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Novembre 2017

The Place spiegato bene

Se porti a casa un successo di critica e pubblico come quello di Perfetti Sconosciuti probabilmente hai la chance di fare il tuo prossimo film esattamente come pare a te. Senza compromessi.
Per Paolo Genovese questo vuol dire fare un film ambientato al tavolino di un bar e dove in 105 minuti non si ride mai. E’ talmente convinto a giocarsi questa opportunità fino in fondo che non ci incolla nemmeno due battutine da usare nel trailer, di quelle che con l’adeguata musichetta in sottofondo portano al cinema le persone*. Zero.
The Place, l’ultimo film scritto e diretto da Paolo Genovese, è una roba ambiziosa, drittissima e priva di mezze misure.
L’ho visto domenica sera e per me è probabilmente il suo film più bello.
Metto qui il trailer, così chi non sa di cosa sto parlando si fa un’idea e magari va a vederselo, mentre chi lo sa ha comunque una barriera che lo separi dai miei commenti sul finale, ovvero GLI SPOILER.

Scherzavo.
Ho passato un’oretta nel tentativo di buttare giù una sorta di spiega, ma alla fine ho realizzato che non è per nulla necessaria.
E’ tutto chiarissimo, dovete solo andare a vederlo.

* Il trailer di Perfetti Sconosciuti, per esempio, barava.

Cose che non succederanno

I gironi.
Gli accoppiamenti.
Tanto usciamo subito.
L’Italia va in finale ogni 12 anni: 1970, 1982, 1994, 2006 e 2018.
Controllare gli orari delle partite.
Prendere permessi al lavoro.
Speriamo porti Balotelli.
Speriamo non porti Balotelli.
Come cazzo si fa a non capire che il modulo perfetto è il 433?
In Italia siamo tutti allenatori.
Dell’Inter non gioca nessuno perchè ha solo stranieri.
Ci voleva Lippi.
E’ la nazionale più scarsa di sempre.
Non seguo i mondiali perchè il calcio è per gli idioti.
Boicotto i mondiali perchè Putin.
La maglia più bella comunque è quella del Brasile.
Messi vince solo nel Barcellona.
Messi è sopravvalutato.
Quest’anno lo vince l’Olanda.
E’ l’anno del calcio africano.
Io tifo Inghilterra perchè l’Italia è un paese ridicolo e voto 5 stelle.
Dove la vediamo?
Beh prima della partita grigliatina.
Robi viene? Boh, forse passa per il secondo tempo.
Il caldo tremendo.
I bambini che piangono.
I bambini che ridono.
L’inno.
Noi siamo gli azzurri o i bianchi?
I vaffanculo alle morose, alle mogli, alle amiche.
Zero a zero con l’Azerbaijan.
Si ma non li fa i cambi?
Ci vogliono giocatori con esperienza internazionale, mica questi qui.
Siamo una squadra vecchia.
Doveva portare Cutrone.
La classifica avulsa.
Se noi vinciamo due a uno e il Portogallo pareggia con reti passiamo per secondi.
I gol.
Le esultanze.
I clacson.
Conti nuovo Grosso.
Verratti meglio di Pirlo.
Cento milioni per Belotti e poi la vince Gabbiadini.
Il passaggio del turno.
Gli scontri diretti.
La Russia è favorita perchè gioca in casa.
Speriamo di non beccare la Francia.
Speriamo di non beccare la Spagna.
Speriamo di non beccare la Germania.
Tanto con la Germania passiamo sempre noi.
Il fischio di inizio.
Esci Gigi, cazzo!
Giochiamo male.
Giochiamo bene.
Avanti così prima o poi segniamo.
Gol sbagliato, gol subito.
Non era fuorigioco?
Non era fuorigioco!
Giocano bene solo quelli della Juve.
I supplementari.
C’è ancora il golden gol?
Altri vaffanculo.
Son finiti i minuti regolamentari.
Son finite le birre.
I rigori.
Buffon non ne ha mai parato mezzo.
Metti Donnarumma.
PARATO!
Buffon pallone d’oro.
Speriamo Insigne non faccia il cucchiaio.
ALTO!
Le bestemmie.
Le lacrime.
Gli abbracci.

