Capita, a volte, che il lavoro possa dare soddisfazione.
Non succede spessissimo e questo forse è un bene. Solo così se ne gode appieno quando capita.
Tra ieri e oggi, è capitato.
Riunione con i laboratori. Tavolata in mogano che ospita Dottori, Avvocati e personalità di spicco.
Il mio posto è su una sediola azzurra, di quelle col bracciolo/scrittoio tipiche dell’aula congressi o dell’aula catechismo. Considerazione iniziale nei miei confronti pari a quella del cestino dell’immondizia, col cesto in leggero vantaggio per via dei bicchierini da caffè che i presenti devono far sparire. Inizia così la discussione su temi di varia natura e di interesse nullo per la mia persona. Dentro di me penso che potevo evitare di uscire di corsa da casa per arrivare in orario ad una riunione per la quale sono stato avvisato solo due ore prima.
Metaforicamente le riunioni possono essere ben rappresentate da una spiaggia su cui i partecipanti giocano a schiaccia sette palleggiandosi i problemi l’uno con l’altro. Per vincere puoi scegliere se schivare i colpi o prendere la palla al volo ed eliminare chi te l’ha tirata.
Vuoi per la vena polemica che mi pervade in questi giorni, dovuta a tutt’altra situazione, vuoi per dare un senso alla mia presenza li, ho scelto la seconda tattica.
Non appena, come solitamente accade, viene tirato in ballo il lavoro di noi “impiegatucoli” a motivare i problemi dell’ospedale ho alzato la mano.
Stupore generale.
Il mio capo, che ieri mi aveva scelto come consulente per pianificare la strategia di battaglia (inutile chiarire ulteriormente come si tratti di una guerra tra reparti che non vogliono collaborare) decide di darmi la parola.
Con un breve intervento coadiuvato da prove cartacee, dimostro la perfezione del mio operato e la totale falla in quello dei laboratori.
Sempre metaforicamente parlando mi sono sentito un incrocio tra Perry Mason dopo una causa stravinta e Jo Allembak* che balla la giga sui riflettori del L.A. Coliseum.
A fine riunione c’erano dottori che mi chiedevano consigli per venire incontro al mio reparto, che mi pregavano di dar loro del tu e che, ovviamente, dicevano che la colpa era degli altri dottori.
Sebbene domani si comporteranno come se nulla fosse accaduto e continueranno a fare i comodi loro, oggi ho vinto io.
* Il mio mito cinematografico di sempre
Grande!