Mi rendo conto di avere sbalzi di umore.
Un giorno va tutto malissimo, quello dopo scorre senza problemi. Un giorno i bambini che giocano mentre cerco di lavorare sono insopportabili, il seguente non mi danno problemi e, anzi, mi strappano più di un sorriso.
Sono sempre io, il contesto è sempre quello, ma il mio umore è più altalenante che mai.
Oggi mi sono arrivati due pacchetti.
Il primo da una collega inglese che ha mandato piccoli passatempi e qualche cioccolatino ai miei figli. Un gesto semplice, ma inaspettato, una pera di buon umore da un ambito, il lavoro, che ultimamente non contribuisce a farmi stare sereno. Ed è assurdo, onestamente. Una cosa però è il lavoro, un’altra sono le persone e nella mia azienda ci sono tante belle persone.
Il secondo me lo ha mandato callmewine che è il mio pusher ufficiale per il vino quando non riesco ad acquistare in cantina. Il vino mi piace, ma di solito a casa non ne bevo. Un po’ perché mangiamo spesso di corsa e un po’ perché aprire una buona bottiglia in due è spesso fastidioso. Il vino che compro lo bevo nei weekend se vado a cena o invito qualche amico. Questo isolamento forzato però da un lato ci ha dato molto più tempo per cucinare e dall’altro ci ha praticamente eliminato ogni remora sul bere e così ero rimasto senza vini bianchi in cantina.
Ho rimediato.
Nell’ordine ci dovrebbe essere anche il mio regalo di compleanno, che Paola per evidenti limiti logistici ha pensato di fare su quello stesso portale accorpando le spedizioni. Ho una mezza idea di cosa abbia preso, ma non dico nulla.
Giornata positiva, zero idee per la canzone. Anche quello di scegliere un pezzo al giorno sta diventando un lavoro stressante. Mi gioco una carta che avrei probabilmente usato la prossima volta in cui l’umore sarebbe finito sotto i piedi. Mi sparo la cartuccia a monito, per pensare positivo: a Luglio suonano a Bologna e bisogna crederci fortissimo.