Mancano sette mesi all’estate del 2018 e fa già pesantemente schifo.

Same ginepraio, more cazzimma

Giorni fa, a seguito della faccenda Weinstein ho scritto un post. Ci ho messo tanto perchè volevo essere sicuro di non dire cose fraintendibili o che potessero in qualche modo prestare il fianco ad accuse di maschilismo o misoginia.
Ne è uscita una roba di cui ovviamente condivido anche le virgole, ma che glissava  (o forse non si soffermava a sufficienza) su certi aspetti che reputo comunque chiave nella questione.
Lo scandalo però non si è fermato ed ha coinvolto altri personaggi. Uno è Louis CK, un altro è Jesse Lacey. Sul secondo la mia lucidità è andata completamente affanculo, quindi ecco una sorta di remix del post precedente.

Partiamo da Louis CK.
Dopo le accuse, il comico ha pubblicato una dichiarazione in cui conferma la veridicità delle testimonianze e si assume le responsabilità delle sue azioni. Una parte di questa dichiarazione secondo me è piuttosto interessante. Cito:

At the time, I said to myself that what I did was O.K. because I never showed a woman my dick without asking first, which is also true. But what I learned later in life, too late, is that when you have power over another person, asking them to look at your dick isn’t a question. It’s a predicament for them. The power I had over these women is that they admired me. And I wielded that power irresponsibly.

Non importa che le donne in questione fossero consenzienti, il consenso derivava da un rapporto di potere che le stesse avrebbero percepito come forzatura. Louis CK quindi avrebbe dovuto valutare la cosa e scegliere per loro. “So che per te è ok che io ti mostri il cazzo, ma tu non lo vuoi davvero. Pensi di volerlo e sta a me che sono l’uomo capirlo e decidere al posto tuo che non è il caso.”
Il messaggio da portare a casa da tutta la vicenda quindi è che le donne non sono in grado di prendere decisioni in autonomia. Quella riportata qui sopra, per me,  è la cosa più maschilista di tutta questa faccenda. Accolta come l’ammissione di colpa accettabile per un comportamento inaccettabile, è in realtà una dichiarazione offensiva a giustificazione non necessaria di un comportamento magari non condivisibile, ma certamente non molesto.
Io non c’ero, quindi quello che è successo non lo so. So quel che ho letto, e per me vale la regola che mi ha insegnato mia nonna: “Chiedere è lecito, rispondere è cortesia.”, fatto salvo ovviamente che
1) la richiesta sia reale e non retorica
2) la risposta sia accolta e rispettata, senza conseguenze
Questi episodi invece hanno una montagna di non detti, di implicazioni presunte o potenziali su cui è facile costruire qualsiasi tesi, ma che di fatto non sono buone per nulla che non sia una bufera mediatica sui social. Il motivo per cui Louis CK probabilmente non lavorerà più (o comunque avrà problemi in tal senso), ma non avrà problemi legali. Almeno a quanto ne so.
A me resta sempre difficile pensare che un uomo che decide di fare “avances inappropriate” lo faccia sempre calcolando l’esatto rapporto di forza in essere in quel momento e non, più semplicemente, perchè non riesce ad ossigenare simultaneamente cervello e corpi cavernosi. Non è questione banale. Siamo davvero sicuri Louis CK in quelle circostanze ci abbia provato perchè conscio di giocare la parte del leone e non, più semplicemente, perchè è uno che se vede una bella donna non riesce a fare a meno di volerla portare a letto? Non è che il secondo scenario non sia grave o problematico, ma son davvero due piani  di esistenza completamente diversi. Soprattutto, non è che i due scenari siano mutualmente esclusivi. Il fatto che Weinstein caschi nel primo caso, non vuol dire ci caschino tutti o che il secondo non possa esistere. Facciamo dei distinguo, se è il caso.

