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2006

Doccia fredda

Sono tutte morte.
Tutte.
Stamattina sono entrato in camera sterile, ho aperto l’incubatore a 37°C, ho preso con cura le mie tre flask T75 e la 24 well plate in cui avrei dovuto trasfettare, le ho guardate a microscopio e ho così preso atto dell’accaduto.
E’ come se mi avessero messo sotto una doccia fredda mentre ancora dormivo.
Avrei voluto tirare il tutto contro il muro e gridare.
Il mio capo sostiene sia un problema di siero, poichè con l’FBS della S***a© era già capitata una cosa del genere ad Elena, la dottoranda che lavora con me. Lei però lavorava su cellule più delicate rispetto alle mie e quindi si è pensato che per me quel siero potesse andare comunque bene.
Evidentemente non è così.
Fortunatamente non ho buttato via troppo lavoro, poichè nella fase in cui sono traslare gli esperimenti di un paio di giorni per ristabilire le colture non è un grossissimo problema, tuttavia quello che si prova di fronte ad uno spettacolo del genere è terribile. Il peggio è che al momento nel mio progetto ci sono già abbastanza interrogativi che, per essere chiariti e dissipati, richiedono prove continue e conseguenti tentativi fallimentari volti a “trovare la strada giusta”. Questo è normale per chi fa un lavoro come il mio, tuttavia non sempre è facile lavorare giorni solo per dire: “Ok, così non va, proviamo in un altro modo.”. La cosa a volte risulta un pochino avvilente, senza che vi si aggiungano imprevisti tipo quello odierno.
Mi hanno detto tutti che sono cose che capitano e che non devo abbattermi.
Non è facile.
Magari domani, se le cellule che ho scongelato e piastrato oggi con un nuovo siero cresceranno, il morale tornerà alto.
Adesso tuttavia sono moderatamente nervoso.

La mia risposta definitiva

Sono seriamente convinto che nessuno possa dirsi felice della propria vita.
Ciò nonostante alcune cose la rendono meritevole d’essere vissuta.
Sono poche cose, in rapporto alla totalità di ciò che la compone, ma ne sono il sale e costituiscono l’unica ragione per cui si va avanti.
Se la vita fosse una lavagnetta in cui è possibile cancellare quanto non ci piace di quel che si è scritto, probabilmente io potrei dare un colpo di straccio a gran parte, se non a tutto quello che in questi 24 anni abbondanti avrei tracciato su di essa. Soffermandomi a riflettere non c’è nulla di quanto ho vissuto che non presti il fianco a una possibile valutazione negativa e quindi associato ad un “magari non fosse andata così…”.
Tuttavia questo giudizio è profondamente ingiusto, poichè si sofferma su quanto di negativo accaduto, ma mai su quanto di bello e positivo ho tratto dalle esperienze del mio quarto di secolo scarso.
Per questo credo di poter affermare di non essere soddisfatto della mia vita solo in virtù del fatto che sono incapace di essere soddisfatto di qualunque cosa.
Quanto appena scritto però non può negare il malessere dato dall’insoddisfazione.
La coscienza non aiuta a superare il problema.
Che schifo.

