Non so ciò che voglio. O meglio, voglio solo cose che non posso avere o non posso più avere. Sono il classico “Regret Lover”, ovvero amo l’idea del rimpianto. Ne sono dipendente, succube, proiettato costantemente nel passato. Non che mi dispiaccia il presente, non su tutti i fronti quanto meno, tuttavia vivo con il costante pensiero che ciò che è stato era bello e ciò che sarà no. Non altrettanto. Credo ci sia un perverso meccanismo subconscio che mi spinge alla mitizzazione degli oggetti dei miei rimpianti. Inutile dire che questo molte volte mi porta a non poter apprezzare a pieno ciò che vivo. In sostanza, sono un autolesionista convinto di non aver azzeccato mezza scelta importante nella sua vita. Bel quadretto che faccio di me, non c’è che dire.
La colpa è tutta dei sogni, soprattutto per chi come me se li ricorda di rado. Quelli che restano quando apri gli occhi, sono capaci di colpirti là dove fa più male: al cuore.
Non so perchè io stia scrivendo queste cose, nè se il significato di ciò che sto digitando sulla mia Logitech nera possa essere chiaro ad eventuali lettori. Probabilmente è solo uno sfogo di cui sentivo il bisogno. Non sono nemmeno sicuro di volerne parlare a nessuno faccia a faccia, anche perchè questa analisi autocommiserativa, triste e se vogliamo patetica di me è frutto del momento e tale rimarrà. Essere a terra ogni tanto capita a tutti e io questa volta ho deciso di lasciare fuoriuscire le mie emozioni sotto forma di una paginetta di questo diario multimediale. Parole che scorrono fuori, liberatorie, come fossero una lacrima che altrimenti non riuscirei a versare.
Nota: questo scritto ha preso forma e consistenza nella mattinata, ma solo ora trovo la forza per publicarlo. Credo sia una precisazione importante.
..Essere a terra ogni tanto capita a tutti..
eh già..
c’è chi riesce a “sfogarsi” scrivendo..e chi piangendo camminando di notte..
grazie..
p.