Questo post non vuole togliere nulla alla grandissima prestazione di Giannis e dei Bucks, il loro è un titolo ultra meritato coronato da una prestazione dominante del greco.
Niente da dire, bravi.
Per una stagione però io ho visto il mio giocatore preferito di sempre inserirsi per l’ennesima volta nel contesto in cui lo hanno messo, senza un piagnisteo. L’ho visto prendere un gruppo promettente e farne una squadra vera, portandola fino a 2 vittorie dall’anello che insegue da tutta la carriera. L’ho visto giocare un basket pazzesco contro la sua età e contro il suo fisico.
Purtroppo l’ho anche visto perdere.
Qualcuno dice che il gruppo è giovane e che possono riprovarci il prossimo anno, ma secondo me quello appena perso è un treno che passa una volta sola.
Ci sono tantissimi se nella carriera di Chris Paul, ma credo ce ne siano altrettanti nelle carriere degli altri e trovo quasi offensivo nei suoi confronti fermarsi lì. Il fatto che non sia il titolo a definire un campione spesso è retorica da perdenti, ma per quel che vale per me sarebbe stato impossibile amarlo più di quanto lo ami già, anche avesse vinto l’anello.
Solo cuori per te, Chris.
Ricordo le nottate della primavera 2008. Vivevo da solo da pochi mesi e passavo le notti sveglio a cercare siti pirata per vederti giocare quei playoff senza senso, quelli in cui hai portato i maledetti Spurs a gara 7. Da allora, ogni volta che stai sul parquet, per me è la stessa cosa e nella testa c’è un solo grido: “MVP! MVP!”