Emo

Eccomi appena tornato dal live dei Lagwagon e quindi eccomi puntuale a scrivere le mie impressioni.
Innanzi tutto un grazie monumentale a Daniele che mi ha dato il biglietto e mi ha permesso di andarci, regalandomi così una bella serata.
Fatto il doveroso riconoscimento, la cosa che più mi sta a cuore dire non riguarda la musica.
Di quella parlerò dopo.
L’analisi riguarda le persone. Si cresce, è innegabile. I gusti cambiano e molto spesso si preferisce archiviare ciò che si è ascoltato in gioventù al grido di “ero giovane, ora sono diverso.”.
Vero.
Innegabile.
Così quando arrivano i Lagwagon a suonare a Milano il pensiero è: “che ci vado a fare? Non sono più tipo da quella roba.”. Ebbene andandoci comunque la sensazione non è per nulla quella e il pensiero diventa: “sarò anche cambiato, ma queste cose continuano a divertirmi e cazzo, vorrei mi divertissero finchè ho fiato in corpo!”.
Come me devono pensarla un sacco di persone che, puntualmente, capita di incontrare in queste situazioni. E’ stato bellissimo rivedere Carlo e Marco, Fabio Uni, Jack “Lorenzo” Burton e Francy e Marta BG. Quest’ultima tra l’altro studia farmacia a Milano eppure non l’ho mai vista. Comunque, se anche l’avessi vista in quella situazione e non sta sera, sarebbe stato diverso.
Così si viene rapidamente trascinati dall’atmosfera, aiutati da “Violins”, “May 16”, “Alien 8”, “Razor Burn” e tutti quei pezzi che si cantano a squarcia gola, saltando e alzando le corna al cielo. Non conta che Joey Cape non avesse un filo di voce questa sera, l’atmosfera e l’attitudine hanno colmato agilmente la lacuna.
Non so perchè, ma ho sempre l’impressione di poter sembrare ridicolo in queste situazioni.
Chissenefrega.
E’ in serate e momenti come questi che si assapora la felicità vera e quindi sono contento dell’essermela goduta appieno.
Col senno di poi, a non andarci avrei commesso uno sbaglio enorme.
Credo di aver detto tutto, anche riguardo alla musica.
Potrei aggiungere che hanno suonato in maniera impeccabile e precisa, ma se anche così non fosse stato, non credo avrebbe fatto differenza per me quindi l’elemento non è certo rilevante.
Vedrò altri concerti prossimamente, ma credo che nessuno avrà questo impatto emotivo.

Sogno

Non capita mai che io mi svegli e ricordi quanto ho sognato durante la notte.
Forse è perchè dormo poco o perchè il mio sonno è troppo profondo, non saprei dire. Le mie conoscenze in materia sono pressoché nulle e quindi darmi delle risposte mi è impossibile.
Questa mattina non dovevo andare al lavoro e ho quindi potuto protrarre il mio sonno più a lungo, tuttavia il mio bioritmo ormai saldamente formato ha fatto sì che mi svegliassi comunque intorno alle 8.00. Uno sguardo rapido al cellulare, un pensiero al disappunto provato nel realizzare l’inutilità dell’essere sveglio e il pronto ritorno al sonno innescato dal classico “voltarsi dall’altra parte”.
Così mi sono concesso un altro paio di ore di sonno, di quel sonno leggero e frammentato di chi non ha la tranquillità di poterlo continuare ad oltranza e sa che presto dovrà svegliarsi, di nuovo.
Ebbene, ricordo quanto ho sognato in quel lasso di tempo e quindi ho deciso di annotarlo qui. Premetto che, ad una mia prima analisi, quanto sto per scrivere è risultato totalmente privo di alcun senso. Come detto però, non so nulla in materia e quindi il mio giudizio potrebbe essere troppo superficiale. Mi limito quindi a riportare il tutto con spirito cronista, lasciando in sospeso i pareri e le opinioni personali in merito.

