Erano almeno 10 anni che mia madre non mi diceva una frase del genere prima di vedermi uscire di casa.
L’ha fatto di nuovo questa sera.
L’ha fatto dopo che le ho detto che mi stavo recando in un oratorio di Monza ad ascoltare una conferenza su Cattolicesimo e politica. Chissà cosa mai avrà pensato volessi/potessi fare.
Detto questo, la serata è stata piuttosto piacevole. Stare in un salone ad ascoltare un tizio che parla di chiesa è un’esperienza cui mancavo da ormai molti anni e la cosa ha suscitato in me diversi ricordi, perloppiù contrastanti tra loro.
Vaghiamo subito ogni dubbio: il professor Bressan ha sostenuto una manciata di teorie a dir poco discutibili tra cui spiccano:
1- la negazione di un secondo “Non Expedit” in occasione del referendum del giugno 2005
2- l’omaggio alle grandi opere della DC, soprattutto rispetto ai fallimenti dei governi seguenti
3- il patrocinio cattolico del sentimento anti totalitarista nell’italia del dopo guerra.
La sua analisi storico/politica degli anni da fine 1800 ad oggi ha ovviamente saltato a piè pari gli ultimi sessant’anni, centrando tutto su questioni relative al periodo dell’unità d’Italia secondo lui assolutamente centrali, ma a mio parere utili solamente a farlo parlare senza che il pubblico poco preparato in merito potesse accorgersi che il suo quadro fosse perlomeno opinabile.
Partire dal presupposto secondo cui si vuole raccontare la storia in un modo che “solitamente viene celato” mi fa credere che la si stia raccontando semplicemente in modo non attinente alla realtà, ma questo è un mio parere personale.
Interessante è stato vedere come gli amici di Robi fossero ancora più critici di me a riguardo, sostenendo loro per primi che il caro professore avesse parlato un’ora e mezza senza dire nulla di concreto e sorvolando/negando sulle magagne che la gente era lì per analizzare. Parlare con loro a fine dibattito è stato piuttosto bello perchè, sebbene le loro opinioni fossero ovviamente non sovrapponibili alle mie per certi versi, non erano neppure marcatamente e ottusamente radicali come invece capita spesso che siano. Forse un dialogo verbale si presta effettivamente meglio a queste questioni, rispetto allo scritto.
In conclusione la conferenza è stata abbastanza stucchevole a dispetto della prossima che invece si presenta come molto interessante, ma che purtoppo si sovrappone ai Coheed and Cambira lasciando poco spazio all’immaginazione per quanto concerne la scelta che farò tra le due manifestazioni. Colgo invece l’occasione per ringraziare Robi ed i suoi amici per avermi dato la possibilità di confrontarmi su argomenti non propriamente di analisi quotidiana rispetto a posizioni assolutamente non affini al mio quotidiano. Esperienza che ripeterei volentieri, magari saltando a piè pari il sermone iniziale e dedicandomi unicamente al dialogo.
Sono contento di sentire che tutto sommato, non giudichi la serata in modo negativo. Soprattutto perchè vedo che hai apprezzato le persone che erano lì e con cui hai parlato. dispiace anche a me che il relatore abbia trattato l’argomento in questo modo, vedrò come andrà la prossima volta…