, tuttavia oggi era necessario.
Andrà incorniciata ed appesa in camera come cimelio così da poter essere conservata e magari riguardata tra vent’anni con il sorriso.
Proprio nel momento di maggiore distacco dal calcio, dopo aver visto i miei due idoli lasciare il Milan, dopo aver appreso di tutte le nefandezze che si nascondevano in seno al nostro campionato, ecco che questo sport è riuscito a regalarmi l’emozione più grande.
E’ proprio vero che il calcio è imprevedibile.
Dopo ieri sera non mi interessa come andranno i processi o la campagna acquisti.
E’ giusto che chi è colpevole paghi pesantemente e se questo significa uno, due o dieci anni in serie B non è importante.
Dopo aver assistito alla vittoria del mondiale sono pronto a tutto.
*guardandoli, a risultato noto, ero comunque un po’ teso.