Passiamo alla questione Jesse Lacey.
Mi trovo a dover commentare questa cosa partendo dal fatto che nella mia top 3 personale delle canzoni dei Brand New c’è “Me vs. Maradona vs. Elvis” e adesso cliccate sul link e ve la ascoltate leggendo quel cazzo di testo.
Non ha un significato diverso, oggi. E’ lo stesso identico autoritratto crudo e cinico che è sempre voluta essere e chi pensava fosse una sorta di inno al “bomberismo” probabilmente ascoltava i Brand New per i colori delle copertine dei dischi.
In una dichiarazione pubblicata oggi dallo stesso, Jesse ammette di essere stato a lungo in uno stato di dipendenza da sesso, cosa per cui si è già curato e da cui è già uscito. A costo di passare per fanboy miope, ci vedo una montagna di differenza tra chi allo scoppiare dello scandalo decide di andare in rehab (tipo Kevin Spacey) e chi lo ha fatto ben prima di finire sotto accusa.
Ora arriva la parte difficile da scrivere.
La ragazza che lo accusa parla di richieste di foto intime e situazioni avvenute via chat/skype. Non ce la faccio a percepirla come una situazione di cui si può avere paura, non riesco proprio. Quello che vedo e comprendo è il risentimento derivante dalla delusione di chi aveva dei sentimenti e se li è visti calpestare. Non è una cosa da poco, ovviamente, ma non è ammissibile trasformarla nella base per accuse di molestia. Creerebbe un precedente pericolosissimo, in questa dannata società plasmata dai preti. Provo a spiegarmi meglio.
Si parla tanto di “educare” gli uomini alla sessualità e ai rapporti con l’altro sesso. E’ davvero qualcosa di fondamentale, per me. Quel di cui non si parla mai però è di educare le donne, che ne avrebbero altrettanto bisogno.
Cresciamo le donne (non io, se dovessi farlo con mia figlia SPARATEMI) con l’idea che il sesso, anzi, che “darla via” sia una colpa senza appello, attenuata al massimo dal fatto che lui sia il vero amore, quello giusto, il ragazzo perfetto. Che ci si debba pensare bene prima di farlo, che si debba essere sicure. Questo perchè è una cosa di cui dover rendere conto.
Si parla di “pressioni psicologiche” subite dalle ragazze che accettano di andare a letto con un uomo, ma mai della pressione psicologica che le stesse hanno a dover ammettere sia stata anche una loro decisione. Il giudizio costante a cui sono sottoposte. In questo clima, davvero può bastare un “Eh, ma non volevo”  che sa più di giustificazione che di accusa, per mettere alla gogna una persona?
NON STO DICENDO CHE LE MOLESTIE NON ESISTANO.
Sto dicendo che la situazione è complessa e che affrontarla come viene affrontata ora è sbagliato. Non è una caccia alle streghe, quella in atto. E’ un rigurgito di mille situazioni diverse, in cui si deve iniziare a fare distinguo tra caso e caso. Weinstein non è Spacey, Louis CK non è Jesse Lacey e via dicendo. E invece stanno tutti finendo alla gogna nello stesso identico modo.

Lo so, c’è un elefante nella stanza. La ragazza aveva quindici anni e Jesse ventiquattro. Ovviamente è una cosa sbagliata. Moralmente, eticamente. Non c’è dubbio.
Per me la pedofilia però è un’altra cosa e credo ci sia un motivo se personaggi come Ian Watkins la stiano pagando in galera e non su twitter. Magari poi JL finirà sotto processo e verrà condannato. Magari quel che è venuto fuori è solo la punta di un iceberg che comprende fatti ben più gravi. Se così fosse, è giusto venga chiamato a rispondere delle sue azioni come sta succedendo a Steve Klein. Fino ad allora però, facciamo dei benedetti distinguo.