Sono al mare.
Non saprei contestualizzare dove, ricordo solo un ponte con una ringhiera, sopra delle altissime scogliere. Ricordo che l’attività principale del gruppo di persone con cui sto è saltare al di là della ringhiera e gettarsi dal dirupo, tuffandosi nelle acque dell’oceano. Non saprei dire da chi sia composto il gruppo con cui sono in vacanza, ma il feeling è quello che si ha in compagnia con degli amici pur non focalizzando la faccia di nessuno di questi.
Ad un certo punto il sogno mi vede costretto a salutare tutti per andare ad assistere ad un concrto. Mi reco quindi in una sorta di Hotel/Residence per prepararmi ed entrando incrocio l’Ottolini. Dapprima non la riconosco, ma poi riflettendo torno indietro a salutarla. E’ piuttosto diversa, sembra più vecchia, tuttavia mi risponde di essere lei e ricambia il saluto. Immancabile, vista la presenza della previacitata, ecco fare il suo ingresso la Ilo. Arriva con quello che dice essere il suo ragazzo, un tamarro col capello a spazzola e diversi piercings alle orecchie, la cui fisionomia non rimanda a nessuno che conosco. Anche lei ha fattezze decisamente diverse da quella della Ilo reale e anche lei fa finta di non vedermi. Puntuale la seguo per salutarla e lei ricambia con simpatia. Il suo ragazzo invece inizia a prendermi per il culo pesantemente. Decido di andarmene, ma lui insiste e così mentre mi allontano gli rispondo male. Il tipo a quanto pare non aspetta altro ed iniziano dei tafferugli fatti più che altro di spinte e frasi intimidatorie cui rispondo puntuale fino all’intervento di amici non meglio identificati, che si frappongono tra noi.
Me ne vado, questa volta sul serio, ed arrivo in quella che credo essere la mia sistemazione. Nel tentativo di trovare dei vestiti adatti al concerto ribalto un borsone blu, da cui esce un sacco di roba. La ricerca dura un po’ perchè non saltano fuori i pantaloni corti che cerco.
Mi incazzo mentalmente con mia madre rea di averli dimenticati nonostante le avessi detto esplicitamente di metterli in valigia. La rabbia tuttavia dura poco poichè i pantaloni saltano fuori. Li abbino ad una polo dell’Atticus identica a quella sfoggiata da Tom Delonge sull’ultimo numero della rivista Kerrang, che una volta indossata mi fa riflettere sul fatto che ho una pancia smisurata, nel sogno ancora più grande di quella reale.
Esco e parto per il concerto, che si tiene in una sorta di aula conferenze in cui un sacco di ragazzi sono seduti con carta e penna tra le mani. Molti di questi hanno una candela accesa sul loro banco.
La cosa mi sembra del tutto normale.

A questo punto mi sono svegliato.
Bizzarro.

The gift

“Would it make you feel much better
If it was you against the world
If you were an alien
If it were conspiracy
And would it hurt to live in comfort
If you found someone to trust
If you knew that you were with us
If we shared a common goal

But you will isolate, alienate
No one can appreciate the poor miss understood
Can you see that I don’t care anymore

Do you ever stop to listen
Are you a martyr for your pride
Does it makes you feel much better
When you are an alien?”

Thanx to: Daniele

Nottetempo

Freddo.
Ci saranno pressapoco 16° C in camera mia a quest’ora.
E’ normale, i miei dormono ormai da almeno 4/5 ore e il tepore dei piumoni Ikea permette di lasciare i caloriferi spenti durante la notte. Io sono a casa da un’oretta e mi trovo di fronte allo schermo del PC a digitare i freddi e rumorosi tasti della mia Logitech di modo che la pagina che sto scrivendo prenda forma. In sottofondo le note più varie, selezionate rigorosamente dal caso tra tutti i brani del mio catalogo multimediale. Il volume è per forza di cose bassissimo, ma nel silenzio generale il suono è comunque sufficientemente definito da farmi sentire meno solo.
Gran parte del tempo intercorso tra il mio rientro e questa attività è stato dedicato allo studio del nuovo templato. Ci lavoro da veramente molto tempo e sono contento di poter dire che è finalmente finito. Grafica nuova, problemi di compatibilità con risoluzione di 1024×768 risolta (almeno stando ai test effettuati) e conferma delle introduzioni fatte da me al templato attuale. Permane unicamente da fissare il baco per la compatibilità con Browser che non siano IE6, tuttavia questo è un problema di second’ordine che proverò a risolvere, ma che non vincolerà la release. La data di presentazione è già stata decisa.
Mi si chiudono gli occhi.
Voglio scrivere ancora un po’.
Tengo duro.
Domani mattina non lavoro e posso permettermi una notte brava. Il saggio di Renilla Luciferasi ha dato i valori attesi, forse anche prima del previsto. Sicuramente prima di quanto io avessi previsto. Le trasfezioni effettuate fino ad ora sono andate bene e le mie culture cellulari di HeLa sembrano non risentire della mia mano inesperta, continuando a proliferare come da programma. La soddisfazione che si prova ad avere dei risultati sul lavoro è immensa, a mio avviso poco paragonabile a qualunque risultato in ambito di studio. E’ come se una colata di cioccolato caldo mi avvolgesse il cuore.
E’ entrata mia madre. Si è appena svegliata e consiglia caldamente di prendere la via delle coperte.
Credo che le darò asolto.
Tuttavia lascierò iTunes acceso, spegnerò solo il monitor privando la stanza anche dell’ultima luce decisa. Non sopporto i rumori del silenzio che si sentono di notte, tuttavia la luminosità dello schermo del PC non mi permetterebbe mai di prendere sonno. Molto meglio il buio costellato dei led colorati disseminati per la stanza, l’atmosfera che crea è oltretutto anche più affascinante.
Mi alzo.
Tolgo i vestiti.
Oggi è finito.

