La mia storia con internet
Oggi ho visto Dietnam raccontare la sua storia con internet all’interno di un’iniziativa di cui non so nulla*, ma che per come l’ho colta mi è sembrata molto carina. Di conseguenza ho deciso di partecipare buttando giù la mia versione.
A pensarci è l’incipit perfetto perchè la mia storia con internet è fatta in larghissima parte di autoinviti ad iniziative che scopro in giro e che trovo carine. Lo faccio grossomodo dal 2005, quando sui blog che seguivo partivano catene in merito ad ipotetiche liste di canzoni da passare agli alieni, per fare il primo esempio che ricordo. A memoria non sono mai stato coinvolto direttamente, nel senso che nessuno mi ha mai chiesto “Ehi, Manq, ti va di partecipare a sta cosa?”, ma un tot di volte mi ci sono infilato di mio e in alcuni casi ne sono uscite robe anche carine.
Sono tipo il protagonista di Tapparella, ma ho quasi 37 anni.
La cosa se vogliamo strana è che non vivo male questa situazione, per niente. E’ indubbio ci sia una sorta di “giro giusto” da cui mi sarebbe piaciuto ricevere considerazione, ma per me internet è sempre stato soprattutto un modo di gratificare me stesso. Scrivo cose e sono contento di averle scritte, finisce lì. Non ci lavoro**, non ci guadagno, non lo considero la mia fonte primaria di soddisfazione o gratificazione.
Cosa sia per me internet riassume bene la storia che ho con lui.
In primo luogo internet è stato musica. Soprattutto musica gratis.
Sono nato in provincia e mi sono costruito un giro di amicizie più legate alla prossimità spaziale che non a reali interessi in comune, di conseguenza per me avere accesso a un posto in cui scoprire musica nuova da ascoltare è stato la svolta. Non parlo solo di poter scaricare roba gratis, ma proprio di sapere ci fosse roba buona da scaricare. Più dei vari napster, emule, winmx per me sono stati vitali siti e webzine. Anche Myspace, tocca ammettere, ma soprattutto i forum.
Ricordo con amore infinito il forum di Monnezza nonostante credo odiassi il 98% degli utenti con cui entravo in contatto. Gente che ora probabilmente frequento online con altri nomi (#grazieaddio), ma che ai tempi avrei preso a sprangate sui denti. Tranne Fat Emo Boy. A Fat Emo Boy volevo bene. Magari è l’unico che se scoprissi oggi chi è mi starebbe sui maroni.
La mia storia con Internet è una storia di seconde possibilità date inconsapevolmente a gente che ha solo cambiato nick.
C’è stato un periodo in cui avrei voluto scrivere di musica per i siti che frequentavo e c’ero pure riuscito con Emotional Breakdown, che aveva accettato un paio di pezzi miei prima di chiudere per sempre. Poi c’è stato un secondo periodo in cui scrivevo di musica per una webzine che trattava prevalentemente metal e nu-metal. Le mie rece erano tipo i servizi senza donne nude di Novella2000.
Mi piaceva, come cosa.
Ogni tanto ci scappava pure qualche accredito per concerti dove davanti al gruppo trovavi massimo 50 persone. Calcolando il mio livello di rilevanza come critico musicale, probabilmente nessuna pagante.
Oltre alla musica, il secondo elemento per importanza della mia storia con internet sono le persone.
Ho conosciuto la mia prima morosa propriamente detta grazie a internet, per quell’assurdo meccanismo per cui serviva ICQ per incontrare una ragazza che abitava a 100m dal mio liceo. Tolto lo scintillante inizio non direi internet sia stato poi questo grande motore alla mia vita sentimentale, piuttosto alla mia vita sociale.
Ho già parlato dei forum e il più importante è certamente quello di GdR che ho frequentato nei primi 2000, attraverso cui ho conosciuto un monte di gente che frequento ancora oggi in real life (a parte Manowar tutti volentieri, tra l’altro).
Morti i forum sono arrivate le sezioni commenti dei siti che frequentavo. Anche lì era bello entrare a far parte di community e conoscere persone con le tue stesse passioni. Scoprire a trent’anni di non essere l’unico al mondo a reputare “The Last Boyscout” il miglior film di sempre è una bella epifania ed è stato possibile solo grazie ad internet.
Lo step ancora successivo di questo fenomeno sono probabilmente i gruppi su Facebook che sfociano in gruppi whatsapp, ma io non ci sono arrivato. Temo di essere sceso dal treno alla stazione prima. La mia vita fuori da internet è diventata troppo densa, con ogni probabilità, o forse non mi è ancora capitata la spinta giusta per poter fare questo ennesimo passo in avanti nel panorama del dialogo virtuale.
E’ bello dialogare su internet.
Fa incazzare, spesso, eppure è l’unico posto in cui puoi trovare interlocutori per qualunque argomento tu abbia voglia di affrontare. La mia storia con internet quindi è anche venata di un certo rammarico perchè nella mia testa sarebbe potuto e dovuto essere un posto molto più utile di quel che è diventato.
Un luogo dove imparare qualcosa, comunicare con tutti, avere accesso ad informazioni, che invece è diventato un ricettacolo di fake news, dove la “satira” ha sostituito l’informazione e dove comunicare ha ormai un significato profondamente distorto.
Non credo sia colpa di internet, però.
Conclusione: io sono Manq e la mia storia su internet è vecchia di vent’anni o quasi in cui mi sono sostanzialmente divertito.
* è probabile che i coinvolti ci guadagnino dei soldi con questa cosa e che io la stia spingendo a gratis unicamente per dare sfogo alla mia voglia di raccontarmi. Anche questo dice qualcosa della mia storia con internet.
** un pochino oggi ci lavoro per forza, perchè sono nell’ufficio marketing di un’azienda ed è impossibile prescinderne ormai. Diciamo che il mio lavoro non dipende dalle mie (non) competenze sul web ecco.