A differenza dell’altro post, questo l’ho scritto abbastanza di getto. Se sia o meno un bene non lo so. Mi piacerebbe che chi leggendo pensasse abbia scritto una montagna di cazzate poi me lo dicesse anche, perchè credo davvero parlare della cosa sia un bene assoluto. Molto del problema è culturale e credo che solo parlandone possa davvero venire a galla cosa c’è di sbagliato in quel che diamo per assodato sia normale.
Boh, magari sto giro succede davvero.

Once upon a time #1

Once upon a time nasce come rubrica di manq.it che racconta momenti che hanno fatto la storia della musica. O forse la storia in generale.

L’uscita di Once upon a time #2 è da considerarsi altamente improbabile.

Ginepraio

Quando ho letto della faccenda Weinstein e delle accuse di Asia Argento avrei voluto scrivere due righe sul blog. Non che avessi chissà quale nuova prospettiva da illustrare, più che altro perchè avere un blog è sostanzialmente pubblicare opinioni personali non per forza necessarie e io, in merito, un’opinione ce l’ho. Alla fine invece ho lasciato andare senza dire nulla. Mi ci sono sforzato eh, a non scrivere. Il motivo? Quando si parla di molestie e sessismo si inasprisce ancora di più il meccanismo per cui le opinioni debbano sempre essere nette ed assolute, mentre io probabilmente ho bisogno di sfumature. Queste sfumature in una discussione finiscono sempre per venir stravolte, estrapolate a cazzo e usate per definirti come il peggiore degli stronzi. Dici “Weinstein è una bestia, ma…”* e se ti dice bene ti prendi del femminicida.
Mi succede da anni, quando si va in argomento. Tutto considerato è possibile io sia davvero il peggiore degli stronzi, ma resta il fatto che discutere di questo argomento è muoversi in un ginepraio. Sono alla terza quarta stesura del pezzo e ancora non so come uscirà. Scrivendo alcuni pensieri mi sono reso conto fossero cazzate e questo mi porta a pensare che non scriverne subito sia stato uno sbaglio. Mi conosco e so che mettermi al PC e stendere un post è il modo migliore che ho per riorganizzare le idee, eppure avevo (leggi: ho) davvero fastidio ad espormi.
In questi giorni però è venuta fuori la storia di Kevin Spacey e, mentre scrivo, quella di Dustin Hoffman. A sto punto parliamone, affrontiamo il ginepraio e usciamone nell’unico modo possibile.

Andiamo per punti, va.

  1. Kevin Spacey potrebbe essere un pedofilo, un molestatore seriale o semplicemente uno che una volta, ubriaco, si è trovato un ragazzino in camera e ha ipotizzato che questo ragazzino si fosse messo lì per provarci col grande attore. Ognuno di noi può farsi l’idea che vuole in base a quale racconto preferisca ascoltare, ma chi gli da da lavorare dovrebbe basarsi su qualcosa di più concreto e comprovato prima di rivedere le proprie posizioni. A meno che loro sappiano, ma a quel punto perchè fino a ieri non era un problema?

  2. Molti sottolineano il fatto che lui non neghi, ma quel comunicato a me da più l’idea di essere stato formulato su consiglio di qualche legale/manager che sperava pagasse la politica della “sincerità” con tanto di coming out finale a spostare l’attenzione.
    Così non fosse, il suo dire “non ricordo, ma se è successo mi scuso” presuppone che la situazione descritta da Rapp per Spacey sia plausibile. Il che non gioca a suo favore, ovviamente. Di nuovo, ognuno può farsi l’idea che vuole fino a che tutto resta nell’ambito delle disquisizioni da social.