News

Quanto amo le news.
Sono il sale della vita, siano queste positive o negative.
In breve, ecco le più salienti dell’ultimo periodo:
1 – Da Gennaio il mio “futuro appartamento” diverrà sfitto. Trattasi del monolocale in cui viveva la mia nonna materna e che diverrà la mia dimora nonappena avrò uno stipendio fisso. La data prevista per il grande passo è primavera 2007 e l’attuale inquilino avrebbe dovuto lasciarla giust’appunto a Gennaio di quell’anno. Tuttavia pare abbia trovato una sistemazione più consona già da quest’anno e quindi presto la mia futura dimora resterà vuota. In quest’anno quindi avrò tutto il tempo di fare i primi sopralluoghi volti a progettarne la sistemazione. Per quanto riguarda i mobili, dovrebbero esserci ed essere a posto, ma viste le mie ampie disponibilità economiche, per il momento direi che potrebbero andare anche fossero a pezzi. Lo spazio è piuttosto piccolo e va studiato al meglio in modo che sia sfruttabile appieno. Vivere da solo ed essere indipendente è attualmente la mia più grande aspirazione. Non resta che fare i debiti scongiuri.
2 – Annullato il live “Coheed and Cambria vs. Thrice”. Oggi mi sono presentato al rimborso del biglietto, ottenuto agilmente seppur con la perdita delle spese di prevendita. Pare che i Thrice suonino comunque, in quella stessa data. Se così fosse niente mi impedisce di presentarmi in loco in serata e comprare l’eventuale biglietto sul posto, senza il rischio di bruciarmi 18 euri. Ora quindi nel mio portafoglio stazionano solo due biglietti: Silverstein e Bloodhound Gang. Una vocina malata oggi mi suggeriva di reinvestire i soldi recuperati in un biglietto per i Lagwagon, tuttavia ho preferito non ascoltarla.
3 – Vieri lascia il Milan, destinazione Principato di Monaco. Al suo posto giungerebbe Amoroso. Nulla da aggiungere, grande esultanza.
Da Brugherio è tutto, a voi studio.

Spiegazione

Viste le numerose richieste di spiegazione riguardanti il post precedente mi sembra corretto fornirle in via ufficiale.
Il pensiero del compianto Giorgio Gaber cui facevo riferimento è “Io non mi sento Italiano”, frase che indubbiamente esprime quanto ho provato leggendo il citato articolo. Se l’Italia è questo, un paese che non ha nulla di meglio a cui pensare che stupide e puerili recriminazioni, e lo è per certo, io non mi sento di farne parte. Dirò di più, io mi sento superiore. Questa mia affermazione è piuttosto pericolosa e me ne rendo conto anche ora che, dopo averci meditato sopra, mi sono deciso a scriverla.
L’uguaglianza è illusione.
Gli uomini, grazie al cielo, non sono tutti uguali.
Se è vero che “l’italiano medio” sguazza in queste notizie al limite del gossip, apprezzando la politica solo se fonte di zuffe tra “vip”, io non mi sento tale e mi infastidisce anche solo pensare di poter essere considerato uguale a persone del genere.
Io non sono uguale a Calderoli.
Io non sono uguale a Franca Ciampi.
Io non sono uguale a coloro che reputano interessante questa notizia.
Io sono diverso.
L’arroganza che mi prende quando faccio questo tipo di riflessioni è ai limiti del patologico. Mi ritrovo in un lampo a giudicarmi migliore degli altri in un processo che, propagandosi a macchia d’olio, investe una moltitudine di individui. La pericolosità intrinseca a ragionamenti di questo tipo è lampante e contraddistingue non solo quest’ambito del mio pensiero.
A volte mi sorprendo a riflettere e tessere le lodi dell’ignoranza come unica portatrice di felicità, oppure dell’ipotetica “dittatura giusta”, in un mix da cineteca tra Neo e Anakin Skywalker.
Chi mai avrebbe bisogno della pillola rossa se ignorasse l’esistenza di Matrix?
Chi mai potrebbe non approvare la follia delle riflessioni sulla dittatura che il non ancora Darth Vader snocciola in Episodio II?
Mi trovo in difficoltà se penso a queste cose che reputo essere i punti chiave della debolezza dell’uomo.
Probabilmente sono solo un pazzo come ce ne sono stati tanti, che come tutti i pazzi si crede l’unico sano.
Fortunatamente però capita che qualcuno mi faccia capire i miei limiti e mi permetta di comprendere come, per certi versi, io sia peggio di molti miei simili.
Quando questo accade, l’autocoscienza diventa dura da sopportare ed il mio carattere si tempra.
In una parola: cresco.
Chiudo questo delirio personale e probabilmente incomprensibile con l’ultima foto del mio capodanno.

Foto n°5 – Lo scopone
As bass fa mass!
* indubbiamente gioco della vacanza.

Condivido il pensiero di Gaber

dal sito di Repubblica:

Franca Ciampi: “Al sud più intelligenti”
Calderoli non ci sta: “Parole razziste”

Napoli: la first lady manifesta il suo amore per il meridione
E il ministro si infuria: “Come uomo del nord mi sento offeso”

NAPOLI – “La gente del sud è più buona e intelligente”. Con queste parole la signora Franca Ciampi ha espresso questa mattina il suo affetto per i napoletani. La coppia presidenziale durante il suo terzo giorno a Napoli ha visitato il museo di San Martino. E la signora Franca, apparsa distesa e contenta dell’accoglienza, ha ricordato il suo primo viaggio in Italia con il padre: “Da Reggio Emilia a Roma, poi Napoli e Bari. E da allora, da quel primo viaggio, amo profondamente il sud”. Ma le dichiarazioni della signora Franca hanno suscitato l’immediata reazione del leghista Roberto Calderoli. “Mi auguro sinceramente che la frase attribuita alla signora Franca Ciampi – ha detto il ministro delle Riforme – non corrisponda al vero e non sia mai stata pronunciata da parte dell’interessata che, tra l’altro, è moglie di un presidente che rappresenta tutta la nazione”. “Ciascuno è liberissimo di amare il sud – ha aggiunto Calderoli – così come è libero di amare il nord, o di amare tutto il paese, ma nessuno può sostenere la tesi che una parte della popolazione sia ‘più buona e intelligente’ sulla base della sua collocazione geografica, perché questo significherebbe cadere in affermazioni razziste”. Calderoli ha inoltre richiesto all’ufficio stampa del Quirinale una smentita ufficiale delle dichiarazioni della first lady. Da Napoli la signora Franca, ai giornalisti che le chiedevano cosa intendesse dire con la sua affermazione sulle persone del sud ha semplicemente risposto: “Intendevo riferirmi alle qualità della gente meridionale”. Più tardi, una nota ufficiale del Quirinale. “La signora Ciampi intendeva sottolineare l’affetto della gente che, a Napoli come in ogni altra parte d’Italia, circonda il presidente e la signora”.
Precisazioni che non soddisfano, ma che anzi fanno infuriare Calderoli. “L’unica cosa che mi avrebbe soddisfatto sarebbe stata una smentita, completa ed esauriente” non essendo arrivata, è la conclusione del ministro leghista, “come uomo del nord mi sento offeso, come dovrebbero esserlo i due terzi della popolazione italiana. Compresa la gente del Centro, visto che anche loro non rientrano tra i ‘più’…”.

Foto n°4 – La Vecchiaia
L'orologio non mente
* 31-12-2005, ore 23.17.