  3. Il coming out. Ho letto di larga parte della comunità gay risentita perchè “facendo coming out tira in mezzo tutti gli omosessuali nelle sue porcherie”. Mi pare un’analisi incomprensibile.

  4. Si è innescato un domino. Forse è stato scoperchiato il vaso di pandora o forse il momento è così caldo mediaticamente che tutti i giornali e le riviste impieghino tantissime risorse alla ricerca di una nuova storia per cavalcare l’onda. Il fatto che in quell’ambiente non venga fuori nulla di meno recente del 1986, almeno per il momento, è strano, se l’obbiettivo è rompere il silenzio e cambiare le cose per davvero.

  5. Weinstein è una bestia

  6. Ma della vicenda Weinstein alcune cose andrebbero chiarite, alcune domande andrebbero fatte, senza dover passare per forza per quelli che danno addosso alle vittime. Asia Argento lo ha accusato dopo anni di silenzio perchè finalmente ha trovato la forza di parlarne. Brava. Poi fa riferimento ad altri episodi, ben più gravi e con diversi carnefici, ma di questi non fa i nomi. Credo sia legittimo chiedersi perchè. Non sto dicendo non sia vero, ma senza fare i nomi alla fine resta solo il gossip pruriginoso del “ce ne sono anche altri, chissà chi sono…”, buono per le discussioni dal parrucchiere.

  7. Ma assodato che nessuna attrice dovrebbe essere messa nelle condizioni di scegliere tra carriera e dignità personale, una volta che la scelta si pone è giusto che chi ha scelto carriera sia messa di fronte alle proprie responsabilità. Ancora, non si tratta di incolpare le vittime, ma di fare distinguo. Nell’ambito della ricerca da cui vengo io è prassi proporre a gente altamente specializzata ed istruita di lavorare gratis. Chi accetta di farlo, magari sulla base del fatto che se lo può permettere, alimenta un problema pur non essendone la causa.  Deresponsabilizzare in toto queste tipologie di scelta solo perchè “vittime” di un sistema marcio pre-esistente non aiuta a risolvere il problema.
    Attrici che non avendo accettato di farsi scopare da Weinstein non sono finite a ringraziarlo con in mano l’oscar immagino siano d’accordo con me.

  8. Ma credo che avere una posizione di potere in quell’ambiente ti porti ad essere costantemente circondato da donne bellissime che vogliono dartela e, ad una certa, immagino possa succedere di pensare che TUTTE le donne bellissime vogliano dartela, per finire a credere che TUTTE le donne bellissime DEBBANO dartela. Non è una giustificazione, ma credo sia importante capire cosa c’è alla base di un certo comportamento. Ho appena visto la prima stagione di Mindhunter.

  9. La cultura machista di cui la nostra società è pregna è un problema, ma lo sono anche i retaggi che ci portano a vedere il sesso come una cosa turpe, sporca e verso cui siamo completamente a disagio. Perchè posto nessuno dovrebbe permettersi avances inappropriate verso il prossimo, è altrettanto vero che se fossimo a nostro agio daremmo alla cosa un peso ben diverso. Una volta un tipo in discoteca mi ha strizzato il culo e messo le braccia al collo. Ho declinato l’offerta ridendo e lui ridendo se n’è andato. Ovvio che non ne avesse il diritto, ma se questa cosa fosse bastata a turbarmi psicologicamente credo sarebbe stato importante chiedersi perchè e non credo che interrogarsi sulle proprie reazioni implichi in nessun modo negare l’inadeguatezza del gesto subito.

  10. La cosa davvero brutta, è che tutta questa storia finirà in niente. Gente come Weinstein si godrà i miliardi scopando esattamente quanto prima e con le stesse premesse di prima. E noi finiremo a parlare d’altro.


* la storia del “se c’è il ‘ma’ sei un razzista/omofobo/whatever” è una puttanata che va bene FORSE a sedici anni. Cosa c’è dopo il ma fa tutta la differenza del mondo.